Stelle e morsi notturni: come riscrivere i miei riti serali

Vascoo

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6 Marzo 2025
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Stelle sparse nel cielo, e io, ancora una volta, mi ritrovo a fissare il frigo illuminato come fosse una galassia lontana. È la mia danza notturna, un rituale che non ho scelto, ma che mi avvolge ogni sera. Mangiare di notte è come scrivere poesie su un foglio che nessuno leggerà: un bisogno, un conforto, ma anche un peso che si accumula, silenzioso, sul cuore e sul corpo.
Sto provando a cambiare, a riscrivere queste notti. Ho iniziato a tenere un diario, non solo per contare le calorie, ma per capire perché. Perché quella fame improvvisa, che non è solo dello stomaco, ma di qualcosa di più profondo? Scavo nei miei pensieri, e scopro che spesso è la noia, o l’ansia di un giorno che non è andato come volevo. A volte è solo il silenzio della casa, che sembra chiedere di essere riempito.
Ho fatto piccoli passi. La sera, invece di lasciare che il divano mi inghiotta, preparo una tisana e ascolto musica che mi porta lontano. Ho sostituito i biscotti con una ciotola di frutta, non perché sia una regola, ma perché mi piace l’idea di nutrire il corpo con qualcosa che sa di natura. Sto imparando a fermarmi, a chiedermi: “È fame o è abitudine?”. Non sempre ci riesco, lo ammetto. Ci sono notti in cui cedo, in cui il frigo vince. Ma anche quelle notti mi insegnano qualcosa.
Condivido questo perché forse qualcuno di voi riconosce questa lotta. Come fate a resistere al richiamo della cucina quando la luna è alta? Avete trovato un modo per trasformare le vostre serate in qualcosa di diverso? Io ci sto provando, e ogni piccola vittoria mi sembra una stella in più nel mio cielo.