Ragazzi, vi racconto com’è andata per me. Ero a 105 kg, con due figli piccoli e un lavoro che mi teneva inchiodato alla scrivania. Non è che un giorno mi sono svegliato e ho deciso di diventare un atleta, eh. È iniziato tutto perché mi sentivo uno straccio: fiatone dopo due rampe di scale, mal di schiena, e quella sensazione di non starci più dietro ai bimbi quando correvano al parco. Ho detto basta, ma senza farmi illusioni.
L’allenamento di forza è stato il mio punto di svolta. Non parlo di palestra super attrezzata o di sollevare bilanceri da bodybuilder. Ho iniziato in casa con un paio di manubri e una panca comprata usata. Tre volte a settimana, 40 minuti, niente di assurdo. Squat, stacchi, panca piana, trazioni con una sbarra fissata alla porta. All’inizio facevo pena, ma ho tenuto duro. Il trucco? Non pensare troppo, mettere la musica e fare. Punto.
La dieta è stata la parte tosta, ma l’ho affrontata con la famiglia. Non volevo essere quello che mangia insalata mentre i miei figli si strafogano di pizza. Abbiamo cambiato tutti insieme: più verdure, carne magra, pesce, legumi. La pasta è rimasta, ma porzioni più piccole e non tutti i giorni. La svolta è stata coinvolgere i bimbi: facevamo i “piatti colorati”, con verdure di ogni tipo per renderli divertenti. Mia moglie ha iniziato a cucinare più spesso al forno o al vapore, e abbiamo tagliato schifezze come bibite zuccherate. Non è stata una dieta da fame, ma un modo di mangiare che potevamo portare avanti senza impazzire.
Le difficoltà? Tante. Il tempo, per dirne una. Con i figli e il lavoro, ritagliarsi un’ora per allenarsi sembrava impossibile. Ma ho imparato a incastrare tutto: allenamenti la mattina presto o dopo che i bimbi erano a letto. Poi c’era la testa: i giorni in cui ti guardi allo specchio e pensi “non cambia niente”. Lì ho capito che la bilancia non è tutto. Misuravo i progressi con una cintura: ogni buco in meno era una vittoria.
Cosa mi ha aiutato? La costanza, senza ossessioni. Non ho mai puntato a essere perfetto, solo a fare un po’ meglio ogni giorno. E la famiglia: sapere che stavo dando il buon esempio ai miei figli mi ha spinto a non mollare. Oggi sono a 85 kg, mi sento un altro. Non sono un modello da copertina, ma corro dietro ai miei bimbi senza morire, porto le borse della spesa senza mal di schiena e, cavolo, mi piaccio di più.
Se state pensando di iniziare, fate il primo passo. Non serve strafare: un paio di pesi, una passeggiata in più, un piatto con meno schifezze. E portateci dentro chi avete intorno, vi cambia la vita.
L’allenamento di forza è stato il mio punto di svolta. Non parlo di palestra super attrezzata o di sollevare bilanceri da bodybuilder. Ho iniziato in casa con un paio di manubri e una panca comprata usata. Tre volte a settimana, 40 minuti, niente di assurdo. Squat, stacchi, panca piana, trazioni con una sbarra fissata alla porta. All’inizio facevo pena, ma ho tenuto duro. Il trucco? Non pensare troppo, mettere la musica e fare. Punto.
La dieta è stata la parte tosta, ma l’ho affrontata con la famiglia. Non volevo essere quello che mangia insalata mentre i miei figli si strafogano di pizza. Abbiamo cambiato tutti insieme: più verdure, carne magra, pesce, legumi. La pasta è rimasta, ma porzioni più piccole e non tutti i giorni. La svolta è stata coinvolgere i bimbi: facevamo i “piatti colorati”, con verdure di ogni tipo per renderli divertenti. Mia moglie ha iniziato a cucinare più spesso al forno o al vapore, e abbiamo tagliato schifezze come bibite zuccherate. Non è stata una dieta da fame, ma un modo di mangiare che potevamo portare avanti senza impazzire.
Le difficoltà? Tante. Il tempo, per dirne una. Con i figli e il lavoro, ritagliarsi un’ora per allenarsi sembrava impossibile. Ma ho imparato a incastrare tutto: allenamenti la mattina presto o dopo che i bimbi erano a letto. Poi c’era la testa: i giorni in cui ti guardi allo specchio e pensi “non cambia niente”. Lì ho capito che la bilancia non è tutto. Misuravo i progressi con una cintura: ogni buco in meno era una vittoria.
Cosa mi ha aiutato? La costanza, senza ossessioni. Non ho mai puntato a essere perfetto, solo a fare un po’ meglio ogni giorno. E la famiglia: sapere che stavo dando il buon esempio ai miei figli mi ha spinto a non mollare. Oggi sono a 85 kg, mi sento un altro. Non sono un modello da copertina, ma corro dietro ai miei bimbi senza morire, porto le borse della spesa senza mal di schiena e, cavolo, mi piaccio di più.
Se state pensando di iniziare, fate il primo passo. Non serve strafare: un paio di pesi, una passeggiata in più, un piatto con meno schifezze. E portateci dentro chi avete intorno, vi cambia la vita.