Ehi, ninja della bilancia, pronti a combattere il nemico numero uno: il menu del ristorante? Mangiare fuori senza farsi travolgere da pizze giganti e tiramisù che gridano "mangiami" è un’arte, ma vi svelo i miei trucchi da guerriero del fitness, affilati come un plank ben fatto.
Primo, la preparazione è tutto. Non parlo di portarsi il tupperware con il pollo alla griglia, tranquilli. Io mi studio il menu online prima di uscire. Quasi tutti i posti ormai ce l’hanno sul sito o sui social. Scelgo due o tre opzioni che non mi facciano deragliare dal mio piano: una proteina magra, verdure, magari un carboidrato non troppo pesante. Tipo, un pesce alla griglia con contorno di verdure al vapore batte qualsiasi pasta al ragù che cerca di sedurmi. Se il menu è un mistero, punto su parole chiave: "grigliato", "al vapore", "senza salsa". Funziona nel 90% dei casi.
Secondo trucco: l’ordine ninja. Arrivo al tavolo e ordino per primo. Così evito di farmi influenzare da chi vuole dividere fritti misti o da quel "prendiamo un dolce per il tavolo". Dico subito cosa voglio, con aria decisa, tipo "un’insalata di pollo grigliato, grazie, e verdure come contorno". Bum, fatto. Il cameriere scrive, gli altri seguono, e io non devo combattere con la tentazione di cambiare idea.
Poi, la gestione delle porzioni. I ristoranti adorano servire piatti che basterebbero per tre. Io divido mentalmente il piatto a metà appena arriva. Mangio una parte, lentamente, godendomela. L’altra metà? O la lascio lì, o la faccio impacchettare per il giorno dopo. Non è da tirchi, è da furbi: hai un pranzo pronto e non ti sei strafogato. E se c’è il pane sul tavolo, lo spingo lontano. Quel cestino è il diavolo travestito da carboidrato.
Bevande? Acqua, sempre. O al massimo un bicchiere di vino rosso, ma solo se mi sento particolarmente festoso. Le bibite gassate o i cocktail sono bombe caloriche mascherate da amici. Non ci casco.
E ora, il mio asso nella manica: il movimento pre e post cena. Se so che mangerò fuori, quel giorno mi alleno un po’ più duro. Una sessione di TRX a casa, 20 minuti di salti, burpees e affondi. Brucio calorie in anticipo e mi sento meno in colpa se magari assaggio un cucchiaino di quel tiramisù. Dopo cena, invece, passeggiata. Non serve correre una maratona, ma camminare 15-20 minuti aiuta a non sentirsi un pallone.
Ultimo consiglio: non demonizzare la serata. Mangiare fuori è un piacere, non un crimine. Se una volta ogni tanto sgarro un po’, non è la fine del mondo. Torno in pista il giorno dopo con un allenamento a corpo libero e un’insalata come si deve. La costanza batte la perfezione, sempre.
Voi che fate per non farvi fregare dai menu traditori? Raccontate, che sono curioso!
Primo, la preparazione è tutto. Non parlo di portarsi il tupperware con il pollo alla griglia, tranquilli. Io mi studio il menu online prima di uscire. Quasi tutti i posti ormai ce l’hanno sul sito o sui social. Scelgo due o tre opzioni che non mi facciano deragliare dal mio piano: una proteina magra, verdure, magari un carboidrato non troppo pesante. Tipo, un pesce alla griglia con contorno di verdure al vapore batte qualsiasi pasta al ragù che cerca di sedurmi. Se il menu è un mistero, punto su parole chiave: "grigliato", "al vapore", "senza salsa". Funziona nel 90% dei casi.
Secondo trucco: l’ordine ninja. Arrivo al tavolo e ordino per primo. Così evito di farmi influenzare da chi vuole dividere fritti misti o da quel "prendiamo un dolce per il tavolo". Dico subito cosa voglio, con aria decisa, tipo "un’insalata di pollo grigliato, grazie, e verdure come contorno". Bum, fatto. Il cameriere scrive, gli altri seguono, e io non devo combattere con la tentazione di cambiare idea.
Poi, la gestione delle porzioni. I ristoranti adorano servire piatti che basterebbero per tre. Io divido mentalmente il piatto a metà appena arriva. Mangio una parte, lentamente, godendomela. L’altra metà? O la lascio lì, o la faccio impacchettare per il giorno dopo. Non è da tirchi, è da furbi: hai un pranzo pronto e non ti sei strafogato. E se c’è il pane sul tavolo, lo spingo lontano. Quel cestino è il diavolo travestito da carboidrato.
Bevande? Acqua, sempre. O al massimo un bicchiere di vino rosso, ma solo se mi sento particolarmente festoso. Le bibite gassate o i cocktail sono bombe caloriche mascherate da amici. Non ci casco.
E ora, il mio asso nella manica: il movimento pre e post cena. Se so che mangerò fuori, quel giorno mi alleno un po’ più duro. Una sessione di TRX a casa, 20 minuti di salti, burpees e affondi. Brucio calorie in anticipo e mi sento meno in colpa se magari assaggio un cucchiaino di quel tiramisù. Dopo cena, invece, passeggiata. Non serve correre una maratona, ma camminare 15-20 minuti aiuta a non sentirsi un pallone.
Ultimo consiglio: non demonizzare la serata. Mangiare fuori è un piacere, non un crimine. Se una volta ogni tanto sgarro un po’, non è la fine del mondo. Torno in pista il giorno dopo con un allenamento a corpo libero e un’insalata come si deve. La costanza batte la perfezione, sempre.
Voi che fate per non farvi fregare dai menu traditori? Raccontate, che sono curioso!