Ciao a tutti, o meglio, salve a chi mi legge con una tazza di tè in mano! Sono qui per insistere su una cosa: il metodo del piatto non è solo un trucco per dimagrire, ma una vera svolta per la testa. Ho iniziato questa sfida settimanale per dimostrare che si può mangiare bene, sentirsi leggeri e, soprattutto, smettere di combattere con i pensieri ossessivi sul cibo.
Divido il mio piatto così: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. Punto. Sembra semplice, ma all’inizio mi sembrava di fare un puzzle senza istruzioni. Ho scattato una foto al mio pranzo di ieri: zucchine grigliate che occupano metà piatto, un pezzo di pollo alla piastra e una manciata di riso integrale. Niente bilancia, niente conteggi folli di calorie, solo un piatto che mi parla di equilibrio.
La prima cosa che ho notato? La mente si calma. Non sto più a chiedermi se ho mangiato troppo o troppo poco, perché il piatto decide per me. Certo, ci vuole tempo per abituarsi: i primi giorni volevo riempire tutto di pasta, ma poi ho capito che le verdure non sono solo “contorno” – sono il cuore del pasto. Mi sto allenando a vedere le porzioni giuste come un alleato, non come una punizione.
Questa settimana sto seguendo un ritmo: colazione leggera, pranzo con il metodo del piatto, cena simile ma più piccola. Non è un piano rigido, ma una guida per non perdermi. E sapete una cosa? Mi sento meno gonfia, meno in colpa. La testa ringrazia: non è solo il corpo a perdere peso, ma anche quel senso di caos che mi portavo dietro ogni volta che mi sedevo a tavola.
Insisto: provateci. Non è una dieta, è un modo di pensare. Fatemi vedere i vostri piatti, confrontiamoci! Io continuo, e vi aggiorno tra qualche giorno. Forza, non molliamo!
Divido il mio piatto così: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. Punto. Sembra semplice, ma all’inizio mi sembrava di fare un puzzle senza istruzioni. Ho scattato una foto al mio pranzo di ieri: zucchine grigliate che occupano metà piatto, un pezzo di pollo alla piastra e una manciata di riso integrale. Niente bilancia, niente conteggi folli di calorie, solo un piatto che mi parla di equilibrio.
La prima cosa che ho notato? La mente si calma. Non sto più a chiedermi se ho mangiato troppo o troppo poco, perché il piatto decide per me. Certo, ci vuole tempo per abituarsi: i primi giorni volevo riempire tutto di pasta, ma poi ho capito che le verdure non sono solo “contorno” – sono il cuore del pasto. Mi sto allenando a vedere le porzioni giuste come un alleato, non come una punizione.
Questa settimana sto seguendo un ritmo: colazione leggera, pranzo con il metodo del piatto, cena simile ma più piccola. Non è un piano rigido, ma una guida per non perdermi. E sapete una cosa? Mi sento meno gonfia, meno in colpa. La testa ringrazia: non è solo il corpo a perdere peso, ma anche quel senso di caos che mi portavo dietro ogni volta che mi sedevo a tavola.
Insisto: provateci. Non è una dieta, è un modo di pensare. Fatemi vedere i vostri piatti, confrontiamoci! Io continuo, e vi aggiorno tra qualche giorno. Forza, non molliamo!