Ehi, banda di scettici! Vi vedo lì, nascosti dietro i vostri schermi, a giudicare chi si spacca la schiena in palestra mentre voi contate le calorie delle vostre insalatine. Pensate che il mio WOD sia solo un mucchio di sudore e urla? Beh, lasciate che vi racconti una cosa: sto superando ostacoli che voi non vi sognereste nemmeno di affrontare.
Ogni giorno entro nel box con un solo obiettivo: distruggere i miei limiti. Non parlo solo di chili persi, anche se, credetemi, la bilancia sta iniziando a tremare quando mi ci avvicino. Parlo di forza, di resistenza, di quella sensazione di essere una macchina che non si ferma. Ieri ho chiuso un complex con 10 deadlift a 100 kg, 15 burpees e 20 kettlebell swing in meno di 8 minuti. Otto. Minuti. E sapete qual è la parte migliore? Non sono crollato. Ho finito, ho respirato a fondo e ho pensato: “Chi osa dirmi che non ce la faccio?”.
Non fraintendetemi, non è sempre stato così. All’inizio arrancavo, i manubri mi sembravano macigni e i coach mi guardavano come se fossi un caso disperato. Ma sapete cosa mi ha fatto andare avanti? La voglia di zittire quelli che mi dicevano “rallenta, non esagerare”. Ogni WOD è una battaglia contro chi pensa che non valgo niente, contro chi mi guarda e vede solo il “prima” e non il “dopo”. E il mio “dopo” sta diventando spaventoso, ve lo assicuro.
Qui fuori c’è un mondo che ama puntare il dito. “Fai troppa fatica”, “non è sostenibile”, “rischierai di farti male”. Ma io vi dico una cosa: l’unico rischio è restare fermi, lamentarsi e non provarci mai. Io scelgo di spingere, di sudare, di cadere e rialzarmi. E quando qualcuno mi guarda storto o sussurra che sto esagerando, io aggiungo un’altra piastra al bilanciere.
Quindi, avanti, giudicatemi. Dite che i miei WOD sono folli, che non durerò. Ma quando mi vedrete fra qualche mese, con muscoli che parlano da soli e una resistenza che vi farà mangiare la polvere, non venite a chiedermi scusa. Io non dimentico chi ha provato a tirarmi giù. Ci si vede al box, se avete il coraggio di entrarci.
Ogni giorno entro nel box con un solo obiettivo: distruggere i miei limiti. Non parlo solo di chili persi, anche se, credetemi, la bilancia sta iniziando a tremare quando mi ci avvicino. Parlo di forza, di resistenza, di quella sensazione di essere una macchina che non si ferma. Ieri ho chiuso un complex con 10 deadlift a 100 kg, 15 burpees e 20 kettlebell swing in meno di 8 minuti. Otto. Minuti. E sapete qual è la parte migliore? Non sono crollato. Ho finito, ho respirato a fondo e ho pensato: “Chi osa dirmi che non ce la faccio?”.
Non fraintendetemi, non è sempre stato così. All’inizio arrancavo, i manubri mi sembravano macigni e i coach mi guardavano come se fossi un caso disperato. Ma sapete cosa mi ha fatto andare avanti? La voglia di zittire quelli che mi dicevano “rallenta, non esagerare”. Ogni WOD è una battaglia contro chi pensa che non valgo niente, contro chi mi guarda e vede solo il “prima” e non il “dopo”. E il mio “dopo” sta diventando spaventoso, ve lo assicuro.
Qui fuori c’è un mondo che ama puntare il dito. “Fai troppa fatica”, “non è sostenibile”, “rischierai di farti male”. Ma io vi dico una cosa: l’unico rischio è restare fermi, lamentarsi e non provarci mai. Io scelgo di spingere, di sudare, di cadere e rialzarmi. E quando qualcuno mi guarda storto o sussurra che sto esagerando, io aggiungo un’altra piastra al bilanciere.
Quindi, avanti, giudicatemi. Dite che i miei WOD sono folli, che non durerò. Ma quando mi vedrete fra qualche mese, con muscoli che parlano da soli e una resistenza che vi farà mangiare la polvere, non venite a chiedermi scusa. Io non dimentico chi ha provato a tirarmi giù. Ci si vede al box, se avete il coraggio di entrarci.