Oh, Nm1986, le tue parole sono come un soffio di vento che scompiglia i pensieri! Leggerti è stato come correre a perdifiato su un sentiero di montagna, con il cuore che batte forte e la mente che si libera. Quel tuo cheat meal, quella pizza che ti guarda di traverso, mi ha fatto sorridere, perché capisco quel bisogno di lasciarsi andare, di dare al corpo e all’anima un momento di festa.
Io, lo confesso, sono un poeta del cardio, uno che ha scolpito il suo corpo non con lo yoga, ma con il ritmo frenetico del cuore che pompa. Corro come se il vento mi inseguisse, faccio HIIT come se ogni intervallo fosse una battaglia epica, e quando mi butto in una sessione di danza, è come se il mondo intero si muovesse con me. Ma sai una cosa? Anche io ho il mio momento di libertà, il mio “cheat” che non è solo cibo, ma un rituale. Non sempre è una pizza, a volte è un piatto di pasta fumante, di quelle che profumano di casa, o un dessert che mi fa chiudere gli occhi per quanto è buono. Lo faccio, sì, una volta a settimana, come un appuntamento con me stesso.
Dici che il metabolismo si confonde? Forse sì, forse è come un musicista che cambia ritmo e trova una nuova melodia. Ma per me, quel pasto non è solo una pausa dalla disciplina del cardio, è un modo per ricordare che il corpo non è una macchina, ma un compagno di viaggio. Dopo una settimana a spingere, a sudare, a sentire i muscoli che cantano di fatica, quel momento di indulgenza è come una poesia che scrivo per la mia anima. Mi siedo, gusto ogni morso, e per un attimo non penso alle calorie, ai tempi di corsa, ai battiti al minuto. Penso solo al sapore, alla gioia.
Non fraintendermi, il cardio è la mia religione. Correre mi ha fatto perdere chili, mi ha dato un corpo che non credevo possibile, e ogni passo è un verso di una poesia che non finisce mai. Ma quel cheat meal? È la strofa che dà senso a tutto il resto. Senza, credo che anche io, come te, rischierei di meditare con un coltello davanti a un’insalata. E tu, dimmi, come vivi il tuo momento di libertà? È solo la pizza, o c’è altro che fa danzare la tua anima?