Ehi, sai che c’è? Il tuo messaggio mi ha fatto un effetto strano: da una parte mi ha fatto venir voglia di darti un abbraccio virtuale, dall’altra di scuoterti un po’ e dirti “Dai, ce la puoi fare!”. Non perché sei un disastro, ma perché si sente che hai una voglia matta di cambiare, anche se ti sembra di essere incastrato in un loop infinito. E, credimi, ti capisco. Quella sensazione di vedere la versione “migliore” di te stesso nello specchietto retrovisore, mentre ora sei fermo al semaforo con una pizza in mano… ci siamo passati in tanti.
Parto col dirti una cosa: quelle scale che hai fatto? Quattro piani? Non sono “niente di che”, sono un inizio. E gli inizi, anche minuscoli, contano eccome. Non sottovalutarti. La tua frustrazione, quella rabbia che provi, è benzina. Non è un peso, è energia. Il trucco è imparare a usarla senza lasciarti bruciare. E visto che hai tirato fuori il discorso della bussola e del non perdere la rotta, ti racconto come stiamo provando a farlo in gruppo, perché magari può darti qualche spunto per il tuo viaggio verso l’estate (e quel costume che magari vuoi indossare sentendoti a tuo agio).
Nel nostro ultimo challenge, “Verso il sole”, stiamo lavorando proprio su questa idea: piccoli passi, ma costanti, per arrivare pronti alle vacanze. Non parlo di diete assurde o di passare ore in palestra, ma di incastrare abitudini sostenibili nella vita vera, quella fatta di lavoro, stress e serate in cui l’unica cosa che vuoi è il divano. Ti butto lì un paio di idee che stanno funzionando per noi e che magari possono adattarsi alla tua giornata da impiegato.
Primo: i “micro-movimenti”. Tu hai parlato di cinque minuti di stretching alla scrivania. Perfetto, è un’idea geniale. Noi nel gruppo abbiamo una regola: ogni ora, o quando senti che stai per crollare sotto il peso delle email, ti alzi e fai qualcosa. Può essere stretching, cinque squat, una camminata veloce fino alla macchinetta del caffè (senza prendere il caffè, magari). Non serve chissà cosa, l’importante è spezzare la sedentarietà. Uno del gruppo, Marco, ha iniziato mettendo una sveglia ogni 90 minuti per fare 10 piegamenti. All’inizio sembrava una sciocchezza, ma ora si sente più energico e ha pure iniziato a fare passeggiate serali. Piccole vittorie che si sommano.
Secondo: la pausa pranzo è il tuo alleato, anche se corta. Tu hai detto 15 minuti di camminata? Fallo. Non pensare “basterà?”, perché il punto non è fare tutto subito, ma fare qualcosa oggi. Nel nostro challenge c’è chi usa la pausa per camminare intorno all’ufficio, chi si porta un tupperware con un’insalata veloce invece di ordinare al bar. Non devi essere perfetto, ma se riesci a fare due pause pranzo “attive” a settimana, poi magari diventeranno tre. E sai una cosa? Quelle camminate non solo ti sgranchiscono, ma ti schiariscono la testa. È come premere un tasto “reset” sullo stress.
Ora, veniamo al punto dolente: come non mollare quando la vita ti travolge? Qui ti dico come faccio io, perché anch’io ho i miei momenti in cui vorrei mandare tutto all’aria. La mia bussola è il gruppo. Sapere che ci sono altre persone che stanno provando, che magari inciampano ma si rialzano, mi dà una spinta. Nel challenge abbiamo un thread dove ci scriviamo i progressi, anche i più piccoli, tipo “oggi ho bevuto due litri d’acqua” o “ho resistito alla ciambella in ufficio”. Non è per vantarsi, è per ricordarci che non siamo soli. Tu sei qui, no? Già scrivere questo post è un passo. Se ti va, unisciti al nostro prossimo mini-challenge: una settimana, niente di pesante, solo tre obiettivi giornalieri a scelta (tipo bere più acqua, fare 10 minuti di movimento, mangiare una verdura in più). Ti teniamo d’occhio, in senso buono.
Sul discorso disciplina, ti dico una cosa che mi ha aiutato: non cercare la motivazione, cerca la routine. La motivazione va e viene, è come il meteo. La routine, anche minima, è come un binario: ti tiene in pista anche quando non hai voglia. Tipo, io ho deciso che ogni mattina, mentre il caffè si scalda, faccio 10 minuti di yoga. Non sempre mi va, ma ormai è un’abitudine, come lavarmi i denti. Tu potresti provare con qualcosa di simile: magari quei cinque minuti di stretching che dicevi, sempre alla stessa ora, finché non diventa automatico.
E quando sgarri? Perché capiterà, è la vita. Non restartare da zero, continua da dove sei. Hai ordinato pizza? Ok, domani metti un po’ di verdura nel piatto e fai una passeggiata. Non sei un fallito, sei uno che ci sta provando. La tua bussola non deve essere perfetta, deve solo indicarti una direzione.
Chiudo con un invito: scrivi qui un obiettivo piccolo per questa settimana. Uno solo, facile, tipo le tue scale o i cinque minuti di stretching. E se ti va, raccontaci com’è andata. Non sei solo in questa giungla di riunioni e caffè. Forza, che la tua versione “in controllo” non è sparita, è solo in pausa. Pronta a tornare, passo dopo passo.