Ciao a tutti, o meglio, salve a chi capita qui per caso! Sono uno che ce l’ha fatta: da 110 chili a 75, e no, non ho venduto l’anima a qualche dieta magica o pillole da quattro soldi. Mangiare fuori è sempre stato il mio tallone d’Achille, ma ho imparato a domarlo, e ora vi racconto come.
All’inizio era un disastro: pizze, fritti, un bicchiere di vino che diventava tre. Poi ho capito che non servivano miracoli, ma scelte concrete. Ho iniziato a studiare i menu prima di uscire: insalate con proteine, niente salse strane, e se c’era il pane lo rimandavo indietro. Sudavo freddo a dire "no" al cameriere, ma col tempo è diventata una soddisfazione. E poi, il trucco vero: tornare a casa e buttarmi in allenamenti tosti, roba breve ma intensa, che mi faceva sentire meno in colpa per quel piatto di pasta occasionale.
Le difficoltà? Fame nervosa e amici che ti guardano storto se ordini acqua invece di birra. Ma ho tenuto duro, perché non credevo a promesse divine, solo ai numeri sulla bilancia. Oggi mangio fuori senza paura, scelgo furbo e sudo per compensare. Niente di sovrannaturale, solo testa e costanza. Voi come ve la cavate?
All’inizio era un disastro: pizze, fritti, un bicchiere di vino che diventava tre. Poi ho capito che non servivano miracoli, ma scelte concrete. Ho iniziato a studiare i menu prima di uscire: insalate con proteine, niente salse strane, e se c’era il pane lo rimandavo indietro. Sudavo freddo a dire "no" al cameriere, ma col tempo è diventata una soddisfazione. E poi, il trucco vero: tornare a casa e buttarmi in allenamenti tosti, roba breve ma intensa, che mi faceva sentire meno in colpa per quel piatto di pasta occasionale.
Le difficoltà? Fame nervosa e amici che ti guardano storto se ordini acqua invece di birra. Ma ho tenuto duro, perché non credevo a promesse divine, solo ai numeri sulla bilancia. Oggi mangio fuori senza paura, scelgo furbo e sudo per compensare. Niente di sovrannaturale, solo testa e costanza. Voi come ve la cavate?