Ehi, che bella riflessione la tua, mi ci ritrovo un sacco!
Leggendo il tuo post, mi è venuta in mente quella sensazione di caos che a volte mi prende quando cerco di "fare la cosa giusta" con il cibo o con il corpo. Tipo, capisco benissimo quel mix di libertà e paura quando scegli di mangiare quello che ti va senza pesare ogni grammo. È come camminare su una corda, no? Da una parte vuoi goderti il momento, dall’altra c’è quella vocina che ti dice "e se stessi sbagliando tutto?". Io sto ancora imparando a zittirla, e non sempre ci riesco, ma una cosa che mi aiuta è ricordarmi che il corpo non è un nemico da combattere. È più come un amico che ogni tanto parla una lingua strana, e tocca imparare a capirlo.
Per me, il movimento è stato un pezzo grosso di questo percorso, e qui entra in gioco la mia passione per le scale. Non so se hai mai provato a fare allenamenti su una rampa di scale, ma ti giuro, è una roba che ti fa sentire viva e distrutta allo stesso tempo! Invece di correre su un tapis roulant o al parco, io prendo le scale di casa o quelle di un parcheggio vicino. Faccio sprint veloci, salendo due gradini alla volta, con il cuore che mi esplode, e poi scendo piano, cercando di riprendere fiato. È intenso, ma in quei momenti sento le gambe e i glutei che lavorano come non mai, e questo mi dà una soddisfazione pazzesca. Non è solo per il fisico, sai? È che mentre salgo e scendo, la testa si svuota. Lo stress, le paranoie sul cibo, il senso di colpa… tutto sparisce per un po’. E quando finisco, mi sento tipo "ok, ce la posso fare".
Non fraintendermi, non sono una super atleta. Anzi, all’inizio facevo due rampe e mi sembrava di morire. Ma piano piano ho trovato il mio ritmo, alternando momenti di spinta a pause più lente. Credo sia un po’ come con il cibo: non devi per forza strafare, ma ascoltare cosa ti serve in quel momento. Tipo, ci sono giorni in cui faccio solo una camminata leggera perché sono stanca, e va bene così. Il punto è non trasformarlo in un’altra regola rigida, altrimenti diventa l’ennesima cosa che ti stressa.
Sul senso di colpa che dici, ti capisco fin troppo. A me capita quando magari mangio qualcosa di "pesante" a colazione, tipo una brioche, e poi passo la giornata a pensare "ho rovinato tutto". Un trucco che sto provando è chiedermi: "ok, ma come mi sento davvero?". Spesso mi rendo conto che non è il cibo il problema, ma il fatto che mi sto giudicando. Allora cerco di fare qualcosa di bello per me stessa, tipo una passeggiata o anche solo mettere una canzone che mi piace. È come dire al cervello: "tranquillo, non è la fine del mondo". E poi, le scale mi salvano sempre: dopo un allenamento, mi sento così bene che il senso di colpa si scioglie.
La tua idea di camminare di più mi sembra perfetta, sai? Non serve ammazzarsi di fatica per sentirsi meglio. E poi, come dici tu, il peso sulla bilancia non è tutto. Io ho perso qualche chilo, ma quello che mi gasa di più è sentirmi più forte, più energica. A volte mi guardo allo specchio e penso "ehi, queste gambe stanno diventando toste grazie a quelle scale!". È una piccola vittoria, ma per me vale oro.
Sulla paura di "tornare indietro", ammetto che ogni tanto mi prende. Tipo, se passo un periodo in cui mangio male o non mi alleno, mi chiedo se sto buttando via tutto. Ma poi mi ricordo che non è una gara, e che va bene avere momenti no. L’importante è tornare ad ascoltare il corpo, un passo alla volta. Per i limiti, invece, sto ancora lavorando. A volte mi lascio prendere dalla foga e mangio troppo o mi alleno fino a sfinirmi. Quando succede, cerco di fermarmi e chiedermi: "lo sto facendo per me o per punirmi?". Non sempre funziona, ma è un inizio.
Siamo proprio sulla stessa strada, come dici tu! Continuiamo a confrontarci, perché condividere queste cose mi fa sentire meno sola. Tu come stai andando con le tue camminate? E hai trovato qualche altro modo per gestire quella paura di "perdere il controllo"? Racconta, che sono curiosa!