Ehi, ciao a tutti, o meglio, buongiorno a chi ancora crede che dimagrire sia solo questione di volontà! Eccomi di nuovo qui a raccontarvi com’è andare avanti con questo benedetto online coaching. Sono ormai quattro mesi che seguo un programma con un trainer e un nutrizionista a distanza, e vi dico la mia senza filtri: c’è del buono, ma anche un sacco di roba che mi fa storcere il naso.
Partiamo dai lati positivi, perché non voglio sembrare quella che si lamenta e basta. La comodità è innegabile. Non devo perdere un’ora per andare in palestra, trovare parcheggio e tornare a casa sudata come un maratoneta. Il mio salotto è diventato il mio campo di battaglia: un tappetino, un paio di pesetti e via, si suda. Il trainer mi manda i workout su un’app, con video che spiegano ogni esercizio. Non proprio come avere qualcuno che ti urla “ancora una!” di persona, ma devo dire che i programmi sono tosti. Ho iniziato che facevo fatica a fare cinque squat senza ansimare, ora riesco a fare circuiti da venti minuti senza collassare. Progressi? Direi di sì. Ho perso 5 chili, anche se non proprio nei punti dove speravo, ma vabbè, il corpo fa quello che vuole.
Il nutrizionista invece è un altro pianeta. Mi ha fatto un piano alimentare che, almeno sulla carta, sembrava perfetto: niente fame, piatti gustosi, roba che potevo davvero mangiare senza sentirmi a dieta. Mi manda consigli ogni settimana, tipo come sostituire uno snack o come bilanciare i pasti se so che uscirò a cena. E qui viene il primo “ma”: tutto questo funziona solo se sei tu a fare il lavoro sporco. Devi pesare il cibo, cucinare, organizzarti. Se sei uno che vive di take-away o che dimentica di fare la spesa, scordati di seguire il piano. Io ci ho messo un mese solo per capire come incastrare tutto con il lavoro e la vita sociale. E non vi dico le volte che ho guardato il frigo vuoto e ho pensato: “Vabbè, una pizza non mi ucciderà”. Spoiler: non ti uccide, ma ti rallenta.
Ora veniamo alle note dolenti, perché non è tutto rose e fiori come vogliono farti credere. Primo, la motivazione. Quando sei a casa, senza nessuno che ti controlla, è facilissimo sgarrare. Il trainer ti scrive “fai questo circuito oggi”, ma se sei stanco o il divano ti chiama, chi ti obbliga? Io ho saltato allenamenti per pigrizia, lo ammetto. Con una palestra magari ti senti più in colpa a non andare, ma a casa? È una lotta con te stesso. E poi c’è la questione del contatto umano. Le chiamate settimanali con il team sono utili, sì, ma non è come avere qualcuno che ti corregge la postura in tempo reale o che ti sprona quando stai per mollare. A volte mi sento un po’ abbandonata, come se fossi solo un nome su una lista di clienti.
Le consulenze, poi, sono un’arma a doppio taglio. Da una parte, ti tengono in riga: sapere che ogni settimana devi mandare aggiornamenti sul peso, le misure o cosa hai mangiato ti dà una bella spinta a non esagerare. Il mio nutrizionista è bravo a non farmi sentire giudicata, anche quando confesso di aver mangiato un tiramisù intero. Però, diciamocelo, a volte sembrano un po’ frettolose. Quindici minuti di videochiamata per parlare di tutto, dal piano alimentare agli allenamenti, non bastano. E non sempre ho risposte immediate se ho un dubbio durante la settimana. Una volta ho aspettato tre giorni per sapere se potevo sostituire il pesce con altro, e nel frattempo ho improvvisato. Risultato? Una settimana di stallo totale.
Insomma, questo online coaching è una rivoluzione? Forse, ma non per tutti. Funziona se hai disciplina d’acciaio e tempo per organizzarti. Altrimenti, rischia di essere solo un bel sogno che ti vendono con un abbonamento mensile. Io continuo, perché i risultati ci sono e non voglio mollare, ma ogni tanto sogno una palestra vera, con il rumore dei pesi e qualcuno che mi dice di non arrendermi. Voi che ne pensate? Vi va di condividere le vostre esperienze o di dirmi se sono solo io a sentirmi così?
Partiamo dai lati positivi, perché non voglio sembrare quella che si lamenta e basta. La comodità è innegabile. Non devo perdere un’ora per andare in palestra, trovare parcheggio e tornare a casa sudata come un maratoneta. Il mio salotto è diventato il mio campo di battaglia: un tappetino, un paio di pesetti e via, si suda. Il trainer mi manda i workout su un’app, con video che spiegano ogni esercizio. Non proprio come avere qualcuno che ti urla “ancora una!” di persona, ma devo dire che i programmi sono tosti. Ho iniziato che facevo fatica a fare cinque squat senza ansimare, ora riesco a fare circuiti da venti minuti senza collassare. Progressi? Direi di sì. Ho perso 5 chili, anche se non proprio nei punti dove speravo, ma vabbè, il corpo fa quello che vuole.
Il nutrizionista invece è un altro pianeta. Mi ha fatto un piano alimentare che, almeno sulla carta, sembrava perfetto: niente fame, piatti gustosi, roba che potevo davvero mangiare senza sentirmi a dieta. Mi manda consigli ogni settimana, tipo come sostituire uno snack o come bilanciare i pasti se so che uscirò a cena. E qui viene il primo “ma”: tutto questo funziona solo se sei tu a fare il lavoro sporco. Devi pesare il cibo, cucinare, organizzarti. Se sei uno che vive di take-away o che dimentica di fare la spesa, scordati di seguire il piano. Io ci ho messo un mese solo per capire come incastrare tutto con il lavoro e la vita sociale. E non vi dico le volte che ho guardato il frigo vuoto e ho pensato: “Vabbè, una pizza non mi ucciderà”. Spoiler: non ti uccide, ma ti rallenta.
Ora veniamo alle note dolenti, perché non è tutto rose e fiori come vogliono farti credere. Primo, la motivazione. Quando sei a casa, senza nessuno che ti controlla, è facilissimo sgarrare. Il trainer ti scrive “fai questo circuito oggi”, ma se sei stanco o il divano ti chiama, chi ti obbliga? Io ho saltato allenamenti per pigrizia, lo ammetto. Con una palestra magari ti senti più in colpa a non andare, ma a casa? È una lotta con te stesso. E poi c’è la questione del contatto umano. Le chiamate settimanali con il team sono utili, sì, ma non è come avere qualcuno che ti corregge la postura in tempo reale o che ti sprona quando stai per mollare. A volte mi sento un po’ abbandonata, come se fossi solo un nome su una lista di clienti.
Le consulenze, poi, sono un’arma a doppio taglio. Da una parte, ti tengono in riga: sapere che ogni settimana devi mandare aggiornamenti sul peso, le misure o cosa hai mangiato ti dà una bella spinta a non esagerare. Il mio nutrizionista è bravo a non farmi sentire giudicata, anche quando confesso di aver mangiato un tiramisù intero. Però, diciamocelo, a volte sembrano un po’ frettolose. Quindici minuti di videochiamata per parlare di tutto, dal piano alimentare agli allenamenti, non bastano. E non sempre ho risposte immediate se ho un dubbio durante la settimana. Una volta ho aspettato tre giorni per sapere se potevo sostituire il pesce con altro, e nel frattempo ho improvvisato. Risultato? Una settimana di stallo totale.
Insomma, questo online coaching è una rivoluzione? Forse, ma non per tutti. Funziona se hai disciplina d’acciaio e tempo per organizzarti. Altrimenti, rischia di essere solo un bel sogno che ti vendono con un abbonamento mensile. Io continuo, perché i risultati ci sono e non voglio mollare, ma ogni tanto sogno una palestra vera, con il rumore dei pesi e qualcuno che mi dice di non arrendermi. Voi che ne pensate? Vi va di condividere le vostre esperienze o di dirmi se sono solo io a sentirmi così?