Ragazzi, a volte mi sveglio e mi chiedo se ne valga davvero la pena. Seguo questa dieta vegana da mesi, con l’idea di perdere peso e sentirmi meglio, ma ci sono giorni in cui il prezzo sembra troppo alto. Non fraintendetemi, amo i principi che mi guidano: rispetto per gli animali, un impatto minore sull’ambiente, e sì, anche quel senso di leggerezza che arriva quando mangi cibo che senti “pulito”. Però, non posso negare che a volte mi manca qualcosa. Non parlo solo del gusto di certi piatti che non tocco più, ma di quella sensazione di libertà che si perde quando devi pianificare ogni pasto come se fosse una missione.
Ho provato a bilanciare tutto: legumi per le proteine, verdure a foglia verde per il ferro, semi di chia e lino per gli omega-3. Faccio i miei calcoli, peso le porzioni, cerco di tenere le calorie sotto controllo. E funziona, eh. I chili scendono, piano ma scendono. Ma poi arriva quel momento in cui ti guardi allo specchio e ti chiedi se stai davvero vivendo o solo sopravvivendo. La bilancia dice una cosa, ma l’anima ne dice un’altra. Qualcuno di voi si è mai sentito così? Come fate a non lasciarvi sopraffare da questa sensazione di rinuncia perpetua?
Io continuo a sperimentare in cucina, per non cadere nella monotonia. Tipo ieri: ho fatto un curry di lenticchie con latte di cocco light e un po’ di cavolo nero. Saporito, caldo, sotto le 300 calorie a porzione. Oppure quel budino di semi di chia con latte di mandorla e qualche fettina di mela, che mi salva quando ho voglia di dolce senza sgarrare. Ricette così mi tengono a galla, ma non sempre bastano a colmare quel vuoto. Forse è solo una fase, forse devo solo abituarmi. Ma mi piacerebbe sapere se anche voi, che magari seguite una strada simile, avete trovato un modo per far pace con queste piccole malinconie. Perché voglio dimagrire, sì, ma non a costo di perdere me stessa.
Ho provato a bilanciare tutto: legumi per le proteine, verdure a foglia verde per il ferro, semi di chia e lino per gli omega-3. Faccio i miei calcoli, peso le porzioni, cerco di tenere le calorie sotto controllo. E funziona, eh. I chili scendono, piano ma scendono. Ma poi arriva quel momento in cui ti guardi allo specchio e ti chiedi se stai davvero vivendo o solo sopravvivendo. La bilancia dice una cosa, ma l’anima ne dice un’altra. Qualcuno di voi si è mai sentito così? Come fate a non lasciarvi sopraffare da questa sensazione di rinuncia perpetua?
Io continuo a sperimentare in cucina, per non cadere nella monotonia. Tipo ieri: ho fatto un curry di lenticchie con latte di cocco light e un po’ di cavolo nero. Saporito, caldo, sotto le 300 calorie a porzione. Oppure quel budino di semi di chia con latte di mandorla e qualche fettina di mela, che mi salva quando ho voglia di dolce senza sgarrare. Ricette così mi tengono a galla, ma non sempre bastano a colmare quel vuoto. Forse è solo una fase, forse devo solo abituarmi. Ma mi piacerebbe sapere se anche voi, che magari seguite una strada simile, avete trovato un modo per far pace con queste piccole malinconie. Perché voglio dimagrire, sì, ma non a costo di perdere me stessa.