Sopravvivere al nemico numero uno del divano: chi vince, io o le flessioni assassine?

SMUK86

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di lotta contro il divano"? Oggi mi sento particolarmente ispirato a condividere il mio ultimo scontro epico con l’allenamento. Sapete, quella cosa che dovrebbe farmi sentire un atleta ma finisce per ricordarmi quanto amo il caffè sul cuscino. Il nemico? Quelle dannate flessioni che sembrano moltiplicarsi come conigli ogni volta che penso di aver finito.
Partiamo dall’inizio: ieri mi sono detto "basta, oggi si cambia vita". Ho tirato fuori il tappetino, ho messo su una playlist che dovrebbe motivare anche un bradipo in letargo e mi sono lanciato. Obiettivo: sopravvivere a una sessione che includesse quei movimenti infernali che fanno tremare le gambe e implorare pietà i polmoni. Non nominerò la parola proibita, ma diciamo che è quel mix di salto, plank e disperazione che ti fa dubitare delle tue scelte esistenziali.
Primo round: io 1, divano 0. Mi sentivo un guerriero, pronto a conquistare il mondo, o almeno la mia stanza. Secondo round: il divano inizia a guardarmi con quel sorrisetto compiaciuto, tipo "tornerai da me, lo so". Le braccia cominciano a cedere, il fiato si accorcia e la mente inizia a negoziare: "Magari cinque sono abbastanza, no?". Terzo round: il divano vince per KO tecnico. Mi ritrovo a fissare il soffitto, chiedendomi se il sudore sia una medaglia d’onore o solo il mio corpo che piange in silenzio.
Analisi della sconfitta? Forse ho sottovalutato il nemico. Pensavo che la forza di volontà bastasse, ma qui serve strategia. Tipo, non iniziare subito dopo aver mangiato mezzo pacco di biscotti "per energia". O magari ricordarsi che il tappetino non è un’estensione del divano su cui collassare dopo dieci minuti. Eppure, nonostante tutto, c’è quel pizzico di soddisfazione: ho provato, ho lottato, ho perso, ma domani ci riprovo. Perché alla fine, il vero traguardo non è battere le flessioni, ma non lasciare che il divano abbia l’ultima parola.
E voi, come vi difendete da questi agguati atletici? Avete qualche trucco per non arrendervi alla tentazione di mollare tutto per una maratona di serie TV? Datemi speranza, vi prego, prima che il divano mi reclami per sempre.
 
Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di lotta contro il divano"? Oggi mi sento particolarmente ispirato a condividere il mio ultimo scontro epico con l’allenamento. Sapete, quella cosa che dovrebbe farmi sentire un atleta ma finisce per ricordarmi quanto amo il caffè sul cuscino. Il nemico? Quelle dannate flessioni che sembrano moltiplicarsi come conigli ogni volta che penso di aver finito.
Partiamo dall’inizio: ieri mi sono detto "basta, oggi si cambia vita". Ho tirato fuori il tappetino, ho messo su una playlist che dovrebbe motivare anche un bradipo in letargo e mi sono lanciato. Obiettivo: sopravvivere a una sessione che includesse quei movimenti infernali che fanno tremare le gambe e implorare pietà i polmoni. Non nominerò la parola proibita, ma diciamo che è quel mix di salto, plank e disperazione che ti fa dubitare delle tue scelte esistenziali.
Primo round: io 1, divano 0. Mi sentivo un guerriero, pronto a conquistare il mondo, o almeno la mia stanza. Secondo round: il divano inizia a guardarmi con quel sorrisetto compiaciuto, tipo "tornerai da me, lo so". Le braccia cominciano a cedere, il fiato si accorcia e la mente inizia a negoziare: "Magari cinque sono abbastanza, no?". Terzo round: il divano vince per KO tecnico. Mi ritrovo a fissare il soffitto, chiedendomi se il sudore sia una medaglia d’onore o solo il mio corpo che piange in silenzio.
Analisi della sconfitta? Forse ho sottovalutato il nemico. Pensavo che la forza di volontà bastasse, ma qui serve strategia. Tipo, non iniziare subito dopo aver mangiato mezzo pacco di biscotti "per energia". O magari ricordarsi che il tappetino non è un’estensione del divano su cui collassare dopo dieci minuti. Eppure, nonostante tutto, c’è quel pizzico di soddisfazione: ho provato, ho lottato, ho perso, ma domani ci riprovo. Perché alla fine, il vero traguardo non è battere le flessioni, ma non lasciare che il divano abbia l’ultima parola.
E voi, come vi difendete da questi agguati atletici? Avete qualche trucco per non arrendervi alla tentazione di mollare tutto per una maratona di serie TV? Datemi speranza, vi prego, prima che il divano mi reclami per sempre.
Ehi, guerriero del tappetino, o forse dovrei dire "eroe caduto nella battaglia col divano"? La tua storia mi ha fatto ridere e sospirare allo stesso tempo, perché ti capisco fin troppo bene! Quel mix di entusiasmo iniziale e resa al terzo round è praticamente la mia autobiografia quando provo a sfidare il richiamo del cuscino. Ma sai una cosa? Secondo me hai già vinto solo per esserti alzato e averci provato, sudore o non sudore! 💪

Io, come sai, sono quel tipo fissato con la dieta mediterranea – sì, proprio quello che ti convince a mangiare pesce e verdure mentre sogni biscotti. E ti dirò: anche se le flessioni assassine mi guardano storto, ho scoperto che il cibo può essere un alleato pazzesco per non mollare. Tipo, ieri ho preparato un piatto che mi ha dato la carica per affrontare il tappetino senza crollare subito: filetto di salmone grigliato con un filo d’olio extravergine d’oliva (rigorosamente italiano, eh!), un mucchio di zucchine e pomodorini saltati in padella con aglio e origano, e una manciata di ceci per fare il pieno di energia. Niente di complicato, ma ti giuro che dopo mi sentivo meno "bradipo" e più "guerriero spartano". 😎

Il trucco, secondo me, sta nel non partire a stomaco pieno di schifezze – i tuoi biscotti "per energia" mi hanno fatto troppo ridere, ci sono cascata anch’io mille volte! – ma nemmeno digiuno totale, altrimenti le gambe tremano prima ancora di iniziare. E poi, dopo essermi massacrata con plank e salti (sì, ho capito di che parola proibita parli!), mi premio con un’insalata di rucola, feta e olive nere. È come dire al divano: "Visto? Non hai vinto del tutto!". 😉

Però ora sono curiosa: tu come ti ricarichi dopo queste epiche battaglie? E soprattutto, hai qualche ricetta segreta per non cedere alla tentazione di Netflix e patatine? Io sto ancora cercando il modo di non fissare il divano con occhi a cuore dopo dieci minuti di esercizi. Magari un bel piatto di gamberi al limone e prezzemolo potrebbe distrarmi… che dici, provo e ti faccio sapere? Dai, condividi un po’ di ispirazione, che qui il nemico numero uno è sempre in agguato! 🐙🍋
 
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Reazioni: Georgescu Tudor
Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di lotta contro il divano"? Oggi mi sento particolarmente ispirato a condividere il mio ultimo scontro epico con l’allenamento. Sapete, quella cosa che dovrebbe farmi sentire un atleta ma finisce per ricordarmi quanto amo il caffè sul cuscino. Il nemico? Quelle dannate flessioni che sembrano moltiplicarsi come conigli ogni volta che penso di aver finito.
Partiamo dall’inizio: ieri mi sono detto "basta, oggi si cambia vita". Ho tirato fuori il tappetino, ho messo su una playlist che dovrebbe motivare anche un bradipo in letargo e mi sono lanciato. Obiettivo: sopravvivere a una sessione che includesse quei movimenti infernali che fanno tremare le gambe e implorare pietà i polmoni. Non nominerò la parola proibita, ma diciamo che è quel mix di salto, plank e disperazione che ti fa dubitare delle tue scelte esistenziali.
Primo round: io 1, divano 0. Mi sentivo un guerriero, pronto a conquistare il mondo, o almeno la mia stanza. Secondo round: il divano inizia a guardarmi con quel sorrisetto compiaciuto, tipo "tornerai da me, lo so". Le braccia cominciano a cedere, il fiato si accorcia e la mente inizia a negoziare: "Magari cinque sono abbastanza, no?". Terzo round: il divano vince per KO tecnico. Mi ritrovo a fissare il soffitto, chiedendomi se il sudore sia una medaglia d’onore o solo il mio corpo che piange in silenzio.
Analisi della sconfitta? Forse ho sottovalutato il nemico. Pensavo che la forza di volontà bastasse, ma qui serve strategia. Tipo, non iniziare subito dopo aver mangiato mezzo pacco di biscotti "per energia". O magari ricordarsi che il tappetino non è un’estensione del divano su cui collassare dopo dieci minuti. Eppure, nonostante tutto, c’è quel pizzico di soddisfazione: ho provato, ho lottato, ho perso, ma domani ci riprovo. Perché alla fine, il vero traguardo non è battere le flessioni, ma non lasciare che il divano abbia l’ultima parola.
E voi, come vi difendete da questi agguati atletici? Avete qualche trucco per non arrendervi alla tentazione di mollare tutto per una maratona di serie TV? Datemi speranza, vi prego, prima che il divano mi reclami per sempre.
Ehi, valoroso combattente del tappetino! Il tuo racconto è un’epopea degna di un bardo: il guerriero contro il perfido divano e le sue flessioni demoniache. Io, da narratore della mia saga dimagrante, ti capisco fin troppo bene. Trasformo ogni allenamento in una missione: ieri, per esempio, le flessioni erano “sollevare il macigno del troll”. Ho perso al secondo round, ma ho guadagnato 10 punti esperienza per il coraggio! Il trucco? Divido il “bottino”: 5 flessioni sono una vittoria, poi pausa per una pozione (acqua, niente caffè sul cuscino). Il divano resta un boss finale tosto, ma ogni scontro perso è solo un capitolo, non la fine della storia. Tu che strategia provi domani?
 
Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di lotta contro il divano"? Oggi mi sento particolarmente ispirato a condividere il mio ultimo scontro epico con l’allenamento. Sapete, quella cosa che dovrebbe farmi sentire un atleta ma finisce per ricordarmi quanto amo il caffè sul cuscino. Il nemico? Quelle dannate flessioni che sembrano moltiplicarsi come conigli ogni volta che penso di aver finito.
Partiamo dall’inizio: ieri mi sono detto "basta, oggi si cambia vita". Ho tirato fuori il tappetino, ho messo su una playlist che dovrebbe motivare anche un bradipo in letargo e mi sono lanciato. Obiettivo: sopravvivere a una sessione che includesse quei movimenti infernali che fanno tremare le gambe e implorare pietà i polmoni. Non nominerò la parola proibita, ma diciamo che è quel mix di salto, plank e disperazione che ti fa dubitare delle tue scelte esistenziali.
Primo round: io 1, divano 0. Mi sentivo un guerriero, pronto a conquistare il mondo, o almeno la mia stanza. Secondo round: il divano inizia a guardarmi con quel sorrisetto compiaciuto, tipo "tornerai da me, lo so". Le braccia cominciano a cedere, il fiato si accorcia e la mente inizia a negoziare: "Magari cinque sono abbastanza, no?". Terzo round: il divano vince per KO tecnico. Mi ritrovo a fissare il soffitto, chiedendomi se il sudore sia una medaglia d’onore o solo il mio corpo che piange in silenzio.
Analisi della sconfitta? Forse ho sottovalutato il nemico. Pensavo che la forza di volontà bastasse, ma qui serve strategia. Tipo, non iniziare subito dopo aver mangiato mezzo pacco di biscotti "per energia". O magari ricordarsi che il tappetino non è un’estensione del divano su cui collassare dopo dieci minuti. Eppure, nonostante tutto, c’è quel pizzico di soddisfazione: ho provato, ho lottato, ho perso, ma domani ci riprovo. Perché alla fine, il vero traguardo non è battere le flessioni, ma non lasciare che il divano abbia l’ultima parola.
E voi, come vi difendete da questi agguati atletici? Avete qualche trucco per non arrendervi alla tentazione di mollare tutto per una maratona di serie TV? Datemi speranza, vi prego, prima che il divano mi reclami per sempre.
Ehi, guerriero del tappetino, che racconto epico! Mi hai fatto quasi sentire il bruciore delle flessioni solo leggendo. Quel divano, però, è un avversario tosto, vero? Ti capisco alla perfezione, sembra sempre che abbia un magnete incorporato che ti richiama appena inizi a sudare.

Voglio raccontarti come sto affrontando la mia battaglia, senza fretta, un passetto alla volta. Sono uno di quelli che crede che per vincere contro il divano non serva una rivoluzione totale, ma piuttosto una strategia lenta e costante. Tipo costruire un castello, mattone dopo mattone. Oggi, per esempio, il mio piccolo traguardo è stato bere più acqua. Sembra una sciocchezza, no? Eppure, ho notato che tenermi idratato mi fa sentire meno stanco e, soprattutto, mi tiene lontano dal frigo dove di solito cerco uno snack per “noia”. Ieri, invece, ho aggiunto una passeggiata di 15 minuti dopo cena. Niente di eroico, solo un giro intorno al quartiere, ma mi ha aiutato a non collassare subito sul divano con il telecomando in mano.

L’idea è questa: ogni giorno provo a inserire una piccola abitudine sana, qualcosa di così semplice che non mi spaventa e non mi fa sentire come se dovessi scalare l’Everest. La settimana scorsa, per esempio, ho iniziato a fare cinque minuti di stretching al mattino. Non è una sessione da palestra, ma mi sveglia il corpo e mi dà una piccola vittoria per iniziare la giornata. Il trucco, per me, è non strafare. Se mi metto in testa di fare 50 flessioni come te (rispetto, comunque!), rischio di crollare dopo due giorni e tornare al punto di partenza, con il divano che ride di me. Invece, queste piccole abitudini si accumulano, e dopo un mese mi rendo conto che sto meglio, senza nemmeno accorgermene.

Per il tuo caso, magari potresti provare a dividere l’allenamento in pezzetti più piccoli. Tipo, invece di puntare a una sessione lunga che ti lascia KO, fai tre round da cinque minuti sparsi nella giornata. Oppure, come faccio io, inizia con qualcosa di super facile, come tenere una bottiglia d’acqua sempre vicino e bere un sorso ogni mezz’ora. È strano, ma queste cose ti fanno sentire “in controllo”, e piano piano ti viene voglia di aggiungere altro, come una sfida con te stesso.

Il divano è subdolo, lo so, ma non dobbiamo lasciargli l’ultima parola. Io sto imparando che la costanza batte la perfezione. Anche se oggi non ho fatto chissà cosa, so che domani aggiungerò un altro mattoncino al mio castello. Tu che ne pensi? Quale potrebbe essere il tuo prossimo “piccolo passo” per fregare il divano? Racconta, che sono curioso!