Basta scuse: bilanciare famiglia, lavoro e palestra è possibile o no?

bojko84

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non so se qualcuno qui merita davvero un saluto! Sinceramente, mi sto stufando di leggere sempre le stesse lagne su quanto sia impossibile trovare tempo per sé con figli e lavoro. Basta scuse, sul serio! Io ho due bimbi che sembrano uragani, un marito che pensa che il frigo si riempia da solo e un lavoro che mi tiene incollata alla scrivania 8 ore al giorno. Eppure, sapete che vi dico? La palestra me la ritaglio lo stesso, e no, non è impossibile.
Il trucco? Sveglia alle 5, mentre voi probabilmente ancora russate. Faccio 20 minuti di squat, plank e qualche jumping jack in salotto, tra un giocattolo sparso e l’altro. Non serve un’ora, non serve un personal trainer che ti costi uno stipendio. Serve solo smetterla di piangersi addosso. E per chi dice “ma i bambini mi svegliano di notte, non ce la faccio”, vi rispondo: anch’io ho passato notti in bianco, ma o ti organizzi o ti arrendi. Punto.
Poi c’è la storia del cibo. “Non ho tempo di cucinare sano!” Ma per favore! Io butto verdure e pollo in una pentola la sera, mentre i bimbi fanno i capricci per la nanna, e il giorno dopo ho il pranzo pronto. Non è alta cucina, ma funziona. E se proprio volete strafare, tenete una mela in borsa invece di infilare le mani nel barattolo dei biscotti dell’ufficio.
Bilanciare tutto non è facile, lo so, ma possibile? Sì, se la smettete di guardarvi allo specchio pensando che non ce la farete mai. Io ero stanca di sentirmi uno straccio, e ho deciso che il tempo me lo prendo, costi quel che costi. Voi invece? Continuate a trovare alibi o vi date una svegliata? Fatemi sapere, perché qui mi sembra di essere l’unica a combattere davvero.
 
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Ehi, ben trovata, guerriera delle 5 del mattino! Altro che ciao standard, qui ci vuole un applauso per chi si alza mentre il mondo dorme ancora. Sai, ti leggo e mi ci ritrovo un sacco. Anch’io ho iniziato a muovermi non tanto per i chili, ma per la testa: ero un fascio di nervi, sempre ansiosa, e il divano non aiutava. Poi ho detto basta, e ora pure con un lavoro che mi sfinisce e una casa che sembra un campo di battaglia, quei 20-30 minuti di salti e sudore me li prendo. E funziona, giuro: meno pensieri neri, più energia, pure il capo rompiscatole lo sopporto meglio.

Sulle scuse ti do ragione, è una litania infinita. “Non ho tempo, i figli, il cane, il gatto…” Ma dai, se ce la fai tu con due uragani in miniatura, possono provarci tutti. Io ho tagliato corto: niente palestra fighetta, solo un tappetino in soggiorno e via. E sul cibo? Idem, zero drammi: verdure, un po’ di proteine, e se ho due minuti in più mi preparo un tè verde che mi tira su senza bisogno di zuccheri schifosi. Niente di complicato, solo voglia di non mollare.

Bilanciare tutto è un casino, sì, ma possibile? Certo, se smetti di raccontartela. Io ho notato che da quando mi muovo e mangio decente, non solo sto meglio fuori, ma proprio dentro: meno ansia, meno giornate storte. Quindi, forza, che ne dici a sti lamentosi di alzarsi e provarci sul serio? Magari scoprono che sudare un po’ gli salva la testa, non solo il girovita!
 
Ehi, ben trovata, guerriera delle 5 del mattino! Altro che ciao standard, qui ci vuole un applauso per chi si alza mentre il mondo dorme ancora. Sai, ti leggo e mi ci ritrovo un sacco. Anch’io ho iniziato a muovermi non tanto per i chili, ma per la testa: ero un fascio di nervi, sempre ansiosa, e il divano non aiutava. Poi ho detto basta, e ora pure con un lavoro che mi sfinisce e una casa che sembra un campo di battaglia, quei 20-30 minuti di salti e sudore me li prendo. E funziona, giuro: meno pensieri neri, più energia, pure il capo rompiscatole lo sopporto meglio.

Sulle scuse ti do ragione, è una litania infinita. “Non ho tempo, i figli, il cane, il gatto…” Ma dai, se ce la fai tu con due uragani in miniatura, possono provarci tutti. Io ho tagliato corto: niente palestra fighetta, solo un tappetino in soggiorno e via. E sul cibo? Idem, zero drammi: verdure, un po’ di proteine, e se ho due minuti in più mi preparo un tè verde che mi tira su senza bisogno di zuccheri schifosi. Niente di complicato, solo voglia di non mollare.

Bilanciare tutto è un casino, sì, ma possibile? Certo, se smetti di raccontartela. Io ho notato che da quando mi muovo e mangio decente, non solo sto meglio fuori, ma proprio dentro: meno ansia, meno giornate storte. Quindi, forza, che ne dici a sti lamentosi di alzarsi e provarci sul serio? Magari scoprono che sudare un po’ gli salva la testa, non solo il girovita!
Ehi, compagna di battaglia! Altro che guerriera delle 5, qui si merita un urlo da stadio per chi non si arrende al caos quotidiano. Ti capisco proprio, sai? Anch’io ero sempre tesa, il lavoro mi prosciugava e casa era un disastro continuo. Poi ho detto basta, e guarda, non serve chissà cosa: un angolo in salotto, un po’ di movimento e via. E sul cibo, pure lì, zero storie: un piatto di verdure croccanti, magari con un pezzo di carne o pesce, e mi sento rinata. Niente robe elaborate, solo cose semplici che mi tengono in piedi senza appesantirmi.

Bilanciare tutto è una giostra, lo so, ma possibile? Sì, se ti dai una mossa e la smetti con le scuse. Tipo, io ho mollato gli snack pieni di schifezze e mi sono buttata sul paleo: niente di lavorato, solo quello che la natura offre. Una bella insalata con avocado, un po’ di noci, e sto a posto. E sai una cosa? Da quando mangio così e mi muovo, non solo i pantaloni calzano meglio, ma pure la testa è più leggera. Meno ansia, meno nervoso, persino le giornate no diventano sopportabili.

Dai, diciamolo a sti pigroni: provate a svegliarvi, a buttare giù due carote invece di un biscotto e a saltare un po’. Magari scoprono che non è solo il corpo a ringraziare, ma anche l’umore. Forza, che ne pensi? Li sproniamo insieme?
 
Ciao a tutti, o forse no, non so se qualcuno qui merita davvero un saluto! Sinceramente, mi sto stufando di leggere sempre le stesse lagne su quanto sia impossibile trovare tempo per sé con figli e lavoro. Basta scuse, sul serio! Io ho due bimbi che sembrano uragani, un marito che pensa che il frigo si riempia da solo e un lavoro che mi tiene incollata alla scrivania 8 ore al giorno. Eppure, sapete che vi dico? La palestra me la ritaglio lo stesso, e no, non è impossibile.
Il trucco? Sveglia alle 5, mentre voi probabilmente ancora russate. Faccio 20 minuti di squat, plank e qualche jumping jack in salotto, tra un giocattolo sparso e l’altro. Non serve un’ora, non serve un personal trainer che ti costi uno stipendio. Serve solo smetterla di piangersi addosso. E per chi dice “ma i bambini mi svegliano di notte, non ce la faccio”, vi rispondo: anch’io ho passato notti in bianco, ma o ti organizzi o ti arrendi. Punto.
Poi c’è la storia del cibo. “Non ho tempo di cucinare sano!” Ma per favore! Io butto verdure e pollo in una pentola la sera, mentre i bimbi fanno i capricci per la nanna, e il giorno dopo ho il pranzo pronto. Non è alta cucina, ma funziona. E se proprio volete strafare, tenete una mela in borsa invece di infilare le mani nel barattolo dei biscotti dell’ufficio.
Bilanciare tutto non è facile, lo so, ma possibile? Sì, se la smettete di guardarvi allo specchio pensando che non ce la farete mai. Io ero stanca di sentirmi uno straccio, e ho deciso che il tempo me lo prendo, costi quel che costi. Voi invece? Continuate a trovare alibi o vi date una svegliata? Fatemi sapere, perché qui mi sembra di essere l’unica a combattere davvero.
Ehi, un saluto a chi se lo merita e un caffè immaginario a chi sta ancora lottando per aprire gli occhi! Devo dirtelo, il tuo post mi ha fatto sorridere e annuire come una pazza mentre leggevo. Hai ragione, basta scuse, e lo dico io che fino a un po’ di tempo fa ero la regina del “non ce la faccio”. Tra lavoro, famiglia e quel vortice di pensieri che mi portava a mangiare troppo o a saltare i pasti del tutto, mi sentivo un disastro. Ma sai una cosa? Leggerti mi ha fatto pensare che forse non sono l’unica a voler cambiare sul serio.

Anch’io ho figli – due piccole pesti che sembrano avere batterie infinite – e un lavoro che mi succhia l’anima, eppure sto provando a ritagliarmi i miei momenti. Non sono ancora al tuo livello ninja delle 5 del mattino (ti ammiro, davvero!), ma sto imparando a fare pace col fatto che non serve strafare. Tipo, ieri ho provato a fare qualche esercizio in casa mentre i bimbi guardavano i cartoni – niente di che, un po’ di stretching e qualche squat con loro che ridevano perché “mamma sembra una rana”. Non sarà la palestra, ma mi ha fatto sentire viva, non so se mi spiego.

Sul cibo poi… oh, qui tocco un tasto dolente. Ho passato anni a oscillare tra il “non mangio niente” e il “mangio tutto quello che trovo”. Ora sto cercando di trovare un equilibrio, e il tuo trucco della pentola serale mi ha acceso una lampadina. Ieri sera ho buttato zucchine, carote e un po’ di petto di pollo in una padella, un filo d’olio, spezie a caso, e oggi a pranzo mi sono sentita quasi orgogliosa. Non è perfetto, non è da chef stellato, ma è un passo avanti rispetto al buttarmi su un pacco di cracker per fame nervosa. E sì, la mela in borsa è un’idea geniale – me la segno!

Bilanciare tutto è una guerra, hai ragione, ma leggerti mi ha fatto venire voglia di non mollare. Non sono ancora costante, a volte crollo e mi sento in colpa, soprattutto quando la stanchezza prende il sopravvento e i bimbi urlano come ossessi. Ma poi penso: se tu ce la fai con i tuoi uragani, forse posso provarci anch’io. Non è impossibile, è solo… un casino organizzato, no? Grazie per la spinta
 
Ehi, un saluto a chi se lo merita e un caffè immaginario a chi sta ancora lottando per aprire gli occhi! Devo dirtelo, il tuo post mi ha fatto sorridere e annuire come una pazza mentre leggevo. Hai ragione, basta scuse, e lo dico io che fino a un po’ di tempo fa ero la regina del “non ce la faccio”. Tra lavoro, famiglia e quel vortice di pensieri che mi portava a mangiare troppo o a saltare i pasti del tutto, mi sentivo un disastro. Ma sai una cosa? Leggerti mi ha fatto pensare che forse non sono l’unica a voler cambiare sul serio.

Anch’io ho figli – due piccole pesti che sembrano avere batterie infinite – e un lavoro che mi succhia l’anima, eppure sto provando a ritagliarmi i miei momenti. Non sono ancora al tuo livello ninja delle 5 del mattino (ti ammiro, davvero!), ma sto imparando a fare pace col fatto che non serve strafare. Tipo, ieri ho provato a fare qualche esercizio in casa mentre i bimbi guardavano i cartoni – niente di che, un po’ di stretching e qualche squat con loro che ridevano perché “mamma sembra una rana”. Non sarà la palestra, ma mi ha fatto sentire viva, non so se mi spiego.

Sul cibo poi… oh, qui tocco un tasto dolente. Ho passato anni a oscillare tra il “non mangio niente” e il “mangio tutto quello che trovo”. Ora sto cercando di trovare un equilibrio, e il tuo trucco della pentola serale mi ha acceso una lampadina. Ieri sera ho buttato zucchine, carote e un po’ di petto di pollo in una padella, un filo d’olio, spezie a caso, e oggi a pranzo mi sono sentita quasi orgogliosa. Non è perfetto, non è da chef stellato, ma è un passo avanti rispetto al buttarmi su un pacco di cracker per fame nervosa. E sì, la mela in borsa è un’idea geniale – me la segno!

Bilanciare tutto è una guerra, hai ragione, ma leggerti mi ha fatto venire voglia di non mollare. Non sono ancora costante, a volte crollo e mi sento in colpa, soprattutto quando la stanchezza prende il sopravvento e i bimbi urlano come ossessi. Ma poi penso: se tu ce la fai con i tuoi uragani, forse posso provarci anch’io. Non è impossibile, è solo… un casino organizzato, no? Grazie per la spinta
Ciao bojko84, o forse no, visto che mi sa che sto ancora russando un po’ rispetto al tuo ritmo! Il tuo post mi ha colpita dritto in faccia, come uno di quei plank che dici di fare alle 5 del mattino. Hai ragione, le scuse sono sempre lì, pronte a saltar fuori, e io per prima me ne sono servita un bel po’. Tra i bimbi che sembrano non dormire mai, un lavoro che mi lascia stremata e una casa che pare autogenerare disordine, trovare tempo per me è sempre stato un “ci penserò domani”. Ma leggerti mi ha fatto scattare qualcosa, tipo un interruttore che era spento da troppo.

Non fraintendermi, non sono ancora una convertita al club delle 5 del mattino – già riuscire a non snoozare la sveglia alle 7 è una vittoria per me – però sto iniziando a vedere le cose diversamente. Hai detto una cosa che mi ronza in testa: non serve un’ora o un personal trainer da stipendio stellare, serve solo smettere di piangersi addosso. Ecco, io su quello ci sto lavorando. Tipo, l’altro giorno ho provato a fare qualche esercizio semplice mentre i bimbi giocavano sul tappeto – niente di intenso, giusto un po’ di movimenti per non sentirmi un blocco di cemento. Mi guardavano strani, ma almeno non mi sono sentita una mamma pigrona per una volta.

Sul cibo, però, voglio soffermarmi, perché è il mio tallone d’Achille. Ho scoperto da un po’ il metodo Montignac, e sto cercando di applicarlo per mettere ordine nel caos delle mie abitudini. Non è il classico “conto le calorie e basta”, ma una questione di scegliere i carboidrati giusti, quelli con un indice glicemico basso che non mi fanno schizzare la fame alle stelle dopo mezz’ora. Tipo, invece dei biscotti dell’ufficio – che, ammettiamolo, sono una tentazione diabolica – sto provando a portarmi della frutta o qualche fettina di pane integrale con un po’ di ricotta. Non è la tua mela, ma ci sto arrivando! La sera, quando riesco, preparo qualcosa di semplice come te – verdure al forno con un po’ di legumi o del pesce – e il giorno dopo mi sento meno in colpa. Rispetto al contare calorie, che mi faceva diventare matta con la calcolatrice, questo approccio mi sembra più umano: non mi sento a dieta, ma sto comunque perdendo qualche chilo, piano piano.

Il punto è che bilanciare tutto mi sembra ancora una montagna da scalare. Tu sembri avere una grinta che io sto ancora cercando, e ti invidio un po’ per questo. Non sono costante, crollo spesso – ieri, per dire, dopo una giornata infinita ho ceduto a una fetta di pizza avanzata dai bimbi – ma poi leggo il tuo “o ti organizzi o ti arrendi” e mi dico che forse non è tutto perso. Non so se sono pronta a combattere come te, ma di sicuro non voglio restare ferma a guardarmi allo specchio con quell’aria da sconfitta. Magari non sono ancora al tuo livello, ma ci sto provando, un passo alla volta. Tu come hai fatto a trovare quella spinta iniziale? Perché io a volte mi sento motivata, ma poi mi perdo per strada. Dimmi il tuo segreto, perché qui mi sa che ho bisogno di una svegliata vera!
 
Ehi, un caffè virtuale anche a te che lotti con il caos quotidiano! Leggerti mi ha fatto sorridere, perché anch’io sono partita da quel “non ce la faccio” che sembra un’ombra appiccicata addosso. La mia arma segreta? Le passeggiate serali. Niente palestra o sveglie all’alba, solo un paio di scarpe comode e qualche chilometro sotto le stelle prima di crollare a letto. Ieri, per dire, ho fatto un giro vicino al parco, l’aria fresca che mi schiariva la testa dopo una giornata di urla dei bimbi e scadenze assurde. Non è tanto il peso che scende – anche se, piano piano, si vede – ma quel senso di calma che mi porto dietro dopo. La spinta iniziale? Un giorno ho deciso che ero stufa di sentirmi un disastro, ho messo un passo davanti all’altro e non mi sono più fermata. Provaci, magari non serve scalare montagne, basta una strada tranquilla vicino casa.
 
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Ciao, leggerti mi ha fatto quasi sentire il fresco di quelle passeggiate serali, e ti giuro che in questo momento ne avrei bisogno. Mi sono trasferito da poco in una zona dove l’umidità ti si attacca addosso come una seconda pelle, e ti dico, il caos quotidiano di cui parli io lo vivo moltiplicato per dieci. Qui è tutto un sudare, un arrancare, e all’inizio pensavo che la bilancia sarebbe rimasta ferma per sempre. La famiglia tira da una parte, il lavoro dall’altra, e io in mezzo che cerco di non cedere al nervoso – e al frigo, che sembra chiamarmi ogni sera.

Le passeggiate di cui parli mi hanno fatto pensare. Io invece ho provato a cambiare qualcosa nella dieta, perché con questo clima non ce la faccio più a mangiare pesante come prima. Sono passato a cose più leggere, tipo insalate con un po’ di pollo o pesce, e ho tagliato quei piatti pieni di pasta che mi lasciavano stanco e appiccicoso di sudore. Non è stato facile, sai? Da dove vengo io il freddo ti faceva venir voglia di piatti caldi e abbondanti, e ora invece mi tocca quasi reimparare a mangiare. Però funziona, il corpo ringrazia, e pure la testa, un po’ come dici tu con quel senso di calma.

Per le allenamenti, la palestra è un miraggio lontanissimo tra orari assurdi e la stanchezza che mi porto dietro. Però ho preso l’abitudine di fare qualche esercizio in casa, anche solo mezz’ora, quando il sole cala e l’aria diventa meno soffocante. Spingo su cose semplici, tipo squat o flessioni, niente di eroico, ma almeno mi muovo. Il vero ostacolo è stato il caldo: all’inizio mi sentivo morire dopo dieci minuti, ora invece resisto un po’ di più, e la bilancia ogni tanto mi dà una piccola soddisfazione.

Non so se sia possibile bilanciare tutto, forse è più un arrancare dignitoso che un vero equilibrio. Però, come te, ho deciso che non voglio più sentirmi un disastro totale. Magari non scalerò montagne, ma sto imparando a convivere con questa giungla umida, un passo – e un’insalata – alla volta. Tu continua con le tue stelle, che a me viene quasi voglia di provarci anch’io, se solo smettesse di piovere ogni sera.
 
Ehi, leggere il tuo messaggio mi ha fatto quasi sudare insieme a te, giuro che sento quell’umidità appiccicosa fin da qui. Ti capisco, sai? Quel tira e molla tra famiglia, lavoro e la voglia di non crollare sotto il peso di tutto è una lotta che conosco bene, anche se il mio problema è opposto: io corro dietro ai muscoli, cercando di non lasciarmi sfuggire nemmeno un grammo di “massa pulita”. Però quel frigo che ti chiama la sera… ecco, quello lo riconosco eccome, è una tentazione che non guarda in faccia il metabolismo.

Il tuo passaggio alle insalate con pollo o pesce mi ha fatto riflettere. Anch’io sto sempre attento a cosa metto nel piatto, ma per me è più una questione di costruire senza appesantirmi. Mangio spesso, ma poco per volta: petto di pollo grigliato, riso basmati, albumi d’uovo e una manciata di mandorle qua e là. Non sono uno di quelli che si strafoga di pasta o roba fritta, perché con il mio motore sempre acceso rischio di bruciare tutto senza mettere su niente di utile. Però ti invidio quel cambio verso il leggero: io a volte mi sento incastrato nei miei piatti “da palestra”, sempre uguali, e magari un’insalata fresca potrebbe spezzare la monotonia.

Per gli allenamenti, capisco il tuo miraggio della palestra. Io invece cerco di non mollarla mai, anche se significa incastrarla tra mille cose. Faccio pesi quattro volte a settimana, roba mirata: squat, stacchi, panca. Non troppo cardio, altrimenti il mio metabolismo mi mangia vivo, ma abbastanza da non sentirmi un blocco di cemento. Quando sono a casa, come te, punto su qualcosa di veloce: flessioni, plank, magari un po’ di kettlebell se ho energie. Il caldo ti sta distruggendo, dici, e io invece combatto con la fame che mi prende dopo: devo sempre avere qualcosa di pronto, tipo uno shaker proteico, o finisco per divorare qualsiasi cosa mi capiti a tiro.

Bilanciare tutto? Boh, forse hai ragione, è più un arrancare che un equilibrio vero. Io corro per non perdere la rotta, tu per non affogare nell’umidità e nel caos. Però sai una cosa? Quelle piccole soddisfazioni sulla bilancia, o anche solo guardarmi allo specchio e vedere un po’ più di definizione, mi tengono in piedi. Le tue passeggiate sotto le stelle mi hanno fatto pensare che forse potrei rallentare ogni tanto, prendermi un momento per respirare invece di spingere sempre. Magari un giorno ci troviamo a metà strada: tu con la tua insalata e io con il mio riso, a ridere di quanto sia assurdo cercare di domare ‘sta vita. Forza, continua a resistere, che pure con la pioggia qualcosa di buono si costruisce.
 
Ciao a tutti, o forse no, non so se qualcuno qui merita davvero un saluto! Sinceramente, mi sto stufando di leggere sempre le stesse lagne su quanto sia impossibile trovare tempo per sé con figli e lavoro. Basta scuse, sul serio! Io ho due bimbi che sembrano uragani, un marito che pensa che il frigo si riempia da solo e un lavoro che mi tiene incollata alla scrivania 8 ore al giorno. Eppure, sapete che vi dico? La palestra me la ritaglio lo stesso, e no, non è impossibile.
Il trucco? Sveglia alle 5, mentre voi probabilmente ancora russate. Faccio 20 minuti di squat, plank e qualche jumping jack in salotto, tra un giocattolo sparso e l’altro. Non serve un’ora, non serve un personal trainer che ti costi uno stipendio. Serve solo smetterla di piangersi addosso. E per chi dice “ma i bambini mi svegliano di notte, non ce la faccio”, vi rispondo: anch’io ho passato notti in bianco, ma o ti organizzi o ti arrendi. Punto.
Poi c’è la storia del cibo. “Non ho tempo di cucinare sano!” Ma per favore! Io butto verdure e pollo in una pentola la sera, mentre i bimbi fanno i capricci per la nanna, e il giorno dopo ho il pranzo pronto. Non è alta cucina, ma funziona. E se proprio volete strafare, tenete una mela in borsa invece di infilare le mani nel barattolo dei biscotti dell’ufficio.
Bilanciare tutto non è facile, lo so, ma possibile? Sì, se la smettete di guardarvi allo specchio pensando che non ce la farete mai. Io ero stanca di sentirmi uno straccio, e ho deciso che il tempo me lo prendo, costi quel che costi. Voi invece? Continuate a trovare alibi o vi date una svegliata? Fatemi sapere, perché qui mi sembra di essere l’unica a combattere davvero.
Ehi, altro che uragani, i tuoi bimbi sembrano un’esplosione di energia! Devo dirtelo, mi hai lasciato a bocca aperta con questa grinta. Sveglia alle 5 per fare squat tra i giocattoli? Roba da standing ovation. Anch’io ho trovato la mia strada per non crollare tra lavoro e famiglia, e sai cosa mi ha salvato? L’intervallo, ma non quello del caffè: il digiuno intermittente, il famoso 16/8. Non servono ore in palestra o piatti da chef stellato, basta organizzarsi, proprio come fai tu con i tuoi 20 minuti e la pentola serale.

Io ero uno di quelli che si lamentavano, “non ho tempo, sono stanco”, finché non ho detto basta. Ora mangio in una finestra di 8 ore, di solito dalle 12 alle 20, e nelle altre 16 lascio il corpo respirare. All’inizio pensavo fosse impossibile, con le riunioni infinite e i pranzi al volo, ma poi ho capito: si tratta di scegliere. Preparo qualcosa di semplice la sera, tipo il tuo pollo con verdure, e al mattino salto la colazione senza drammi. Risultato? Meno chili, più energia, e non mi sento più un sacco di patate.

Il trucco per non sbagliare? Non esagerare subito, partire soft e ascoltare il corpo. C’è chi si butta a capofitto e poi molla perché ha fame o si stressa. Io ho adattato tutto alla mia vita: se un giorno salto l’allenamento, pazienza, ma il digiuno lo tengo. E tu che ti alzi all’alba, prova a immaginare: con quel ritmo, il 16/8 potrebbe essere la ciliegina sulla torta. Bilanciare famiglia, lavoro e se stessi non è un sogno, è una scelta. Complimenti ancora, sei un’ispirazione! E gli altri? Sveglia, no?