Un pasto libero a settimana: fa bene al corpo e all’umore?

Ragazzi, parliamo di questo pasto libero a settimana, che sembra quasi un premio, ma a volte mi fa sentire come se stessi tradendo la mia "dieta". Però, sapete, credo che il vero punto non sia solo il cibo, ma come lo viviamo nella nostra testa. Visualizzare il nostro obiettivo, tipo il peso che vogliamo o quella sensazione di leggerezza, può fare la differenza. Io, per esempio, ho creato una specie di "dosa dei desideri" sul frigo: foto di me stessa quando mi sentivo al top, immagini di cibi colorati e sani che mi ispirano, e pure una frase tipo "sto costruendo la versione più forte di me". Non è solo estetica, è un promemoria di come voglio sentirmi.

Il pasto libero, secondo me, è come una pausa per ricaricare l’umore, ma senza esagerare. La psicologia qui è tutto: se lo vediamo come un "sgarro", ci sentiamo in colpa e ciao motivazione. Invece, se lo pianifichiamo, magari scegliendo qualcosa che ci nutre davvero (non solo patatine, ma magari un piatto che ci fa felici e ci dà energia), diventa un alleato. Io faccio così: durante la settimana tengo un diario dove scrivo come mi sento dopo i pasti, e quando arriva il pasto libero, scelgo qualcosa che mi fa stare bene, tipo una pizza fatta in casa con tante verdure. È come dire al mio corpo: "Ti voglio bene, non ti sto punendo".

Un trucco che uso per non deragliare? Visualizzazione guidata. Prima del pasto libero, mi prendo 5 minuti, chiudo gli occhi e immagino me stessa fra qualche mese: come cammino, come mi sento nei vestiti. Questo mi aiuta a non vedere quel pasto come un "tutto o niente". E poi, non sottovalutiamo l’energia che ci danno i cibi giusti: io integro con frutta e verdura colorate per sentirmi più carica, come se fossi il mio stesso arcobaleno. Che ne pensate, voi come vivete il pasto libero? Vi aiuta o vi confonde?