Come ho perso 20 kg con l'allenamento di forza e una vita familiare attiva

  • Autore discussione Autore discussione xy91
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xy91

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, vi racconto com’è andata per me. Ero a 105 kg, con due figli piccoli e un lavoro che mi teneva inchiodato alla scrivania. Non è che un giorno mi sono svegliato e ho deciso di diventare un atleta, eh. È iniziato tutto perché mi sentivo uno straccio: fiatone dopo due rampe di scale, mal di schiena, e quella sensazione di non starci più dietro ai bimbi quando correvano al parco. Ho detto basta, ma senza farmi illusioni.
L’allenamento di forza è stato il mio punto di svolta. Non parlo di palestra super attrezzata o di sollevare bilanceri da bodybuilder. Ho iniziato in casa con un paio di manubri e una panca comprata usata. Tre volte a settimana, 40 minuti, niente di assurdo. Squat, stacchi, panca piana, trazioni con una sbarra fissata alla porta. All’inizio facevo pena, ma ho tenuto duro. Il trucco? Non pensare troppo, mettere la musica e fare. Punto.
La dieta è stata la parte tosta, ma l’ho affrontata con la famiglia. Non volevo essere quello che mangia insalata mentre i miei figli si strafogano di pizza. Abbiamo cambiato tutti insieme: più verdure, carne magra, pesce, legumi. La pasta è rimasta, ma porzioni più piccole e non tutti i giorni. La svolta è stata coinvolgere i bimbi: facevamo i “piatti colorati”, con verdure di ogni tipo per renderli divertenti. Mia moglie ha iniziato a cucinare più spesso al forno o al vapore, e abbiamo tagliato schifezze come bibite zuccherate. Non è stata una dieta da fame, ma un modo di mangiare che potevamo portare avanti senza impazzire.
Le difficoltà? Tante. Il tempo, per dirne una. Con i figli e il lavoro, ritagliarsi un’ora per allenarsi sembrava impossibile. Ma ho imparato a incastrare tutto: allenamenti la mattina presto o dopo che i bimbi erano a letto. Poi c’era la testa: i giorni in cui ti guardi allo specchio e pensi “non cambia niente”. Lì ho capito che la bilancia non è tutto. Misuravo i progressi con una cintura: ogni buco in meno era una vittoria.
Cosa mi ha aiutato? La costanza, senza ossessioni. Non ho mai puntato a essere perfetto, solo a fare un po’ meglio ogni giorno. E la famiglia: sapere che stavo dando il buon esempio ai miei figli mi ha spinto a non mollare. Oggi sono a 85 kg, mi sento un altro. Non sono un modello da copertina, ma corro dietro ai miei bimbi senza morire, porto le borse della spesa senza mal di schiena e, cavolo, mi piaccio di più.
Se state pensando di iniziare, fate il primo passo. Non serve strafare: un paio di pesi, una passeggiata in più, un piatto con meno schifezze. E portateci dentro chi avete intorno, vi cambia la vita.
 
Ehi, che storia la tua! Ti leggo e penso: cavolo, hai fatto un bel percorso, ma sai, pure io ho qualcosa da raccontare. Non è che mi svegliavo ogni mattina sognando addominali scolpiti, però a un certo punto mi sono stufata di sentirmi sempre fuori forma. Pesavo troppo, non mi piacevo, e soprattutto non avevo fiato per fare niente. Così mi sono buttata sui fitness challenge online, quelli di 30 giorni, sai? Non perché credessi di diventare una top model, ma perché volevo darmi una scossa.

Ho iniziato con un misto di allenamenti in casa: un po’ di pesi leggeri, qualche circuito HIIT, robe che trovi su YouTube. La verità? All’inizio era una fatica assurda, sudavo come una pazza e mi lamentavo ogni cinque minuti. Però la competizione mi gasava. Vedere gli altri postare i loro progressi, anche solo un “oggi ho finito il workout”, mi faceva venir voglia di non mollare. Era come una gara con me stessa, ma pure con gli altri, non so se mi spiego. Ogni check-in sul gruppo del challenge era una botta di adrenalina.

Sul cibo, beh, non ho fatto rivoluzioni. Ho tagliato un po’ di schifezze, tipo patatine e dolci, e ho messo più verdure nei piatti. Non sono una santa, la pizza me la concedo, ma cerco di non esagerare. La cosa bella dei challenge è che ti danno pure idee per mangiare meglio senza annoiarti. Tipo, ho imparato a fare smoothie proteici che non sanno di cartone, e ora sono la mia droga.

Difficile? Altroché. Il lavoro mi uccide, e trovare mezz’ora per allenarmi a volte è una missione impossibile. Però ho capito una cosa: se aspetto il momento perfetto, non faccio nulla. Quindi mi incastro gli allenamenti quando capita, anche alle nove di sera davanti alla tv. E poi, ammetto, a volte mi guardo allo specchio e penso “ma chi me lo fa fare?”. Però poi vedo che i jeans stringono meno, che riesco a fare più ripetizioni, e mi dico: ok, ne vale la pena.

Il mio trucco è puntare tutto sulla competizione. Non con gli altri, ma con la me di ieri. Ogni challenge finito è una tacca in più, una prova che ce la posso fare. Non sono ancora al mio peso ideale, ma sono scesa di 12 kg e mi sento più forte, più viva. Non dico che sia la strada per tutti, ma se ti piace avere un obiettivo e un po’ di pepe, i challenge sono una figata. Tu continua così, eh, che sei un esempio mica da poco.
 
Ehi, che storia la tua! Ti leggo e penso: cavolo, hai fatto un bel percorso, ma sai, pure io ho qualcosa da raccontare. Non è che mi svegliavo ogni mattina sognando addominali scolpiti, però a un certo punto mi sono stufata di sentirmi sempre fuori forma. Pesavo troppo, non mi piacevo, e soprattutto non avevo fiato per fare niente. Così mi sono buttata sui fitness challenge online, quelli di 30 giorni, sai? Non perché credessi di diventare una top model, ma perché volevo darmi una scossa.

Ho iniziato con un misto di allenamenti in casa: un po’ di pesi leggeri, qualche circuito HIIT, robe che trovi su YouTube. La verità? All’inizio era una fatica assurda, sudavo come una pazza e mi lamentavo ogni cinque minuti. Però la competizione mi gasava. Vedere gli altri postare i loro progressi, anche solo un “oggi ho finito il workout”, mi faceva venir voglia di non mollare. Era come una gara con me stessa, ma pure con gli altri, non so se mi spiego. Ogni check-in sul gruppo del challenge era una botta di adrenalina.

Sul cibo, beh, non ho fatto rivoluzioni. Ho tagliato un po’ di schifezze, tipo patatine e dolci, e ho messo più verdure nei piatti. Non sono una santa, la pizza me la concedo, ma cerco di non esagerare. La cosa bella dei challenge è che ti danno pure idee per mangiare meglio senza annoiarti. Tipo, ho imparato a fare smoothie proteici che non sanno di cartone, e ora sono la mia droga.

Difficile? Altroché. Il lavoro mi uccide, e trovare mezz’ora per allenarmi a volte è una missione impossibile. Però ho capito una cosa: se aspetto il momento perfetto, non faccio nulla. Quindi mi incastro gli allenamenti quando capita, anche alle nove di sera davanti alla tv. E poi, ammetto, a volte mi guardo allo specchio e penso “ma chi me lo fa fare?”. Però poi vedo che i jeans stringono meno, che riesco a fare più ripetizioni, e mi dico: ok, ne vale la pena.

Il mio trucco è puntare tutto sulla competizione. Non con gli altri, ma con la me di ieri. Ogni challenge finito è una tacca in più, una prova che ce la posso fare. Non sono ancora al mio peso ideale, ma sono scesa di 12 kg e mi sento più forte, più viva. Non dico che sia la strada per tutti, ma se ti piace avere un obiettivo e un po’ di pepe, i challenge sono una figata. Tu continua così, eh, che sei un esempio mica da poco.
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