Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ha ancora fiato per leggere! Io sono quel tipo che ha trasformato i chili di troppo in passi di danza, e vi dico subito: ballare mi ha salvato, ma non senza qualche "ma". Ho provato sia a casa che in palestra, e la mia esperienza è un po’ un misto di sudore, gioia e imprecazioni sottovoce.
A casa, all’inizio, sembrava una pacchia: metti la musica, accendi YouTube e via con la salsa o un po’ di hip-hop. Nessuno ti guarda storto se sbagli un passo o se sembri un fenicottero ubriaco. Però, diciamocelo, lo spazio è quello che è. Io ho un salotto minuscolo, e tra un divano che sembra urlare "fermati" e un tavolo che aspetta solo di farti inciampare, la libertà di movimento è un’illusione. E poi c’è il fiato: dopo dieci minuti di twist e giravolte, ansimavo come se avessi corso una maratona. Mancava l’aria, e non parlo solo del mio salotto soffocante, ma proprio di me che non sapevo respirare bene mentre mi muovevo. È frustrante, perché il ritmo ti prende, ma i polmoni ti tradiscono.
In palestra, invece, la storia cambia. Ho fatto un corso di balletto – sì, proprio io, che pensavo fosse roba da bambine con tutù – e poi qualche lezione di hip-hop. Lì c’è spazio, specchi per controllare i movimenti e, soprattutto, un istruttore che ti urla "respira!" quando sembri sul punto di crollare. All’inizio mi sentivo un pesce fuor d’acqua, circondato da gente che sembrava nata con le scarpette da punta ai piedi. Ma col tempo ho capito una cosa: avere qualcuno che ti guida fa la differenza. Ti insegna a non andare in apnea mentre alzi una gamba o fai un passo laterale. Però, ecco il lato negativo: la palestra costa, e non poco. E s
A casa, all’inizio, sembrava una pacchia: metti la musica, accendi YouTube e via con la salsa o un po’ di hip-hop. Nessuno ti guarda storto se sbagli un passo o se sembri un fenicottero ubriaco. Però, diciamocelo, lo spazio è quello che è. Io ho un salotto minuscolo, e tra un divano che sembra urlare "fermati" e un tavolo che aspetta solo di farti inciampare, la libertà di movimento è un’illusione. E poi c’è il fiato: dopo dieci minuti di twist e giravolte, ansimavo come se avessi corso una maratona. Mancava l’aria, e non parlo solo del mio salotto soffocante, ma proprio di me che non sapevo respirare bene mentre mi muovevo. È frustrante, perché il ritmo ti prende, ma i polmoni ti tradiscono.
In palestra, invece, la storia cambia. Ho fatto un corso di balletto – sì, proprio io, che pensavo fosse roba da bambine con tutù – e poi qualche lezione di hip-hop. Lì c’è spazio, specchi per controllare i movimenti e, soprattutto, un istruttore che ti urla "respira!" quando sembri sul punto di crollare. All’inizio mi sentivo un pesce fuor d’acqua, circondato da gente che sembrava nata con le scarpette da punta ai piedi. Ma col tempo ho capito una cosa: avere qualcuno che ti guida fa la differenza. Ti insegna a non andare in apnea mentre alzi una gamba o fai un passo laterale. Però, ecco il lato negativo: la palestra costa, e non poco. E s