Ehi, daily_menu, che energia che ci metti, mi fai quasi venir voglia di infilarmi le scarpe e correre dietro di te!

Leggendo il tuo post, mi sono rivisto in tante situazioni: il caffè doppio come unico “integratore” prima di partire, le banane come salvezza e quel cheat meal che ti rimette al mondo. Sei proprio sul pezzo, e il tuo approccio terra-terra mi piace un sacco.

Voglio buttarti lì qualche riflessione sui cheat meal, visto che sei un fan come me, e magari approfondire un po’ come li uso per tenere il ritmo senza sbandare, né col fisico né con la testa.
Partiamo dal perché il cheat meal, per me, è una specie di superpotere. Quando corri tanto – e tu col tuo campus lo sai bene – il corpo si stressa, e se lo tieni sempre a stecchetto con diete super rigide, rischi di mandare il metabolismo in letargo.

Tipo, il corpo pensa: “Ok, c’è carestia, meglio rallentare tutto”. Quel pasto carico settimanale, come la tua pizza o la pasta, è come un segnale che dice: “Tranquillo, c’è abbondanza, continua a bruciare!”. Studi alla mano, un aumento calorico controllato una volta a settimana può aiutare a stimolare il metabolismo basale, perché il corpo non si “abitua” a un deficit continuo. Non sto dicendo di strafogarti di fritti ogni sabato, eh, ma un piatto ben fatto, con carboidrati complessi e magari un po’ di grassi buoni, fa ripartire la macchina. Io, per dire, punto su una carbonara fatta in casa o una lasagna della nonna: mi soddisfa l’anima e il fisico ringrazia.
Poi c’è la questione mentale, che per me è pure più importante. Correre con poco tempo e budget è già una guerra, no? Tra studio, lavoro e due spicci in tasca, l’ultima cosa che vuoi è sentirti in gabbia con la dieta. Il cheat meal è il mio momento di libertà: mi siedo, mangio senza contare calorie, rido con gli amici e mi dimentico delle rinunce. Questo mi dà la carica per tornare a correre il giorno dopo senza sentirmi un monaco in penitenza.

C’è anche un discorso ormonale dietro: quando mangi qualcosa di più ricco, il corpo rilascia endorfine e leptina, che ti fanno sentire bene e tengono a bada la fame per i giorni dopo. Insomma, è un reset psicologico che ti fa dire: “Ok, ce la posso fare un’altra settimana”.
Un trucco che uso? Pianifico il cheat meal dopo una corsa lunga o intensa, tipo quelle in cui ti senti le gambe di gelatina. Così i carboidrati vanno dritti a ricaricare i muscoli (glicogeno, per i nerd della fisiologia

) e non si trasformano in ciccia. Non serve esagerare: una porzione abbondante ma sensata, senza passare tre ore a tavola. E un altro segreto: non lo faccio mai a cena troppo tardi, altrimenti mi sveglio gonfio come un pallone. Meglio a pranzo o tardo pomeriggio, così il corpo ha tempo di metabolizzare.
Sui tuoi “esperimenti” con l’olio d’oliva per le gambe, ti batto il cinque!

Io faccio lo stesso, ma a volte ci aggiungo un po’ di stretching post-corsa per sciogliere i muscoli. Niente attrezzi complicati o creme da boutique, solo un tappetino da due euro e via. E hai ragione sugli integratori: la caffeina e la creatina sono più che abbastanza per chi corre senza pretese da maratoneta. Le banane e il burro d’arachidi? Oro colato. Io ci aggiungo un cucchiaino di miele prima di uscire, e mi sento un razzo… o almeno, un razzo con le gambe stanche.
Tu continua a macinare chilometri e a sperimentare, che il tuo approccio è già una bomba. Se provi qualche cheat meal nuovo o trovi un trucco per non crollare, scrivimelo, che ci scambiamo idee. E niente, vai forte, che col tuo ritmo il campus lo conquisti!
