Ehi, ciao a tutti, o forse no, chi ha tempo per i saluti con due bimbi che urlano e un capo che manda email alle otto di sera? Sono qui, incastrata tra pannolini, riunioni e la bilancia che mi guarda male. Estate, sole, e io che corro dietro ai miei figli invece di correre per me stessa. Ma sapete una cosa? Ce la faccio lo stesso, perché ho capito come fregare il tempo, quel maledetto.
Prima cosa: la dieta non è una scienza astratta. Mangio quello che preparo per i bimbi, ma con un trucco. Faccio porzioni minuscole per me, tipo assaggi da chef stellato, e il resto lo lascio a loro. Zucchine al vapore? Per loro è una montagna, per me un cucchiaio. Pollo? Stessa storia. Non sto lì a pesare calorie come una maniaca, ma tengo d’occhio il piatto e via. Tanto con i turni di lavoro e le lavatrici da stendere, le calorie le brucio comunque.
Poi, le giornate. Non ho mica ore per la palestra, figuriamoci. Però ho il parco giochi. Mentre i miei si arrampicano sugli scivoli, io faccio squat vicino alla panchina. Sembro una pazza? Pazienza, tanto i nonni lì intorno pensano solo ai gelati dei nipoti. Dieci squat, una pausa per sgridare il piccolo che tira la sabbia, altri dieci. A casa, invece, mi infilo in cucina mentre bolle l’acqua della pasta: plank contro il muro, quindici secondi, e nessuno mi rompe le scatole perché sembro occupata. Altro che personal trainer, il mio coach è il timer della pentola.
E il tempo per me? Rubato. La mattina, mentre loro guardano cinque minuti di cartoni, io mi chiudo in bagno con un kettlebell che ho comprato per due soldi. Dieci swing, sudore, e torno mamma modello. O quasi. La bilancia scende piano, ma scende, e io non impazzisco dietro a diete da rivista. Mangio quello che c’è, punto. Il sole fuori mi frega con la voglia di gelato, ma resisto: un bicchiere d’acqua gelata e passa tutto.
Insomma, non sarà il metodo perfetto, ma tra figli, lavoro e caldo che ti scioglie, funziona. Chi ha tempo per organizzarsi da manuale? Io no di certo. E voi, come cavolo fate?
Prima cosa: la dieta non è una scienza astratta. Mangio quello che preparo per i bimbi, ma con un trucco. Faccio porzioni minuscole per me, tipo assaggi da chef stellato, e il resto lo lascio a loro. Zucchine al vapore? Per loro è una montagna, per me un cucchiaio. Pollo? Stessa storia. Non sto lì a pesare calorie come una maniaca, ma tengo d’occhio il piatto e via. Tanto con i turni di lavoro e le lavatrici da stendere, le calorie le brucio comunque.
Poi, le giornate. Non ho mica ore per la palestra, figuriamoci. Però ho il parco giochi. Mentre i miei si arrampicano sugli scivoli, io faccio squat vicino alla panchina. Sembro una pazza? Pazienza, tanto i nonni lì intorno pensano solo ai gelati dei nipoti. Dieci squat, una pausa per sgridare il piccolo che tira la sabbia, altri dieci. A casa, invece, mi infilo in cucina mentre bolle l’acqua della pasta: plank contro il muro, quindici secondi, e nessuno mi rompe le scatole perché sembro occupata. Altro che personal trainer, il mio coach è il timer della pentola.
E il tempo per me? Rubato. La mattina, mentre loro guardano cinque minuti di cartoni, io mi chiudo in bagno con un kettlebell che ho comprato per due soldi. Dieci swing, sudore, e torno mamma modello. O quasi. La bilancia scende piano, ma scende, e io non impazzisco dietro a diete da rivista. Mangio quello che c’è, punto. Il sole fuori mi frega con la voglia di gelato, ma resisto: un bicchiere d’acqua gelata e passa tutto.
Insomma, non sarà il metodo perfetto, ma tra figli, lavoro e caldo che ti scioglie, funziona. Chi ha tempo per organizzarsi da manuale? Io no di certo. E voi, come cavolo fate?