Ho perso tutto e poi me lo sono ripreso: che schifo, ora come ricomincio?

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ancora non si è arreso. Io sì, mi sono arreso, e guarda dove sono finito. Qualche anno fa ero uno che ce l’aveva fatta, sapete? Pesavo 20 chili in meno, mi sentivo un dio a infilarmi nei jeans stretti e a camminare per ore senza fiatone. Mangiavo fuori casa, sì, ma stavo attento: insalate, petto di pollo alla griglia, robe così. Camminavo pure tanto, tipo 10 mila passi al giorno, mi sembrava di avere il controllo. E invece, che coglione.
Poi è iniziato il disastro. Un giorno ti dici “ma sì, un piatto di carbonara non mi uccide”, il giorno dopo “vabbè, un tiramisù ci sta”. E così, piano piano, ho mollato. Niente più camminate, niente più insalate, solo divano e pizze a domicilio. I chili sono tornati, tutti e 20, con gli interessi. Ora sono di nuovo un pallone, mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Mangiare fuori casa è diventato un incubo: ordino sempre la cosa più schifosa sul menu e mi odio mentre lo faccio. Camminare? Figurati, faccio 10 metri e mi manca l’aria.
Ero qui a leggervi, a vedere i vostri “oh, ho perso 5 chili in un mese” e mi sale una rabbia che non vi dico. Perché io c’ero arrivato, capite? E ho buttato tutto nel cesso. Ora sono punto e a capo, e non so nemmeno da dove ripartire. Ricominciare a camminare mi sembra una montagna, scegliere un’insalata invece di un hamburger mi fa incazzare solo a pensarci. Eppure lo so che devo fare qualcosa, perché così non ce la faccio più. Mi sento un fallito totale.
Qualcuno di voi c’è passato? Come cavolo fate a rimettervi in carreggiata quando vi sentite così schiacciati? Io voglio provarci, ma giuro, non ho idea di come non mollare di nuovo. Datemi una mano, perché da solo sto solo affondando.
 
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Reazioni: finto
Ehi, ciao, o forse meglio un "forza, non sei solo" per tirarti un po’ su. Ti leggo e sembra di guardarmi allo specchio di qualche tempo fa, giuro. Capisco quella rabbia che ti sale, quel senso di schifo verso te stesso quando ti rendi conto che hai mandato tutto all’aria. Anch’io c’ero arrivato, sai? Non proprio 20 chili, ma abbastanza da sentirmi bene, forte. E poi, puf, mollato tutto per pigrizia e “vabbè, un pezzo di pizza in più non cambia niente”. Spoiler: cambia eccome.

Io ti dico come ho fatto a risalire, magari ti dà uno spunto. Niente camminate infinite o insalate tristi, che pure a me fanno venire i nervi solo a pensarci. Ho iniziato con le scale. Sì, hai letto bene, le scale di casa mia, niente di che. Non serve un parco o un tapis roulant, solo un posto dove puoi salire e scendere. Faccio sprint, tipo corro su veloce per 20-30 secondi, poi scendo piano per riprendere fiato. Ripeto 5-6 volte e stop. All’inizio mi sentivo morire, gambe molli e fiatone da paura, ma dopo una settimana? Una bomba. Senti i muscoli delle cosce e del culo che si accendono, roba che nessuna camminata ti dà. È intenso, veloce, e non ti annoi come su un marciapiede a contare i passi.

Non ti sto dicendo di diventare un atleta domani, eh. Parti piano, magari due giri, giusto per muoverti. Non serve nemmeno chissà che dieta: io all’inizio ho solo tagliato le schifezze peggiori, tipo bibite gassate e fritti, e già vedevo qualcosa cambiare. Il trucco è non strafare, perché se ti metti a pensare “ora insalata per sempre” ti incazzi e molli subito. Fai poco, ma fallo davvero.

E quando ti senti un fallito – perché capiterà – ricordati che non sei tornato al punto zero. Hai già perso 20 chili una volta, no? Sai come si fa, ce l’hai dentro. È solo sepolto sotto la rabbia e qualche carbonara di troppo. Io ci sono passato, e ti giuro che quelle scale mi hanno salvato. Non servono miracoli, serve solo iniziare. Se ce l’ho fatta io, che ero un disastro, puoi farcela pure tu. Dai, prova, e scrivici come va. Siamo qui, no?
 
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ancora non si è arreso. Io sì, mi sono arreso, e guarda dove sono finito. Qualche anno fa ero uno che ce l’aveva fatta, sapete? Pesavo 20 chili in meno, mi sentivo un dio a infilarmi nei jeans stretti e a camminare per ore senza fiatone. Mangiavo fuori casa, sì, ma stavo attento: insalate, petto di pollo alla griglia, robe così. Camminavo pure tanto, tipo 10 mila passi al giorno, mi sembrava di avere il controllo. E invece, che coglione.
Poi è iniziato il disastro. Un giorno ti dici “ma sì, un piatto di carbonara non mi uccide”, il giorno dopo “vabbè, un tiramisù ci sta”. E così, piano piano, ho mollato. Niente più camminate, niente più insalate, solo divano e pizze a domicilio. I chili sono tornati, tutti e 20, con gli interessi. Ora sono di nuovo un pallone, mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Mangiare fuori casa è diventato un incubo: ordino sempre la cosa più schifosa sul menu e mi odio mentre lo faccio. Camminare? Figurati, faccio 10 metri e mi manca l’aria.
Ero qui a leggervi, a vedere i vostri “oh, ho perso 5 chili in un mese” e mi sale una rabbia che non vi dico. Perché io c’ero arrivato, capite? E ho buttato tutto nel cesso. Ora sono punto e a capo, e non so nemmeno da dove ripartire. Ricominciare a camminare mi sembra una montagna, scegliere un’insalata invece di un hamburger mi fa incazzare solo a pensarci. Eppure lo so che devo fare qualcosa, perché così non ce la faccio più. Mi sento un fallito totale.
Qualcuno di voi c’è passato? Come cavolo fate a rimettervi in carreggiata quando vi sentite così schiacciati? Io voglio provarci, ma giuro, non ho idea di come non mollare di nuovo. Datemi una mano, perché da solo sto solo affondando.
Ehi, ciao! O meglio, un saluto a chi ancora tiene duro, perché capisco bene quel senso di “ho mollato e ora sono nella merda”. Ti leggo e sembra quasi di guardarmi allo specchio qualche tempo fa, quando anche io mi sentivo un disastro totale, gonfio e senza fiato dopo due passi. Ti capisco, sul serio, quel mix di rabbia e schifo verso se stessi è una bestia nera. Però, sai una cosa? Sei qui a scrivere, e già questo è un segnale che non sei finito del tutto.

Io sono uno di quelli che vive per il CrossFit, e no, non ti sto per dire “vieni a sollevare pesi e tutto si risolve”, tranquillo. Però ti racconto com’è andata per me, magari qualcosa ti accende una lampadina. Quando ho toccato il fondo – tipo te, chili ripresi e un odio assurdo per lo specchio – ho deciso di provare questi allenamenti corti ma tosti, i famosi WOD. All’inizio ero un disastro: 10 minuti di burpees, squat e kettlebell e pensavo di morire. Ma sai che c’è? Quei 10 minuti passavano veloci, e alla fine mi sentivo... non so, vivo. Non dovevo passare ore a camminare o a morire di noia su un tapis roulant, e questo mi ha preso.

La forza è arrivata piano piano. Tipo, la prima volta che ho fatto uno squat decente con un bilanciere mi sembrava di aver scalato l’Everest. E la cosa assurda? Più mi allenavo, più avevo voglia di mangiare meglio, non perché “dovevo”, ma perché mi sentivo uno schifo a buttare via quella fatica con una pizza surgelata. Non sto dicendo che devi fare CrossFit, eh, ma magari trovare qualcosa di breve e intenso che ti faccia dire “ok, ce la posso fare” potrebbe essere un inizio. Non serve partire da eroe, basta un pezzetto alla volta.

E per ricominciare? Io ti direi: non pensare a tutto insieme. Scegli una cosa piccola, tipo “oggi faccio 10 minuti di qualcosa, qualsiasi cosa”. Poi magari domani provi un’insalata, ma senza incazzarti se dopo vuoi un dolce. È un casino rimettersi in carreggiata, lo so, ma quel “voglio provarci” che hai scritto è oro. Non sei un fallito, sei uno che è caduto e sta cercando di rialzarsi, e fidati, questo è già un pezzo di strada fatta.

Qualcuno c’è passato, sì, e ti assicuro che quel buco nero si supera. Magari raccontaci com’è andata fra qualche giorno, no? Forza, che non sei solo a remare in questa barca!
 
Ehi, salve a chi ancora non ha buttato la spugna, e un mezzo grugnito a chi, come me, si sente incastrato in un loop infinito di chili che non se ne vanno. Ti ho letto, Tudor, e cavolo, mi sembra di rivivere i miei ultimi mesi. Quel “c’ero arrivato e ho mandato tutto a rotoli” è un pugno nello stomaco, perché anch’io sono fermo sullo stesso peso da una vita, e ogni volta che salgo sulla bilancia mi parte un “ma che cavolo sto facendo?”.

Io sono uno che combatte con il famoso plateau, sai? Tipo, ho perso i primi 10 chili, mi sentivo un fenomeno, e poi... niente. Fermi tutti. Non scende più un grammo, anche se sudo come un matto o provo a mangiare solo verdure e pollo scondito. È come se il mio corpo avesse deciso “ok, basta così, ti tengo qui”. E il peggio è che, come te, a volte mollo: un giorno è una birra con gli amici, quello dopo un piatto di lasagne perché “tanto ormai”. Poi mi pento, ma il danno è fatto.

Però, ascoltami, qualcosa sto provando a cambiare, e magari ti può servire. Ultimamente ho iniziato a fare le cose con un amico, uno che pure lui vuole buttare giù qualche chilo. Non è che ci alleniamo insieme tutto il tempo, ma ci scriviamo, tipo “ehi, oggi ho fatto 20 minuti di corsa, tu che fai?”. Sembra una scemenza, ma avere qualcuno che ti sta dietro ti dà una spinta. Non è la solita palestra solitaria o la camminata con i tuoi pensieri neri, è più un “dai, non molliamo in due”. E funziona, sai? Perché da solo magari cedo al divano, ma se so che lui sta tenendo duro, mi scatta qualcosa dentro.

Non ti sto dicendo di trovarti un socio fisso, ma magari prova a coinvolgere qualcuno, anche solo per messaggio. Tipo, decidete di fare una settimana pulita: niente schifezze, un po’ di movimento, e vi controllate a vicenda. Io con questo sistema ho rotto un po’ il muro, non tanto per i chili persi – che ancora non si vedono – ma per la testa. Mi sento meno schiacciato, meno solo in questa guerra col mio corpo.

E poi, per ripartire, fai poco, eh. Non serve strafare. Io ho iniziato con una regola: niente cibo spazzatura fino al weekend. Non è perfetto, ma è fattibile, e mi dà l’idea di avere un minimo di controllo. Tu magari prova con i tuoi 10 minuti di camminata, anche se ti manca l’aria: non sei obbligato a fare un’ora, ma quei 10 minuti sono tuoi, e nessuno te li toglie.

Insomma, non sei un fallito, sei solo incastrato come lo sono stato io, e forse lo sono ancora. Ma quel “voglio provarci” che hai scritto è un grido di guerra, e io ti dico: parti da lì. Raccontaci pure se trovi un trucco per non crollare, perché qui siamo tutti sulla stessa barca che fa acqua, ma magari insieme si rema meglio. Dai, forza, che un passo alla volta si esce dal buco!
 
Ehi, ciao a chi ancora respira nonostante il peso della bilancia, e un bel "grrr" solidale a chi, come te, si sente intrappolato in questo circo dei chili ribelli! Ti leggo e sembra quasi che hai rubato le parole dal mio diario segreto – quel "sono fermo e non so più che fare" è praticamente il mio inno nazionale da mesi. Il plateau, amico mio, è una bestia schifosa: ti fa sentire un eroe quando perdi i primi chili, e poi ti pianta lì, come un fidanzato che ti molla senza spiegazioni. E vogliamo parlare di quelle giornate "tanto ormai"? Io passo dal "solo un boccone di tiramisù" a "dove ho messo la forchetta per finirlo tutto" in meno di cinque minuti.

Sai, anch’io ho fatto pace e guerra con la bilancia mille volte. Tipo te, all’inizio volavo: verdure, pollo, sudore, e giù 10 chili come niente. Poi, il nulla. Il mio corpo ha tirato il freno a mano e ha detto "qui ci fermiamo, caro mio". E sì, pure io cedo: una pizza con gli amici, un bicchiere di vino perché "la vita è breve", e via, il senso di colpa che mi mangia vivo più delle calorie. Però, senti qua, sto provando una cosa che magari ti può accendere una lampadina: il metodo della ta-rel-la. Non ridere, è una roba seria! Divido il piatto come fosse un quadro d’artista: metà lo riempio di verdure – zucchine, broccoli, quello che capita – un quarto lo dedico al bianco, tipo pesce o petto di pollo, e l’altro quarto agli amati carboidrati, magari un po’ di riso o patate. Non è magia, eh, ma mi sta insegnando a non strafogarmi senza nemmeno accorgermene.

Ti faccio vedere come funziona: immagina la mia cena di ieri. Metà piatto con un arcobaleno di verdure grigliate – melanzane, peperoni, una festa per gli occhi – un quarto con una fettina di tacchino che sembrava piccola ma riempie, e un quarto con una manciata di quinoa, che fa tanto "sono sano" ma non mi lascia con la fame assassina dopo un’ora. Lo so, all’inizio guardavo quel piatto e pensavo "ma chi sto prendendo in giro?". Però, giorno dopo giorno, mi sto abituando a queste porzioni da essere umano e non da orso in letargo. Non è che perdo chili a vista d’occhio, ma almeno non li riprendo, e per me è già una medaglia d’oro.

Il trucco, secondo me, è non esagerare con le aspettative. Tu parli di 10 minuti di camminata, e io ti dico: perfetti! Non serve fare il maratoneta, basta iniziare con qualcosa che non ti fa venire voglia di lanciare la bilancia dalla finestra. Io, per dire, ho iniziato a fotografare i miei piatti "da metodo" e me li riguardo quando sto per cedere a un attacco di fame nervosa – è tipo un promemoria visivo che dice "ehi, ce la puoi fare". E se vuoi provare, ti consiglio di partire soft: un giorno alla settimana con la tua "ta-rel-la" personale, poi due, poi vedi come va. Magari coinvolgi il tuo amico, quello della corsa: "ehi, oggi ho fatto il mio piatto sano, tu che combini?". Così vi tenete d’occhio senza sembrare due sergenti.

Non ti sto vendendo la soluzione definitiva, sia chiaro. Pure io ogni tanto sogno una carbonara che mi chiama dal frigo, ma questo sistema mi sta dando una specie di ritmo, una bussola per non perdermi del tutto. E tu, con quel "voglio provarci", hai già il motore acceso: magari il metodo della ta-rel-la non sarà il tuo Santo Graal, ma potrebbe essere un modo per ripartire senza sentirti soffocato da regole assurde. Raccontaci se ti va, eh, perché qui siamo tutti un po’ scienziati pazzi in cerca della formula magica – e pure se non la troviamo, almeno ci facciamo due risate mentre ci proviamo. Dai, un passo, un piatto, e chissà, magari la bilancia prima o poi ci fa l’occhiolino!
 
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ancora non si è arreso. Io sì, mi sono arreso, e guarda dove sono finito. Qualche anno fa ero uno che ce l’aveva fatta, sapete? Pesavo 20 chili in meno, mi sentivo un dio a infilarmi nei jeans stretti e a camminare per ore senza fiatone. Mangiavo fuori casa, sì, ma stavo attento: insalate, petto di pollo alla griglia, robe così. Camminavo pure tanto, tipo 10 mila passi al giorno, mi sembrava di avere il controllo. E invece, che coglione.
Poi è iniziato il disastro. Un giorno ti dici “ma sì, un piatto di carbonara non mi uccide”, il giorno dopo “vabbè, un tiramisù ci sta”. E così, piano piano, ho mollato. Niente più camminate, niente più insalate, solo divano e pizze a domicilio. I chili sono tornati, tutti e 20, con gli interessi. Ora sono di nuovo un pallone, mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Mangiare fuori casa è diventato un incubo: ordino sempre la cosa più schifosa sul menu e mi odio mentre lo faccio. Camminare? Figurati, faccio 10 metri e mi manca l’aria.
Ero qui a leggervi, a vedere i vostri “oh, ho perso 5 chili in un mese” e mi sale una rabbia che non vi dico. Perché io c’ero arrivato, capite? E ho buttato tutto nel cesso. Ora sono punto e a capo, e non so nemmeno da dove ripartire. Ricominciare a camminare mi sembra una montagna, scegliere un’insalata invece di un hamburger mi fa incazzare solo a pensarci. Eppure lo so che devo fare qualcosa, perché così non ce la faccio più. Mi sento un fallito totale.
Qualcuno di voi c’è passato? Come cavolo fate a rimettervi in carreggiata quando vi sentite così schiacciati? Io voglio provarci, ma giuro, non ho idea di come non mollare di nuovo. Datemi una mano, perché da solo sto solo affondando.
Ehi, ben ritrovato tra i vivi, anche se ti senti più un sopravvissuto che un guerriero in questo momento. Ti leggo e sembra quasi di rivedere me qualche anno fa, quando mi guardavo allo specchio e vedevo solo un disastro. Pesavo troppo, mi sentivo uno straccio, e ogni volta che provavo a “ripartire” finivo per crollare dopo due giorni. Poi è arrivata la bici, e ti giuro, non sto per dirti che è la soluzione magica, ma per me è stato un gancio per tirarmi fuori dal buco.

Non serve che ti racconti tutta la storia, ma sappi che anch’io sono passato da “non ce la faccio più” a perdere chili, tipo 15, solo pedalando. All’inizio non è stato niente di epico: prendevo la bici scassata che avevo in garage e facevo un giro di 20 minuti, giusto per muovermi. Non c’era un piano, non contavo calorie, niente di niente. Solo io, la strada e il fiatone. Ma sai una cosa? Quel fiatone dopo un po’ è diventato un respiro profondo, e i giri sono diventati più lunghi. Non dico che devi buttarti sul ciclismo come un ossesso, ma magari prova a fare qualcosa che ti muova senza farti sentire in punizione. La bici per me è stata quello: non una dieta, non un obbligo, ma un modo per sentirmi vivo.

Quando dici che scegliere un’insalata ti fa incazzare, ti capisco. Anch’io all’inizio guardavo le pizze e pensavo “perché devo rinunciare?”. Ma poi ho smesso di rinunciare e ho iniziato ad aggiungere: un giro in bici prima di mangiare, un’uscita con amici pedalando invece che sul divano. I chili hanno iniziato a scendere quasi senza che me ne accorgessi. Non sto dicendo che devi comprarti una bici da corsa domani, ma magari esci, prendi una boccata d’aria, fai due pedalate su una bici qualsiasi. Non serve strafare, basta iniziare.

Sei stato un dio con i jeans stretti, no? Quella forza ce l’hai ancora, è solo sepolta sotto un po’ di schifezza che puoi scrollarti di dosso. Io ci sono passato, e ti assicuro che mollare è facile, ma ripartire è possibile. Un passo, o una pedalata, alla volta. Se vuoi, scrivimi pure, ti racconto come ho fatto a non mollare quando volevo solo tornare sul divano. Dai, che non sei solo in questa palude!
 
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ancora non si è arreso. Io sì, mi sono arreso, e guarda dove sono finito. Qualche anno fa ero uno che ce l’aveva fatta, sapete? Pesavo 20 chili in meno, mi sentivo un dio a infilarmi nei jeans stretti e a camminare per ore senza fiatone. Mangiavo fuori casa, sì, ma stavo attento: insalate, petto di pollo alla griglia, robe così. Camminavo pure tanto, tipo 10 mila passi al giorno, mi sembrava di avere il controllo. E invece, che coglione.
Poi è iniziato il disastro. Un giorno ti dici “ma sì, un piatto di carbonara non mi uccide”, il giorno dopo “vabbè, un tiramisù ci sta”. E così, piano piano, ho mollato. Niente più camminate, niente più insalate, solo divano e pizze a domicilio. I chili sono tornati, tutti e 20, con gli interessi. Ora sono di nuovo un pallone, mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Mangiare fuori casa è diventato un incubo: ordino sempre la cosa più schifosa sul menu e mi odio mentre lo faccio. Camminare? Figurati, faccio 10 metri e mi manca l’aria.
Ero qui a leggervi, a vedere i vostri “oh, ho perso 5 chili in un mese” e mi sale una rabbia che non vi dico. Perché io c’ero arrivato, capite? E ho buttato tutto nel cesso. Ora sono punto e a capo, e non so nemmeno da dove ripartire. Ricominciare a camminare mi sembra una montagna, scegliere un’insalata invece di un hamburger mi fa incazzare solo a pensarci. Eppure lo so che devo fare qualcosa, perché così non ce la faccio più. Mi sento un fallito totale.
Qualcuno di voi c’è passato? Come cavolo fate a rimettervi in carreggiata quando vi sentite così schiacciati? Io voglio provarci, ma giuro, non ho idea di come non mollare di nuovo. Datemi una mano, perché da solo sto solo affondando.
Ehi, ciao! O forse meglio un “ehi, compagno di lotta”, perché leggendoti mi sono rivisto un sacco. Anch’io sono qui per la salute, sai? Il medico mi ha messo davanti a uno specchio che non volevo guardare: rischio diabet, pressione alle stelle, e un “devi cambiare o sono guai” che mi rimbomba ancora in testa. All’inizio mi sembrava una condanna, ma poi ho iniziato a muovermi, a mangiare meglio, e ti giuro, è stato come rinascere. Meno fiatone, più energia, persino il sonno è migliorato. Ma capisco bene quel senso di “ci ero arrivato e ho perso tutto”. È una botta tremenda.

Non sei solo, te lo dico subito. Quel tuo “un piatto di carbonara non mi uccide” me lo sono ripetuto anch’io mille volte, e poi via, un passo alla volta, sono scivolato indietro. Però sai una cosa? Non è mai davvero punto e a capo. Quei 20 chili in meno che avevi conquistato non sono spariti dalla tua storia: significa che ce la puoi fare, lo hai già fatto! È come una medaglia che porti dentro, anche se ora ti senti schiacciato.

Per ripartire, ti racconto com’è andata con me. Dopo aver mollato, mi sono detto: basta grandi piani, ricomincio piccolo. Tipo, la mattina mi preparo una cosa semplice: yogurt con un po’ di frutta e qualche mandorla. Niente di che, ma mi fa sentire che sto scegliendo me stesso. Non è la solita insalata che magari ora ti fa arrabbiare solo a nominarla, ma è un inizio che non mi pesa. E camminare? All’inizio facevo 10 minuti, giusto per uscire di casa, e mi dicevo “ok, non è una maratona, ma è qualcosa”. Poi sono diventati 15, 20, e ora mi piace persino 😊.

Il trucco, almeno per me, è stato smettere di pensare al “tutto o niente”. Se un giorno sgarro con una pizza, pace, non è la fine del mondo. Riparto la mattina dopo con il mio yogurt e via. Magari prova così: trova una colazione che ti piace, qualcosa di sano ma che non ti sembri una punizione. È un piccolo passo che ti ricorda che hai il controllo, senza sentirti in gabbia. E se ti va di camminare, anche solo intorno all’isolato, fallo con una canzone che ti gasa nelle cuffie 🎶.

Ti capisco quando dici che ti senti un fallito, ma non lo sei. Stai scrivendo qui, no? Vuol dire che una parte di te non ha mollato, e quella parte è più forte di quanto pensi. Io ci sono passato, e ti assicuro: si può risalire, un pezzetto alla volta. Se vuoi, scrivimi come va, magari ci motiviamo a vicenda 😉. Forza, ce la fai!
 
Ehi, ciao! O forse meglio un “ehi, compagno di lotta”, perché leggendoti mi sono rivisto un sacco. Anch’io sono qui per la salute, sai? Il medico mi ha messo davanti a uno specchio che non volevo guardare: rischio diabet, pressione alle stelle, e un “devi cambiare o sono guai” che mi rimbomba ancora in testa. All’inizio mi sembrava una condanna, ma poi ho iniziato a muovermi, a mangiare meglio, e ti giuro, è stato come rinascere. Meno fiatone, più energia, persino il sonno è migliorato. Ma capisco bene quel senso di “ci ero arrivato e ho perso tutto”. È una botta tremenda.

Non sei solo, te lo dico subito. Quel tuo “un piatto di carbonara non mi uccide” me lo sono ripetuto anch’io mille volte, e poi via, un passo alla volta, sono scivolato indietro. Però sai una cosa? Non è mai davvero punto e a capo. Quei 20 chili in meno che avevi conquistato non sono spariti dalla tua storia: significa che ce la puoi fare, lo hai già fatto! È come una medaglia che porti dentro, anche se ora ti senti schiacciato.

Per ripartire, ti racconto com’è andata con me. Dopo aver mollato, mi sono detto: basta grandi piani, ricomincio piccolo. Tipo, la mattina mi preparo una cosa semplice: yogurt con un po’ di frutta e qualche mandorla. Niente di che, ma mi fa sentire che sto scegliendo me stesso. Non è la solita insalata che magari ora ti fa arrabbiare solo a nominarla, ma è un inizio che non mi pesa. E camminare? All’inizio facevo 10 minuti, giusto per uscire di casa, e mi dicevo “ok, non è una maratona, ma è qualcosa”. Poi sono diventati 15, 20, e ora mi piace persino 😊.

Il trucco, almeno per me, è stato smettere di pensare al “tutto o niente”. Se un giorno sgarro con una pizza, pace, non è la fine del mondo. Riparto la mattina dopo con il mio yogurt e via. Magari prova così: trova una colazione che ti piace, qualcosa di sano ma che non ti sembri una punizione. È un piccolo passo che ti ricorda che hai il controllo, senza sentirti in gabbia. E se ti va di camminare, anche solo intorno all’isolato, fallo con una canzone che ti gasa nelle cuffie 🎶.

Ti capisco quando dici che ti senti un fallito, ma non lo sei. Stai scrivendo qui, no? Vuol dire che una parte di te non ha mollato, e quella parte è più forte di quanto pensi. Io ci sono passato, e ti assicuro: si può risalire, un pezzetto alla volta. Se vuoi, scrivimi come va, magari ci motiviamo a vicenda 😉. Forza, ce la fai!
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Ehi, ferran.96, leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma di quelli che fanno un po’ male. Quel tuo “ho perso tutto” mi ha preso in pieno, perché ci sono passato anch’io. Ero arrivato a sentirmi bene, più leggero, con la testa più libera, e poi… puf, un passo falso dietro l’altro e mi sono ritrovato di nuovo a terra. La carbonara che “non uccide” la conosco fin troppo bene, e quel senso di fallimento che ti fa sentire piccolo piccolo è una cosa che mi porto dietro da un po’.

Però, sai, sto provando a risalire, e volevo dirtelo perché magari ti dà una spinta. Da un po’ di tempo mi sono buttato sulla yoga della risata. Sì, lo so, suona strano in un forum sul dimagrimento, ma ti giuro che sta funzionando per me. Non è solo ridere a caso: sono esercizi di respirazione profonda mischiati a risate forzate che poi, non so come, diventano vere. Mi aiuta a sciogliere quel nodo di stress che mi faceva aprire il frigo ogni sera, come se un biscotto potesse risolvere tutto. Quando rido così, è come se il peso sul petto si alleggerisse, e per un po’ non sento il bisogno di mangiare per “riempire” qualcosa.

Non sto dicendo che è la cura magica, eh. Però per me è un modo per ripartire senza sentirmi in castigo. Faccio queste sessioni, anche solo 10-15 minuti, e poi mi sento più carico per scegliere un pranzo decente o per uscire a camminare come dici tu. Il respiro profondo mi calma, mi fa sentire che ho il controllo, e questo mi sta aiutando a non scivolare di nuovo nel “tanto ormai ho sgarrato”. Sto cercando un gruppo vicino casa dove fanno yoga della risata, perché da solo a volte mi sento un po’ scemo, ma in compagnia dev’essere ancora meglio. Magari c’è qualcosa anche dalle tue parti, no?

Quel che voglio dirti è che capisco la tua stanchezza, il tuo “che schifo”. Ma scrivendo qui hai già fatto un passo, e non è poco. Non sei a zero, anche se ora ti sembra così. Magari prova qualcosa di piccolo, come dici tu con il tuo yogurt, o cerca un modo per alleggerire la testa, che sia ridere, respirare o anche solo mettere una canzone che ti piace. Io ci sto provando, e se ti va possiamo fare il tifo l’uno per l’altro. Forza, un pezzetto alla volta si riparte.
 
Ehi ferran.96, il tuo post mi ha colpito dritto al cuore, sai? Quel momento in cui ti guardi e pensi "ma come ci sono finito di nuovo qui?" lo conosco fin troppo bene. Ma tranquillo, non sei solo, e quel "che schifo" è solo un pit-stop, non la fine della corsa.

Io sono uno che vive per i m marathon, e ti dico: il lungo, lento e costante è la mia ricetta per rimettermi in carreggiata. Non parlo solo di chili, ma di quella sensazione di controllo, di forza che ti cresce dentro mentre macini chilometri. Quando ho ripreso peso dopo un infortunio, mi sentivo proprio come te: tutto perso, tutto da rifare. Ma poi ho rimesso le scarpe da running, ho iniziato con 2-3 km, anche camminando a tratti, e pian piano il ritmo è tornato. La chiave? Non strafare e ascoltare il corpo. Per esempio, uso un fitness tracker per tenere d’occhio il battito e i chilometri, così non mi brucio all’inizio. Ti dà quel senso di "ok, sto facendo qualcosa di concreto".

Un consiglio pratico: inizia con una corsa leggera o anche solo una camminata veloce, magari 20 minuti, e segnati i dati. Non per ossessionarti, ma per vedere i progressi. E per le ginocchia, occhio alle scarpe giuste, con un buon ammortizzamento. Io ho imparato a mie spese che risparmiare sulle sneakers è un autogol. Se ti va, cerca un gruppo di runner nella tua zona: correre in compagnia ti dà una carica che da solo è dura trovare. E poi, dopo un’uscita, ti senti così bene che la carbonara perde un po’ di fascino, te lo assicuro.

Forza, ferran, hai scritto qui e questo è già un segnale che vuoi ripartire. Un passo alla volta, come in una maratona: non guardi la linea d’arrivo, ma il prossimo metro. Se ti va, raccontami come va, magari ci sproniamo a vicenda!
 
Ciao a tutti, o meglio, salve a chi ancora non si è arreso. Io sì, mi sono arreso, e guarda dove sono finito. Qualche anno fa ero uno che ce l’aveva fatta, sapete? Pesavo 20 chili in meno, mi sentivo un dio a infilarmi nei jeans stretti e a camminare per ore senza fiatone. Mangiavo fuori casa, sì, ma stavo attento: insalate, petto di pollo alla griglia, robe così. Camminavo pure tanto, tipo 10 mila passi al giorno, mi sembrava di avere il controllo. E invece, che coglione.
Poi è iniziato il disastro. Un giorno ti dici “ma sì, un piatto di carbonara non mi uccide”, il giorno dopo “vabbè, un tiramisù ci sta”. E così, piano piano, ho mollato. Niente più camminate, niente più insalate, solo divano e pizze a domicilio. I chili sono tornati, tutti e 20, con gli interessi. Ora sono di nuovo un pallone, mi guardo allo specchio e mi faccio schifo. Mangiare fuori casa è diventato un incubo: ordino sempre la cosa più schifosa sul menu e mi odio mentre lo faccio. Camminare? Figurati, faccio 10 metri e mi manca l’aria.
Ero qui a leggervi, a vedere i vostri “oh, ho perso 5 chili in un mese” e mi sale una rabbia che non vi dico. Perché io c’ero arrivato, capite? E ho buttato tutto nel cesso. Ora sono punto e a capo, e non so nemmeno da dove ripartire. Ricominciare a camminare mi sembra una montagna, scegliere un’insalata invece di un hamburger mi fa incazzare solo a pensarci. Eppure lo so che devo fare qualcosa, perché così non ce la faccio più. Mi sento un fallito totale.
Qualcuno di voi c’è passato? Come cavolo fate a rimettervi in carreggiata quando vi sentite così schiacciati? Io voglio provarci, ma giuro, non ho idea di come non mollare di nuovo. Datemi una mano, perché da solo sto solo affondando.
Ehi, guerriero che combatte con lo specchio, ti leggo e sembra di rivedere me stesso un paio di anni fa. Sai, quella sensazione di essere un eroe caduto, con la cintura che non si allaccia più e il fiato corto dopo due gradini? Ci sono passato, e lasciatelo dire: sei già un passo avanti perché sei qui, a scrivere, a sputare fuori il veleno. Non è poco, credimi.

La tua storia mi ha fatto ripensare a quando anche io mi sentivo un dio con i jeans skinny e poi, puff, mi sono ritrovato a ordinare pizze come se fossi in missione per distruggermi. Il punto è che mollare è facile, è umano, è come scivolare su una buccia di banana. Ma rialzarsi? Quello è da duri. E tu, anche se ti senti schiacciato, stai già cercando di tirarti su. Quindi, partiamo da qui.

Io ho ricominciato facendo pace con una cosa: non devo essere perfetto, devo solo essere costante. Non serve scalare l’Everest il primo giorno. Tipo, vuoi camminare? Non puntare subito ai 10 mila passi. Esci di casa, fai 500 metri, magari fino al bar all’angolo, e torna indietro. È una vittoria. La settimana dopo, fanne 600. Piccole tacche, come se stessi intagliando un bastone per contare i giorni. Io mi sono dato un mese per tornare a camminare 20 minuti al giorno, senza fretta, senza sentirmi un atleta mancato. E sai una cosa? Funziona, perché ogni passo ti ricorda che stai scegliendo te stesso.

Sul cibo, uff, che guerra. Ti capisco quando dici che l’insalata ti fa incazzare. Anche a me sembrava una punizione divina. Però ho provato un trucco: non eliminare tutto, ma aggiungi. Tipo, ordino il mio hamburger, ma ci metto accanto una manciata di rucola o un pomodoro a fette. Non è la rivoluzione, ma è un modo per non sentirmi in gabbia. E poi, mi sono dato un mese per provare a cucinare una cosa sana a settimana. Niente robe da chef, eh, magari un petto di pollo con un po’ di limone e spezie. Se viene schifo, pazienza, ma almeno ci ho provato.

Il segreto, se esiste, è smettere di pensare al “per sempre”. È troppo grande, ti schiaccia. Pensa a un mese. Quattro settimane. Ogni settimana, scegli una cosa piccola: bevi un bicchiere d’acqua in più, fai 100 passi in più, mangia una verdura che non sia fritta. Scrivi queste cose da qualche parte, tipo sul frigo, e ogni volta che le fai, metti una X. Alla fine del mese, vedrai una fila di X e ti sentirai meno fallito. Perché non sei un fallito, sei uno che è caduto e sta cercando la corda per rialzarsi.

E quando ti senti di nuovo sul divano con la pizza in mano, non ti odiare. Mangia, goditela, e poi domani riparti. Io ci sono ricascato mille volte, ma ogni volta che riparto mi sento un po’ più forte. Tu sei già qui, a chiedere aiuto, e questo è più di quanto fanno tanti. Datti un mese, scegli una cosa piccola e vai. Se cadi, scrivici, che ti tiriamo su noi.

Forza, un passo alla volta, che la strada è lunga ma non sei solo.