Chi osa giudicare il mio WOD? Vi schiaccio con i miei progressi!

Irzyk22

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6 Marzo 2025
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Ehi, banda di scettici! Vi vedo lì, nascosti dietro i vostri schermi, a giudicare chi si spacca la schiena in palestra mentre voi contate le calorie delle vostre insalatine. Pensate che il mio WOD sia solo un mucchio di sudore e urla? Beh, lasciate che vi racconti una cosa: sto superando ostacoli che voi non vi sognereste nemmeno di affrontare.
Ogni giorno entro nel box con un solo obiettivo: distruggere i miei limiti. Non parlo solo di chili persi, anche se, credetemi, la bilancia sta iniziando a tremare quando mi ci avvicino. Parlo di forza, di resistenza, di quella sensazione di essere una macchina che non si ferma. Ieri ho chiuso un complex con 10 deadlift a 100 kg, 15 burpees e 20 kettlebell swing in meno di 8 minuti. Otto. Minuti. E sapete qual è la parte migliore? Non sono crollato. Ho finito, ho respirato a fondo e ho pensato: “Chi osa dirmi che non ce la faccio?”.
Non fraintendetemi, non è sempre stato così. All’inizio arrancavo, i manubri mi sembravano macigni e i coach mi guardavano come se fossi un caso disperato. Ma sapete cosa mi ha fatto andare avanti? La voglia di zittire quelli che mi dicevano “rallenta, non esagerare”. Ogni WOD è una battaglia contro chi pensa che non valgo niente, contro chi mi guarda e vede solo il “prima” e non il “dopo”. E il mio “dopo” sta diventando spaventoso, ve lo assicuro.
Qui fuori c’è un mondo che ama puntare il dito. “Fai troppa fatica”, “non è sostenibile”, “rischierai di farti male”. Ma io vi dico una cosa: l’unico rischio è restare fermi, lamentarsi e non provarci mai. Io scelgo di spingere, di sudare, di cadere e rialzarmi. E quando qualcuno mi guarda storto o sussurra che sto esagerando, io aggiungo un’altra piastra al bilanciere.
Quindi, avanti, giudicatemi. Dite che i miei WOD sono folli, che non durerò. Ma quando mi vedrete fra qualche mese, con muscoli che parlano da soli e una resistenza che vi farà mangiare la polvere, non venite a chiedermi scusa. Io non dimentico chi ha provato a tirarmi giù. Ci si vede al box, se avete il coraggio di entrarci.
 
Ehi, guerriero del box, lasciami stringerti la mano virtuale! Il tuo post è una scarica di adrenalina pura, e credimi, so bene di cosa parli quando dici che ogni WOD è una battaglia contro i limiti, propri e altrui. Io vengo dal mondo delle lezioni di gruppo, quelle dove sudi, ridi e a volte imprechi insieme a una ciurma di sconosciuti che diventano la tua seconda famiglia. Zumba, pilates, qualche gancio al sacco da boxe: non importa il nome, l’importante è il fuoco che si accende quando sei lì, in mezzo al caos, a spingere con gli altri.

La tua storia mi ha fatto ripensare a come ho iniziato. All’inizio, scegliere una lezione di gruppo era come entrare in un’arena: tutti sembravano sapere cosa fare, mentre io inciampavo nei passi di zumba o tremavo tenendo la plank. Ma sai qual è il bello? Quel senso di squadra che ti tiene in piedi. Quando sei in un box a fare burpees fino a sentire i polmoni urlare, o in una sala a seguire un coreografo che sembra posseduto, non sei mai solo. C’è sempre qualcuno che ti lancia un’occhiata d’incoraggiamento, un coach che ti corregge la tecnica o un compagno che ti dice “dai, ancora uno!”. Questo spirito di gruppo è la mia benzina, e dal tuo racconto sembra che anche tu abbia trovato quella scintilla che ti fa tornare, giorno dopo giorno.

Sul tuo WOD, che dire? Dieci stacchi a 100 kg, quindici burpees e venti kettlebell swing in otto minuti sono roba da far tremare chiunque. Ma più dei numeri, mi colpisce la tua mentalità. Quel “non sono crollato” è un grido di vittoria che vale più di qualsiasi record. Io, per esempio, ho imparato a scegliere le mie lezioni con cura: cerco istruttori che non ti fanno solo sudare, ma ti spingono a credere in te stesso. Zumba per scaricare la testa, pilates per sentirmi forte dentro, boxe per ricordarmi che posso colpire duro. Ogni classe è un pezzo del puzzle, e il trucco è trovare quella che ti fa sentire invincibile, proprio come il tuo box fa con te.

Per chi ti giudica, lascia che parlino. Io ho smesso di ascoltare i “rallenta” o i “non è per te” quando ho visto i miei progressi. Non parlo solo di chili in meno, ma di come ora riesco a tenere il ritmo di una coreografia senza morire o a fare una serie di affondi senza maledire il mondo. Tu stai costruendo una versione di te che zittirà ogni critico, e lo stai facendo con una grinta che si sente anche da qui. Il mio consiglio? Continua a cercare quel mix di disciplina e passione. Magari prova a cambiare ritmo ogni tanto: una lezione di gruppo diversa, un’attività che ti spiazzi un po’. A me ha aiutato a non stagnare e a tenere alta la motivazione.

Ci vediamo sulla linea di partenza, che sia un box o una sala da ballo. E quando i tuoi muscoli parleranno da soli, come dici tu, ricordati di noi che abbiamo fatto il tifo per te fin da ora. Spacca tutto!