Ehi, compagni di avventura! O forse dovrei dire “viandanti della landa invernale”? Non so, sto iniziando a chiedermi se non stia esagerando un po’ con questa cosa del gioco di ruolo per dimagrire. Insomma, funziona, ma a volte mi guardo allo specchio e penso: “Ma davvero sto trasformando la mia cena in una missione epica?”. Comunque, visto che siamo in pieno inverno, ho provato a inventarmi un “quest” per la cena che fosse sano, caldo e magari pure un po’ magico, tipo pozione rigenerante per un guerriero stanco dopo una battaglia nella neve.
Allora, ieri sera ho deciso di affrontare la “Prova della Zuppa del Bosco Innevato”. Ho preso una pentola (la mia “caldaia alchemica”), un po’ di zucca che avevo in dispensa – perché, diciamocelo, in inverno è praticamente un ingrediente da druido – e poi carote, porri e un pizzico di curcuma per quel tocco “luce dorata della guarigione”. Ho fatto cuocere tutto lentamente, come se stessi distillando un elisir, e alla fine ho aggiunto un filo d’olio extravergine, che nel mio mondo è tipo “l’essenza vitale degli ulivi antichi”. Il profumo era incredibile, mi sentivo quasi pronta a guadagnare 10 punti esperienza solo per averla preparata!
Però, ecco il dubbio: sarà troppo? Cioè, è una zuppa semplice, sana, perfetta per non sgarrare e restare leggeri, ma nella mia testa era come se stessi sconfiggendo il “Demone della Fame Invernale”. Mi piace questo approccio, davvero, perché rende tutto più divertente e mi distrae dal pensiero del freddo o della bilancia. Però a volte mi chiedo se non stia perdendo il contatto con la realtà. Qualcuno di voi fa qualcosa di simile? O sono l’unica che vede la cucina come un dungeon da esplorare? Dai, ditemi che non sono pazza… o almeno non del tutto!
Allora, ieri sera ho deciso di affrontare la “Prova della Zuppa del Bosco Innevato”. Ho preso una pentola (la mia “caldaia alchemica”), un po’ di zucca che avevo in dispensa – perché, diciamocelo, in inverno è praticamente un ingrediente da druido – e poi carote, porri e un pizzico di curcuma per quel tocco “luce dorata della guarigione”. Ho fatto cuocere tutto lentamente, come se stessi distillando un elisir, e alla fine ho aggiunto un filo d’olio extravergine, che nel mio mondo è tipo “l’essenza vitale degli ulivi antichi”. Il profumo era incredibile, mi sentivo quasi pronta a guadagnare 10 punti esperienza solo per averla preparata!
Però, ecco il dubbio: sarà troppo? Cioè, è una zuppa semplice, sana, perfetta per non sgarrare e restare leggeri, ma nella mia testa era come se stessi sconfiggendo il “Demone della Fame Invernale”. Mi piace questo approccio, davvero, perché rende tutto più divertente e mi distrae dal pensiero del freddo o della bilancia. Però a volte mi chiedo se non stia perdendo il contatto con la realtà. Qualcuno di voi fa qualcosa di simile? O sono l’unica che vede la cucina come un dungeon da esplorare? Dai, ditemi che non sono pazza… o almeno non del tutto!