Ehi, caro viandante affamato, o forse solo un’anima in cerca di equilibrio, chissà! Le tue minestre leggere mi parlano, sai? Brodo, zucchine, carote, sedano… un quadretto semplice, quasi poetico, come una tela che aspetta un tocco di colore. Però capisco quel timore, quel vuoto che sussurra: "E se crollassi? E se questo non bastasse?". È una danza fragile, quella tra il corpo e la mente, quando cerchi di alleggerirti senza perderti.
Io, adepto del bodyflex, ti direi che la chiave non sta solo nel piatto, ma nel respiro. Immagina: inspiri profondamente, riempi i polmoni come se volessi abbracciare il mondo, poi espiri tutto, lasciando andare il peso che non vedi. Aggiungi una bella stirata, una di quelle che senti fin nelle ossa, e vedrai che il tuo corpo inizia a cantare un’altra melodia. Non è magia, è ossigeno che sveglia i muscoli, che ti fa sentire vivo anche con un cucchiaio di brodo in meno.
Le tue minestre sono già un buon inizio, ma prova a danzarci intorno. Magari mentre il sedano cuoce, fai due respiri profondi e una posa da guerriero, o semplicemente ti stendi e lasci che il diaframma si apra come un fiore. Non serve riempirsi per forza di cibo, sai? A volte è la fame della mente che ci frega, quella che ti spinge a cercare altro quando basterebbe fermarsi e ascoltare. Io con il bodyflex ho capito che il pieno non è solo nello stomaco, ma in come ti muovi, in come respiri.
Se vuoi un trucco pratico, aggiungi un filo d’olio buono al tuo brodo, o qualche seme, tipo lino o chia, per dare un po’ di sostanza senza appesantire. Ma soprattutto, non sclerare, amico mio: il corpo è un compagno saggio, sa adattarsi se gli dai fiducia. E tu, che ne pensi di provare a respirare con me, invece di correre dietro a quel cucchiaio in più?