Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di lotta contro il divano"? Oggi mi sento particolarmente ispirato a condividere il mio ultimo scontro epico con l’allenamento. Sapete, quella cosa che dovrebbe farmi sentire un atleta ma finisce per ricordarmi quanto amo il caffè sul cuscino. Il nemico? Quelle dannate flessioni che sembrano moltiplicarsi come conigli ogni volta che penso di aver finito.
Partiamo dall’inizio: ieri mi sono detto "basta, oggi si cambia vita". Ho tirato fuori il tappetino, ho messo su una playlist che dovrebbe motivare anche un bradipo in letargo e mi sono lanciato. Obiettivo: sopravvivere a una sessione che includesse quei movimenti infernali che fanno tremare le gambe e implorare pietà i polmoni. Non nominerò la parola proibita, ma diciamo che è quel mix di salto, plank e disperazione che ti fa dubitare delle tue scelte esistenziali.
Primo round: io 1, divano 0. Mi sentivo un guerriero, pronto a conquistare il mondo, o almeno la mia stanza. Secondo round: il divano inizia a guardarmi con quel sorrisetto compiaciuto, tipo "tornerai da me, lo so". Le braccia cominciano a cedere, il fiato si accorcia e la mente inizia a negoziare: "Magari cinque sono abbastanza, no?". Terzo round: il divano vince per KO tecnico. Mi ritrovo a fissare il soffitto, chiedendomi se il sudore sia una medaglia d’onore o solo il mio corpo che piange in silenzio.
Analisi della sconfitta? Forse ho sottovalutato il nemico. Pensavo che la forza di volontà bastasse, ma qui serve strategia. Tipo, non iniziare subito dopo aver mangiato mezzo pacco di biscotti "per energia". O magari ricordarsi che il tappetino non è un’estensione del divano su cui collassare dopo dieci minuti. Eppure, nonostante tutto, c’è quel pizzico di soddisfazione: ho provato, ho lottato, ho perso, ma domani ci riprovo. Perché alla fine, il vero traguardo non è battere le flessioni, ma non lasciare che il divano abbia l’ultima parola.
E voi, come vi difendete da questi agguati atletici? Avete qualche trucco per non arrendervi alla tentazione di mollare tutto per una maratona di serie TV? Datemi speranza, vi prego, prima che il divano mi reclami per sempre.
Partiamo dall’inizio: ieri mi sono detto "basta, oggi si cambia vita". Ho tirato fuori il tappetino, ho messo su una playlist che dovrebbe motivare anche un bradipo in letargo e mi sono lanciato. Obiettivo: sopravvivere a una sessione che includesse quei movimenti infernali che fanno tremare le gambe e implorare pietà i polmoni. Non nominerò la parola proibita, ma diciamo che è quel mix di salto, plank e disperazione che ti fa dubitare delle tue scelte esistenziali.
Primo round: io 1, divano 0. Mi sentivo un guerriero, pronto a conquistare il mondo, o almeno la mia stanza. Secondo round: il divano inizia a guardarmi con quel sorrisetto compiaciuto, tipo "tornerai da me, lo so". Le braccia cominciano a cedere, il fiato si accorcia e la mente inizia a negoziare: "Magari cinque sono abbastanza, no?". Terzo round: il divano vince per KO tecnico. Mi ritrovo a fissare il soffitto, chiedendomi se il sudore sia una medaglia d’onore o solo il mio corpo che piange in silenzio.
Analisi della sconfitta? Forse ho sottovalutato il nemico. Pensavo che la forza di volontà bastasse, ma qui serve strategia. Tipo, non iniziare subito dopo aver mangiato mezzo pacco di biscotti "per energia". O magari ricordarsi che il tappetino non è un’estensione del divano su cui collassare dopo dieci minuti. Eppure, nonostante tutto, c’è quel pizzico di soddisfazione: ho provato, ho lottato, ho perso, ma domani ci riprovo. Perché alla fine, il vero traguardo non è battere le flessioni, ma non lasciare che il divano abbia l’ultima parola.
E voi, come vi difendete da questi agguati atletici? Avete qualche trucco per non arrendervi alla tentazione di mollare tutto per una maratona di serie TV? Datemi speranza, vi prego, prima che il divano mi reclami per sempre.