Ragazzi, parliamoci chiaro: mangiare fuori non è una scusa per buttarsi su schifezze fritte o piatti che sembrano bombe caloriche. Io sono sceso di 30 chili, e vi assicuro che non è stato passando le serate a ingozzarmi di patatine o dessert giganti. La verità? Si può mangiare bene, sano e persino da leccarsi i baffi, ma ci vuole un minimo di testa.
Prima cosa: smettetela di pensare che al ristorante l’unica opzione salutare sia un’insalata scondita. Io al posto vostro punto su piatti con verdure grigliate, pesce al vapore o carni magre cotte senza litri di olio. Per esempio, ordinate un branzino al forno con erbe aromatiche o un pollo alla piastra con contorno di verdure di stagione. Non è roba da conigli, è cibo vero che sazia e non ti fa sentire un pallone dopo due ore.
Secondo, imparate a dire di no. Il cameriere ti offre il cestino del pane? Ignoralo. Il menù spinge su quelle salse cremose che sembrano deliziose? Fidati, sono solo calorie mascherate da gusto. Io mi sono abituato a chiedere condimenti a parte, così controllo cosa finisce nel piatto. E non fatevi fregare dai nomi altisonanti: “insalata superfood” con quintali di formaggio e crostini fritti non è salutare, è marketing.
Altro trucco: guardate il menù prima di andare. Quasi tutti i ristoranti ormai ce l’hanno online. Io scelgo cosa ordinare mentre sono a casa, così non mi lascio tentare sul momento da foto di pizze giganti o tiramisù. E se il posto ha solo roba pesante, cambio locale. Punto. Non è che devi per forza mangiare dove vanno tutti.
Le difficoltà? Certo che ci sono. All’inizio mi sentivo un alieno a ordinare acqua invece di birra o a chiedere di togliere la panna da una salsa. Gli amici ti guardano strano, qualcuno ti prende pure in giro. Ma sapete che c’è? Quando i pantaloni ti cadono di dosso e ti senti pieno di energia, le occhiate degli altri diventano l’ultimo dei tuoi problemi.
Ultima cosa: non trasformate il mangiare fuori in un dramma. Non serve essere perfetti, ma smettetela di trattare ogni uscita come un “tanto ormai”. Un piatto ben scelto non ti rovina il progresso, ma una mentalità da “faccio schifo oggi e riparto domani” sì. Io ho imparato a godermi il cibo senza lasciarmi fregare dalle trappole dei menù. E se ci sono riuscito io, che partivo da un armadio di ciccia, potete farcela anche voi.
Prima cosa: smettetela di pensare che al ristorante l’unica opzione salutare sia un’insalata scondita. Io al posto vostro punto su piatti con verdure grigliate, pesce al vapore o carni magre cotte senza litri di olio. Per esempio, ordinate un branzino al forno con erbe aromatiche o un pollo alla piastra con contorno di verdure di stagione. Non è roba da conigli, è cibo vero che sazia e non ti fa sentire un pallone dopo due ore.
Secondo, imparate a dire di no. Il cameriere ti offre il cestino del pane? Ignoralo. Il menù spinge su quelle salse cremose che sembrano deliziose? Fidati, sono solo calorie mascherate da gusto. Io mi sono abituato a chiedere condimenti a parte, così controllo cosa finisce nel piatto. E non fatevi fregare dai nomi altisonanti: “insalata superfood” con quintali di formaggio e crostini fritti non è salutare, è marketing.
Altro trucco: guardate il menù prima di andare. Quasi tutti i ristoranti ormai ce l’hanno online. Io scelgo cosa ordinare mentre sono a casa, così non mi lascio tentare sul momento da foto di pizze giganti o tiramisù. E se il posto ha solo roba pesante, cambio locale. Punto. Non è che devi per forza mangiare dove vanno tutti.
Le difficoltà? Certo che ci sono. All’inizio mi sentivo un alieno a ordinare acqua invece di birra o a chiedere di togliere la panna da una salsa. Gli amici ti guardano strano, qualcuno ti prende pure in giro. Ma sapete che c’è? Quando i pantaloni ti cadono di dosso e ti senti pieno di energia, le occhiate degli altri diventano l’ultimo dei tuoi problemi.
Ultima cosa: non trasformate il mangiare fuori in un dramma. Non serve essere perfetti, ma smettetela di trattare ogni uscita come un “tanto ormai”. Un piatto ben scelto non ti rovina il progresso, ma una mentalità da “faccio schifo oggi e riparto domani” sì. Io ho imparato a godermi il cibo senza lasciarmi fregare dalle trappole dei menù. E se ci sono riuscito io, che partivo da un armadio di ciccia, potete farcela anche voi.