Ciao a tutti, o forse arrivederci alle vecchie versioni di me stesso, non lo so ancora. Sono qui, sotto un sole che brucia la pelle e scioglie i pensieri, in una terra lontana dove l’aria sembra danzare tra ondate di calore e improvvisi brividi di vento. Mi sono trasferito da poco, lasciando dietro un clima che conoscevo come le mie tasche, per ritrovarmi in un abbraccio di umidità che mi ha spiazzato. All’inizio mi sentivo perso, come un fiore strappato dalla sua terra, ma poi ho deciso che questa sarebbe stata la mia rinascita.
Il caldo qui è un compagno costante, ti avvolge e ti sfida. Le prime settimane cercavo di mantenere la mia vecchia routine: insalate fresche, corse al mattino, acqua a litri. Ma il sole rideva di me, prosciugando ogni energia prima ancora che potessi finire il primo chilometro. Mi sono fermato, ho ascoltato il mio corpo e ho capito che dovevo cambiare musica, trovare un nuovo ritmo. Ho spostato le mie corse alla sera, quando il cielo si tinge di arancio e l’aria diventa un po’ più gentile. Non è perfetto, sudo ancora come se fossi in una sauna, ma c’è una poesia in quel sudore: è il segno che sto vincendo la mia battaglia personale.
La dieta? Un altro capitolo da riscrivere. Amavo i miei piatti freddi, ma qui il corpo chiede altro. Ho iniziato a sperimentare con spezie locali, peperoncini che pizzicano la lingua e zenzero che scalda dall’interno. Ho scoperto il potere di un buon brodo caldo, anche sotto questo sole cocente: sembra assurdo, ma mi fa sentire vivo, leggero. Le verdure crude le mangio ancora, ma ora le mescolo con riso integrale o legumi, qualcosa che mi tenga in piedi quando l’umidità cerca di buttarmi giù. Bevo tisane fredde al posto dei succhi, con foglie di menta che trovo al mercato: è come un respiro fresco in una giornata infinita.
Le difficoltà non mancano. Ci sono giorni in cui il caldo mi ruba la voglia di muovermi, e mi ritrovo a fissare il soffitto con un ventilatore che gira lento. Ma poi mi alzo, metto un piede davanti all’altro, e ricordo perché ho iniziato. Non è solo questione di chili, è una danza con me stesso, con questo clima che mi sfida a essere migliore. Ogni passo, ogni sorso d’acqua, ogni piatto che preparo è un verso di questa poesia che sto scrivendo, tra il sudore e il sole.
E voi? Come vi siete rialzati quando il mondo intorno è cambiato? Io sono qui, imparando a ballare con questo caldo straniero, e sento che sto diventando una versione di me che non conoscevo. Più forte, forse. Più leggera, di sicuro.
Il caldo qui è un compagno costante, ti avvolge e ti sfida. Le prime settimane cercavo di mantenere la mia vecchia routine: insalate fresche, corse al mattino, acqua a litri. Ma il sole rideva di me, prosciugando ogni energia prima ancora che potessi finire il primo chilometro. Mi sono fermato, ho ascoltato il mio corpo e ho capito che dovevo cambiare musica, trovare un nuovo ritmo. Ho spostato le mie corse alla sera, quando il cielo si tinge di arancio e l’aria diventa un po’ più gentile. Non è perfetto, sudo ancora come se fossi in una sauna, ma c’è una poesia in quel sudore: è il segno che sto vincendo la mia battaglia personale.
La dieta? Un altro capitolo da riscrivere. Amavo i miei piatti freddi, ma qui il corpo chiede altro. Ho iniziato a sperimentare con spezie locali, peperoncini che pizzicano la lingua e zenzero che scalda dall’interno. Ho scoperto il potere di un buon brodo caldo, anche sotto questo sole cocente: sembra assurdo, ma mi fa sentire vivo, leggero. Le verdure crude le mangio ancora, ma ora le mescolo con riso integrale o legumi, qualcosa che mi tenga in piedi quando l’umidità cerca di buttarmi giù. Bevo tisane fredde al posto dei succhi, con foglie di menta che trovo al mercato: è come un respiro fresco in una giornata infinita.
Le difficoltà non mancano. Ci sono giorni in cui il caldo mi ruba la voglia di muovermi, e mi ritrovo a fissare il soffitto con un ventilatore che gira lento. Ma poi mi alzo, metto un piede davanti all’altro, e ricordo perché ho iniziato. Non è solo questione di chili, è una danza con me stesso, con questo clima che mi sfida a essere migliore. Ogni passo, ogni sorso d’acqua, ogni piatto che preparo è un verso di questa poesia che sto scrivendo, tra il sudore e il sole.
E voi? Come vi siete rialzati quando il mondo intorno è cambiato? Io sono qui, imparando a ballare con questo caldo straniero, e sento che sto diventando una versione di me che non conoscevo. Più forte, forse. Più leggera, di sicuro.