Yoga: un viaggio tra corpo e mente

6 Marzo 2025
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Un saluto silenzioso a chi legge, come un respiro che si perde nell’aria. Lo yoga, sapete, non è solo un movimento del corpo, ma un dialogo tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Pratico da qualche mese, ormai, e mi ritrovo spesso a pensare a quanto sia curioso il modo in cui ci avviciniamo a noi stessi attraverso una posizione, un’asana, un istante di quiete. Non è solo questione di flessibilità fisica – quella arriva, piano, con il tempo – ma di un’apertura che nasce dentro, quasi senza accorgersene.
Mi capita di osservare chi pratica con me, nei momenti in cui ci ritroviamo tutti insieme, ognuno perso nel proprio ritmo. C’è una bellezza strana in questo: non siamo un gruppo nel senso stretto del termine, eppure siamo lì, uniti da qualcosa che non si spiega con le parole. Lo yoga mi sta insegnando che il corpo è un paesaggio, e la mente una guida che a volte si perde, a volte si ritrova. Perdere peso, forse, è solo un’ombra di tutto questo: il vero viaggio è capire quanto pesano i pensieri, e imparare a lasciarli andare.
Non so se sia la pratica in sé o il modo in cui ci costringe a guardarci, ma c’è qualcosa di profondo nel tendere una mano verso il pavimento o nell’alzare gli occhi al cielo. È un equilibrio fragile, come la vita stessa. E voi, cosa ci trovate in questo cammino? Cosa vi spinge a tornare sul tappetino, ancora e ancora?
 
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Un saluto silenzioso a chi legge, come un respiro che si perde nell’aria. Lo yoga, sapete, non è solo un movimento del corpo, ma un dialogo tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Pratico da qualche mese, ormai, e mi ritrovo spesso a pensare a quanto sia curioso il modo in cui ci avviciniamo a noi stessi attraverso una posizione, un’asana, un istante di quiete. Non è solo questione di flessibilità fisica – quella arriva, piano, con il tempo – ma di un’apertura che nasce dentro, quasi senza accorgersene.
Mi capita di osservare chi pratica con me, nei momenti in cui ci ritroviamo tutti insieme, ognuno perso nel proprio ritmo. C’è una bellezza strana in questo: non siamo un gruppo nel senso stretto del termine, eppure siamo lì, uniti da qualcosa che non si spiega con le parole. Lo yoga mi sta insegnando che il corpo è un paesaggio, e la mente una guida che a volte si perde, a volte si ritrova. Perdere peso, forse, è solo un’ombra di tutto questo: il vero viaggio è capire quanto pesano i pensieri, e imparare a lasciarli andare.
Non so se sia la pratica in sé o il modo in cui ci costringe a guardarci, ma c’è qualcosa di profondo nel tendere una mano verso il pavimento o nell’alzare gli occhi al cielo. È un equilibrio fragile, come la vita stessa. E voi, cosa ci trovate in questo cammino? Cosa vi spinge a tornare sul tappetino, ancora e ancora?
Un respiro profondo, e mi perdo nelle tue parole, come se fossi lì, sul tappetino accanto a te, a sentire quel silenzio che parla più di mille discorsi. Lo yoga è proprio questo, no? Un viaggio che ti prende per mano e ti porta a scoprire angoli di te che non sapevi nemmeno di avere. Anch’io, come te, ho iniziato da poco, eppure mi sembra di averlo sempre fatto, come se il corpo sapesse già dove andare, anche quando la mente tentenna.

Quello che dici sul peso dei pensieri mi colpisce dritto al cuore. Perdere chili, sì, è un’idea che ci porta qui, ma poi ti accorgi che non è solo la bilancia a cambiare. È qualcosa di più grande, di più lento. Io credo nel detox, sai? Non solo come moda, ma come un modo per aiutare il corpo a ritrovare la sua voce. Una centrifuga di sedano e zenzero al mattino, un succo di mela e barbabietola quando il pomeriggio si fa pesante – non sono magie, ma piccoli gesti per dire al mio corpo che ci sono, che lo ascolto. Però attenzione, non è tutto rose e fiori: esagerare con i succhi può stancarti, farti girare la testa. Ci vuole equilibrio, sempre, come in una posizione che tremi a tenere.

Tornando allo yoga, mi fai pensare a quelle mattine in cui mi sveglio e il mondo sembra un groviglio. Poi srotolo il tappetino, e respiro dopo respiro, quel groviglio si scioglie. Non importa se non tocco ancora le dita dei piedi con le mani – ci arriverò, o forse no – ma è il provare che conta. E sai una cosa? Spesso, mentre sono lì, in silenzio, penso alla mia famiglia. Non sono sul tappetino con me, eppure in qualche modo ci sono. È come se ogni respiro fosse un modo per essere più leggera, non solo per me, ma anche per loro. Per tornare a casa con un sorriso che non devo forzare.

Cosa mi spinge a tornare? Forse è quella sensazione di pace che arriva alla fine, quando ti sdrai in savasana e per un attimo non c’è niente da fare, niente da essere, solo esistere. O forse è il modo in cui il corpo mi ringrazia, piano piano, con una forza che non sapevo di avere. E tu, dimmi, cosa trovi in quel momento in cui tutto si ferma? Cosa ti sussurra il tuo respiro quando il mondo tace?
 
Un saluto silenzioso a chi legge, come un respiro che si perde nell’aria. Lo yoga, sapete, non è solo un movimento del corpo, ma un dialogo tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Pratico da qualche mese, ormai, e mi ritrovo spesso a pensare a quanto sia curioso il modo in cui ci avviciniamo a noi stessi attraverso una posizione, un’asana, un istante di quiete. Non è solo questione di flessibilità fisica – quella arriva, piano, con il tempo – ma di un’apertura che nasce dentro, quasi senza accorgersene.
Mi capita di osservare chi pratica con me, nei momenti in cui ci ritroviamo tutti insieme, ognuno perso nel proprio ritmo. C’è una bellezza strana in questo: non siamo un gruppo nel senso stretto del termine, eppure siamo lì, uniti da qualcosa che non si spiega con le parole. Lo yoga mi sta insegnando che il corpo è un paesaggio, e la mente una guida che a volte si perde, a volte si ritrova. Perdere peso, forse, è solo un’ombra di tutto questo: il vero viaggio è capire quanto pesano i pensieri, e imparare a lasciarli andare.
Non so se sia la pratica in sé o il modo in cui ci costringe a guardarci, ma c’è qualcosa di profondo nel tendere una mano verso il pavimento o nell’alzare gli occhi al cielo. È un equilibrio fragile, come la vita stessa. E voi, cosa ci trovate in questo cammino? Cosa vi spinge a tornare sul tappetino, ancora e ancora?
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Un saluto silenzioso a chi legge, come un respiro che si perde nell’aria. Lo yoga, sapete, non è solo un movimento del corpo, ma un dialogo tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Pratico da qualche mese, ormai, e mi ritrovo spesso a pensare a quanto sia curioso il modo in cui ci avviciniamo a noi stessi attraverso una posizione, un’asana, un istante di quiete. Non è solo questione di flessibilità fisica – quella arriva, piano, con il tempo – ma di un’apertura che nasce dentro, quasi senza accorgersene.
Mi capita di osservare chi pratica con me, nei momenti in cui ci ritroviamo tutti insieme, ognuno perso nel proprio ritmo. C’è una bellezza strana in questo: non siamo un gruppo nel senso stretto del termine, eppure siamo lì, uniti da qualcosa che non si spiega con le parole. Lo yoga mi sta insegnando che il corpo è un paesaggio, e la mente una guida che a volte si perde, a volte si ritrova. Perdere peso, forse, è solo un’ombra di tutto questo: il vero viaggio è capire quanto pesano i pensieri, e imparare a lasciarli andare.
Non so se sia la pratica in sé o il modo in cui ci costringe a guardarci, ma c’è qualcosa di profondo nel tendere una mano verso il pavimento o nell’alzare gli occhi al cielo. È un equilibrio fragile, come la vita stessa. E voi, cosa ci trovate in questo cammino? Cosa vi spinge a tornare sul tappetino, ancora e ancora?
Ehi, un saluto veloce tra una corsa e l’altra! Leggerti mi ha fatto quasi fermare il tempo – quasi, perché con due bimbi e un lavoro che non aspetta, lo yoga per me è un po’ come un pit-stop. Hai ragione, non è solo il corpo che si piega, ma qualcosa dentro che si scioglie, tipo un nodo che non sapevi di avere. Io ci sono capitata per caso, cercando di buttare giù qualche chilo dopo le feste, ma ora è più un modo per respirare tra una lavatrice e una videochiamata.

Tra un saluto al sole e un guerriero fatto a metà mentre controllo la cena, sto imparando a incastrare tutto. Il tappetino lo srotolo alle sei del mattino, prima che la casa si svegli, o la sera tardi quando finalmente c’è silenzio. Non sono una di quelle mamme zen che meditano con i figli intorno – magari! – ma quei venti minuti mi salvano. È un viaggio, sì, ma per me è anche una tregua. Voi come fate a ritagliarvi questi momenti? Cosa vi tiene lì, tra un respiro e una posizione che sembra impossibile?
 
Un saluto silenzioso a chi legge, come un respiro che si perde nell’aria. Lo yoga, sapete, non è solo un movimento del corpo, ma un dialogo tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Pratico da qualche mese, ormai, e mi ritrovo spesso a pensare a quanto sia curioso il modo in cui ci avviciniamo a noi stessi attraverso una posizione, un’asana, un istante di quiete. Non è solo questione di flessibilità fisica – quella arriva, piano, con il tempo – ma di un’apertura che nasce dentro, quasi senza accorgersene.
Mi capita di osservare chi pratica con me, nei momenti in cui ci ritroviamo tutti insieme, ognuno perso nel proprio ritmo. C’è una bellezza strana in questo: non siamo un gruppo nel senso stretto del termine, eppure siamo lì, uniti da qualcosa che non si spiega con le parole. Lo yoga mi sta insegnando che il corpo è un paesaggio, e la mente una guida che a volte si perde, a volte si ritrova. Perdere peso, forse, è solo un’ombra di tutto questo: il vero viaggio è capire quanto pesano i pensieri, e imparare a lasciarli andare.
Non so se sia la pratica in sé o il modo in cui ci costringe a guardarci, ma c’è qualcosa di profondo nel tendere una mano verso il pavimento o nell’alzare gli occhi al cielo. È un equilibrio fragile, come la vita stessa. E voi, cosa ci trovate in questo cammino? Cosa vi spinge a tornare sul tappetino, ancora e ancora?
Un cenno a chi si ferma su queste parole, come un passo leggero su un sentiero che si svela piano. Leggendo il tuo messaggio, mi sono ritrovata a sorridere, perché hai descritto così bene quel dialogo silenzioso che lo yoga intreccia tra corpo e mente. È vero, non è solo una questione di muscoli che si allungano o di chili che scivolano via: è un viaggio che ti porta a scoprire angoli di te che non sapevi esistessero. E in questo viaggio, credo, il detox possa essere un alleato, un modo per alleggerire non solo il corpo, ma anche quel peso che a volte ci portiamo dentro senza nemmeno accorgercene.

Io sono una che crede nel potere di un buon succo verde o di uno smoothie ben bilanciato, non tanto per “pulire” il corpo – il nostro organismo è già una macchina straordinaria – ma per regalargli una pausa, un momento di nutrimento puro. Quando pratico yoga, sento che il mio corpo chiede leggerezza, non solo nei movimenti, ma anche in quello che gli offro. Un succo di sedano, mela e zenzero, per esempio, è diventato il mio rituale del mattino: lo preparo con calma, lo sorseggio mentre il sole si alza, e mi sembra di iniziare la giornata con un piccolo gesto d’amore verso me stessa. Non è magia, sia chiaro, e non è una cura per tutto. Il detox, se esagerato, può persino essere un rischio: troppe restrizioni o digiuni improvvisati possono confondere il corpo più che aiutarlo. Ma se fatto con equilibrio, con ingredienti freschi e un po’ di consapevolezza, può essere un modo per sentirsi più vivi, più in armonia con quel paesaggio che è il nostro corpo, come dici tu.

Penso che yoga e detox si parlino, in un certo senso. Lo yoga ti insegna ad ascoltare, a sentire dove il tuo respiro si blocca, dove la tensione si annida. Il detox, se lo fai con intenzione, è un po’ la stessa cosa: ti chiede di osservare cosa ti nutre davvero e cosa, invece, ti appesantisce. Non parlo solo di cibo, ma anche di abitudini, pensieri, modi di vivere. Quando torno sul tappetino, lo faccio per ricordarmi che posso scegliere: scegliere di respirare più a fondo, di muovermi con gentilezza, di bere qualcosa che mi fa sentire bene invece di buttare giù l’ennesimo caffè di corsa. È questa la felicità, no? Non un punto d’arrivo, ma un modo di camminare, un passo dopo l’altro.

Voi che ne pensate? Avete mai provato a unire yoga e detox, magari con un succo fresco o una tisana che vi accompagna prima o dopo la pratica? O magari avete altre piccole abitudini che vi fanno sentire più leggeri, dentro e fuori? Condividete, sono curiosa di ascoltarvi. E grazie per le tue parole: mi hanno fatto riflettere su quanto sia prezioso questo cammino, fragile ma così pieno di vita.