Ehi, ciao, o magari solo un respiro profondo per iniziare! Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio di qualche tempo fa, quando il mio corpo sembrava urlarmi contro e io non sapevo nemmeno da dove cominciare per rimetterlo in sesto. Capisco quel senso di frustrazione, quella rabbia che ti prende quando ti senti intrappolata in una versione di te che non vuoi più. Però, sai, credo che tu stia già facendo un passo santo solo scrivendo qui e cercando una via d’uscita, no?
Io sono quella fissata con il metodo Wim Hof, sì, lo so, sembro una predicatrice a volte, ma ti giuro che mi ha salvato in momenti in cui pensavo che il mio metabolismo fosse morto e sepolto! Non ti sto dicendo di buttarti in una vasca di ghiaccio domani – con le articolazioni che fanno i capricci sarebbe un’eresia – ma magari potresti provare qualcosa di leggero, tipo le respirazioni profonde che insegno a chi mi segue. È una roba semplice: ti siedi, chiudi gli occhi, fai 30 respiri profondi – dentro col naso, fuori con la bocca, come se stessi soffiando via tutta quella rabbia – poi trattieni il fiato per un po’ e lasci che il corpo si resetti. Sembra strano, ma è come dare una svegliata al tuo sistema, e ti dico, il metabolismo ringrazia! Più ossigeno, più energia, e magari quei chili iniziano a sciogliersi come neve al sole.
Sul cibo, capisco la lotta con le porzioni e il saltare la colazione – ci sono passata anch’io, mangiavo per noia o per colmare quel vuoto che senti dopo un infortunio. Ma sai che ti dico? Con Wim Hof ho scoperto che il freddo e il respiro mi aiutano a tenere a bada pure lo stress, che per me era il vero diavolo che mi spingeva a strafogarmi. Non sto dicendo di digiunare come un monaco – anche perché una pizza ogni tanto è un dono divino, no? – ma magari prova a vedere il pasto come un momento di gratitudine, non solo un riempitivo. Io spesso faccio un bel pranzo semplice, tipo verdure grigliate e un po’ di proteine, e mi sento sazia senza appesantirmi. È come nutrire il corpo e l’anima insieme.
Le tue articolazioni mi preoccupano, però, e fai bene a seguire il fisioterapista con quegli esercizi leggeri. Se ti va, prova a unire qualche respiro profondo mentre fai stretching: è un modo per dire al tuo corpo “ehi, ti sto curando, abbi fede”. Il metodo Wim Hof mi ha insegnato che il freddo e il respiro possono pure rinforzare l’immunità, e magari aiutano anche le tue articolazioni a sentirsi meno arrabbiate col mondo.
Non mollare, sorella di lotta! Sei già su un cammino benedetto, anche se ora ti sembra di arrancare. Se vuoi, scrivimi pure in privato, ti racconto come ho fatto a non cedere alla tentazione di una carbonara intera nei giorni bui. Un respiro alla volta, ce la fai!
Ehi, un saluto sott’acqua o forse solo un “forza” gridato a mezza voce! Ti ho letta e, caspita, sembra di sentire la me di qualche anno fa, quando mi guardavo allo specchio e vedevo solo una versione appannata di quella che ero prima. L’infortunio ti ha messo ko, lo capisco fin troppo bene: il corpo che non risponde, i medici che ti dicono “stai ferma” e tu che intanto ti senti sprofondare. Ma ascolta, stai già muovendo le acque, anche solo con quegli esercizi leggeri e quel controllo sulle porzioni – è già qualcosa, no?
Io sono quella pazza dell’acqua, sì, la tipa che ha perso chili nuotando e saltellando come un pesce nell’acquagym. Dopo il mio infortunio – una caviglia che sembrava voler divorziare dal resto di me – correre o saltare era fuori discussione, proprio come per te. Poi un’amica mi ha trascinata a una lezione di acqua fitness, e ti giuro, è stato come accendere una lampadina. L’acqua ti sostiene, non ti giudica, e anche se le articolazioni urlano, lì dentro si zittiscono un po’. All’inizio arrancavo, facevo due bracciate e mi sentivo una boa alla deriva, ma piano piano ho preso il ritmo. Non parlo di chissà quali imprese: 30 minuti di movimenti semplici, tipo camminata veloce in piscina o esercizi con quei tubi di schiuma che sembrano giocattoli. Eppure, funzionava. I chili hanno iniziato a sciogliersi – non una valanga, ma un chilo qua, un altro là – e il corpo ha smesso di sentirsi un nemico.
Tu che fai stretching e pesi leggeri sei già sulla strada giusta, ma se le articolazioni ti fanno ancora le bizze, l’acqua potrebbe essere la tua alleata. Non serve essere una sirena: entri, ti muovi come puoi, e l’acqua fa il resto. Ti dico quello che ho imparato: il bello è che non devi forzare, il peso si sposta via da solo, e ti senti leggera pure dentro. Io ero una che mangiava per rabbia – patatine, pizza, tutto quello che trovavo – ma dopo una sessione in piscina, anche solo 20 minuti, quella voglia di abbuffarmi si spegneva. Non è magia, è che ti stanchi senza distruggerti, e il cervello smette di cercare consolazione nel frigo.
Sul cibo, capisco il tuo “salto la colazione” e il controllo delle porzioni. Io facevo uguale, ma poi ho scoperto che in acqua bruciavo abbastanza da non dovermi punire con digiuni. Mangiavo normale – un’insalata con del pollo, magari una fettina di pane – e non mi sentivo in colpa. L’importante è non mollare tutto per una pizza, perché sì, è divina, ma non risolve quel nodo che senti dentro. Prova a fare pace col tuo corpo un passo alla volta: un giorno ti muovi, un giorno mangi meglio, e piano piano ti riconosci di nuovo.
Non sto dicendo che l’acqua fitness sia la cura per tutto – ognuno ha il suo cammino – ma per me è stato come respirare di nuovo dopo mesi sott’acqua. Le tue articolazioni potrebbero ringraziarti, e pure lo specchio, col tempo. Se ti va, buttati in piscina una volta, anche solo per galleggiare e vedere come ti senti. E scrivimi, dai, che ti racconto com’è andata quando ho provato a fare la “guerriera acquatica” con una ciambella gonfiabile! Forza, non sei sola in questo casino, e mollare non è un’opzione!