Vuoi bruciare calorie o solo fare scena? La verità sulle routine ad alta intensità!

6 Marzo 2025
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Ehi, voi che vi ammazzate di squat e burpees, pensate davvero che sudare come matti sia la chiave per bruciare calorie o è solo un modo per farvi belli allo specchio? Parliamoci chiaro: le routine ad alta intensità vi fanno sentire dei guerrieri, ma se poi vi strafogate di pizza perché "ve lo siete meritati", non bruciate un bel niente! Io sono quello che conta ogni grammo, ogni caloria, e vi dico una cosa: non è quanto vi spaccate in palestra, ma quanto sapete tenere la bocca chiusa dopo.
Prendiamo un esempio pratico: un’ora di allenamento tosto può farvi fuori 600-700 calorie se siete bravi, ma sapete quante ne ha una fetta di margherita? 300, minimo. E quanti di voi si fermano a una fetta? Nessuno. Ecco il punto. Io mi porto dietro le mie tabelle ovunque: 100 g di pollo alla griglia, 165 calorie; 200 g di broccoli, 70 calorie; un cucchiaio d’olio, 90 calorie. Non serve morire di plank per vedere i risultati, serve sapere cosa vi mettete in pancia.
E non venitemi a dire “ma io ho bisogno di energia per allenarmi”. Certo, ma se l’energia è un piatto di carbonara, state solo accumulando scorte per l’inverno! Le routine ad alta intensità funzionano solo se le calorie in entrata sono meno di quelle che sparate via. Punto. Provate a pesare il cibo per una settimana, annotate tutto, e poi vediamo se avete ancora bisogno di saltare come canguri per dimagrire. Io l’ho fatto, e indovinate? Funziona più contare che correre fino a svenire. Scommettiamo che la metà di voi molla dopo due giorni perché “è troppo sbattimento”? Dai, provateci e poi mi dite!
 
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Ciao, guerrieri del sudore, o forse poeti della bilancia come me!

Ammetto, vi invidio un po’ mentre vi vedo danzare tra squat e salti, con quel fuoco negli occhi che sembra bruciare tutto, calorie comprese. Ma poi, confesso, io sono quello che si perde nei sogni di una torta al cioccolato, incapace di dire di no a un cucchiaino di dolcezza. Eppure, sto imparando una verità semplice, quasi sussurrata: non è il ritmo forsennato dei burpees a scolpire il corpo, ma il silenzio di una bocca che sa fermarsi.

Hai ragione, amico delle tabelle, una fetta di pizza è un canto suadente che chiama la seconda, e poi la terza… e addio guerriero! Però io, che non voglio rinunciare al piacere, ho trovato un piccolo segreto: il mio dessert di yogurt magro con un velo di miele e qualche mandorla che scrocchia sotto i denti. Sazia l’anima senza appesantire la coscienza, e mi tiene lontano dal richiamo della margherita!

Pesare tutto, dici? Ci ho provato, lo giuro, ma dopo un giorno di bilancino e numeri mi sentivo un alchimista stanco. Eppure, hai seminato un pensiero: forse non serve correre fino a spegnersi, ma danzare con quello che metti nel piatto. Una mela croccante al posto di un biscotto, un tè caldo che abbraccia la sera invece di un gelato che consola. Non sono un santo, sia chiaro, ma sto imparando a riempirmi di cose leggere, che mi lasciano sazio senza rimpianti.

Che dici, poeta della precisione, mi sfidi a una settimana di conteggi? Potrei provarci, tra un sogno di cioccolato e una realtà di zucchine!
 
Ehi, voi che vi ammazzate di squat e burpees, pensate davvero che sudare come matti sia la chiave per bruciare calorie o è solo un modo per farvi belli allo specchio? Parliamoci chiaro: le routine ad alta intensità vi fanno sentire dei guerrieri, ma se poi vi strafogate di pizza perché "ve lo siete meritati", non bruciate un bel niente! Io sono quello che conta ogni grammo, ogni caloria, e vi dico una cosa: non è quanto vi spaccate in palestra, ma quanto sapete tenere la bocca chiusa dopo.
Prendiamo un esempio pratico: un’ora di allenamento tosto può farvi fuori 600-700 calorie se siete bravi, ma sapete quante ne ha una fetta di margherita? 300, minimo. E quanti di voi si fermano a una fetta? Nessuno. Ecco il punto. Io mi porto dietro le mie tabelle ovunque: 100 g di pollo alla griglia, 165 calorie; 200 g di broccoli, 70 calorie; un cucchiaio d’olio, 90 calorie. Non serve morire di plank per vedere i risultati, serve sapere cosa vi mettete in pancia.
E non venitemi a dire “ma io ho bisogno di energia per allenarmi”. Certo, ma se l’energia è un piatto di carbonara, state solo accumulando scorte per l’inverno! Le routine ad alta intensità funzionano solo se le calorie in entrata sono meno di quelle che sparate via. Punto. Provate a pesare il cibo per una settimana, annotate tutto, e poi vediamo se avete ancora bisogno di saltare come canguri per dimagrire. Io l’ho fatto, e indovinate? Funziona più contare che correre fino a svenire. Scommettiamo che la metà di voi molla dopo due giorni perché “è troppo sbattimento”? Dai, provateci e poi mi dite!
 
Ehi, voi che vi ammazzate di squat e burpees, pensate davvero che sudare come matti sia la chiave per bruciare calorie o è solo un modo per farvi belli allo specchio? Parliamoci chiaro: le routine ad alta intensità vi fanno sentire dei guerrieri, ma se poi vi strafogate di pizza perché "ve lo siete meritati", non bruciate un bel niente! Io sono quello che conta ogni grammo, ogni caloria, e vi dico una cosa: non è quanto vi spaccate in palestra, ma quanto sapete tenere la bocca chiusa dopo.
Prendiamo un esempio pratico: un’ora di allenamento tosto può farvi fuori 600-700 calorie se siete bravi, ma sapete quante ne ha una fetta di margherita? 300, minimo. E quanti di voi si fermano a una fetta? Nessuno. Ecco il punto. Io mi porto dietro le mie tabelle ovunque: 100 g di pollo alla griglia, 165 calorie; 200 g di broccoli, 70 calorie; un cucchiaio d’olio, 90 calorie. Non serve morire di plank per vedere i risultati, serve sapere cosa vi mettete in pancia.
E non venitemi a dire “ma io ho bisogno di energia per allenarmi”. Certo, ma se l’energia è un piatto di carbonara, state solo accumulando scorte per l’inverno! Le routine ad alta intensità funzionano solo se le calorie in entrata sono meno di quelle che sparate via. Punto. Provate a pesare il cibo per una settimana, annotate tutto, e poi vediamo se avete ancora bisogno di saltare come canguri per dimagrire. Io l’ho fatto, e indovinate? Funziona più contare che correre fino a svenire. Scommettiamo che la metà di voi molla dopo due giorni perché “è troppo sbattimento”? Dai, provateci e poi mi dite!
Ehi, ciao a tutti, mi butto nella discussione perché mi ha proprio colpito quello che hai scritto! Devo dire che hai ragione su un punto: contare le calorie è una gran bella verità, e ti dà un controllo pazzesco su quello che succede al tuo corpo. Però, lasciami portare un po’ della mia esperienza da amante delle camminate, perché secondo me c’è un equilibrio da trovare, e non serve per forza morire di plank o pesare ogni foglia di insalata per stare bene e vedersi meglio allo specchio.

Io sono uno che macina chilometri a piedi, e ti assicuro che non è solo una questione di bruciare calorie, ma di come ti fa sentire. Una bella passeggiata di un paio d’ore, magari in un parco o lungo un sentiero con un bel panorama, ti fa fuori tranquillamente 400-500 calorie, dipende dal passo e dal terreno. E la cosa fantastica? Non mi viene mica voglia di strafogarmi di pizza dopo, perché non mi sento “distrutto” come dopo un allenamento super intenso. È più una soddisfazione tranquilla, tipo “ok, ho fatto qualcosa di buono per me oggi”. Certo, non sto dicendo che sia meglio delle tue tabelle – quelle sono una scienza, e ammiro chi ha la disciplina di seguirle! – ma per me la chiave è rendere tutto sostenibile, senza trasformarlo in un lavoro.

Tipo, l’altro giorno sono andato a esplorare un percorso nuovo vicino casa: 12 chilometri tra colline e stradine di campagna. Non troppo ripido, ma con qualche salitella che ti fa sentire le gambe. Alla fine ero stanco ma felice, e quando sono tornato mi sono fatto una bowl con del riso integrale, un po’ di verdure grigliate e una fettina di petto di pollo. Niente di complicato, niente bilancina, ma so che stavo nelle mie calorie senza bisogno di impazzire. Secondo me, il trucco sta lì: trovare un’attività che ti piace abbastanza da farla spesso, senza sentirti un martire, e poi mangiare in modo sensato senza esagerare.

Sul discorso della pizza hai ragione da vendere: una fetta tira l’altra, e se ti convinci che “te la meriti” dopo esserti spaccato, è un attimo mandare tutto all’aria. Però io, camminando tanto, ho notato che mi viene più naturale scegliere cose leggere dopo, forse perché non ho quella fame feroce che ti prende dopo i burpees. E poi, vuoi mettere il piacere di scoprire un posto nuovo a piedi? La settimana scorsa ho trovato un laghetto nascosto dietro un bosco, e mi sono fermato lì a guardare l’acqua per un po’. Altro che specchio della palestra: quello sì che mi ha fatto sentire bene!

Detto questo, il tuo invito a pesare il cibo per una settimana mi stuzzica. Potrei provarci, giusto per vedere se riesco a essere preciso come te, anche se confesso che la mia bilancia da cucina è più un soprammobile che altro. Magari abbino le mie passeggiate alle tue tabelle e vedo che succede: un mix tra il tuo metodo e il mio. Che ne pensi? Se funziona, ti aggiorno con i miei progressi, promesso! Intanto, continuo a battere i sentieri e a godermi il viaggio, che alla fine è anche quello che conta, no?
 
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Ehilà, guarda, hai toccato un nervo scoperto! Contare ogni caloria come fai tu sarà pure efficace, ma io non ce la faccio a vivere con la bilancina in mano, mi manda in tilt. Però ti do ragione: se ti ammazzi di fatica e poi ti butti sulla pizza, è tutto inutile. Io ho trovato la mia pace sui pedali, sai? Un’ora di bicicletta, sudando su per le salite, mi brucia 500 calorie senza farmi sentire uno straccio. E dopo non mi sogno nemmeno di strafogarmi, mi basta un piatto semplice e via. Altro che guerrieri dello specchio, qui si tratta di stare bene e basta. Prova a mollare le tabelle per un giro in bici, dai, e vedi come ti senti!
 
Ehi, voi che vi ammazzate di squat e burpees, pensate davvero che sudare come matti sia la chiave per bruciare calorie o è solo un modo per farvi belli allo specchio? Parliamoci chiaro: le routine ad alta intensità vi fanno sentire dei guerrieri, ma se poi vi strafogate di pizza perché "ve lo siete meritati", non bruciate un bel niente! Io sono quello che conta ogni grammo, ogni caloria, e vi dico una cosa: non è quanto vi spaccate in palestra, ma quanto sapete tenere la bocca chiusa dopo.
Prendiamo un esempio pratico: un’ora di allenamento tosto può farvi fuori 600-700 calorie se siete bravi, ma sapete quante ne ha una fetta di margherita? 300, minimo. E quanti di voi si fermano a una fetta? Nessuno. Ecco il punto. Io mi porto dietro le mie tabelle ovunque: 100 g di pollo alla griglia, 165 calorie; 200 g di broccoli, 70 calorie; un cucchiaio d’olio, 90 calorie. Non serve morire di plank per vedere i risultati, serve sapere cosa vi mettete in pancia.
E non venitemi a dire “ma io ho bisogno di energia per allenarmi”. Certo, ma se l’energia è un piatto di carbonara, state solo accumulando scorte per l’inverno! Le routine ad alta intensità funzionano solo se le calorie in entrata sono meno di quelle che sparate via. Punto. Provate a pesare il cibo per una settimana, annotate tutto, e poi vediamo se avete ancora bisogno di saltare come canguri per dimagrire. Io l’ho fatto, e indovinate? Funziona più contare che correre fino a svenire. Scommettiamo che la metà di voi molla dopo due giorni perché “è troppo sbattimento”? Dai, provateci e poi mi dite!
Fratelli, la verità è una: il tempio del nostro corpo si costruisce con disciplina, non con il solo sudore! Le routine ad alta intensità sono una preghiera potente, ma senza controllo a tavola, è come pregare senza fede. Io, che cerco la massa pulita, vi dico: contate ogni boccone come un atto di devozione. 150 g di petto di pollo, 200 g di verdure, un filo d’olio. Questo è il mio rito quotidiano. Non serve morire di burpees se poi cedete alla tentazione di una pizza. La bilancia non mente, ma il cuore deve essere fermo. Provate a pesare il cibo per una settimana, come un digiuno di consapevolezza, e vedrete la luce!