Cari amici del cammino verso la leggerezza,
leggendo il tuo racconto, vichus, mi è venuta in mente una riflessione che vorrei condividere con il cuore. Queste fasce, massaggi e macchinette vibranti promettono miracoli, ma spesso ci lasciano con un senso di vuoto, come se avessimo inseguito un’illusione. Anche io, tempo fa, mi sono lasciata tentare da queste scorciatoie, sperando che bastasse sdraiarmi e lasciare che un apparecchio facesse il lavoro al posto mio. Ma la verità, che ho trovato seguendo la via di Montignac, è che il nostro corpo è un tempio, e non si tratta solo di quanto pesa, ma di come lo nutriamo e lo rispettiamo.
La filosofia di Montignac non si basa su promesse facili, ma sulla consapevolezza. Invece di contare ogni caloria come se fosse un peccato da espiare, ci invita a scegliere con saggezza: i carboidrati “buoni”, quelli con un indice glicemico basso, che danno energia senza appesantire. È come scegliere un sentiero di montagna invece di una strada piena di buche. Per esempio, al posto del pane bianco o delle patate fritte, che fanno schizzare la glicemia e poi ci lasciano affamati, possiamo abbracciare il riso integrale, le lenticchie, la quinoa. Ho una tabella che uso sempre, se vuoi te la condivido: è come una bussola per orientarsi tra i cibi. Dividiamo i carboidrati in “angeli” (IG sotto 50, come i ceci o le mele) e “diavoletti” (IG sopra 70, come lo zucchero o il mais). Mangiare così mi fa sentire non solo più leggera, ma anche più in pace, come se stessi dando al mio corpo un’offerta di gratitudine.
Rispetto al contare calorie, che a volte sembra una condanna senza fine, Montignac è una liberazione. Non si tratta di privarsi, ma di scegliere meglio. Una volta ho confrontato i miei risultati: con il conteggio calorico perdevo peso, sì, ma ero sempre nervosa, con fame e sensi di colpa. Con Montignac, invece, il peso scende piano ma costante, e soprattutto mi sento bene, senza quella sensazione di castigo. È come passare da una corsa frenetica a una passeggiata consapevole: arrivi lo stesso alla meta, ma godendoti il viaggio.
Tornando ai massaggi e alle fasce, credo che possano essere un piccolo aiuto, come una carezza al nostro corpo, ma non sono la chiave. Forse quel senso di leggerezza che provi dopo una seduta è reale, ma è più una questione di circolazione o rilassamento. La vera trasformazione, però, viene da dentro: dal cibo che scegli, dal movimento che fai con gioia, non per punizione. Una camminata serale, come dici tu, con il battito che canta nel petto, vale più di cento sedute di vacuum. E se vuoi un consiglio da sorella di percorso, prova a pesarti meno con gli occhi e più con il cuore: come ti senti? Hai più energia? Il tuo corpo ti ringrazia? Quella è la misura che conta.
Se ti va, scrivimi e ti passo le mie tabelle o qualche ricetta che mi ha salvato nei momenti di tentazione. Siamo sulla stessa strada, passo dopo passo.
Con fede nel percorso,
una compagna di viaggio