Come la mente influenza la dieta: un nuovo challenge per dimagrire insieme

MeddLife

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, avete mai pensato a quanto la nostra testa possa essere un alleato o un ostacolo quando si tratta di perdere peso? Non parlo solo di forza di volontà, ma di come i pensieri, le abitudini e il modo in cui vediamo noi stessi influenzano quello che finisce nel nostro piatto. È per questo che ho avuto un’idea: un challenge di gruppo, qualcosa di diverso dai soliti "mangia questo, evita quello". Qui si tratta di lavorare sulla mente per aiutare il corpo.
L’idea è semplice. Ci uniamo in un marathon di 4 settimane, dal 1° aprile. Ogni settimana avrà un tema legato alla psicologia del dimagrimento. La prima, per esempio, sarà "Consapevolezza": annoteremo non solo cosa mangiamo, ma perché lo mangiamo. Stress? Noia? Voglia di premiarci? Poi condivideremo i progressi in gruppo, senza giudizio, solo per capirci meglio. La seconda settimana sarà "Rompere le abitudini": proveremo a cambiare una piccola routine che ci porta a sgarrare, tipo mangiare davanti alla TV. La terza, "Dialogo interno": ci concentreremo su come ci parliamo quando facciamo un passo falso, trasformando i "sono un disastro" in qualcosa di più utile. L’ultima, "Obiettivi realistici": definiremo un traguardo personale che non sia solo un numero sulla bilancia.
Non serve essere perfetti, basta esserci. L’ho pensato così: ogni lunedì posto qui un riassunto delle regole della settimana e ognuno può scrivere come sta andando, cosa ha funzionato o no. Io tengo traccia dei nostri progressi collettivi: non solo chili persi, ma anche abitudini cambiate o momenti di svolta. Se siamo in tanti, possiamo dividerci in gruppetti più piccoli per seguirci meglio.
Che dite, ci state? Non è la solita dieta, ma un modo per dimagrire insieme mettendo la testa al primo posto. Fatemi sapere se vi va di provare, possiamo organizzarci nei prossimi giorni!
 
Ciao a tutti, devo dire che l’idea mi ha colpita, ma non sono proprio convinta. Insomma, parli di testa, psicologia e tutto il resto, e ok, ci sta, i pensieri contano. Però mi sembra un po’ troppo complicato questo challenge, con tutte queste settimane e temi da seguire. Io già faccio fatica a ricordarmi di muovermi un po’ ogni giorno, figuriamoci stare dietro a "consapevolezza" o "dialogo interno". Non fraintendermi, capisco il punto: se non sistemi quello che hai in testa, il corpo non segue. Però, sul serio, chi ha il tempo di annotare perché mangia una cosa o di cambiare abitudini così, di botto? Io, per dire, cammino tanto per schiarirmi le idee e sì, aiuta pure a smaltire qualcosa, ma non è che sto lì a psicoanalizzarmi ogni passo.

Detto questo, l’idea di provarci insieme non mi dispiace. Magari non sarà la rivoluzione che speri, ma se posti le regole e ci si dà una spinta a vicenda, potrei anche starci. Non prometto di essere la più brava a seguire tutto, eh. Fammi sapere come ti organizzi, vediamo se riesco a tenere il passo, almeno per un po’.
 
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Ragazzi, avete mai pensato a quanto la nostra testa possa essere un alleato o un ostacolo quando si tratta di perdere peso? Non parlo solo di forza di volontà, ma di come i pensieri, le abitudini e il modo in cui vediamo noi stessi influenzano quello che finisce nel nostro piatto. È per questo che ho avuto un’idea: un challenge di gruppo, qualcosa di diverso dai soliti "mangia questo, evita quello". Qui si tratta di lavorare sulla mente per aiutare il corpo.
L’idea è semplice. Ci uniamo in un marathon di 4 settimane, dal 1° aprile. Ogni settimana avrà un tema legato alla psicologia del dimagrimento. La prima, per esempio, sarà "Consapevolezza": annoteremo non solo cosa mangiamo, ma perché lo mangiamo. Stress? Noia? Voglia di premiarci? Poi condivideremo i progressi in gruppo, senza giudizio, solo per capirci meglio. La seconda settimana sarà "Rompere le abitudini": proveremo a cambiare una piccola routine che ci porta a sgarrare, tipo mangiare davanti alla TV. La terza, "Dialogo interno": ci concentreremo su come ci parliamo quando facciamo un passo falso, trasformando i "sono un disastro" in qualcosa di più utile. L’ultima, "Obiettivi realistici": definiremo un traguardo personale che non sia solo un numero sulla bilancia.
Non serve essere perfetti, basta esserci. L’ho pensato così: ogni lunedì posto qui un riassunto delle regole della settimana e ognuno può scrivere come sta andando, cosa ha funzionato o no. Io tengo traccia dei nostri progressi collettivi: non solo chili persi, ma anche abitudini cambiate o momenti di svolta. Se siamo in tanti, possiamo dividerci in gruppetti più piccoli per seguirci meglio.
Che dite, ci state? Non è la solita dieta, ma un modo per dimagrire insieme mettendo la testa al primo posto. Fatemi sapere se vi va di provare, possiamo organizzarci nei prossimi giorni!
Ehi ragazzi, leggere il tuo post mi ha fatto riflettere. Hai ragione, la mente è tutto, e a volte è proprio lei a tirarmi indietro. Mi capita di cedere non perché ho fame, ma perché sono giù o annoiata, e poi mi sento peggio. La tua idea mi piace, è diversa, mette la testa davanti al piatto, e forse è quello che mi serve ora. Io sono anni che giro intorno alle low-carb, tipo Atkins o paleo, e devo dire che quando sto attenta ai carboidrati il corpo risponde bene, ma la testa… quella è un altro discorso.

Ci sto per il challenge. La prima settimana mi incuriosisce, scrivere il "perché" di quello che mangio potrebbe farmi vedere cose che ora ignoro. Tipo, l’altro giorno ho preso un pezzo di cioccolato non perché lo volevo davvero, ma perché ero stanca di tutto. Rompere le abitudini mi spaventa un po’, mangio sempre davanti alla TV e forse è per quello che non mi fermo mai, però voglio provarci. Sul dialogo interno, oddio, io sono la prima a dirmi "sei un disastro" ogni volta che sgarro, e magari cambiare questo mi aiuterebbe a non mollare.

Fammi sapere come ci organizziamo. Io di solito peso tutto quello che mangio, con le low-carb funziona così, e potrei condividere qualche trucco su come tengo i carboidrati bassi senza impazzire. Non sono brava con le parole, ma ci sto, davvero. È un periodo un po’ pesante, e forse farlo insieme mi tira su. Aspetto tue notizie!
 
Ciao a tutti, il tuo post mi ha colpita dritto al punto. È vero, la mente può essere un’amica o una nemica tremenda quando si parla di dimagrire. Io sono anni che seguo il metodo Montignac, non è la classica dieta a calorie ma un modo di scegliere i carboidrati in base al loro indice glicemico, e ti dico: funziona. Però, leggendoti, mi rendo conto che anche con un sistema come questo, se la testa non è a posto, tutto può crollare. L’idea del challenge mi piace un sacco, perché mette insieme il controllo sul piatto con quello sui pensieri, e forse è la chiave che mi manca.

Io ci sto, parto con entusiasmo. La prima settimana, quella della consapevolezza, mi sembra perfetta per iniziare. Annotare il “perché” mangio potrebbe farmi vedere chiaro su certe abitudini che non noto nemmeno più. Tipo, spesso dopo una giornata lunga mi butto su qualcosa di veloce, magari non proprio “Montignac-approved”, non perché ho fame ma perché voglio staccare. Scrivere tutto nero su bianco potrebbe aiutarmi a capire dove sto andando storta. E poi c’è la questione dei carboidrati: con Montignac divido quelli “buoni” da quelli “cattivi”, e magari potrei condividere qualche tabella con voi, roba semplice tipo “sì a lenticchie e zucchine, no a patate e pane bianco”. Non è solo una questione di chili, ma di come mi sento dopo: leggera o appesantita.

La seconda settimana, rompere le abitudini, mi attira ma mi spaventa pure. Mangiare davanti alla TV è il mio rito serale, e so che lì casco spesso, magari su qualcosa che potrei evitare. Provarci però mi stuzzica, potrebbe essere il momento di cambiare sul serio. Sul dialogo interno, hai toccato un nervo scoperto: quando sgarro, mi massacro da sola. “Hai rovinato tutto, sei incapace” è il mio mantra, e trasformarlo in qualcosa tipo “ok, è andata così, riparto domani” potrebbe fare la differenza. L’ultima settimana sugli obiettivi realistici mi piace, perché con Montignac non miro solo a perdere peso, ma a sentirmi bene, magari a vedere che i jeans calzano meglio senza ossessionarmi con la bilancia.

Sono dentro, davvero. Porto con me il mio approccio Montignac, che non è rigido come il conteggio calorico ma chiede attenzione. Posso condividere quello che so sui cibi che tengono stabile la glicemia, tipo spinaci, broccoli o avocado, e confrontarmi con chi usa altri metodi. Mi piace l’idea di non essere sola, di avere un gruppo con cui parlare di progressi e inciampi. Fammi sapere come ci organizziamo, sono curiosa di vedere come evolve. È una bella spinta per rimettermi in carreggiata, grazie per averla proposta!
 
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Ciao a tutti, il tuo post mi ha colpita dritto al punto. È vero, la mente può essere un’amica o una nemica tremenda quando si parla di dimagrire. Io sono anni che seguo il metodo Montignac, non è la classica dieta a calorie ma un modo di scegliere i carboidrati in base al loro indice glicemico, e ti dico: funziona. Però, leggendoti, mi rendo conto che anche con un sistema come questo, se la testa non è a posto, tutto può crollare. L’idea del challenge mi piace un sacco, perché mette insieme il controllo sul piatto con quello sui pensieri, e forse è la chiave che mi manca.

Io ci sto, parto con entusiasmo. La prima settimana, quella della consapevolezza, mi sembra perfetta per iniziare. Annotare il “perché” mangio potrebbe farmi vedere chiaro su certe abitudini che non noto nemmeno più. Tipo, spesso dopo una giornata lunga mi butto su qualcosa di veloce, magari non proprio “Montignac-approved”, non perché ho fame ma perché voglio staccare. Scrivere tutto nero su bianco potrebbe aiutarmi a capire dove sto andando storta. E poi c’è la questione dei carboidrati: con Montignac divido quelli “buoni” da quelli “cattivi”, e magari potrei condividere qualche tabella con voi, roba semplice tipo “sì a lenticchie e zucchine, no a patate e pane bianco”. Non è solo una questione di chili, ma di come mi sento dopo: leggera o appesantita.

La seconda settimana, rompere le abitudini, mi attira ma mi spaventa pure. Mangiare davanti alla TV è il mio rito serale, e so che lì casco spesso, magari su qualcosa che potrei evitare. Provarci però mi stuzzica, potrebbe essere il momento di cambiare sul serio. Sul dialogo interno, hai toccato un nervo scoperto: quando sgarro, mi massacro da sola. “Hai rovinato tutto, sei incapace” è il mio mantra, e trasformarlo in qualcosa tipo “ok, è andata così, riparto domani” potrebbe fare la differenza. L’ultima settimana sugli obiettivi realistici mi piace, perché con Montignac non miro solo a perdere peso, ma a sentirmi bene, magari a vedere che i jeans calzano meglio senza ossessionarmi con la bilancia.

Sono dentro, davvero. Porto con me il mio approccio Montignac, che non è rigido come il conteggio calorico ma chiede attenzione. Posso condividere quello che so sui cibi che tengono stabile la glicemia, tipo spinaci, broccoli o avocado, e confrontarmi con chi usa altri metodi. Mi piace l’idea di non essere sola, di avere un gruppo con cui parlare di progressi e inciampi. Fammi sapere come ci organizziamo, sono curiosa di vedere come evolve. È una bella spinta per rimettermi in carreggiata, grazie per averla proposta!
Ehi, il tuo entusiasmo è contagioso! Anch’io sono dentro, e ti capisco benissimo sulla lotta con la mente. Pure io, da amante dei dolci, spesso mangio non per fame ma per “staccare”, tipo un biscotto dietro l’altro davanti alla TV. Il challenge mi piace perché sembra un modo per guardarmi dentro senza sentirmi in colpa. Condividere le tue tabelle Montignac sarebbe super, magari mi aiuta a scegliere meglio senza rinunciare a qualcosa di goloso. Io punto su alternative come yogurt greco con un filo di miele o frutta cotta con cannella, che mi danno quel tocco dolce ma non mi fanno deragliare. La settimana della consapevolezza mi chiama, voglio capire quando scatta la voglia di dolce e magari sostituirla con un tè aromatizzato. Grazie per l’energia, ci aggiorniamo!