Grazie alla routine quotidiana: come sto perdendo peso con calma e salute a 70 anni

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno, visto che scrivo di mattina! Mi chiamo Giuseppe, ho 70 anni suonati e da un po’ di tempo ho deciso che era ora di prendermi cura di me stesso, soprattutto per la salute. Non sono mai stato uno di quelli fissati con la bilancia, ma col passare degli anni ho notato che qualche chilo di troppo mi rallentava, mi faceva sentire più stanco e, diciamolo, il dottore continuava a insistere con quel tono serio che ti fa pensare "ok, forse è il momento". Così ho iniziato questo percorso, piano piano, senza fretta, e devo dire che mi sta dando una soddisfazione che non mi aspettavo.
Non sono tipo da diete drastiche, quelle che ti fanno mangiare solo insalata scondita o contare ogni singola caloria. Alla mia età, credo sia più importante trovare un equilibrio che mi faccia stare bene senza sentirmi punito. E sapete qual è stata la mia arma segreta? La calma e una specie di ritmo che mi sono costruito giorno dopo giorno. Mi sveglio presto, faccio una passeggiata tranquilla nel parco vicino casa – niente di esagerato, giusto per muovermi un po’ e godermi l’aria fresca. Poi colazione, che per me è sacra: un po’ di pane integrale, marmellata senza zuccheri e un caffè, che non può mai mancare. Non salto i pasti, ma cerco di tenere porzioni piccole e di non esagerare con i dolci, anche se ogni tanto un biscotto con mio nipote me lo concedo, eh!
Col tempo ho notato che il mio corpo risponde meglio se non lo stresso. Prima, quando ero più giovane, magari potevo permettermi di mangiare di tutto e correre dietro ai figli senza problemi, ma ora è diverso. Il metabolismo rallenta, i muscoli non sono più quelli di una volta, e anche le articolazioni si fanno sentire. Però ho scoperto che questo non è un ostacolo insormontabile, basta ascoltarsi. Per esempio, ho sostituito la pasta a cena con della verdura cotta o una zuppa, e mi sento più leggero. Non è un sacrificio, è solo un modo per trattarmi meglio.
Sono grato ogni giorno per i piccoli progressi. Non ho perso chissà quanti chili – forse 5 o 6 in questi mesi – ma mi sento più energico, respiro meglio quando salgo le scale e, cosa che mi rende felice, i pantaloni di qualche anno fa mi entrano di nuovo! Non è una gara, non voglio tornare a essere un ragazzino, ma sto imparando che anche a 70 anni si può cambiare qualcosa, con pazienza e senza strafare. Mi piace pensarla così: non è solo questione di peso, è un regalo che faccio a me stesso per godermi questi anni al meglio.
E voi, come affrontate i vostri ostacoli? Io sono curioso di leggere, perché condividere queste cose mi dà sempre qualche idea nuova. Grazie a chi ha voglia di rispondermi, e un saluto a tutti quelli che, come me, vanno avanti un passo alla volta!
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno, visto che scrivo di mattina! Mi chiamo Giuseppe, ho 70 anni suonati e da un po’ di tempo ho deciso che era ora di prendermi cura di me stesso, soprattutto per la salute. Non sono mai stato uno di quelli fissati con la bilancia, ma col passare degli anni ho notato che qualche chilo di troppo mi rallentava, mi faceva sentire più stanco e, diciamolo, il dottore continuava a insistere con quel tono serio che ti fa pensare "ok, forse è il momento". Così ho iniziato questo percorso, piano piano, senza fretta, e devo dire che mi sta dando una soddisfazione che non mi aspettavo.
Non sono tipo da diete drastiche, quelle che ti fanno mangiare solo insalata scondita o contare ogni singola caloria. Alla mia età, credo sia più importante trovare un equilibrio che mi faccia stare bene senza sentirmi punito. E sapete qual è stata la mia arma segreta? La calma e una specie di ritmo che mi sono costruito giorno dopo giorno. Mi sveglio presto, faccio una passeggiata tranquilla nel parco vicino casa – niente di esagerato, giusto per muovermi un po’ e godermi l’aria fresca. Poi colazione, che per me è sacra: un po’ di pane integrale, marmellata senza zuccheri e un caffè, che non può mai mancare. Non salto i pasti, ma cerco di tenere porzioni piccole e di non esagerare con i dolci, anche se ogni tanto un biscotto con mio nipote me lo concedo, eh!
Col tempo ho notato che il mio corpo risponde meglio se non lo stresso. Prima, quando ero più giovane, magari potevo permettermi di mangiare di tutto e correre dietro ai figli senza problemi, ma ora è diverso. Il metabolismo rallenta, i muscoli non sono più quelli di una volta, e anche le articolazioni si fanno sentire. Però ho scoperto che questo non è un ostacolo insormontabile, basta ascoltarsi. Per esempio, ho sostituito la pasta a cena con della verdura cotta o una zuppa, e mi sento più leggero. Non è un sacrificio, è solo un modo per trattarmi meglio.
Sono grato ogni giorno per i piccoli progressi. Non ho perso chissà quanti chili – forse 5 o 6 in questi mesi – ma mi sento più energico, respiro meglio quando salgo le scale e, cosa che mi rende felice, i pantaloni di qualche anno fa mi entrano di nuovo! Non è una gara, non voglio tornare a essere un ragazzino, ma sto imparando che anche a 70 anni si può cambiare qualcosa, con pazienza e senza strafare. Mi piace pensarla così: non è solo questione di peso, è un regalo che faccio a me stesso per godermi questi anni al meglio.
E voi, come affrontate i vostri ostacoli? Io sono curioso di leggere, perché condividere queste cose mi dà sempre qualche idea nuova. Grazie a chi ha voglia di rispondermi, e un saluto a tutti quelli che, come me, vanno avanti un passo alla volta!
Ehi Giuseppe, che bello leggerti! Anch’io sono uno che cerca di cavarsela senza spendere una fortuna. Sai, per muovermi senza palestra faccio due passi dopo cena, magari lungo il fiume, costa zero e mi rilassa. Per mangiare leggero, punto su verdure di stagione – ora coi finocchi ci faccio delle insalate semplicissime, un filo d’olio e via. Se trovo del pesce economico al mercato, tipo sardine, lo cuocio al forno: sano e non svuota il portafoglio. Complimenti per i tuoi progressi, mi dai speranza! Un passo alla volta, no?
 
Giuseppe, ma sul serio? Leggo il tuo messaggio e mi viene quasi da sbuffare, perché sembra che per te sia tutto così semplice e naturale, mentre io sono qui che combatto con questa storia del peso da una vita! Non fraintendermi, sono contento per te, davvero, i tuoi 5 o 6 chili persi sono una gran cosa, soprattutto a 70 anni, ma a volte mi chiedo perché per certa gente sembra un gioco da ragazzi e per me è una fatica infinita. La tua calma, il tuo ritmo, le passeggiate al parco… beato te che hai questa pazienza! Io invece mi innervosisco solo a pensarci.

Io sono uno che ha trovato la sua strada con la yoga, sai? Non è che sia nato flessibile o zen, tutt’altro, ero rigido come un tronco e con la testa sempre incasinata. Però a un certo punto ho detto basta, ho mollato le diete assurde che mi facevano solo arrabbiare e ho iniziato a fare due respiri profondi e qualche posizione semplice, tipo il cane a testa in giù o la montagna. Non è che ti trasformi in un atleta da un giorno all’altro, ma piano piano ho visto che il corpo rispondeva. E soprattutto la testa: meditare cinque minuti al giorno mi ha tolto quella voglia di mangiarmi tutto quello che trovavo in frigo quando ero nervoso. Eppure, anche così, i risultati arrivano lenti, troppo lenti per i miei gusti, e a volte mi prende una rabbia che vorrei mollare tutto.

Tu parli di equilibrio, di non strafare, e io ti invidio perché a me viene naturale strafare sempre. Se mi metto in testa di dimagrire, finisco per ossessionarmi: o tutto o niente. La yoga mi ha aiutato a calmarmi un po’, ma non è una bacchetta magica, sai? Faccio un’ora al mattino, magari con un video su YouTube perché non ho i soldi per un corso, e poi cerco di mangiare cose sane, tipo riso integrale con verdure o una zuppa di lenticchie. Ma poi arriva il weekend, vedo gli altri che si godono un piatto di lasagne e io lì con la mia insalata, e mi sale il nervoso. Tu che fai col biscotto col nipote, bravo, ma io se sgarro poi mi sento in colpa per giorni.

I pantaloni che ti entrano di nuovo, che soddisfazione dev’essere. Io ho ancora una cintura che mi guarda dal cassetto e mi sfida, ma non ci sono vicino neanche per sogno. Però hai ragione su una cosa: è un regalo che ci facciamo. Solo che a me costa una fatica bestiale, e leggere di te che vai avanti tranquillo mi fa quasi arrabbiare, perché vorrei avere anch’io quella serenità. La yoga mi ha fatto perdere una decina di chili in un paio d’anni, non è poco, ma è stato un viaggio eterno, tra posizioni che non mi venivano, muscoli che tiravano e giorni in cui mi sembrava di non andare da nessuna parte. Eppure, quando riesco a stare fermo in una posizione e a respirare come si deve, sento che qualcosa cambia, che il corpo si alleggerisce un po’.

Quindi sì, ti ammiro, Giuseppe, ma mi fai anche venire i nervi perché mi ricordi quanto sono impaziente. Tu come fai a non sclerare quando i progressi sono lenti? Io sto ancora cercando di capirlo, e magari un giorno ci arrivo pure io a quel famoso equilibrio. Per ora mi tengo la mia yoga e i miei respiri profondi, che almeno mi salvano dalla tentazione di buttare tutto all’aria. Dimmi un po’, tu hai mai momenti in cui vorresti mandare al diavolo la tua routine e basta? Perché io sì, eccome.
 
Ehi, capisco benissimo quel mix di ammirazione e frustrazione che provi leggendo Giuseppe, perché ci passo spesso anch’io. Sai, io sono sempre in giro, tra treni, aerei e hotel, e mantenere il peso in viaggio è una sfida che a volte mi fa venire voglia di mollare tutto e ordinare un piatto di carbonara senza pensarci due volte. Però ti leggo e mi ritrovo in quello che dici, soprattutto sull’impazienza. La tua storia con lo yoga mi colpisce, perché anch’io ho dovuto trovare un mio modo per non impazzire con questa faccenda del dimagrire, e non è stato facile.

Io, per esempio, non ho una routine fissa come la tua ora di yoga al mattino. Quando sono in viaggio, cerco di arrangiarmi con quello che ho: una passeggiata veloce tra un impegno e l’altro, qualche squat in camera d’albergo o anche solo salire le scale invece di prendere l’ascensore. Non è granché, ma è qualcosa. Sul mangiare, poi, è un terno al lotto. In autunno, con tutte quelle verdure di stagione, mi piace portarmi dietro qualcosa di semplice, tipo una zuppa di zucca in un thermos o una manciata di castagne arrosto che trovo nei mercatini. Non sarà il massimo della comodità, ma mi salva dal buttarmi sul primo panino farcito che vedo in stazione. Eppure, come te, i risultati arrivano lenti, lentissimi, e ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e penso: “Ma chi me lo fa fare?”.

Quel tuo “o tutto o niente” lo conosco fin troppo bene. Quando mi metto in testa di perdere peso, parto con mille regole: niente dolci, niente fritti, solo insalate e proteine magre. Poi, magari, sono in un paesino dove fanno un ragù da urlo, e se cedo mi sento uno schifo per giorni, proprio come dici tu. Giuseppe con il suo biscotto col nipote mi fa sorridere, ma anche invidia, perché io quel equilibrio lì lo sto ancora cercando. In viaggio, cerco di non strafare: se mangio un piatto di gnocchi a pranzo, a cena mi tengo leggero con una minestra o un’insalata. Non è perfetto, ma mi aiuta a non sclerare troppo.

Tu chiedi a Giuseppe come fa a non perdere la pazienza, e io ti giro la domanda: come fai tu a non mollare lo yoga, anche quando i muscoli tirano e i progressi non si vedono? Io, ti dico la verità, ho i miei momenti no. Tipo quella volta in un hotel schifoso, con la pioggia fuori e un buffet pieno di croissant che mi chiamavano. Ho ceduto, ho mangiato due brioche e poi mi sono sentito un fallito per tutto il giorno. Però il trucco, almeno per me, è ripartire subito: il giorno dopo ho camminato per un’ora sotto l’ombrello, con le foglie bagnate che scricchiolavano sotto i piedi, e mi sono detto che non era la fine del mondo.

La tua cintura nel cassetto mi ricorda una giacca che tengo nell’armadio, un po’ come un trofeo che ancora non posso reclamare. Però, sai, leggendo te e Giuseppe, mi viene da pensare che forse la chiave è proprio quella: andare avanti anche quando sembra di non muoversi. Io non ho la tua costanza con lo yoga, ma forse potrei provare quei cinque minuti di respiri profondi che dici tu, magari tra un volo e l’altro. E sì, ho momenti in cui vorrei mandare al diavolo tutto: la bilancia, le verdure al vapore, le scale invece dell’ascensore. Ma poi penso che, anche se lento, qualcosa sta cambiando. Tu che ne dici, hai mai provato a portare il tuo yoga in una versione “da viaggio”? Magari potrebbe essere un’idea per quei giorni in cui sei stanco di combattere.

Insomma, ti ammiro per la tua tenacia, anche se ti arrabbi con te stesso. E Giuseppe, be’, lui è un esempio, ma pure noi, con i nostri alti e bassi, non siamo da meno. Dai, magari un giorno ci troviamo tutti e tre a ridere di quanto ci siamo dannati per una cintura o un paio di pantaloni!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno, visto che scrivo di mattina! Mi chiamo Giuseppe, ho 70 anni suonati e da un po’ di tempo ho deciso che era ora di prendermi cura di me stesso, soprattutto per la salute. Non sono mai stato uno di quelli fissati con la bilancia, ma col passare degli anni ho notato che qualche chilo di troppo mi rallentava, mi faceva sentire più stanco e, diciamolo, il dottore continuava a insistere con quel tono serio che ti fa pensare "ok, forse è il momento". Così ho iniziato questo percorso, piano piano, senza fretta, e devo dire che mi sta dando una soddisfazione che non mi aspettavo.
Non sono tipo da diete drastiche, quelle che ti fanno mangiare solo insalata scondita o contare ogni singola caloria. Alla mia età, credo sia più importante trovare un equilibrio che mi faccia stare bene senza sentirmi punito. E sapete qual è stata la mia arma segreta? La calma e una specie di ritmo che mi sono costruito giorno dopo giorno. Mi sveglio presto, faccio una passeggiata tranquilla nel parco vicino casa – niente di esagerato, giusto per muovermi un po’ e godermi l’aria fresca. Poi colazione, che per me è sacra: un po’ di pane integrale, marmellata senza zuccheri e un caffè, che non può mai mancare. Non salto i pasti, ma cerco di tenere porzioni piccole e di non esagerare con i dolci, anche se ogni tanto un biscotto con mio nipote me lo concedo, eh!
Col tempo ho notato che il mio corpo risponde meglio se non lo stresso. Prima, quando ero più giovane, magari potevo permettermi di mangiare di tutto e correre dietro ai figli senza problemi, ma ora è diverso. Il metabolismo rallenta, i muscoli non sono più quelli di una volta, e anche le articolazioni si fanno sentire. Però ho scoperto che questo non è un ostacolo insormontabile, basta ascoltarsi. Per esempio, ho sostituito la pasta a cena con della verdura cotta o una zuppa, e mi sento più leggero. Non è un sacrificio, è solo un modo per trattarmi meglio.
Sono grato ogni giorno per i piccoli progressi. Non ho perso chissà quanti chili – forse 5 o 6 in questi mesi – ma mi sento più energico, respiro meglio quando salgo le scale e, cosa che mi rende felice, i pantaloni di qualche anno fa mi entrano di nuovo! Non è una gara, non voglio tornare a essere un ragazzino, ma sto imparando che anche a 70 anni si può cambiare qualcosa, con pazienza e senza strafare. Mi piace pensarla così: non è solo questione di peso, è un regalo che faccio a me stesso per godermi questi anni al meglio.
E voi, come affrontate i vostri ostacoli? Io sono curioso di leggere, perché condividere queste cose mi dà sempre qualche idea nuova. Grazie a chi ha voglia di rispondermi, e un saluto a tutti quelli che, come me, vanno avanti un passo alla volta!
Ehi Giuseppe, buongiorno o forse buon tutto, visto che il tuo messaggio sprigiona energia a qualsiasi ora! Mi chiamo Marco, e ti dico subito che il tuo racconto mi ha fatto venir voglia di alzarmi dalla sedia e mettermi a fare qualcosa, tipo una passeggiata o almeno un caffè con un pizzico di grinta in più. Settant’anni e questa calma da maestro zen per perdere peso? Ti meriti un applauso, ma di quelli rumorosi, che si sentono fino al parco dove cammini!

Io sono uno che crede nel fuoco, non solo quello della passione per la vita, ma quello che accendi nel metabolismo con un po’ di spezie. Altro che insalata scondita o zuppe tristi, qui si parla di piatti che ti svegliano i sensi e ti fanno sudare un po’, ma in senso buono! Hai mai provato a dare una spinta alla tua routine con un tocco di peperoncino? Non sto dicendo di trasformare la tua colazione sacra in un falò, ma magari un filo di olio piccante sul pane integrale o una spolverata di cayenne nella marmellata – sì, hai letto bene, marmellata! È una botta di vita, e il metabolismo ringrazia, perché quelle spezie termogeniche sono come un acceleratore naturale.

La mia arma segreta, oltre alla calma che dici tu, è l’aggiunta di cose come zenzero e pepe di Cayenna ovunque posso. Ti racconto una delle mie ricette preferite, così magari ti ispira: prendo una bella zuppa di verdure, di quelle che fai tu la sera, e ci butto dentro un cucchiaino di zenzero grattugiato fresco e una punta di peperoncino. Non è solo una questione di sapore – che comunque ti fa sentire vivo – ma è come se il corpo si mettesse in moto da solo. E poi, sai una cosa? Bevo acqua tiepida con un po’ di limone e un pizzico di pepe nero durante la giornata. Niente di complicato, ma tiene tutto in movimento, dentro e fuori.

La tua storia dei pantaloni che tornano a calzare mi ha fatto sorridere, perché è proprio quello il bello: i piccoli segnali che il corpo ti dà per dirti “ehi, stiamo andando nella direzione giusta”. Io non sono ancora a settant’anni, ma ti capisco quando parli di ascoltare il corpo. Anche per me non è una gara, però ammetto che ogni tanto mi piace esagerare con le spezie e vedere se riesco a sentire il calore che mi scalda dall’interno. Non è solo per dimagrire, è per sentirmi sveglio, attivo, pronto a godermi la giornata.

Il tuo approccio lento e tranquillo è una lezione per tutti, Giuseppe. Io magari sono più un tipo da “fuoco e fiamme”, ma alla fine il succo è lo stesso: trattarsi bene senza strafare. E poi, quel biscotto con tuo nipote? Quello è il vero segreto, altro che diete! La felicità conta quanto il metabolismo, no? Dimmi un po’, hai mai provato qualcosa di piccante nella tua routine? O sei proprio un purista della serenità? Sono curioso, perché tra il tuo equilibrio e il mio caos speziato magari troviamo la formula perfetta! Un saluto con un pizzico di pepe, e continua così, che stai ispirando un sacco di gente!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno, visto che scrivo di mattina! Mi chiamo Giuseppe, ho 70 anni suonati e da un po’ di tempo ho deciso che era ora di prendermi cura di me stesso, soprattutto per la salute. Non sono mai stato uno di quelli fissati con la bilancia, ma col passare degli anni ho notato che qualche chilo di troppo mi rallentava, mi faceva sentire più stanco e, diciamolo, il dottore continuava a insistere con quel tono serio che ti fa pensare "ok, forse è il momento". Così ho iniziato questo percorso, piano piano, senza fretta, e devo dire che mi sta dando una soddisfazione che non mi aspettavo.
Non sono tipo da diete drastiche, quelle che ti fanno mangiare solo insalata scondita o contare ogni singola caloria. Alla mia età, credo sia più importante trovare un equilibrio che mi faccia stare bene senza sentirmi punito. E sapete qual è stata la mia arma segreta? La calma e una specie di ritmo che mi sono costruito giorno dopo giorno. Mi sveglio presto, faccio una passeggiata tranquilla nel parco vicino casa – niente di esagerato, giusto per muovermi un po’ e godermi l’aria fresca. Poi colazione, che per me è sacra: un po’ di pane integrale, marmellata senza zuccheri e un caffè, che non può mai mancare. Non salto i pasti, ma cerco di tenere porzioni piccole e di non esagerare con i dolci, anche se ogni tanto un biscotto con mio nipote me lo concedo, eh!
Col tempo ho notato che il mio corpo risponde meglio se non lo stresso. Prima, quando ero più giovane, magari potevo permettermi di mangiare di tutto e correre dietro ai figli senza problemi, ma ora è diverso. Il metabolismo rallenta, i muscoli non sono più quelli di una volta, e anche le articolazioni si fanno sentire. Però ho scoperto che questo non è un ostacolo insormontabile, basta ascoltarsi. Per esempio, ho sostituito la pasta a cena con della verdura cotta o una zuppa, e mi sento più leggero. Non è un sacrificio, è solo un modo per trattarmi meglio.
Sono grato ogni giorno per i piccoli progressi. Non ho perso chissà quanti chili – forse 5 o 6 in questi mesi – ma mi sento più energico, respiro meglio quando salgo le scale e, cosa che mi rende felice, i pantaloni di qualche anno fa mi entrano di nuovo! Non è una gara, non voglio tornare a essere un ragazzino, ma sto imparando che anche a 70 anni si può cambiare qualcosa, con pazienza e senza strafare. Mi piace pensarla così: non è solo questione di peso, è un regalo che faccio a me stesso per godermi questi anni al meglio.
E voi, come affrontate i vostri ostacoli? Io sono curioso di leggere, perché condividere queste cose mi dà sempre qualche idea nuova. Grazie a chi ha voglia di rispondermi, e un saluto a tutti quelli che, come me, vanno avanti un passo alla volta!
Ehi Giuseppe, complimenti per il percorso, ma lasciatelo dire: quella colazione con pane e marmellata non è proprio il massimo se vuoi risultati veri. Io sono fissato con il paleo, niente roba lavorata, solo cibo vero. Prova a buttarti su uova, avocado, magari qualche noce al mattino. La pasta a cena? Un disastro per il metabolismo, meglio una bistecca con verdure crude. Fidati, taglia i carboidrati e vedrai come il corpo cambia, anche a 70 anni. La calma va bene, ma senza scelte dure non si va lontano.