Mangiare fuori e rovinarsi la giornata: ma perché i ristoranti non capiscono niente di diete decenti?!

misioho

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, non ce la faccio più! Esco a mangiare fuori con gli amici, penso "dai, magari trovo qualcosa di decente che non mi faccia sgarrare", e invece niente, il disastro totale! I ristoranti sembrano proprio non capire cosa significhi mangiare sano, soprattutto per chi come me sta cercando di perdere peso e si ammazza di gruppetti tipo zumba e pilates per restare in pista. Ma vi pare normale che l’unica opzione “leggera” sia un’insalata triste con due foglie e un pomodoro scondito, oppure un piatto di carne che nuota nell’olio come se fosse una piscina? Io sto lì a sudare in palestra, a farmi motivare dal gruppo – perché, diciamocelo, il bello di allenarsi insieme è che ti spingi a non mollare – e poi esco e mi ritrovo davanti a menù che sembrano fatti apposta per distruggere tutto!
L’altro giorno, giuro, ero a un ristorante carino, di quelli che ti aspetti un minimo di attenzione. Chiedo al cameriere: “Scusi, c’è qualcosa senza troppi carboidrati, magari con più proteine?” E lui, con la faccia da pesce lesso, mi fa: “Beh, può prendere il pollo, è light!”. Arriva il pollo: impanato, fritto e con una salsa che sembrava burro liquido. Ma light de che?! Io mi alleno con il gruppo di boxe due volte a settimana, ci metto l’anima per sentirmi bene e vedere i risultati, e questi mi propongono roba che mi fa tornare a casa con i sensi di colpa!
Seriamente, perché i ristoranti non capiscono che c’è gente come noi che vuole mangiare fuori senza rovinarsi la giornata? Non dico di trasformare tutto in un menù da palestra, ma almeno un paio di opzioni decenti, no? Tipo, non so, una bella bistecca grigliata con verdure vere, non quelle surgelate mollicce, o magari un pesce che non sia annegato in condimenti strani. Io adoro i miei corsi, la zumba mi fa scaricare lo stress, il pilates mi sta rimettendo in sesto la schiena, e il gruppo è la mia forza – ci incitiamo, ci controlliamo a vicenda, è una figata! Ma poi esco e mi sento come se tutto quel lavoro fosse inutile.
Un consiglio per chi come me ama i gruppetti: prima di uscire, guardate il menù online, se c’è. Almeno vi preparate psicologicamente al disastro o magari trovate quel posto raro che non ti sabota. E se proprio non c’è niente, fate come me ultimamente: ordino una cosa semplice, tipo carne o pesce, e chiedo di non affogarla in salse o schifezze. Non sempre funziona, ma almeno ci provo. Dai, non posso essere l’u
 
Ciao ragazzi, ti capisco benissimo, è una lotta continua! Anche io mi sono trovata mille volte in quella situazione: esci con gli amici, cerchi di non buttare all’aria tutto il lavoro fatto e invece ti ritrovi davanti a piatti che sembrano un attentato alla tua forza di volontà. Però sai una cosa? Da quando ho scoperto la yoga e la meditazione, il mio approccio è cambiato un sacco, e magari può esserti utile pure a te.

Io prima ero come te, sudavo in palestra, mi ammazzavo con i gruppi – che comunque sono una bomba per motivarsi, hai ragione – ma poi uscivo e crollavo davanti a un menù assurdo. Poi ho iniziato a fare yoga, non solo per muovermi, ma proprio per calmare la testa. La meditazione mi ha aiutato a non vedere il cibo come un nemico o una ricompensa, ma come una scelta. Tipo, ora quando sono al ristorante e vedo solo insalate mosce o roba fritta, non mi faccio prendere dal panico. Respiro, penso a quello che voglio davvero per me stessa e cerco di adattarmi. Chiedo sempre di personalizzare: “Me lo fate alla griglia senza olio?”, “Potete mettere le verdure al vapore invece delle patate?”. Non sempre ci riescono, ma almeno il 70% delle volte sì, e mi salvo la giornata.

E poi, lo yoga mi ha fatto perdere peso senza nemmeno accorgermene. Non è solo l’esercizio, è che ti cambia il rapporto con il corpo. Io facevo due ore di pratica al giorno all’inizio, magari con una sequenza tipo Saluto al Sole o qualche posizione per sciogliere lo stress, e piano piano ho visto i chili scendere. Non è una cosa da matti come la boxe o la zumba – che comunque rispetto, ci vuole grinta! – ma è costante, ti rimette in asse. E la meditazione? Dieci minuti al mattino, concentrata sul respiro, e ti giuro che dopo non hai più quella fame nervosa che ti fa ordinare il pollo fritto con la salsa burrosa.

Il mio consiglio pratico: prova a integrare qualcosa di tranquillo come lo yoga nella tua routine, magari dopo i tuoi corsi di gruppo. Ti dà quella calma che serve per non farti fregare dai menù schifosi. E quando esci, prepara il terreno: menù online, come dici tu, e magari porta con te un mindset più zen. Se il cameriere ti guarda strano, pazienza, insisti con quello che vuoi. Io una volta ho ordinato un pesce che sul menù era “in umido” e ho detto “niente sugo, solo limone”, ed è andata! Non sarà perfetto, ma almeno non torni a casa con i sensi di colpa.

Forza, non mollare i tuoi gruppi, sono una figata, ma prova a darti una chance con qualcosa di più morbido come lo yoga. Ti cambia la prospettiva, e magari pure il girovita!
 
Ciao ragazzi, ti capisco benissimo, è una lotta continua! Anche io mi sono trovata mille volte in quella situazione: esci con gli amici, cerchi di non buttare all’aria tutto il lavoro fatto e invece ti ritrovi davanti a piatti che sembrano un attentato alla tua forza di volontà. Però sai una cosa? Da quando ho scoperto la yoga e la meditazione, il mio approccio è cambiato un sacco, e magari può esserti utile pure a te.

Io prima ero come te, sudavo in palestra, mi ammazzavo con i gruppi – che comunque sono una bomba per motivarsi, hai ragione – ma poi uscivo e crollavo davanti a un menù assurdo. Poi ho iniziato a fare yoga, non solo per muovermi, ma proprio per calmare la testa. La meditazione mi ha aiutato a non vedere il cibo come un nemico o una ricompensa, ma come una scelta. Tipo, ora quando sono al ristorante e vedo solo insalate mosce o roba fritta, non mi faccio prendere dal panico. Respiro, penso a quello che voglio davvero per me stessa e cerco di adattarmi. Chiedo sempre di personalizzare: “Me lo fate alla griglia senza olio?”, “Potete mettere le verdure al vapore invece delle patate?”. Non sempre ci riescono, ma almeno il 70% delle volte sì, e mi salvo la giornata.

E poi, lo yoga mi ha fatto perdere peso senza nemmeno accorgermene. Non è solo l’esercizio, è che ti cambia il rapporto con il corpo. Io facevo due ore di pratica al giorno all’inizio, magari con una sequenza tipo Saluto al Sole o qualche posizione per sciogliere lo stress, e piano piano ho visto i chili scendere. Non è una cosa da matti come la boxe o la zumba – che comunque rispetto, ci vuole grinta! – ma è costante, ti rimette in asse. E la meditazione? Dieci minuti al mattino, concentrata sul respiro, e ti giuro che dopo non hai più quella fame nervosa che ti fa ordinare il pollo fritto con la salsa burrosa.

Il mio consiglio pratico: prova a integrare qualcosa di tranquillo come lo yoga nella tua routine, magari dopo i tuoi corsi di gruppo. Ti dà quella calma che serve per non farti fregare dai menù schifosi. E quando esci, prepara il terreno: menù online, come dici tu, e magari porta con te un mindset più zen. Se il cameriere ti guarda strano, pazienza, insisti con quello che vuoi. Io una volta ho ordinato un pesce che sul menù era “in umido” e ho detto “niente sugo, solo limone”, ed è andata! Non sarà perfetto, ma almeno non torni a casa con i sensi di colpa.

Forza, non mollare i tuoi gruppi, sono una figata, ma prova a darti una chance con qualcosa di più morbido come lo yoga. Ti cambia la prospettiva, e magari pure il girovita!
Ragazzi, ti leggo e mi ci rivedo proprio. Anche io, dopo il divorzio, ho iniziato questo percorso per riprendermi in mano, e ti assicuro che capisco ogni singola parola di quello che dici. Mangiare fuori è un incubo, vero? Ti prepari mentalmente, cerchi di non cedere, e poi ti arriva un piatto che sembra fatto apposta per sabotarti. Però il tuo approccio con yoga e meditazione mi ha colpita, e mi sa che hai ragione: forse serve qualcosa che ti sistemi dentro, non solo fuori.

Io all’inizio mi buttavo solo sul fisico: camminate infinite, pesi in casa, contavo ogni caloria come se fosse una questione di vita o di morte. E funzionava, eh, i chili li vedevo scendere, ma poi uscivo con qualcuno e crollavo. Tipo, una volta ho ordinato un’insalata “leggera” e mi è arrivata con un quintale di mozzarella e condimento che sembrava olio motore. Lì per lì ridi, ma poi ti senti uno schifo, come se avessi buttato via tutto. Però tu parli di questa calma che ti dà lo yoga, e mi sa che mi manca proprio quella. Io sono ancora in modalità “tutto o niente”: o sto a dieta ferrea o mi abbuffo e mi pento.

Proverò a seguire il tuo consiglio, magari non due ore di yoga al giorno – non ho tutto quel tempo! – ma anche solo mezz’ora, giusto per vedere se mi aiuta a non farmi travolgere dalla rabbia quando il cameriere mi dice “non si può modificare”. E la meditazione mi intriga: dieci minuti al mattino li posso trovare, no? Se mi toglie quella voglia di mangiare per sfogarmi, già sarebbe un miracolo. Anche perché, dopo il divorzio, il cibo era tipo il mio migliore amico nei momenti no, e sto cercando di cambiare ‘sta abitudine.

Sul mangiare fuori, hai ragione: chiedere di personalizzare è una mossa furba. Io di solito mi vergogno un po’, ma forse è ora di fregarmene e basta. Una volta ho chiesto del pollo grigliato senza niente sopra, e il cameriere ha fatto una faccia come se gli avessi chiesto la luna, ma alla fine me l’ha portato. Non era un capolavoro, ma almeno non mi sono sentita in colpa tutto il giorno. Magari comincio a guardare i menù online prima, come dici tu, e mi preparo una strategia. Non sarà la soluzione perfetta, ma meglio di niente.

Grazie per il racconto, mi hai dato uno spunto vero. Continuo con le mie camminate – mi fanno sentire forte, non le mollo – ma ci infilo un po’ di yoga e vedo che succede. Se funziona anche solo la metà di quello che dici, mi sa che avrò meno crisi davanti a una carbonara! Dai, teniamoci aggiornati, che questa lotta la vinciamo un passo alla volta.
 
Ragazzi, non ce la faccio più! Esco a mangiare fuori con gli amici, penso "dai, magari trovo qualcosa di decente che non mi faccia sgarrare", e invece niente, il disastro totale! I ristoranti sembrano proprio non capire cosa significhi mangiare sano, soprattutto per chi come me sta cercando di perdere peso e si ammazza di gruppetti tipo zumba e pilates per restare in pista. Ma vi pare normale che l’unica opzione “leggera” sia un’insalata triste con due foglie e un pomodoro scondito, oppure un piatto di carne che nuota nell’olio come se fosse una piscina? Io sto lì a sudare in palestra, a farmi motivare dal gruppo – perché, diciamocelo, il bello di allenarsi insieme è che ti spingi a non mollare – e poi esco e mi ritrovo davanti a menù che sembrano fatti apposta per distruggere tutto!
L’altro giorno, giuro, ero a un ristorante carino, di quelli che ti aspetti un minimo di attenzione. Chiedo al cameriere: “Scusi, c’è qualcosa senza troppi carboidrati, magari con più proteine?” E lui, con la faccia da pesce lesso, mi fa: “Beh, può prendere il pollo, è light!”. Arriva il pollo: impanato, fritto e con una salsa che sembrava burro liquido. Ma light de che?! Io mi alleno con il gruppo di boxe due volte a settimana, ci metto l’anima per sentirmi bene e vedere i risultati, e questi mi propongono roba che mi fa tornare a casa con i sensi di colpa!
Seriamente, perché i ristoranti non capiscono che c’è gente come noi che vuole mangiare fuori senza rovinarsi la giornata? Non dico di trasformare tutto in un menù da palestra, ma almeno un paio di opzioni decenti, no? Tipo, non so, una bella bistecca grigliata con verdure vere, non quelle surgelate mollicce, o magari un pesce che non sia annegato in condimenti strani. Io adoro i miei corsi, la zumba mi fa scaricare lo stress, il pilates mi sta rimettendo in sesto la schiena, e il gruppo è la mia forza – ci incitiamo, ci controlliamo a vicenda, è una figata! Ma poi esco e mi sento come se tutto quel lavoro fosse inutile.
Un consiglio per chi come me ama i gruppetti: prima di uscire, guardate il menù online, se c’è. Almeno vi preparate psicologicamente al disastro o magari trovate quel posto raro che non ti sabota. E se proprio non c’è niente, fate come me ultimamente: ordino una cosa semplice, tipo carne o pesce, e chiedo di non affogarla in salse o schifezze. Non sempre funziona, ma almeno ci provo. Dai, non posso essere l’u
Ciao! Capisco benissimo la tua frustrazione, anch’io mi arrabbio quando esco e trovo solo piatti che sembrano boicottare i miei sforzi. Da quando ho iniziato a pedalare come un matto – e credimi, il ciclismo mi ha cambiato la vita, kilogrammi persi e energia a mille – cerco di stare attento a quello che mangio fuori. Il mio trucco? Chiedo sempre qualcosa di grigliato, tipo pesce o carne, e insisto per avere verdure fresche, non quelle molli da freezer. Non è perfetto, ma almeno non torno a casa sentendomi un fallito. I ristoranti dovrebbero svegliarsi, hai ragione: basterebbe poco per accontentare chi come noi si sbatte per stare in forma!
 
Ragazzi, non ce la faccio più! Esco a mangiare fuori con gli amici, penso "dai, magari trovo qualcosa di decente che non mi faccia sgarrare", e invece niente, il disastro totale! I ristoranti sembrano proprio non capire cosa significhi mangiare sano, soprattutto per chi come me sta cercando di perdere peso e si ammazza di gruppetti tipo zumba e pilates per restare in pista. Ma vi pare normale che l’unica opzione “leggera” sia un’insalata triste con due foglie e un pomodoro scondito, oppure un piatto di carne che nuota nell’olio come se fosse una piscina? Io sto lì a sudare in palestra, a farmi motivare dal gruppo – perché, diciamocelo, il bello di allenarsi insieme è che ti spingi a non mollare – e poi esco e mi ritrovo davanti a menù che sembrano fatti apposta per distruggere tutto!
L’altro giorno, giuro, ero a un ristorante carino, di quelli che ti aspetti un minimo di attenzione. Chiedo al cameriere: “Scusi, c’è qualcosa senza troppi carboidrati, magari con più proteine?” E lui, con la faccia da pesce lesso, mi fa: “Beh, può prendere il pollo, è light!”. Arriva il pollo: impanato, fritto e con una salsa che sembrava burro liquido. Ma light de che?! Io mi alleno con il gruppo di boxe due volte a settimana, ci metto l’anima per sentirmi bene e vedere i risultati, e questi mi propongono roba che mi fa tornare a casa con i sensi di colpa!
Seriamente, perché i ristoranti non capiscono che c’è gente come noi che vuole mangiare fuori senza rovinarsi la giornata? Non dico di trasformare tutto in un menù da palestra, ma almeno un paio di opzioni decenti, no? Tipo, non so, una bella bistecca grigliata con verdure vere, non quelle surgelate mollicce, o magari un pesce che non sia annegato in condimenti strani. Io adoro i miei corsi, la zumba mi fa scaricare lo stress, il pilates mi sta rimettendo in sesto la schiena, e il gruppo è la mia forza – ci incitiamo, ci controlliamo a vicenda, è una figata! Ma poi esco e mi sento come se tutto quel lavoro fosse inutile.
Un consiglio per chi come me ama i gruppetti: prima di uscire, guardate il menù online, se c’è. Almeno vi preparate psicologicamente al disastro o magari trovate quel posto raro che non ti sabota. E se proprio non c’è niente, fate come me ultimamente: ordino una cosa semplice, tipo carne o pesce, e chiedo di non affogarla in salse o schifezze. Non sempre funziona, ma almeno ci provo. Dai, non posso essere l’u
Ciao a tutti, capisco perfettamente la frustrazione! Anche io sono nella tua stessa barca, sto cercando di perdere peso dopo un infortunio che mi ha fatto mettere su chili di troppo. All’inizio non potevo muovermi quasi per niente, e il cibo era l’unica consolazione, ma ora che sto riprendendo in mano la mia vita con allenamenti adattati – tipo pilates per la schiena e qualche sessione leggera di cardio – uscire a mangiare fuori è diventato un incubo. Concordo, i ristoranti sembrano vivere in un mondo parallelo dove “sano” significa o un’insalata che sa di niente o qualcosa di fritto che ti fa pentire di essere uscito di casa.

L’altro giorno ho provato a chiedere una cosa semplice, una grigliata di pesce senza troppi condimenti, e mi arriva un piatto con un filo d’olio che sembrava più una zuppa. Io che sudo per tornare in forma, adattandomi a quello che il mio corpo riesce a fare dopo la trauma, e poi mi ritrovo a combattere con menù che sembrano fatti per farmi crollare. Hai ragione sul controllare i menù online, lo faccio anch’io quando posso, ma spesso ti illudi che “grigliato” significhi leggero e invece ti arriva una bomba calorica.

Il mio trucco ultimamente è portare con me un po’ di forza di volontà extra: ordino proteine pure, tipo una bistecca o del pollo, e specifico mille volte “niente olio, niente salse”. A volte funziona, a volte mi guardano come se fossi pazzo. Però non mollo, perché i miei allenamenti – anche se non sono zumba o boxe, ma roba più tranquilla – mi stanno rimettendo in piedi, e non voglio buttare tutto all’aria per un cameriere che non capisce. Dai, resistiamo, che prima o poi qualche ristorante decente lo troviamo!
 
Ragazzi, non ce la faccio più! Esco a mangiare fuori con gli amici, penso "dai, magari trovo qualcosa di decente che non mi faccia sgarrare", e invece niente, il disastro totale! I ristoranti sembrano proprio non capire cosa significhi mangiare sano, soprattutto per chi come me sta cercando di perdere peso e si ammazza di gruppetti tipo zumba e pilates per restare in pista. Ma vi pare normale che l’unica opzione “leggera” sia un’insalata triste con due foglie e un pomodoro scondito, oppure un piatto di carne che nuota nell’olio come se fosse una piscina? Io sto lì a sudare in palestra, a farmi motivare dal gruppo – perché, diciamocelo, il bello di allenarsi insieme è che ti spingi a non mollare – e poi esco e mi ritrovo davanti a menù che sembrano fatti apposta per distruggere tutto!
L’altro giorno, giuro, ero a un ristorante carino, di quelli che ti aspetti un minimo di attenzione. Chiedo al cameriere: “Scusi, c’è qualcosa senza troppi carboidrati, magari con più proteine?” E lui, con la faccia da pesce lesso, mi fa: “Beh, può prendere il pollo, è light!”. Arriva il pollo: impanato, fritto e con una salsa che sembrava burro liquido. Ma light de che?! Io mi alleno con il gruppo di boxe due volte a settimana, ci metto l’anima per sentirmi bene e vedere i risultati, e questi mi propongono roba che mi fa tornare a casa con i sensi di colpa!
Seriamente, perché i ristoranti non capiscono che c’è gente come noi che vuole mangiare fuori senza rovinarsi la giornata? Non dico di trasformare tutto in un menù da palestra, ma almeno un paio di opzioni decenti, no? Tipo, non so, una bella bistecca grigliata con verdure vere, non quelle surgelate mollicce, o magari un pesce che non sia annegato in condimenti strani. Io adoro i miei corsi, la zumba mi fa scaricare lo stress, il pilates mi sta rimettendo in sesto la schiena, e il gruppo è la mia forza – ci incitiamo, ci controlliamo a vicenda, è una figata! Ma poi esco e mi sento come se tutto quel lavoro fosse inutile.
Un consiglio per chi come me ama i gruppetti: prima di uscire, guardate il menù online, se c’è. Almeno vi preparate psicologicamente al disastro o magari trovate quel posto raro che non ti sabota. E se proprio non c’è niente, fate come me ultimamente: ordino una cosa semplice, tipo carne o pesce, e chiedo di non affogarla in salse o schifezze. Non sempre funziona, ma almeno ci provo. Dai, non posso essere l’u
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Ragazzi, non ce la faccio più! Esco a mangiare fuori con gli amici, penso "dai, magari trovo qualcosa di decente che non mi faccia sgarrare", e invece niente, il disastro totale! I ristoranti sembrano proprio non capire cosa significhi mangiare sano, soprattutto per chi come me sta cercando di perdere peso e si ammazza di gruppetti tipo zumba e pilates per restare in pista. Ma vi pare normale che l’unica opzione “leggera” sia un’insalata triste con due foglie e un pomodoro scondito, oppure un piatto di carne che nuota nell’olio come se fosse una piscina? Io sto lì a sudare in palestra, a farmi motivare dal gruppo – perché, diciamocelo, il bello di allenarsi insieme è che ti spingi a non mollare – e poi esco e mi ritrovo davanti a menù che sembrano fatti apposta per distruggere tutto!
L’altro giorno, giuro, ero a un ristorante carino, di quelli che ti aspetti un minimo di attenzione. Chiedo al cameriere: “Scusi, c’è qualcosa senza troppi carboidrati, magari con più proteine?” E lui, con la faccia da pesce lesso, mi fa: “Beh, può prendere il pollo, è light!”. Arriva il pollo: impanato, fritto e con una salsa che sembrava burro liquido. Ma light de che?! Io mi alleno con il gruppo di boxe due volte a settimana, ci metto l’anima per sentirmi bene e vedere i risultati, e questi mi propongono roba che mi fa tornare a casa con i sensi di colpa!
Seriamente, perché i ristoranti non capiscono che c’è gente come noi che vuole mangiare fuori senza rovinarsi la giornata? Non dico di trasformare tutto in un menù da palestra, ma almeno un paio di opzioni decenti, no? Tipo, non so, una bella bistecca grigliata con verdure vere, non quelle surgelate mollicce, o magari un pesce che non sia annegato in condimenti strani. Io adoro i miei corsi, la zumba mi fa scaricare lo stress, il pilates mi sta rimettendo in sesto la schiena, e il gruppo è la mia forza – ci incitiamo, ci controlliamo a vicenda, è una figata! Ma poi esco e mi sento come se tutto quel lavoro fosse inutile.
Un consiglio per chi come me ama i gruppetti: prima di uscire, guardate il menù online, se c’è. Almeno vi preparate psicologicamente al disastro o magari trovate quel posto raro che non ti sabota. E se proprio non c’è niente, fate come me ultimamente: ordino una cosa semplice, tipo carne o pesce, e chiedo di non affogarla in salse o schifezze. Non sempre funziona, ma almeno ci provo. Dai, non posso essere l’u
Ehi, ragazzi, vi scrivo con un mezzo groppo in gola, perché la tua storia mi ha colpito in pieno! Sai, io sono quello che ce l’aveva fatta, o almeno così credevo. Due anni fa ero tipo il re del gruppo di corsa, macinavo chilometri, sudavo come un matto e vedevo i numeri sulla bilancia scendere. Ero sceso di 15 chili, mi sentivo una piuma, correvo con gli altri e ci gasavamo a vicenda, con quel vibe di “siamo una squadra, spacchiamo tutto”. Poi, puff, tutto è tornato indietro, e ora sono qui, con i jeans che tirano e il fiato corto, a chiedermi dove ho sbagliato.

Leggendo il tuo post, mi sono rivisto in ogni singola parola. Anche io, come te, amo uscire con gli amici, ma i ristoranti sono una trappola mortale! Tipo, vai con l’idea di “ok, starò attento, ordino qualcosa di sano”, e invece ti ritrovi davanti a piatti che sembrano usciti da un film horror per diete. L’insalata triste che dici tu? La conosco fin troppo bene, con quelle due foglie che sembrano chiedere pietà. Oppure ti propongono il “piatto light” che in realtà è una bomba calorica camuffata. L’altro giorno, giuro, ho chiesto un pesce grigliato, pensando “vabbè, questo non può tradirmi”. Arriva il piatto: sembrava che il pesce avesse fatto il bagno in una vasca di olio! E il cameriere, con un sorriso, mi fa: “È leggero, signore”. Leggero per chi, per un trattore?

Il punto è che io ci ho provato a resistere. Quando avevo perso peso, ero super disciplinato: controllavo i menù online, portavo persino il mio contenitore con le verdure al vapore se sapevo che il posto era a rischio. Ma poi, non so, la vita ti frega. Una cena qua, un aperitivo là, e piano piano ho mollato. Il gruppo di corsa è rimasto, ma io ho iniziato a saltare gli allenamenti, a dirmi “vabbè, domani recupero”. E il peso è tornato, silenzioso, come un ninja. Ora sono di nuovo al punto di partenza, e credimi, fa male guardarsi allo specchio e pensare a quanto ero fiero di me stesso.

Il tuo post mi ha fatto venir voglia di riprovarci, però. Tipo, leggendo di come ti gasi con la zumba e il pilates, di come il tuo gruppo ti tiene su, mi sono ricordato perché amavo correre con i miei. Quel senso di “siamo tutti nella stessa barca” è una forza pazzesca. Quindi, grazie per avermelo ricordato. Ora sto pensando di tornare a essere quello che pianifica, che non si fa fregare dai menù schifosi. Magari, come dici tu, controllare i menù online è un buon punto di partenza. Oppure, boh, iniziare a dire ai camerieri: “Guarda, fammi una cosa semplice, senza salse, senza drammi”. E se il piatto arriva sbagliato, rimandarlo indietro senza sentirmi in colpa.

Un consiglio che mi sento di darti, visto che sei ancora in pista con i tuoi corsi: non mollare il gruppo, mai. Anche quando ti senti giù o quando un’uscita al ristorante ti fa pensare che tutto sia inutile. Quei momenti in cui vi incitate a vicenda valgono oro, e possono essere il motivo per non cedere. Io sto pensando di scrivermi un promemoria sul telefono, tipo: “Non lasciare che un pollo fritto ti rubi il traguardo”. E magari, la prossima volta che esco, ordino solo una bistecca e delle verdure grigliate, punto. Niente esperimenti, niente fidarsi dei camerieri con la faccia da pesce lesso.

Forza, continua a spaccare con la tua zumba e il tuo pilates. E se trovi un ristorante che capisce qualcosa di diete decenti, condividi il nome, ti prego! Io, nel frattempo, mi rimetto le scarpe da corsa e provo a tornare in pista, un passo alla volta.