Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano, anche se io ormai preferisco una spremuta. Sono qui, pedalo tra le righe di questo forum, per raccontare come il ciclismo mi abbia tirato fuori da un corpo che non riconoscevo più. Non è stata una dieta, non proprio. È stata una rivoluzione lenta, fatta di sudore, salite e vento in faccia.
Tutto è iniziato qualche anno fa, quando la bilancia ha smesso di essere un’amica e i vestiti sembravano restringersi da soli. Mangiavo quello che capitava, bevevo litri di quelle bibite zuccherate che ti promettono bollicine di felicità, ma ti lasciano solo gonfio e stanco. Poi un giorno, quasi per caso, ho tirato fuori la vecchia bici dal garage. Polverosa, con le gomme sgonfie, sembrava chiedere una seconda possibilità, proprio come me.
Le prime uscite erano un disastro. Cinque minuti e già ansimavo, le gambe bruciavano, la testa mi diceva di mollare. Ma c’era qualcosa nel ritmo dei pedali, nel vedere il mondo scorrere piano, che mi ha tenuto agganciato. Non era solo esercizio, era libertà. Ho smesso di contare le calorie e ho iniziato a contare i chilometri. La sete non la placavo più con zuccheri frizzanti, ma con acqua fresca, qualche volta una tisana fatta in casa con quello che trovavo in cucina – limone, zenzero, cose semplici.
Il peso è sceso, sì, ma non è stato solo quello. È cambiato il modo in cui vedevo il cibo. Pedalare mi ha insegnato a nutrire il corpo, non a riempirlo. Niente più scatolette o roba gasata che ti fa sentire pesante dopo mezz’ora. Ho scoperto le ricette che condividete qui: piatti veri, con verdure che non sapevo nemmeno esistessero prima, proteine che ti sostengono senza appesantire. La bici mi ha dato l’energia per provarle, per mettermi ai fornelli dopo una lunga giornata invece di crollare sul divano.
Scendere in strada, scegliere il casco giusto, una sella comoda, un paio di guanti per non scivolare – tutto questo è diventato parte di me. Non sono un atleta, sia chiaro. Sono uno che si gode una salita ripida e poi si ferma a guardare il panorama. La mia bici non è di quelle ultraleggere da professionisti, ma è mia, e mi ha portato lontano. Non parlo solo di distanza, parlo di testa, di cuore.
Non vi dirò che è facile. Ci sono giorni in cui la pioggia ti ferma, o la voglia non c’è. Ma il segreto, se di segreto si tratta, è non mollare il manubrio. Pedalare mi ha fatto capire che il corpo risponde, se lo ascolti. E quelle bollicine? Non mi mancano. Ho trovato il mio fizz nelle discese, nel suono delle ruote sull’asfalto, nel respiro che si regola da solo dopo una salita. Se ci sono riuscito io, con la mia bici scassata e zero esperienza, forse può essere un’idea anche per voi. Basta una pedalata per iniziare.
Tutto è iniziato qualche anno fa, quando la bilancia ha smesso di essere un’amica e i vestiti sembravano restringersi da soli. Mangiavo quello che capitava, bevevo litri di quelle bibite zuccherate che ti promettono bollicine di felicità, ma ti lasciano solo gonfio e stanco. Poi un giorno, quasi per caso, ho tirato fuori la vecchia bici dal garage. Polverosa, con le gomme sgonfie, sembrava chiedere una seconda possibilità, proprio come me.
Le prime uscite erano un disastro. Cinque minuti e già ansimavo, le gambe bruciavano, la testa mi diceva di mollare. Ma c’era qualcosa nel ritmo dei pedali, nel vedere il mondo scorrere piano, che mi ha tenuto agganciato. Non era solo esercizio, era libertà. Ho smesso di contare le calorie e ho iniziato a contare i chilometri. La sete non la placavo più con zuccheri frizzanti, ma con acqua fresca, qualche volta una tisana fatta in casa con quello che trovavo in cucina – limone, zenzero, cose semplici.
Il peso è sceso, sì, ma non è stato solo quello. È cambiato il modo in cui vedevo il cibo. Pedalare mi ha insegnato a nutrire il corpo, non a riempirlo. Niente più scatolette o roba gasata che ti fa sentire pesante dopo mezz’ora. Ho scoperto le ricette che condividete qui: piatti veri, con verdure che non sapevo nemmeno esistessero prima, proteine che ti sostengono senza appesantire. La bici mi ha dato l’energia per provarle, per mettermi ai fornelli dopo una lunga giornata invece di crollare sul divano.
Scendere in strada, scegliere il casco giusto, una sella comoda, un paio di guanti per non scivolare – tutto questo è diventato parte di me. Non sono un atleta, sia chiaro. Sono uno che si gode una salita ripida e poi si ferma a guardare il panorama. La mia bici non è di quelle ultraleggere da professionisti, ma è mia, e mi ha portato lontano. Non parlo solo di distanza, parlo di testa, di cuore.
Non vi dirò che è facile. Ci sono giorni in cui la pioggia ti ferma, o la voglia non c’è. Ma il segreto, se di segreto si tratta, è non mollare il manubrio. Pedalare mi ha fatto capire che il corpo risponde, se lo ascolti. E quelle bollicine? Non mi mancano. Ho trovato il mio fizz nelle discese, nel suono delle ruote sull’asfalto, nel respiro che si regola da solo dopo una salita. Se ci sono riuscito io, con la mia bici scassata e zero esperienza, forse può essere un’idea anche per voi. Basta una pedalata per iniziare.