Adattare dieta e allenamento al caldo umido: come misuro i miei progressi

nietak

Membro
6 Marzo 2025
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Ciao a tutti,
sono qui a condividere la mia esperienza dopo essermi trasferito in una zona dal clima caldo e umido, un cambiamento che ha messo alla prova sia la mia dieta che il mio allenamento di forza. Venivo da un posto più fresco e secco, quindi all’inizio è stato un duro colpo: sudorazione eccessiva, stanchezza rapida e una sensazione costante di pesantezza. Ho dovuto rivedere tutto per non perdere i progressi che avevo fatto.
Per prima cosa, ho adattato gli orari degli allenamenti. Qui il caldo è insopportabile a metà giornata, quindi mi alleno presto la mattina o la sera tardi, quando l’umidità è più tollerabile. Questo mi ha aiutato a mantenere la costanza, ma ho notato che il recupero è più lento rispetto a prima. Per misurare come sto andando, tengo traccia non solo del peso sollevato, ma anche del numero di ripetizioni e della percezione dello sforzo. Ad esempio, con lo stacco da terra, se prima facevo 5 serie da 8 a 100 kg senza problemi, ora a volte mi fermo a 6 ripetizioni perché il corpo cede prima. Registro tutto su un’app, così vedo i cali e i miglioramenti settimana per settimana.
Sul lato dieta, ho aumentato l’acqua – sembra banale, ma con questa umidità perdo liquidi senza accorgermene. Sto bevendo 3-4 litri al giorno e ho aggiunto elettroliti per evitare crampi, che mi capitavano spesso nei primi mesi. Ho ridotto i carboidrati pesanti come pasta o riso integrale, che mi facevano sentire gonfio, e li ho sostituiti con fonti più leggere come patate dolci o quinoa. Proteine stabili, intorno a 1,8 g per kg di peso corporeo, ma ora preferisco pollo o pesce a carni rosse, più facili da digerire con questo clima. Peso corporeo e circonferenze le controllo ogni due settimane, perché con l’umidità il gonfiore varia troppo giorno per giorno.
I progressi li misuro anche con test pratici: ogni mese provo a fare una sessione “di riferimento” con carichi fissi – tipo panca piana a 80 kg per quante ripetizioni riesco – e confronto i numeri. Non è perfetto, ma mi dà un’idea di come il corpo si sta abituando. Rispetto a sei mesi fa, ho perso un po’ di forza massima, ma la resistenza sta migliorando. Il caldo umido è ancora un ostacolo, ma analizzando i dati vedo che sto trovando un equilibrio. Qualcuno di voi ha trucchi per monitorare i progressi in condizioni simili?
 
Ciao a tutti,
sono qui a condividere la mia esperienza dopo essermi trasferito in una zona dal clima caldo e umido, un cambiamento che ha messo alla prova sia la mia dieta che il mio allenamento di forza. Venivo da un posto più fresco e secco, quindi all’inizio è stato un duro colpo: sudorazione eccessiva, stanchezza rapida e una sensazione costante di pesantezza. Ho dovuto rivedere tutto per non perdere i progressi che avevo fatto.
Per prima cosa, ho adattato gli orari degli allenamenti. Qui il caldo è insopportabile a metà giornata, quindi mi alleno presto la mattina o la sera tardi, quando l’umidità è più tollerabile. Questo mi ha aiutato a mantenere la costanza, ma ho notato che il recupero è più lento rispetto a prima. Per misurare come sto andando, tengo traccia non solo del peso sollevato, ma anche del numero di ripetizioni e della percezione dello sforzo. Ad esempio, con lo stacco da terra, se prima facevo 5 serie da 8 a 100 kg senza problemi, ora a volte mi fermo a 6 ripetizioni perché il corpo cede prima. Registro tutto su un’app, così vedo i cali e i miglioramenti settimana per settimana.
Sul lato dieta, ho aumentato l’acqua – sembra banale, ma con questa umidità perdo liquidi senza accorgermene. Sto bevendo 3-4 litri al giorno e ho aggiunto elettroliti per evitare crampi, che mi capitavano spesso nei primi mesi. Ho ridotto i carboidrati pesanti come pasta o riso integrale, che mi facevano sentire gonfio, e li ho sostituiti con fonti più leggere come patate dolci o quinoa. Proteine stabili, intorno a 1,8 g per kg di peso corporeo, ma ora preferisco pollo o pesce a carni rosse, più facili da digerire con questo clima. Peso corporeo e circonferenze le controllo ogni due settimane, perché con l’umidità il gonfiore varia troppo giorno per giorno.
I progressi li misuro anche con test pratici: ogni mese provo a fare una sessione “di riferimento” con carichi fissi – tipo panca piana a 80 kg per quante ripetizioni riesco – e confronto i numeri. Non è perfetto, ma mi dà un’idea di come il corpo si sta abituando. Rispetto a sei mesi fa, ho perso un po’ di forza massima, ma la resistenza sta migliorando. Il caldo umido è ancora un ostacolo, ma analizzando i dati vedo che sto trovando un equilibrio. Qualcuno di voi ha trucchi per monitorare i progressi in condizioni simili?
Ehi, benvenuto nel club del caldo che ti sfianca! Io sono nel pieno del mio “100 giorni senza zucchero” e ti capisco benissimo: il clima umido è una prova dura. All’inizio senza zucchero è stata una lotta, tipo crisi di astinenza da film horror, ma ora che il corpo si è abituato noto sapori nuovi, tipo le patate dolci che hai citato – sembrano un lusso! Per il caldo, anch’io mi alleno all’alba, e misuro i progressi con un diario: peso, ripetizioni, ma anche come mi sento dopo. Il recupero lento lo sento pure io, però senza zucchero la stanchezza è meno pesante. Hai provato a cronometrare i tempi di riposo tra le serie? A me aiuta a vedere se sto adattandomi davvero.
 
Ciao a tutti,
sono qui a condividere la mia esperienza dopo essermi trasferito in una zona dal clima caldo e umido, un cambiamento che ha messo alla prova sia la mia dieta che il mio allenamento di forza. Venivo da un posto più fresco e secco, quindi all’inizio è stato un duro colpo: sudorazione eccessiva, stanchezza rapida e una sensazione costante di pesantezza. Ho dovuto rivedere tutto per non perdere i progressi che avevo fatto.
Per prima cosa, ho adattato gli orari degli allenamenti. Qui il caldo è insopportabile a metà giornata, quindi mi alleno presto la mattina o la sera tardi, quando l’umidità è più tollerabile. Questo mi ha aiutato a mantenere la costanza, ma ho notato che il recupero è più lento rispetto a prima. Per misurare come sto andando, tengo traccia non solo del peso sollevato, ma anche del numero di ripetizioni e della percezione dello sforzo. Ad esempio, con lo stacco da terra, se prima facevo 5 serie da 8 a 100 kg senza problemi, ora a volte mi fermo a 6 ripetizioni perché il corpo cede prima. Registro tutto su un’app, così vedo i cali e i miglioramenti settimana per settimana.
Sul lato dieta, ho aumentato l’acqua – sembra banale, ma con questa umidità perdo liquidi senza accorgermene. Sto bevendo 3-4 litri al giorno e ho aggiunto elettroliti per evitare crampi, che mi capitavano spesso nei primi mesi. Ho ridotto i carboidrati pesanti come pasta o riso integrale, che mi facevano sentire gonfio, e li ho sostituiti con fonti più leggere come patate dolci o quinoa. Proteine stabili, intorno a 1,8 g per kg di peso corporeo, ma ora preferisco pollo o pesce a carni rosse, più facili da digerire con questo clima. Peso corporeo e circonferenze le controllo ogni due settimane, perché con l’umidità il gonfiore varia troppo giorno per giorno.
I progressi li misuro anche con test pratici: ogni mese provo a fare una sessione “di riferimento” con carichi fissi – tipo panca piana a 80 kg per quante ripetizioni riesco – e confronto i numeri. Non è perfetto, ma mi dà un’idea di come il corpo si sta abituando. Rispetto a sei mesi fa, ho perso un po’ di forza massima, ma la resistenza sta migliorando. Il caldo umido è ancora un ostacolo, ma analizzando i dati vedo che sto trovando un equilibrio. Qualcuno di voi ha trucchi per monitorare i progressi in condizioni simili?
Ehi, capisco bene la fatica del caldo umido, ti sfianca in un attimo. Io ho trovato pace buttandomi in piscina. Non fraintendere, non è che nuoto come un olimpionico, ma l’acqua mi ha salvato. Faccio sessioni di 40 minuti, un po’ stile libero, un po’ esercizi come battute di gambe o trazioni con la tavoletta. Mi aiuta a sentirmi leggero, senza stress sulle articolazioni, e sudo meno rispetto a correre sotto il sole. Per i progressi, guardo come cambia il punto vita: non tanto il peso, ma come tira la cintura dopo un mese di nuoto regolare. L’acqua ti dà una mano a lavorare sull’addome senza nemmeno accorgertene. Prova a infilarci un po’ di piscina, vedrai che il corpo ringrazia.