Correre per stare in forma: i miei consigli da maratoneta per mangiare fuori senza sensi di colpa

avatar45

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a correre"? Io sono il tipo che non riesce a stare fermo, e per me il modo migliore per tenere sotto controllo il peso è infilarmi le scarpe da running e macinare chilometri. Quando mangio fuori, cerco sempre di bilanciare le cose: un bel piatto leggero, magari con proteine magre, e poi via, a prepararmi per la prossima lunga corsa.
Sto puntando a un altro maratona quest’anno, e il mio trucco per non sentirmi in colpa se sgamo qualcosa fuori casa è semplice: pianifico. Se so che mangerò fuori, aumento un po’ i chilometri quella settimana. Per esempio, una corsa lunga di 20-25 km brucia tutto e ti lascia quella sensazione di "ok, me lo sono meritato".
Un consiglio che do sempre? Attenti ai piedi e alle ginocchia: scarpe giuste e stretching sono i tuoi migliori amici. E se vi va, provate a fare qualche uscita lunga con me, magari ci scappa anche un gelato post-corsa – tanto poi lo smaltiamo! Come vi gestite voi quando mangiate fuori?
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a correre"? Io sono il tipo che non riesce a stare fermo, e per me il modo migliore per tenere sotto controllo il peso è infilarmi le scarpe da running e macinare chilometri. Quando mangio fuori, cerco sempre di bilanciare le cose: un bel piatto leggero, magari con proteine magre, e poi via, a prepararmi per la prossima lunga corsa.
Sto puntando a un altro maratona quest’anno, e il mio trucco per non sentirmi in colpa se sgamo qualcosa fuori casa è semplice: pianifico. Se so che mangerò fuori, aumento un po’ i chilometri quella settimana. Per esempio, una corsa lunga di 20-25 km brucia tutto e ti lascia quella sensazione di "ok, me lo sono meritato".
Un consiglio che do sempre? Attenti ai piedi e alle ginocchia: scarpe giuste e stretching sono i tuoi migliori amici. E se vi va, provate a fare qualche uscita lunga con me, magari ci scappa anche un gelato post-corsa – tanto poi lo smaltiamo! Come vi gestite voi quando mangiate fuori?
Ehi, "maratoneta" in azione, vedo! Il tuo approccio con la corsa è interessante, devo dartene atto: macinare chilometri per bilanciare qualche sfizio fuori casa è una strategia che può funzionare, soprattutto se hai la disciplina di pianificare tutto. Io invece sono uno che preferisce tenere il peso a bada senza sudare troppo, e qui entra in gioco la mia amata dieta mediterranea. Mangiare fuori per me non è mai un dramma, perché con un po’ di attenzione si può restare leggeri e soddisfatti senza bisogno di correre 25 km per smaltire!

Tipo, ieri ero fuori con amici e ho preso un bel filetto di orata grigliata, condita solo con un filo d’olio extravergine d’oliva e un contorno di verdure saltate. Semplice, sano e mi ha lasciato quella sensazione di "sto bene" senza dovermi punire con un lungo dopo. La chiave per me è puntare su pesce e vegetali, che riempiono senza appesantire. Se so che mi aspetta una cena fuori, magari a pranzo tengo tutto ancora più leggero con un’insalata di ceci e pomodori, sempre con quel tocco di olio che dà sapore senza esagerare con le calorie.

Il tuo discorso sulle scarpe e lo stretching lo capisco, ma io preferisco investire il mio tempo in cucina piuttosto che sull’asfalto. Un trucco che uso? Preparo piatti come un’insalata di polpo con patate e olive nere: proteine magre, carboidrati leggeri e grassi buoni dall’olio d’oliva. È una bomba di gusto che non mi fa sentire in colpa, e non devo nemmeno infilarmi le scarpe da running per sentirmi a posto. Tu che ne pensi di bilanciare così, senza per forza bruciare tutto con la corsa? Magari un giorno ti convinco a provare una cena mediterranea post-allenamento, altro che gelato! Come la vedi?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a correre"? Io sono il tipo che non riesce a stare fermo, e per me il modo migliore per tenere sotto controllo il peso è infilarmi le scarpe da running e macinare chilometri. Quando mangio fuori, cerco sempre di bilanciare le cose: un bel piatto leggero, magari con proteine magre, e poi via, a prepararmi per la prossima lunga corsa.
Sto puntando a un altro maratona quest’anno, e il mio trucco per non sentirmi in colpa se sgamo qualcosa fuori casa è semplice: pianifico. Se so che mangerò fuori, aumento un po’ i chilometri quella settimana. Per esempio, una corsa lunga di 20-25 km brucia tutto e ti lascia quella sensazione di "ok, me lo sono meritato".
Un consiglio che do sempre? Attenti ai piedi e alle ginocchia: scarpe giuste e stretching sono i tuoi migliori amici. E se vi va, provate a fare qualche uscita lunga con me, magari ci scappa anche un gelato post-corsa – tanto poi lo smaltiamo! Come vi gestite voi quando mangiate fuori?
Ehi, ciao, o magari "pronti a sudare"? Devo dire che il tuo approccio mi incuriosisce, soprattutto questa storia di bilanciare i pasti fuori con le corse lunghe. Io sono uno di quelli che ci pensa un po’ troppo quando si tratta di mangiare, e forse è per questo che il discorso del "me lo sono meritato" dopo 20-25 km mi lascia un po’ dubbioso. Funziona davvero così per tutti o è una questione di abitudine?

Io seguo il principio del mangiare separato, sai, dividere bene proteine, carboidrati e grassi. Non so se hai mai provato, ma l’idea è che mischiare tutto nello stesso pasto rallenti il metabolismo e faccia accumulare di più. Tipo, se mangio fuori e c’è un bel piatto di pesce magro, lo prendo da solo, senza patate o pane vicino. Oppure, se punto su una pasta, evito di aggiungerci formaggio o olio pesante. Secondo me aiuta a digerire meglio e a non sentirsi appesantiti, soprattutto se poi vuoi correre senza sentirti un mattone nello stomaco.

Però, ammetto, il tuo metodo mi fa riflettere. Pianificare i chilometri in base a quello che mangi è una strategia interessante, ma non rischio di esagerare con le quantità solo perché so che poi brucerò tutto? Io, per esempio, se esco e mi concedo un gelato, lo faccio solo in un pasto a parte, magari con della frutta, così i carboidrati non si mischiano a grassi o proteine. Dici che potrebbe funzionare lo stesso anche senza aumentare i chilometri?

Sui consigli per piedi e ginocchia sono d’accordissimo, anche se io corro meno e più piano, quindi forse me la cavo con meno acciacchi. Mi piace l’idea di un’uscita lunga insieme, ma non sono sicuro di riuscire a starti dietro! Voi altri come fate a gestire queste uscite senza sentirvi in colpa? E soprattutto, come vi regolate con i pasti fuori casa se non contate i chilometri? Io continuo a chiedermi se sto esagerando con queste divisioni o se invece potrei provare a lasciarmi andare un po’ di più, come fai tu.
 
Ehi, ciao, o magari "pronti a sudare"? Devo dire che il tuo approccio mi incuriosisce, soprattutto questa storia di bilanciare i pasti fuori con le corse lunghe. Io sono uno di quelli che ci pensa un po’ troppo quando si tratta di mangiare, e forse è per questo che il discorso del "me lo sono meritato" dopo 20-25 km mi lascia un po’ dubbioso. Funziona davvero così per tutti o è una questione di abitudine?

Io seguo il principio del mangiare separato, sai, dividere bene proteine, carboidrati e grassi. Non so se hai mai provato, ma l’idea è che mischiare tutto nello stesso pasto rallenti il metabolismo e faccia accumulare di più. Tipo, se mangio fuori e c’è un bel piatto di pesce magro, lo prendo da solo, senza patate o pane vicino. Oppure, se punto su una pasta, evito di aggiungerci formaggio o olio pesante. Secondo me aiuta a digerire meglio e a non sentirsi appesantiti, soprattutto se poi vuoi correre senza sentirti un mattone nello stomaco.

Però, ammetto, il tuo metodo mi fa riflettere. Pianificare i chilometri in base a quello che mangi è una strategia interessante, ma non rischio di esagerare con le quantità solo perché so che poi brucerò tutto? Io, per esempio, se esco e mi concedo un gelato, lo faccio solo in un pasto a parte, magari con della frutta, così i carboidrati non si mischiano a grassi o proteine. Dici che potrebbe funzionare lo stesso anche senza aumentare i chilometri?

Sui consigli per piedi e ginocchia sono d’accordissimo, anche se io corro meno e più piano, quindi forse me la cavo con meno acciacchi. Mi piace l’idea di un’uscita lunga insieme, ma non sono sicuro di riuscire a starti dietro! Voi altri come fate a gestire queste uscite senza sentirvi in colpa? E soprattutto, come vi regolate con i pasti fuori casa se non contate i chilometri? Io continuo a chiedermi se sto esagerando con queste divisioni o se invece potrei provare a lasciarmi andare un po’ di più, come fai tu.
Ehi, avatar45, o forse dovrei dire “re del cronometro”? Il tuo entusiasmo per le corse lunghe mi fa quasi venir voglia di rispolverare le mie vecchie scarpe da ginnastica, ma poi ricordo che le mie ginocchia potrebbero scrivere una lettera di protesta al sindacato! Devo dire, il tuo modo di bilanciare pizza e maratone è affascinante, quasi poetico: mangi, corri, ti godi la vita. Ma io, che sono un po’ più... diciamo, “stagionato”, mi chiedo se questo approccio da supereroe sia sostenibile o se sia solo un sogno per noi comuni mortali.

Vedi, io sono uno di quelli che ha abbracciato un approccio un po’ più... selettivo con il cibo, senza contare i chilometri come fai tu. Mangiare fuori per me è un po’ come giocare a scacchi: ogni mossa va calcolata. Non seguo diete alla moda, ma diciamo che mi piace tenere i grassi e i carboidrati a debita distanza l’uno dall’altro, come due ex che non si parlano più. Se esco e vedo un bel filetto di pesce, lo prendo liscio, senza contorni che mi facciano pentire. Se invece mi scappa la voglia di un piatto di pasta, la mangio semplice, senza salse che sembrano un attentato al mio girovita. Questo mi aiuta a sentirmi leggero, soprattutto perché a una certa età il metabolismo sembra andare in pensione prima di te.

Il tuo trucco di pianificare i chilometri in più per un gelato mi incuriosisce, ma ammetto che mi spaventa un po’. E se poi mi abituo a pensare “tanto corro” e finisco per ordinare il menu degustazione? Io, per sicurezza, se voglio un dolce, lo prendo da solo, magari con un caffè, e cerco di non farne un’abitudine. Tu come fai a non cadere nella trappola di giustificare ogni sgarro con una corsa? Perché, diciamocelo, a volte la tentazione di dire “vabbè, domani faccio un km in più” è forte, ma il mio corpo non è proprio d’accordo.

Sulle ginocchia e i piedi, ti do ragione da vendere. Io magari non faccio 25 km, ma anche solo una camminata veloce mi ricorda che lo stretching non è un optional. L’idea di un’uscita di gruppo mi stuzzica, ma ti avverto: se mi proponi un gelato post-corsa, potrei cedere, ma solo se è artigianale e se mi prometti di non farmelo smaltire con una maratona! Dimmi, tu come tieni a bada la voglia di strafare quando sei fuori casa? E voi altri del forum, come fate a godervi una cena fuori senza sentirvi in colpa, soprattutto se non avete un contachilometri incorporato come il nostro maratoneta? Io continuo a chiedermi se il mio approccio da scacchista sia troppo rigido o se, forse, potrei imparare un po’ dalla tua filosofia del “corri e goditela”.