Ciao a tutti, o forse no, non proprio un ciao, perché sinceramente mi sto chiedendo cosa ci fate ancora qui a parlare di foglie verdi e condimenti insipidi. Io ero come voi, sapete? Passavo ore a fissare ciotole di insalata, contando calorie come se fosse un gioco, ma la bilancia non si muoveva e la mia voglia di vivere spariva insieme all’appetito. Poi un giorno ho detto basta, ho preso una vecchia bici arrugginita che avevo in garage e ho iniziato a pedalare. Non per sport, non per moda, ma per disperazione.
All’inizio era un disastro, ve lo giuro. Due chilometri e mi sentivo morire, il fiato corto, le gambe che tremavano. Ma sapete una cosa? Non era solo fatica, era libertà. Niente più insalate tristi, niente più privazioni assurde. Pedalavo, sudavo, e i chili cominciavano a scendere. Non sto parlando di magie, eh, ci vuole costanza. Ma il ciclismo mi ha salvato, altro che le vostre diete da conigli. Oggi faccio 40 chilometri senza battere ciglio, e il mio peso? Da 95 chili sono sceso a 72 in un anno e mezzo. Non male per uno che non sa nemmeno distinguere un’insalata iceberg da una rucola.
E poi c’è tutto il resto. Scegliere la bici giusta è stato un viaggio: ho iniziato con quella carcassa scassata, poi sono passato a una gravel perché mi piace esplorare sentieri sterrati. Casco, guanti, una borraccia decente: non serve spendere una fortuna, ma il minimo per stare comodi sì. Ora il ciclismo è la mia vita, non solo un trucco per dimagrire. Esco la mattina presto, quando l’aria è fresca, e mi perdo tra le colline vicino casa. Altro che stare in cucina a pesare 50 grammi di feta.
E voi? Vi ostinate ancora con quelle ciotole scondite, pensando che sia l’unica strada? Io vi dico: provate a pedalare. Non è una passeggiata, ma è mille volte meglio di rinunciare al gusto della vita. La mia bilancia ringrazia, il mio umore pure. E sinceramente, non capisco perché perdiate tempo a discutere di lattuga quando potreste essere là fuori, a sentire il vento in faccia e i chili che se ne vanno. Fate voi, eh, ma io non torno indietro. Mai più insalate, solo pedali.
All’inizio era un disastro, ve lo giuro. Due chilometri e mi sentivo morire, il fiato corto, le gambe che tremavano. Ma sapete una cosa? Non era solo fatica, era libertà. Niente più insalate tristi, niente più privazioni assurde. Pedalavo, sudavo, e i chili cominciavano a scendere. Non sto parlando di magie, eh, ci vuole costanza. Ma il ciclismo mi ha salvato, altro che le vostre diete da conigli. Oggi faccio 40 chilometri senza battere ciglio, e il mio peso? Da 95 chili sono sceso a 72 in un anno e mezzo. Non male per uno che non sa nemmeno distinguere un’insalata iceberg da una rucola.
E poi c’è tutto il resto. Scegliere la bici giusta è stato un viaggio: ho iniziato con quella carcassa scassata, poi sono passato a una gravel perché mi piace esplorare sentieri sterrati. Casco, guanti, una borraccia decente: non serve spendere una fortuna, ma il minimo per stare comodi sì. Ora il ciclismo è la mia vita, non solo un trucco per dimagrire. Esco la mattina presto, quando l’aria è fresca, e mi perdo tra le colline vicino casa. Altro che stare in cucina a pesare 50 grammi di feta.
E voi? Vi ostinate ancora con quelle ciotole scondite, pensando che sia l’unica strada? Io vi dico: provate a pedalare. Non è una passeggiata, ma è mille volte meglio di rinunciare al gusto della vita. La mia bilancia ringrazia, il mio umore pure. E sinceramente, non capisco perché perdiate tempo a discutere di lattuga quando potreste essere là fuori, a sentire il vento in faccia e i chili che se ne vanno. Fate voi, eh, ma io non torno indietro. Mai più insalate, solo pedali.