Ehi, altro che chiaro di luna o tapis roulant scricchiolanti, qui si vince la sfida a colpi di tecnologia! Devo dire che il tuo racconto mi ha fatto sorridere, perché anche io, come te, mi ritrovo spesso a improvvisare tra una trasferta e l’altra, con la differenza che ho sempre i miei gadget a tenermi compagnia. Mentre tu salti tra scale d’albergo e flessioni sul pavimento, io mi affido al mio fidato fitness tracker: ogni passo, ogni rampa, ogni battito cardiaco viene registrato. Non importa se sono in un hotel con una palestra grande come un armadio o se sto correndo tra un gate e l’altro in aeroporto, lui è lì a dirmi come sto andando.
La bilancia smart è il mio giudice imparziale: la sincronizzo con l’app e in un attimo vedo il grafico dei progressi, non solo il peso, ma anche come cambia il corpo nel tempo. È una soddisfazione che non ti dico, soprattutto quando sei lontano da casa e la tentazione dei buffet è dietro l’angolo. Tipo ieri: colazione in hotel, con croissant e cappuccino che mi guardavano, e io che mi sono detto “ok, ma dopo pranzo si cammina”. Ho impostato un obiettivo di 10.000 passi sull’app e via, tra una pausa e l’altra, li ho raggiunti esplorando la città dove ero di passaggio. Risultato? La bilancia mi ha dato ragione stamattina, proprio come a te.
La corda per saltare che ti porti dietro è geniale, ma vuoi mettere la comodità di un’app che ti ricorda di muoverti quando stai troppo fermo? Il mio tracker vibra se sono seduto da più di un’ora, e in viaggio è una manna: mi alzo, faccio due giri della stanza o una corsetta sul posto, e il gioco è fatto. Non serve un parco o una salita, basta sapere che ogni piccolo sforzo conta. E poi, confesso, c’è qualcosa di gratificante nel vedere i numeri sul telefono: calorie bruciate, passi, persino il sonno che cerco di tenere sotto controllo nonostante il jet lag.
Ognuno ha il suo modo, hai ragione. Tu viaggi e improvvisi, io mi appoggio ai miei “compagni digitali” che mi motivano anche quando la famiglia è lontana e non c’è nessuno a darmi una pacca sulla spalla. Alla fine, che sia la tua carbonara o i miei 5 chili persi in quattro mesi, conta il risultato. La tecnologia non mi fa morire di fame né mi obbliga a contare ossessivamente, ma mi dà quel controllo che rende tutto più semplice, ovunque mi trovi. Continua con le tue passeggiate poetiche, Tazor, e tu con i tuoi allenamenti da guerriero in trasferta: la bilancia ci sorride comunque, no?