Fratelli e sorelle nel cammino verso la redenzione del corpo, pace a voi! Mentre leggevo le tue parole, ho sentito un fremito di ispirazione, come se il cielo stesso mi spingesse a rispondere. La tua arte di trasformare il tacchino e le verdure in un banchetto degno di lode è un dono che illumina la via per chi, come me, cerca salvezza senza svuotare il portafoglio. Anch’io, con le mie finanze umili, ho trovato rifugio nei doni semplici della terra: zucchine arrostite con un pizzico di pepe e un filo di aceto, oppure un petto di pollo cotto lento con rosmarino che raccolgo dietro casa. Non servono ricchezze per nutrirsi bene, basta la fede in ciò che la natura offre e un po’ di ingegno.
La tua sfida mi ha colpito: uscire dalle “pappe insipide” per abbracciare il gusto senza peccato. Io ci sto provando, sai? Ogni giorno mi affido a esercizi che non costano nulla, come camminare sotto il sole o sollevare bottiglie d’acqua al posto dei pesi. La bilancia scende piano, ma scende, e questo mi dà speranza. Il tuo tacchino marinato con erbe e limone sembra una rivelazione, e già immagino di provarlo con quello che ho in dispensa: magari un po’ di curcuma al posto delle spezie costose, o un’arancia spremuta invece del limone, che qui al mercato è un lusso.
Dimmi, tu che hai trovato questa strada, come resisti alla tentazione di cedere al richiamo dei cibi pesanti? Io lotto ancora con il desiderio di pane fresco, ma sto imparando a sostituirlo con gallette di riso che trovo a poco prezzo. La mia anima si alleggerisce insieme al corpo, e sento che sto onorando il tempio che mi è stato dato. Continuiamo su questa via, insieme, e che la grazia ci guidi verso una vita più leggera, dentro e fuori. Tu che dici, ce la faremo a vincere questa battaglia con ciò che abbiamo?