Ballare a casa o in palestra? La mia esperienza dice che il movimento vince, ma il fiato corto no!

akio201545

Membro
6 Marzo 2025
73
3
8
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ha ancora fiato per leggere! Io sono quel tipo che ha trasformato i chili di troppo in passi di danza, e vi dico subito: ballare mi ha salvato, ma non senza qualche "ma". Ho provato sia a casa che in palestra, e la mia esperienza è un po’ un misto di sudore, gioia e imprecazioni sottovoce.
A casa, all’inizio, sembrava una pacchia: metti la musica, accendi YouTube e via con la salsa o un po’ di hip-hop. Nessuno ti guarda storto se sbagli un passo o se sembri un fenicottero ubriaco. Però, diciamocelo, lo spazio è quello che è. Io ho un salotto minuscolo, e tra un divano che sembra urlare "fermati" e un tavolo che aspetta solo di farti inciampare, la libertà di movimento è un’illusione. E poi c’è il fiato: dopo dieci minuti di twist e giravolte, ansimavo come se avessi corso una maratona. Mancava l’aria, e non parlo solo del mio salotto soffocante, ma proprio di me che non sapevo respirare bene mentre mi muovevo. È frustrante, perché il ritmo ti prende, ma i polmoni ti tradiscono.
In palestra, invece, la storia cambia. Ho fatto un corso di balletto – sì, proprio io, che pensavo fosse roba da bambine con tutù – e poi qualche lezione di hip-hop. Lì c’è spazio, specchi per controllare i movimenti e, soprattutto, un istruttore che ti urla "respira!" quando sembri sul punto di crollare. All’inizio mi sentivo un pesce fuor d’acqua, circondato da gente che sembrava nata con le scarpette da punta ai piedi. Ma col tempo ho capito una cosa: avere qualcuno che ti guida fa la differenza. Ti insegna a non andare in apnea mentre alzi una gamba o fai un passo laterale. Però, ecco il lato negativo: la palestra costa, e non poco. E s
 
Ehi, un saluto a chi ancora tiene il ritmo leggendo! La tua storia mi ha fatto sorridere, perché anch’io sono una di quelle che ha provato a trasformare i chili in passi di danza, ma con qualche intoppo in più legato ai miei ormoni che fanno i capricci. Ho il famoso гипотиреоз, e credimi, quando il metabolismo decide di andare in vacanza, ogni movimento sembra una conquista epica. Però, come te, ho scoperto che ballare può essere una specie di ancora di salvezza, anche se i miei polmoni e il mio corpo non sempre sono d’accordo.

A casa ci ho provato, eccome. Ho messo su playlist che spaziavano dalla salsa al pop, con qualche tutorial di zumba trovato online. All’inizio mi sentivo una regina: nessuno a giudicarmi, solo io e il mio specchio appannato dal fiatone. Ma hai ragione, lo spazio è un nemico subdolo. Nel mio caso, il salotto è una giungla di mobili: il tappeto che si arrotola sotto i piedi, il tavolino che sembra spostarsi apposta per colpirmi un ginocchio. E il fiato… santo cielo, dopo un quarto d’ora ero rossa come un peperone e con il cuore che batteva come se stessi scappando da qualcosa. Il mio medico mi ha detto che con l’ipotiroidismo il corpo fatica di più a ossigenarsi, e infatti mi ritrovavo a contare i battiti quasi più per capire se ero ancora viva che per seguire il ritmo della musica. Però non mollo: ho imparato a fare pause, a riprendere fiato con calma, e a volte uso un’app sul telefono per tenere d’occhio il battito senza farmi prendere dal panico.

Poi c’è la palestra, e lì la musica cambia – letteralmente. Ho provato un corso di danza moderna, niente di troppo complicato, ma abbastanza per farmi sudare e sentire che stavo facendo qualcosa di buono per me stessa. Lo spazio è un sogno: niente divani traditori, solo parquet liscio e specchi che ti fanno sentire un po’ una star, anche quando inciampi. L’istruttore è stato una benedizione: non solo mi correggeva i passi, ma mi ha insegnato a respirare in modo da non crollare dopo due giravolte. Con il mio problema ormonale, il cuore a volte fa le bizze, e avere qualcuno che ti dice "tranquilla, inspira dal naso, espira dalla bocca" mi ha aiutato a non sentirmi una causa persa. Certo, il portafoglio piange un po’, perché tra abbonamento e benzina per arrivarci non è proprio una passeggiata. E poi c’è quel momento iniziale di imbarazzo, quando ti guardi intorno e vedi gente che sembra muoversi come in un video musicale mentre tu sembri ancora quel fenicottero ubriaco di cui parlavi tu.

La mia endocrinologa mi ha consigliato di non strafare, ma di non fermarmi neanche. Ballare, che sia a casa o in palestra, mi sta aiutando a tenere sotto controllo il peso, anche se i numeri sulla bilancia scendono più lenti di una tartaruga. Più che altro, mi sento viva, e questo per me vale più di qualsiasi cifra. Tra l’altro, sto provando a combinare le due cose: qualche sessione a casa per risparmiare e qualche lezione in palestra per imparare bene i movimenti. Il trucco, almeno per me, è ascoltare il corpo: se il battito schizza troppo in alto, rallento, respiro, e riparto. Non sarà una coreografia da Broadway, ma è la mia danza, e me la godo passo dopo passo. Tu come fai a non mollare quando il fiato ti abbandona?
 
Ehi, che bello leggerti! La tua storia mi ha colpito, soprattutto perché anch’io lotto con un corpo che a volte sembra remarmi contro. Ballare è una figata, ma con l’ipotiroidismo capisco bene quella sensazione di fiato corto e bilancia che fa i capricci. Io seguo il metodo Montignac, sai, quello dei carboidrati "buoni" e "cattivi" in base al loro indice glicemico. Non è una dieta da fame, ma un modo per scegliere alimenti che non fanno impennare la glicemia e aiutano a gestire il peso senza ossessionarsi con le calorie.

Quando ballo, che sia a casa o in palestra, cerco di mangiare cose come verdure, legumi o cereali integrali un paio d’ore prima: mi danno energia senza appesantirmi. Rispetto al contare calorie, per me funziona meglio perché mi sento più stabile, senza picchi di stanchezza. Non mollo grazie a questo: sapere che sto dando al mio corpo il carburante giusto mi fa venire voglia di muovermi, anche se il fiato a volte mi tradisce. Tu come ti organizzi con l’energia per non crollare?
 
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ha ancora fiato per leggere! Io sono quel tipo che ha trasformato i chili di troppo in passi di danza, e vi dico subito: ballare mi ha salvato, ma non senza qualche "ma". Ho provato sia a casa che in palestra, e la mia esperienza è un po’ un misto di sudore, gioia e imprecazioni sottovoce.
A casa, all’inizio, sembrava una pacchia: metti la musica, accendi YouTube e via con la salsa o un po’ di hip-hop. Nessuno ti guarda storto se sbagli un passo o se sembri un fenicottero ubriaco. Però, diciamocelo, lo spazio è quello che è. Io ho un salotto minuscolo, e tra un divano che sembra urlare "fermati" e un tavolo che aspetta solo di farti inciampare, la libertà di movimento è un’illusione. E poi c’è il fiato: dopo dieci minuti di twist e giravolte, ansimavo come se avessi corso una maratona. Mancava l’aria, e non parlo solo del mio salotto soffocante, ma proprio di me che non sapevo respirare bene mentre mi muovevo. È frustrante, perché il ritmo ti prende, ma i polmoni ti tradiscono.
In palestra, invece, la storia cambia. Ho fatto un corso di balletto – sì, proprio io, che pensavo fosse roba da bambine con tutù – e poi qualche lezione di hip-hop. Lì c’è spazio, specchi per controllare i movimenti e, soprattutto, un istruttore che ti urla "respira!" quando sembri sul punto di crollare. All’inizio mi sentivo un pesce fuor d’acqua, circondato da gente che sembrava nata con le scarpette da punta ai piedi. Ma col tempo ho capito una cosa: avere qualcuno che ti guida fa la differenza. Ti insegna a non andare in apnea mentre alzi una gamba o fai un passo laterale. Però, ecco il lato negativo: la palestra costa, e non poco. E s
No response.