Ciao a tutti, o forse no, non so se qualcuno mi leggerà davvero sotto questa pioggia che non smette mai. Oggi guardo fuori dalla finestra, le gocce che scivolano lente sul vetro, e penso a com’ero qualche anno fa. Pesante, non solo nel corpo, ma anche dentro. Poi è arrivata la nordic walking, un po’ per caso, un po’ per disperazione.
Non è che avessi chissà quale palestra vicino casa, sapete? Abito in un posto dove il cielo è spesso grigio e le strade sono silenziose. Così ho preso due bastoncini, semplici, niente di sofisticato, e ho iniziato a camminare. All’inizio era strano: ti muovi, spingi con le braccia, il ritmo è diverso da una passeggiata qualunque. Ma sotto la pioggia, con quel rumore di fondo, diventava quasi ipnotico. Non serviva una palestra, bastavano un paio di scarpe decenti, un impermeabile e la voglia di non arrendermi.
La tecnica l’ho imparata piano piano. Devi tenere i bastoncini inclinati, non troppo avanti, e spingere con le braccia mentre il piede opposto va avanti. Sembra facile, ma ci vuole tempo per sentirti naturale. E sotto la pioggia è ancora più strano: il terreno scivola un po’, il vento ti spinge, ma dopo un po’ ti ci abitui. È come se il meteo diventasse parte dell’allenamento.
Non ho mai amato gli specchi delle palestre, quel rumore di pesi che cadono, le luci troppo forti. A casa, o meglio fuori casa, con la nordic walking, c’ero solo io, i miei pensieri e quel movimento costante. Non so dirvi quanti chili ho perso con precisione, forse 15, forse di più. Ma non era solo il peso a sparire: era la stanchezza, quel senso di essere intrappolata in me stessa.
Certo, ci vuole l’attrezzatura giusta. I bastoncini devono essere della tua altezza, o quasi, e le scarpe meglio se con una buona presa, perché sotto la pioggia non si scherza. Io ho un vecchio zainetto impermeabile dove metto una bottiglia d’acqua e il telefono, ma niente di più. Non serve altro.
A volte mi chiedo se sarebbe stato diverso in palestra. Magari più facile, con il tapis roulant sempre asciutto e il riscaldamento acceso. Ma poi penso a quelle mattine umide, quando tornavo a casa con i vestiti fradici e mi sentivo viva, più leggera. Non so, forse la pioggia mi ha salvato, o forse è stato il semplice fatto di muovermi, di non stare ferma. Voi che ne pensate? Casa, palestra, o magari solo un paio di bastoncini e un sentiero bagnato?
Non è che avessi chissà quale palestra vicino casa, sapete? Abito in un posto dove il cielo è spesso grigio e le strade sono silenziose. Così ho preso due bastoncini, semplici, niente di sofisticato, e ho iniziato a camminare. All’inizio era strano: ti muovi, spingi con le braccia, il ritmo è diverso da una passeggiata qualunque. Ma sotto la pioggia, con quel rumore di fondo, diventava quasi ipnotico. Non serviva una palestra, bastavano un paio di scarpe decenti, un impermeabile e la voglia di non arrendermi.
La tecnica l’ho imparata piano piano. Devi tenere i bastoncini inclinati, non troppo avanti, e spingere con le braccia mentre il piede opposto va avanti. Sembra facile, ma ci vuole tempo per sentirti naturale. E sotto la pioggia è ancora più strano: il terreno scivola un po’, il vento ti spinge, ma dopo un po’ ti ci abitui. È come se il meteo diventasse parte dell’allenamento.
Non ho mai amato gli specchi delle palestre, quel rumore di pesi che cadono, le luci troppo forti. A casa, o meglio fuori casa, con la nordic walking, c’ero solo io, i miei pensieri e quel movimento costante. Non so dirvi quanti chili ho perso con precisione, forse 15, forse di più. Ma non era solo il peso a sparire: era la stanchezza, quel senso di essere intrappolata in me stessa.
Certo, ci vuole l’attrezzatura giusta. I bastoncini devono essere della tua altezza, o quasi, e le scarpe meglio se con una buona presa, perché sotto la pioggia non si scherza. Io ho un vecchio zainetto impermeabile dove metto una bottiglia d’acqua e il telefono, ma niente di più. Non serve altro.
A volte mi chiedo se sarebbe stato diverso in palestra. Magari più facile, con il tapis roulant sempre asciutto e il riscaldamento acceso. Ma poi penso a quelle mattine umide, quando tornavo a casa con i vestiti fradici e mi sentivo viva, più leggera. Non so, forse la pioggia mi ha salvato, o forse è stato il semplice fatto di muovermi, di non stare ferma. Voi che ne pensate? Casa, palestra, o magari solo un paio di bastoncini e un sentiero bagnato?