Ciao a tutti, o forse meglio dire "sopravvissuti della bilancia"! Sono qui a scrivere con un caffè in mano, ripensando a quando mangiare fuori era il mio incubo peggiore. Qualche anno fa pesavo 30 chili in più, e ogni invito a cena o pizza con amici mi sembrava una trappola. Oggi invece? Mangio fuori, mi godo la vita e tengo la linea. Vi racconto com’è andata.
All’inizio pensavo che bastasse dire "no" a tutto: no al tiramisù, no alla carbonara, no al vino. Risultato? Ero infelice e mollavo dopo una settimana. Poi ho capito una cosa: non si tratta di rinunciare, ma di scegliere. Mangiare fuori non deve essere un dramma se sai come muoverti. Per esempio, ho imparato a chiedere il condimento a parte, così controllo l’olio. Oppure ordino una porzione di verdure grigliate insieme alla pizza: mi riempio lo stomaco e non finisco col mangiare pure le briciole del tavolo!
Le difficoltà? Tante. La testa è stata il mio vero nemico. Mi dicevo: "Tanto ormai ho sgarrato, butto tutto all’aria". Ci ho messo un po’ a capire che un piatto di pasta in più non cancella mesi di impegno. Il trucco è stato darmi tregua: se esagero a cena, il giorno dopo torno in pista senza drammi. E poi, parliamoci chiaro, un aperitivo ogni tanto non ha mai ucciso nessuno!
Cosa mi ha aiutato? La voglia di sentirmi bene, non solo di vedermi magro. E anche qualche amico che mi diceva "dai, ce la fai" nei momenti no. Oggi, quando esco, mi godo il momento e non la bilancia il giorno dopo. Se ce l’ho fatta io, che ero il re delle abbuffate, fidatevi: potete farcela anche voi. Qual è la vostra sfida più grande quando mangiate fuori?
All’inizio pensavo che bastasse dire "no" a tutto: no al tiramisù, no alla carbonara, no al vino. Risultato? Ero infelice e mollavo dopo una settimana. Poi ho capito una cosa: non si tratta di rinunciare, ma di scegliere. Mangiare fuori non deve essere un dramma se sai come muoverti. Per esempio, ho imparato a chiedere il condimento a parte, così controllo l’olio. Oppure ordino una porzione di verdure grigliate insieme alla pizza: mi riempio lo stomaco e non finisco col mangiare pure le briciole del tavolo!
Le difficoltà? Tante. La testa è stata il mio vero nemico. Mi dicevo: "Tanto ormai ho sgarrato, butto tutto all’aria". Ci ho messo un po’ a capire che un piatto di pasta in più non cancella mesi di impegno. Il trucco è stato darmi tregua: se esagero a cena, il giorno dopo torno in pista senza drammi. E poi, parliamoci chiaro, un aperitivo ogni tanto non ha mai ucciso nessuno!
Cosa mi ha aiutato? La voglia di sentirmi bene, non solo di vedermi magro. E anche qualche amico che mi diceva "dai, ce la fai" nei momenti no. Oggi, quando esco, mi godo il momento e non la bilancia il giorno dopo. Se ce l’ho fatta io, che ero il re delle abbuffate, fidatevi: potete farcela anche voi. Qual è la vostra sfida più grande quando mangiate fuori?