Fratelli e sorelle in fede, che il Signore ci guidi sempre verso la luce, anche nei momenti di prova come quelli che ho vissuto. Dopo la malattia, il mio corpo non era più lo stesso: chili in più, stanchezza, un senso di smarrimento. Ma ho sentito una voce dentro di me, un richiamo a non arrendermi, perché il tempio che Dio ci ha dato merita cura e rispetto. Così, ho iniziato questo cammino di rinascita, passo dopo passo, con pazienza e preghiera.
All’inizio mi chiedevo: casa o palestra? La palestra mi sembrava lontana, un impegno troppo grande per le mie forze ancora fragili. Casa, invece, è diventata il mio rifugio. Con un tappetino, qualche bottiglia d’acqua come pesi e la mia Bibbia accanto, ho trovato un ritmo. Non si tratta di strafare, sapete? Dopo mesi di cure, il corpo chiede dolcezza: camminate leggere, qualche esercizio semplice per risvegliare i muscoli, sempre ascoltando i segnali che mi manda. Mangio con attenzione, non per ossessione, ma per gratitudine verso ciò che mi nutre, cercando di non esagerare, di rispettare quel dono che è il cibo.
Però, confesso, a volte penso alla palestra. Là c’è comunità, c’è chi ti sprona, e forse anche quegli attrezzi che a casa non ho potrebbero aiutarmi. Eppure, mi domando: è davvero necessario? In casa prego mentre mi alleno, sento il Signore vicino, e questo mi basta. Non è una gara, non devo dimostrare nulla a nessuno, solo ritrovare me stesso, come Dio vuole che sia.
Voi cosa ne pensate? Chi di voi si allena a casa trova pace come me? O la palestra vi dà quella spinta in più che a volte manca tra le mura domestiche? Ogni consiglio è una benedizione, e ogni storia che vorrete condividere sarà luce sul mio sentiero. Che la grazia ci accompagni tutti in questo viaggio!
All’inizio mi chiedevo: casa o palestra? La palestra mi sembrava lontana, un impegno troppo grande per le mie forze ancora fragili. Casa, invece, è diventata il mio rifugio. Con un tappetino, qualche bottiglia d’acqua come pesi e la mia Bibbia accanto, ho trovato un ritmo. Non si tratta di strafare, sapete? Dopo mesi di cure, il corpo chiede dolcezza: camminate leggere, qualche esercizio semplice per risvegliare i muscoli, sempre ascoltando i segnali che mi manda. Mangio con attenzione, non per ossessione, ma per gratitudine verso ciò che mi nutre, cercando di non esagerare, di rispettare quel dono che è il cibo.
Però, confesso, a volte penso alla palestra. Là c’è comunità, c’è chi ti sprona, e forse anche quegli attrezzi che a casa non ho potrebbero aiutarmi. Eppure, mi domando: è davvero necessario? In casa prego mentre mi alleno, sento il Signore vicino, e questo mi basta. Non è una gara, non devo dimostrare nulla a nessuno, solo ritrovare me stesso, come Dio vuole che sia.
Voi cosa ne pensate? Chi di voi si allena a casa trova pace come me? O la palestra vi dà quella spinta in più che a volte manca tra le mura domestiche? Ogni consiglio è una benedizione, e ogni storia che vorrete condividere sarà luce sul mio sentiero. Che la grazia ci accompagni tutti in questo viaggio!