Se non mangio bene, altro che pesi: crollo con mio figlio in braccio!

6 Marzo 2025
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Ragazze, giuro, se non riesco a mettere qualcosa di decente nello stomaco, altro che sollevamento pesi: crollo proprio con mio figlio in braccio! Tra poppate e notti in bianco, sto diventando un fantasma, e la bilancia non si muove. Qualcuna ha un trucco per non svenire e magari pure perdere un chilo? Sennò qua finisce male, ve lo dico!
 
Ehi, capisco benissimo, la stanchezza è una bestia! Io sono passata da zombie a super energica cambiando due cose: mangio più proteine magre (tipo pollo o yogurt greco) e faccio mini-pasti ogni 3 ore, così non crollo. Anche solo 10 minuti di stretching la sera mi aiutano a dormire meglio. Prova, vedrai che la bilancia inizia a collaborare!
 
Ehi, altro che crollo, ti capisco proprio! Anch’io sto lottando con la stanchezza, soprattutto ora che punto a migliorare nei miei lunghi per il prossimo mara. Sai, sto provando a mangiare più spesso, tipo ogni 3-4 ore, ma non robe pesanti: un po’ di tacchino, un uovo sodo, oppure una manciata di mandorle. Mi dà quel boost per non morire durante gli allenamenti. Le proteine magre sono diventate le mie migliori amiche, e sto attento a non esagerare con i grassi, che con il mio colesterolo un po’ ballerino non è proprio il caso.

Le tue mini-porzioni mi ispirano, magari ci aggiungo un frutto per non crollare a metà giornata. Io di solito corro al mattino presto, quindi la sera mi butto su qualcosa di leggero tipo pesce o una zuppa di verdure, così non mi sento un macigno e dormo decentemente. Lo stretching? Devo provarlo, perché dopo 15 km mi sento un blocco di cemento! La bilancia per ora scende piano, ma i tempi sul cronometro migliorano, quindi direi che siamo sulla strada giusta. Tu come ti organizzi con tuo figlio in mezzo al caos?
 
Ciao, compagno di fatica! Leggerti è come guardarsi allo specchio, ma con un figlio in braccio e un cronometro al polso – ti ammiro, sai? Quel senso di crollo che descrivi lo conosco bene, è come se il corpo ti dicesse "fermati" mentre la testa urla "vai avanti". La tua strategia delle mini-porzioni ogni 3-4 ore mi piace, è un po’ come dare al motore quel carburante costante senza appesantirlo. Tacchino, uova sode, mandorle… sembra quasi una danza di equilibri, no? Io invece ho trovato rifugio nel mio "rito" settimanale, il cheat meal, un momento in cui mi concedo di respirare, di staccare la spina. Non è solo cibo, è una specie di reset mentale.

Penso che il trucco stia tutto lì, nel trovare un ritmo che non ti spezzi. Tu corri al mattino e punti su pesce e zuppe la sera – scelta saggia, leggera, che ti lascia spazio per muoverti senza sentirti incatenato. Io, con il mio "pasto di carico", di solito lo piazzo nel weekend, dopo una settimana di disciplina. Non è un’esplosione di calorie a caso, eh: magari un piatto di pasta integrale con un filo d’olio buono, un po’ di parmigiano, e sì, confesso, un quadratino di cioccolato fondente. Mi dà quella spinta, sai? Non solo fisica, ma proprio di testa. È come dire al mio corpo: "Tranquillo, non ti sto punendo, stiamo solo giocando a lungo termine".

Sul metabolismo, ti dirò, il cheat meal per me è una piccola scossa. Dopo giorni di rigore, quel picco controllato sembra risvegliare tutto, come se il corpo si ricordasse che può bruciare senza andare in tilt. Certo, non esagero, perché con il tuo colesterolo ballerino capisco il bisogno di tenere d’occhio i grassi. Magari il frutto che vuoi aggiungere alle tue porzioni è un’idea geniale: una mela o qualche fragola ti danno zuccheri naturali che non ti mandano in picchiata dopo un’ora.

Con mio figlio, il caos è il mio personal trainer migliore! Tra pappe e corse dietro di lui, il tempo per me lo ritaglio come posso. Il mio pasto di carico lo preparo spesso con lui che mi "aiuta" – un disastro, ma mi fa sorridere e mi tiene leggero di spirito. Tu che corri per la maratona, come fai a non crollare con tutto quel peso emotivo oltre che fisico? Io dico che siamo un po’ filosofi della bilancia: non è solo questione di numeri, ma di come ci sentiamo dentro. La tua costanza mi ispira, e quel blocco di cemento dopo i 15 km… prova un bagno caldo dopo lo stretching, potrebbe scioglierti l’anima oltre che i muscoli. Siamo in viaggio, no? Passo dopo passo, un boccone alla volta.
 
Ciao, compagno di fatica! Leggerti è come guardarsi allo specchio, ma con un figlio in braccio e un cronometro al polso – ti ammiro, sai? Quel senso di crollo che descrivi lo conosco bene, è come se il corpo ti dicesse "fermati" mentre la testa urla "vai avanti". La tua strategia delle mini-porzioni ogni 3-4 ore mi piace, è un po’ come dare al motore quel carburante costante senza appesantirlo. Tacchino, uova sode, mandorle… sembra quasi una danza di equilibri, no? Io invece ho trovato rifugio nel mio "rito" settimanale, il cheat meal, un momento in cui mi concedo di respirare, di staccare la spina. Non è solo cibo, è una specie di reset mentale.

Penso che il trucco stia tutto lì, nel trovare un ritmo che non ti spezzi. Tu corri al mattino e punti su pesce e zuppe la sera – scelta saggia, leggera, che ti lascia spazio per muoverti senza sentirti incatenato. Io, con il mio "pasto di carico", di solito lo piazzo nel weekend, dopo una settimana di disciplina. Non è un’esplosione di calorie a caso, eh: magari un piatto di pasta integrale con un filo d’olio buono, un po’ di parmigiano, e sì, confesso, un quadratino di cioccolato fondente. Mi dà quella spinta, sai? Non solo fisica, ma proprio di testa. È come dire al mio corpo: "Tranquillo, non ti sto punendo, stiamo solo giocando a lungo termine".

Sul metabolismo, ti dirò, il cheat meal per me è una piccola scossa. Dopo giorni di rigore, quel picco controllato sembra risvegliare tutto, come se il corpo si ricordasse che può bruciare senza andare in tilt. Certo, non esagero, perché con il tuo colesterolo ballerino capisco il bisogno di tenere d’occhio i grassi. Magari il frutto che vuoi aggiungere alle tue porzioni è un’idea geniale: una mela o qualche fragola ti danno zuccheri naturali che non ti mandano in picchiata dopo un’ora.

Con mio figlio, il caos è il mio personal trainer migliore! Tra pappe e corse dietro di lui, il tempo per me lo ritaglio come posso. Il mio pasto di carico lo preparo spesso con lui che mi "aiuta" – un disastro, ma mi fa sorridere e mi tiene leggero di spirito. Tu che corri per la maratona, come fai a non crollare con tutto quel peso emotivo oltre che fisico? Io dico che siamo un po’ filosofi della bilancia: non è solo questione di numeri, ma di come ci sentiamo dentro. La tua costanza mi ispira, e quel blocco di cemento dopo i 15 km… prova un bagno caldo dopo lo stretching, potrebbe scioglierti l’anima oltre che i muscoli. Siamo in viaggio, no? Passo dopo passo, un boccone alla volta.
Ehi, compagno di avventura! Leggerti è un piacere, sai? Mi ci rivedo tantissimo, anche se il mio "bimbo in braccio" ormai è solo un ricordo – però quel senso di crollo lo capisco eccome, è come se il corpo facesse sciopero mentre tu stai ancora spingendo sull’acceleratore. La tua danza di equilibri con tacchino, uova e mandorle mi piace, sembra quasi una coreografia ben studiata. Io invece, da quando ho abbracciato il keto, ho trovato il mio ritmo in un modo un po’ diverso, ma sempre con quella voglia di non spezzarmi, come dici tu.

Il tuo cheat meal mi ha fatto sorridere – quel quadratino di cioccolato fondente? Una poesia! Io non sono proprio da "pasto di carico" classico, ma ti confesso che ogni tanto, dopo settimane di burro chiarificato e avocado, un pezzetto di frutta mi chiama. Non lo faccio spesso, perché il keto è un po’ geloso, ma una manciata di mirtilli ogni tanto mi dà quella dolcezza senza farmi uscire dal binario. Sul metabolismo hai ragione, serve una scossa ogni tanto, e il tuo modo di gestirlo è furbo – quel piatto di pasta integrale sembra un premio meritato, altro che sgarro!

Da fanatico del keto, ti racconto il mio trucco: quando sento quel blocco – tipo il tuo cemento dopo i 15 km – punto su un bel brodo caldo con un cucchiaio di olio di cocco dentro. È leggero, ti scalda l’anima e tiene i grassi al punto giusto per darmi energia senza appesantirmi. La corsa al mattino la faccio anch’io, spesso a digiuno, e ti giuro che dopo un mese di keto il corpo si sveglia diversamente, come se bruciasse carburante pulito. Certo, all’inizio è stata dura: la transizione al ketosio mi ha fatto sentire un po’ uno zombie, ma poi ho scoperto le uova strapazzate con burro e un pizzico di sale – una coccola che mi ha salvato.

Il tuo caos con il piccolo è una palestra naturale, altro che pesi! Io, senza figli da inseguire, mi sono buttato sui grassi sani per tenere il passo: salmone, noci, un po’ di formaggio stagionato. La sera, come te, amo le zuppe – magari con cavolo nero e un filo d’olio extravergine, che mi lascia leggero ma soddisfatto. Sul colesterolo, capisco la tua prudenza: il keto può essere un alleato, ma serve equilibrio. Io ho trovato il mio con l’olio d’oliva al posto del burro ogni tanto, e magari una mela piccola se proprio voglio un frutto – zuccheri naturali sì, ma con moderazione.

Quel peso emotivo di cui parli, per me si scioglie con la costanza: il keto non è solo cibo, è una specie di filosofia. Passo dopo passo, come dici tu, e un boccone alla volta. Il tuo bagno caldo dopo lo stretching è un’idea geniale, magari ci aggiungo un po’ di magnesio nell’acqua per i muscoli – lo provo e ti dico! Siamo in viaggio, vero, e ognuno trova la sua strada. Tu con il tuo ritmo, io con il mio keto: l’importante è sentirsi bene, dentro e fuori. Che ne pensi, ti va di provare una mia ricetta keto per la tua prossima zuppa serale? Magari un brodo con zucchine e un cucchiaino di MCT – leggero ma potente!
 
Ragazze, giuro, se non riesco a mettere qualcosa di decente nello stomaco, altro che sollevamento pesi: crollo proprio con mio figlio in braccio! Tra poppate e notti in bianco, sto diventando un fantasma, e la bilancia non si muove. Qualcuna ha un trucco per non svenire e magari pure perdere un chilo? Sennò qua finisce male, ve lo dico!
Ehi, capisco benissimo quel senso di stanchezza infinita, con un bimbo piccolo è una maratona continua! Io ti butto lì una cosa che mi sta aiutando un sacco: le pratiche di Wim Hof. Non serve chissà cosa, basta ritagliarsi 10-15 minuti al giorno. Fai così: prova le sue respirazioni profonde – inspiri forte col diaframma, espiri piano, una trentina di volte – e poi finisci con un bel tuffo freddo, anche solo una doccia gelata va bene. All’inizio sembra strano, ma ti giuro che ti tira su di brutto.

Il freddo e il respiro insieme svegliano il metabolismo, è come se dai una scossa al corpo per bruciare di più, anche senza ammazzarti di pesi o diete assurde. Poi, con lo stress delle notti in bianco, aiuta a calmare i nervi, ti senti meno un “fantasma” e più in controllo. Io ho notato che pure il sistema immunitario ringrazia, e con un figlio piccolo che magari ti porta germi ovunque non è poco! Non dico che perdi chili in un attimo, ma ti dà l’energia per reggere tutto senza crollare – e magari, col tempo, la bilancia inizia a darti soddisfazione.

Se vuoi provare, parti piano: respira mentre sei lì col bimbo in braccio, così non perdi tempo, e il freddo lo infili quando puoi. Fammi sapere come va, dai, che qua siamo tutte sulla stessa barca! Forza!
 
Ragazze, giuro, se non riesco a mettere qualcosa di decente nello stomaco, altro che sollevamento pesi: crollo proprio con mio figlio in braccio! Tra poppate e notti in bianco, sto diventando un fantasma, e la bilancia non si muove. Qualcuna ha un trucco per non svenire e magari pure perdere un chilo? Sennò qua finisce male, ve lo dico!
Ehi, capisco benissimo la tua situazione, tra il piccolo e le giornate infinite è un miracolo anche solo stare in piedi! Io sono quella fissata con le camminate, e ti dico come faccio a non svenire e a tenere la bilancia un po’ sotto controllo. Intanto, quando esco col passeggino, cerco di farmi almeno un giro decente, tipo 4-5 chilometri, magari lungo il parco vicino casa o su un sentiero tranquillo. Non è sollevamento pesi, ma ti giuro che spingere il passeggino e camminare svelto mi fa sudare quasi come in palestra!

Per il cibo, so che è dura con poco tempo, ma io mi porto dietro qualcosa di semplice, tipo una manciata di mandorle o una banana schiacciata in una scatolina. Non sarà un pranzo da chef, ma mi tiene su senza appesantirmi. E poi, vuoi sapere il mio trucco per rendere le camminate meno noiose? Mi invento dei “premi” lungo il percorso: passo davanti alla gelateria e mi dico che, se continuo così, un giorno mi fermerò a prendere un cono senza sensi di colpa. Oppure ascolto un podcast che mi piace, così il tempo vola.

Il mio progresso? Lentissimo, ma costante: in due mesi ho perso quasi due chili, e soprattutto mi sento meno un fantasma e più una mamma che ce la può fare. Tu dove potresti infilare una camminata? Anche solo 20 minuti, col piccolo al seguito, potrebbero darti una spinta. Fammi sapere come va, che qua siamo tutte sulla stessa barca!
 
Grzegorz, ti capisco fin troppo bene, quel mix di stanchezza assurda e bilancia che ti fissa senza pietà è una cosa che manda fuori di testa! Io sono quello che ha perso chili pedalando come un matto, e ti assicuro che anche con un figlio piccolo si può trovare un modo per non crollare – magari non con tuo figlio in braccio, ma quasi. Ti racconto come faccio, che magari ti accende una lampadina.

Quando ero nella tua fase “fantasma”, con notti spezzate e zero energie, ho iniziato a usare la bici per svegliarmi un po’. Non parlo di uscite da Giro d’Italia, eh, ma di giri semplici, tipo 20-30 minuti intorno a casa. All’inizio uscivo presto, prima che la giornata mi risucchiasse, col piccolo che dormiva ancora. Mettevo su una borraccia con acqua e un goccio di succo di limone – niente di elaborato, ma mi dava quella scossa per non sentirmi un morto che cammina. E poi, pedala che ti pedala, il cervello si riaccendeva, e pure il corpo smetteva di urlarmi “siediti o svengo”.

Per mangiare decente senza impazzire, io mi affidavo a robe veloci ma che tengono su. Tipo, prima di uscire, buttavo giù uno yogurt con un cucchiaio di miele, o una fetta di pane con un velo di burro d’arachidi. Non è alta cucina, ma mi dava benzina per girare senza crollare. E sai una cosa? La bici mi ha insegnato a non sottovalutare l’acqua: ne bevo un sacco, soprattutto dopo i giri, magari con qualche fettina di frutta dentro per non annoiarmi. Non è che devi strafare col cibo, ma se non metti qualcosa nello stomaco, altro che figlio in braccio, cadi tu per primo!

Il mio trucco per non mollare? Mi fissavo dei giri “da conquista”. Tipo, arrivavo fino a quel bar in fondo alla strada e mi dicevo: “Se continuo così, un giorno mi fermo e mi prendo un caffè come si deve”. Oppure, puntavo un parco e immaginavo di portare lì il piccolo a giocare una volta che fossi tornato in forma. In sei mesi ho perso 8 chili, ma soprattutto non mi sento più un relitto. Certo, all’inizio ero lento, arrancavo pure sulle salite da niente, ma col tempo ho preso il ritmo. La bilancia si è mossa, e io pure.

Tu magari non hai una bici sotto mano, ma potresti provare a infilare qualcosa di simile, no? Anche solo un giro corto, col piccolo nel passeggino come dice l’altra mamma, o una pedalata se hai modo di recuperare due ruote. L’importante è muoverti e non lasciarti seppellire dalla stanchezza. Raccontami se provi, che qua si fa il tifo per te!