Caduta e Rialzata: La Mia Storia per Ispirarvi a Non Mollare

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jdb.2

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "rieccomi qui", con una storia che non è proprio quella che sognavo di raccontare. Qualche anno fa ero al settimo cielo: avevo perso 15 chili, mi sentivo leggera, piena di energia, e pensavo che ormai il peggio fosse alle spalle. Seguivo una dieta rigorosa, di quelle iperproteiche che promettono miracoli – sapete di cosa parlo, no? – e funzionava. Mi guardavo allo specchio e finalmente vedevo una versione di me che mi piaceva. Ma oggi sono qui a scrivervi con un peso diverso, non solo sul corpo, ma anche sul cuore: quei chili sono tornati, quasi tutti, e con loro un senso di fallimento che non auguro a nessuno.
Non è successo tutto in una notte. È stato un lento scivolare indietro, fatto di "solo un boccone in più" e "domani ricomincio sul serio". La vita si è messa in mezzo: lavoro, stress, una pandemia che ci ha chiusi in casa con frigoriferi troppo vicini. Ho smesso di pesarmi, di controllare, di credere che potessi farcela di nuovo. E quando me ne sono accorta, ero quasi al punto di partenza. Quasi, perché una cosa è cambiata: ora so cosa significa cadere, e so che rialzarsi è possibile.
Vi scrivo questo non per scoraggiarvi, ma per dirvi che anche quando sembra tutto perso, non lo è. La mia storia non è ancora finita, e sto cercando il coraggio per ricominciare. Ho capito che non si tratta solo di diete o di bilance: è un viaggio dentro di me, fatto di abitudini, di pazienza, di perdonarmi per gli errori. Sto leggendo di nuovo, informandomi, provando a capire cosa funziona per me, senza inseguire promesse impossibili. Magari non sarà veloce come la prima volta, ma voglio che sia vero, che duri.
E voi? Qualcuno è stato nella mia situazione? Come avete trovato la forza di ripartire? Ogni consiglio, anche piccolo, per me ora è oro. Grazie per avermi letta fin qui – condividere questo mi fa sentire meno sola, e spero che possa essere un piccolo spunto per chi, come me, vuole rialzarsi. Non molliamo, ok?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "rieccomi qui", con una storia che non è proprio quella che sognavo di raccontare. Qualche anno fa ero al settimo cielo: avevo perso 15 chili, mi sentivo leggera, piena di energia, e pensavo che ormai il peggio fosse alle spalle. Seguivo una dieta rigorosa, di quelle iperproteiche che promettono miracoli – sapete di cosa parlo, no? – e funzionava. Mi guardavo allo specchio e finalmente vedevo una versione di me che mi piaceva. Ma oggi sono qui a scrivervi con un peso diverso, non solo sul corpo, ma anche sul cuore: quei chili sono tornati, quasi tutti, e con loro un senso di fallimento che non auguro a nessuno.
Non è successo tutto in una notte. È stato un lento scivolare indietro, fatto di "solo un boccone in più" e "domani ricomincio sul serio". La vita si è messa in mezzo: lavoro, stress, una pandemia che ci ha chiusi in casa con frigoriferi troppo vicini. Ho smesso di pesarmi, di controllare, di credere che potessi farcela di nuovo. E quando me ne sono accorta, ero quasi al punto di partenza. Quasi, perché una cosa è cambiata: ora so cosa significa cadere, e so che rialzarsi è possibile.
Vi scrivo questo non per scoraggiarvi, ma per dirvi che anche quando sembra tutto perso, non lo è. La mia storia non è ancora finita, e sto cercando il coraggio per ricominciare. Ho capito che non si tratta solo di diete o di bilance: è un viaggio dentro di me, fatto di abitudini, di pazienza, di perdonarmi per gli errori. Sto leggendo di nuovo, informandomi, provando a capire cosa funziona per me, senza inseguire promesse impossibili. Magari non sarà veloce come la prima volta, ma voglio che sia vero, che duri.
E voi? Qualcuno è stato nella mia situazione? Come avete trovato la forza di ripartire? Ogni consiglio, anche piccolo, per me ora è oro. Grazie per avermi letta fin qui – condividere questo mi fa sentire meno sola, e spero che possa essere un piccolo spunto per chi, come me, vuole rialzarsi. Non molliamo, ok?
Ehi, rieccomi a leggerti e… wow, che pugno nello stomaco, ma in senso buono! Capisco quel "lento scivolare indietro", ci sono passato anch’io tra un esame e una pizza surgelata nel dormitorio. La forza per ripartire? Per me è stato trovare trucchetti da studente squattrinato: tipo usare un’app per contare calorie senza impazzire o fare squat mentre studio. Non è perfetto, ma è un inizio. Tu sei tosta, si sente, e questo coraggio che cerchi ce l’hai già. Dai, un passo alla volta, insieme non molliamo!
 
Ciao, o forse meglio dire “bentornata tra noi”! La tua storia mi ha colpita dritto al cuore, sai? Quel mix di alti e bassi, di vittorie e poi quel ritorno dei chili che pesa più sull’anima che sul corpo… è una cosa che conosco fin troppo bene. Mi sono rivista in quel “solo un boccone in più” che diventa un’abitudine, e in quel frigorifero troppo vicino durante i giorni infiniti della pandemia. Ma sai una cosa? Leggendoti ho sentito anche una forza pazzesca, quella di chi cade, sì, ma non si arrende. E questo mi ha fatto venir voglia di scriverti, di condividere quello che per me ha fatto la differenza.

Io sono una fan sfegatata del mangiare separato, lo ammetto. Non so se hai mai provato, ma per me è stato come accendere una luce in mezzo al caos delle diete. L’idea è semplice: non mischio proteine, carboidrati e grassi nello stesso pasto. Tipo, se mangio carne, la abbino solo a verdure non amidacee, niente patate o pane. Se voglio pasta, la tengo lontana da burro o formaggio pesante. All’inizio sembra strano, ma poi senti il corpo che risponde, che digerisce meglio, che non si appesantisce. Non è una di quelle diete lampo che ti promettono la luna in una settimana, ma un modo per ascoltare il tuo stomaco e dargli quello che gli serve, senza stressarlo con mix pesanti.

La mia ripartenza è nata così, dopo un periodo in cui avevo mollato tutto e mi ritrovavo con 10 chili in più che non volevo nemmeno vedere sulla bilancia. Non è stato facile, eh. Anche per me c’è stato lo stress del lavoro, le serate in cui cedevo a un piatto di lasagne perché “tanto ormai”. Ma poi ho deciso di provarci, un pasto alla volta. Colazione con frutta da sola, pranzo con verdure e proteine, cena leggera con un po’ di carboidrati tipo riso integrale. E sai che ti dico? Non è solo il peso che scende, è proprio la testa che si alleggerisce. Ti senti meno in colpa, più in controllo, anche quando la vita ti tira qualche sgambetto.

Il coraggio di ricominciare, che dici di cercare, per me è proprio questo: non cercare la perfezione, ma un equilibrio che funzioni per te. Magari potresti provare a separare i cibi per un paio di giorni, giusto per vedere come ti senti. Tipo, evita di buttare insieme pollo e patate, o pasta e olio extravergine in quantità. Non serve pesare tutto al grammo, basta un po’ di attenzione. E poi, scrivici come va! Io sono curiosa di sapere se ti dà quella spinta che cerchi. La tua storia non è finita, hai ragione, e sono sicura che stavolta sarà diversa, più tua, più vera. Forza, siamo in tanti a fare il tifo per te, non molliamo mai!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "rieccomi qui", con una storia che non è proprio quella che sognavo di raccontare. Qualche anno fa ero al settimo cielo: avevo perso 15 chili, mi sentivo leggera, piena di energia, e pensavo che ormai il peggio fosse alle spalle. Seguivo una dieta rigorosa, di quelle iperproteiche che promettono miracoli – sapete di cosa parlo, no? – e funzionava. Mi guardavo allo specchio e finalmente vedevo una versione di me che mi piaceva. Ma oggi sono qui a scrivervi con un peso diverso, non solo sul corpo, ma anche sul cuore: quei chili sono tornati, quasi tutti, e con loro un senso di fallimento che non auguro a nessuno.
Non è successo tutto in una notte. È stato un lento scivolare indietro, fatto di "solo un boccone in più" e "domani ricomincio sul serio". La vita si è messa in mezzo: lavoro, stress, una pandemia che ci ha chiusi in casa con frigoriferi troppo vicini. Ho smesso di pesarmi, di controllare, di credere che potessi farcela di nuovo. E quando me ne sono accorta, ero quasi al punto di partenza. Quasi, perché una cosa è cambiata: ora so cosa significa cadere, e so che rialzarsi è possibile.
Vi scrivo questo non per scoraggiarvi, ma per dirvi che anche quando sembra tutto perso, non lo è. La mia storia non è ancora finita, e sto cercando il coraggio per ricominciare. Ho capito che non si tratta solo di diete o di bilance: è un viaggio dentro di me, fatto di abitudini, di pazienza, di perdonarmi per gli errori. Sto leggendo di nuovo, informandomi, provando a capire cosa funziona per me, senza inseguire promesse impossibili. Magari non sarà veloce come la prima volta, ma voglio che sia vero, che duri.
E voi? Qualcuno è stato nella mia situazione? Come avete trovato la forza di ripartire? Ogni consiglio, anche piccolo, per me ora è oro. Grazie per avermi letta fin qui – condividere questo mi fa sentire meno sola, e spero che possa essere un piccolo spunto per chi, come me, vuole rialzarsi. Non molliamo, ok?
Ehi, rieccomi a voi, o forse dovrei dire "bentornata al club dei quasi-vincitori"! La tua storia mi ha colpito, sai? Sembra la trama di un film drammatico con un finale ancora da scrivere. Quel "lento scivolare indietro" che racconti lo conosco fin troppo bene: un giorno sei lì a contare calorie come un matematico, e quello dopo ti ritrovi a giustificare la terza porzione di pasta col classico "eh, ma è fatta in casa". Ti capisco, il frigo durante la pandemia era tipo un migliore amico che però ti tradisce appena gli dai confidenza.

Io sono nella fase "studente squattrinato che cerca di non cedere alla pizza a 2 euro ogni sera". Budget ristretto, tempo pure peggio, vivo in un dormitorio dove l’unica palestra è la scala per il terzo piano. Eppure, qualcosa sto combinando: cammino veloce tra una lezione e l’altra, tipo che sembro sempre in ritardo anche quando non lo sono, e mi sono inventato un gioco idiota ma efficace – fare squat mentre aspetto che il microonde scaldi i miei ceci in scatola. Roba da poco, ma almeno mi muovo. Sul cibo, ho imparato a fare pace con l’avena: economica, riempie e con un po’ di cannella sembra quasi un dolce, se chiudi gli occhi e sogni forte.

Ripartire? Io dico che la forza arriva quando smetti di aspettarla e fai qualcosa, anche minuscolo. Tipo, ieri ho scelto di non prendere l’ascensore e mi sono sentito un eroe. Tu che dici, ci proviamo a risalire piano piano, senza promesse da copertina? Magari ci scappa pure un sorriso mentre ci arrabattiamo. Forza, che il secondo round è sempre quello buono!
 
Ehi, altro giro, altra corsa! La tua storia mi ha fatto pensare a quanto sia facile perdersi tra un "ci provo" e un "ma sì, dai". Io sono quello delle fotosesie fai-da-te: ogni mese mi piazzo davanti allo specchio col telefono, scatto e confronto. Non sempre vedo chissà che progressi, ma mi ricorda perché sto camminando come un matto ovunque vada – altro che palestra, il marciapiede è il mio tapis roulant! Ripartire per me è stato fissare un parco vicino casa e andarci, anche solo per respirare e muovermi un po’. Piccoli passi, niente drammi. Tu che ne pensi, un giretto all’aria aperta potrebbe essere il tuo prossimo "via"? Dai, che ci rialziamo insieme!
 
Ehi, che bella carica mi hai trasmesso con il tuo post! La tua storia di piccoli passi e marciapiedi come palestra mi ha fatto sorridere, perché anche io sono uno che cerca di rendere il movimento parte della vita senza troppe complicazioni. Quel tuo scattare foto ogni mese? Geniale. Ti capisco quando dici che i progressi non sempre si vedono, ma quel gesto di fermarti a guardare indietro è potente, ti tiene agganciato al "perché" di tutto questo.

Io sono nel tunnel delle diete low-carb da un po’, tipo Atkins e qualche incursione nel paleo, e ti dico la mia: quando mi sento perso, come dici tu tra un "ci provo" e un "ma sì, dai", il trucco è tornare alle basi. Non parlo solo di cibo, ma di ascoltare il corpo. Tipo, hai mai pensato di fare un check con un medico o un nutrizionista prima di ripartire? Non per forza per una dieta super rigida, ma per capire come stai davvero: esami del sangue, livelli di energia, magari qualche carenza che ti fa sentire più stanco o demotivato. Io l’ho fatto l’anno scorso, e scoprire che avevo un po’ di squilibri mi ha aiutato a scegliere meglio cosa mangiare e come muovermi. Non è che devi diventare un fanatico del controllo, ma avere un quadro chiaro ti dà una spinta.

Per il tuo giretto all’aria aperta, sono super d’accordo. Io ho iniziato a camminare in un parco vicino casa, non tanto per bruciare calorie, ma per schiarirmi la testa. E sai una cosa? Quando taglio i carboidrati e mi muovo di più, anche solo passeggiando, mi sento meno pesante, meno "bloccato". Magari prova a portarti dietro un po’ d’acqua con elettroliti, tipo magnesio, se ti senti fiacco: per me è stato un game-changer nelle giornate no. E se il parco ti sembra monotono, cerca un podcast o una playlist che ti gasi, così il tempo vola.

Rialzarsi insieme, come dici tu, è la chiave. Non serve fare salti da gigante, ma continuare a mettere un piede davanti all’altro. Tu che strategia usi quando senti che stai per mollare? Io a volte mi premio con una ricetta low-carb che sembra un peccato di gola, tipo una cheesecake senza zucchero. Dimmi di più, che magari mi rubo qualche tuo trucco! Forza, che siamo sulla stessa strada.
 
Ehi, il tuo entusiasmo è contagioso! Leggere del tuo approccio semplice ma deciso mi ha fatto proprio venir voglia di scriverti. La tua idea di ascoltare il corpo e tornare alle basi mi trova super d’accordo, è un po’ come resettare tutto e ripartire con chiarezza. Anch’io, come te, cerco di rendere il movimento parte della mia routine senza complicarmi la vita, e il tuo racconto di passeggiate al parco mi ha ricordato quanto può essere potente anche solo una camminata per sbloccare corpo e mente.

Io sono uno che si allena parecchio, tra corsa, bici e qualche nuotata quando riesco. Il mio obiettivo non è solo perdere peso, ma ottimizzare il corpo per sentirmi più leggero e performante. Ultimamente sto sperimentando un mix di allenamenti ad alta intensità e sessioni più lente, tipo yoga dinamico, che mi sta aiutando un sacco. Non so se hai mai provato qualcosa del genere: non parlo di yoga super spirituale, ma di sequenze che ti fanno sudare e allungare i muscoli allo stesso tempo. Per me è stato un modo per bilanciare la fatica delle corse lunghe e tenere il corpo elastico, senza sentirmi rigido o troppo affaticato. Magari potrebbe essere un’idea per variare i tuoi giri al parco, anche solo 15-20 minuti di movimenti fluidi dopo una camminata.

Sul cibo, ti capisco quando parli di low-carb. Io seguo una dieta abbastanza proteica, con tante verdure e grassi sani, tipo avocado e olio d’oliva, per sostenere gli allenamenti. Però, come dici tu, il check medico è fondamentale. L’anno scorso ho fatto un controllo e ho scoperto che ero un po’ scarico di magnesio e vitamina D, che mi facevano sentire più stanco del normale. Integrarli mi ha dato una bella spinta, soprattutto per recuperare dopo le sessioni più intense. Tu fai qualcosa del genere? O magari hai qualche trucco per gestire la fame quando sei in modalità “tengo duro”?

Per non mollare, il mio segreto è pianificare le settimane in anticipo. Non parlo di robe super rigide, ma tipo decidere quando corro, quando faccio yoga o quando mi riposo. E poi mi concedo un “premio” ogni tanto, come una bowl con frutta fresca e crema di mandorle che sembra un dessert ma è super sana. Tu che fai per darti una pacca sulla spalla? E come gestisci quelle giornate in cui la motivazione è a terra? Raccontami, che magari mi ispiri con qualche tua strategia. Continuiamo a spingere, passo dopo passo, che la strada è lunga ma ne vale la pena!