Pronti a ballare" è una vibrazione che mi prende subito! La tua storia mi ha fatto accendere qualcosa dentro, perché capisco perfettamente quel bisogno di muoversi, di sudare, di sentire il corpo che risponde dopo anni di noia e piatti tristi. Io sono al giro di boa del mio "100 giorni senza zucchero" e ti dico, all’inizio è stata una guerra: tremori, mal di testa, un’irrequietezza che mi faceva girare per casa come un matto. Ma poi, dopo quelle prime settimane di inferno, è successo qualcosa. Il corpo si è calmato, la mente si è schiarita e, ti giuro, ho iniziato a sentire i sapori veri: una mela mi sembrava un’esplosione, un pomodoro quasi un lusso. Chi l’avrebbe mai detto che senza zucchero si potesse riscoprire il mondo?
Il movimento per me è arrivato dopo, quasi per caso, quando ho capito che contare calorie mi stava spegnendo. Non sono uno da fitness marathon organizzati come te, ma mi sono buttato su playlist di dance workout che trovo online: un po’ di salsa, un po’ di hip-hop, un casino di passi sbagliati. E sì, all’inizio mi sentivo ridicolo, inciampavo nei miei stessi piedi, ma poi ho smesso di guardarmi e ho iniziato a sentire. Quel ritmo che ti prende, che ti spinge a non mollare anche quando sei a pezzi, è diventato la mia salvezza. Non è solo questione di chili in meno – che comunque ci sono, e non pochi – ma di come mi sento: leggero, vivo, come se ogni passo fosse un modo per scrollarmi di dosso il vecchio me.
La competizione con me stesso è il mio motore. Non ho un gruppo virtuale a spingermi, ma mi basta fissarmi un obiettivo assurdo tipo "faccio 50 salti con la corda senza fermarmi" o "tengo il ritmo di questa canzone fino alla fine". Quando ce la faccio, è come se vincessi una medaglia immaginaria. E hai ragione: non serve morire di fame. Il segreto è trovare qualcosa che ti accende, che sia un challenge, un ballo, o anche solo una camminata veloce con la musica nelle orecchie. Io ero uno che si sentiva incastrato, sempre stanco, sempre pesante, e ora invece mi muovo e non voglio più fermarmi. Se qualcuno sta leggendo e tentenna, gli dico: provate. Non importa se siete scoordinati o se all’inizio vi manca il fiato. Buttatevi, trovate il vostro ritmo. È lì che si nasconde la libertà.