Ritrovare me stessa tra yoga e scatti: il mio viaggio verso la leggerezza

  • Autore discussione Autore discussione DFrank
  • Data d'inizio Data d'inizio

DFrank

Membro
6 Marzo 2025
68
9
8
Amici del respiro e delle asana, oggi mi ritrovo a scrivere con il cuore un po’ più leggero, ma non è sempre stato così. Questo viaggio che ho intrapreso, tra yoga e scatti, è come un dialogo silenzioso con me stessa. Ogni posizione, ogni respiro profondo, è un passo verso qualcosa che non riesco ancora a definire del tutto, ma che sento sempre più vicino.
Ho iniziato a fare yoga non solo per perdere peso, ma per ritrovare un equilibrio che la vita, con i suoi ritmi assurdi, mi aveva strappato via. All’inizio era una sfida: le mie articolazioni protestavano, il respiro si spezzava, e la bilancia sembrava guardarmi con un ghigno beffardo. Poi ho deciso di aggiungere qualcosa di mio, un rituale personale: le fotosesioni. Non sono una modella, sia chiaro, e non ho un fotografo professionista alle spalle. Prendo il mio telefono, trovo un angolo di casa con la luce giusta, e scatto. Non per vantarmi, ma per vedere. Per capire davvero dove sto andando.
Ogni mese organizzo questi momenti, come un appuntamento con la me che sto costruendo. Le foto non mentono: mostrano i chili che scivolano via, sì, ma anche la postura che si raddrizza, gli occhi che brillano un po’ di più. Non è solo questione di numeri sulla bilancia – anche se, lo ammetto, vedere quel meno 8 kg dopo mesi di impegno mi ha fatto quasi piangere. È il modo in cui lo yoga mi sta insegnando ad abitare il mio corpo, a sentirlo flessibile, vivo, mio.
Ci sono giorni in cui la tentazione di mollare è forte. Una pizza fumante, il divano che mi chiama, la stanchezza che pesa come un macigno. Ma poi penso a quelle foto, a come ogni scatto racconta un pezzo di strada. Non è una gara con gli altri, non mi interessa vincere niente se non la sfida con me stessa. Lo yoga mi ha dato la pazienza di aspettare, di non pretendere tutto subito, e le foto sono lì a ricordarmi che il tempo sa sempre ricompensare chi insiste.
Voi come fate a tenere alta la motivazione? Avete dei piccoli riti che vi aiutano a non perdere di vista il cammino? Io, tra un saluto al sole e un click della fotocamera, sto imparando che la leggerezza non è solo un numero, ma uno stato d’animo. E forse, alla fine, è proprio questo che sto cercando.
 
Amici del respiro e delle asana, oggi mi ritrovo a scrivere con il cuore un po’ più leggero, ma non è sempre stato così. Questo viaggio che ho intrapreso, tra yoga e scatti, è come un dialogo silenzioso con me stessa. Ogni posizione, ogni respiro profondo, è un passo verso qualcosa che non riesco ancora a definire del tutto, ma che sento sempre più vicino.
Ho iniziato a fare yoga non solo per perdere peso, ma per ritrovare un equilibrio che la vita, con i suoi ritmi assurdi, mi aveva strappato via. All’inizio era una sfida: le mie articolazioni protestavano, il respiro si spezzava, e la bilancia sembrava guardarmi con un ghigno beffardo. Poi ho deciso di aggiungere qualcosa di mio, un rituale personale: le fotosesioni. Non sono una modella, sia chiaro, e non ho un fotografo professionista alle spalle. Prendo il mio telefono, trovo un angolo di casa con la luce giusta, e scatto. Non per vantarmi, ma per vedere. Per capire davvero dove sto andando.
Ogni mese organizzo questi momenti, come un appuntamento con la me che sto costruendo. Le foto non mentono: mostrano i chili che scivolano via, sì, ma anche la postura che si raddrizza, gli occhi che brillano un po’ di più. Non è solo questione di numeri sulla bilancia – anche se, lo ammetto, vedere quel meno 8 kg dopo mesi di impegno mi ha fatto quasi piangere. È il modo in cui lo yoga mi sta insegnando ad abitare il mio corpo, a sentirlo flessibile, vivo, mio.
Ci sono giorni in cui la tentazione di mollare è forte. Una pizza fumante, il divano che mi chiama, la stanchezza che pesa come un macigno. Ma poi penso a quelle foto, a come ogni scatto racconta un pezzo di strada. Non è una gara con gli altri, non mi interessa vincere niente se non la sfida con me stessa. Lo yoga mi ha dato la pazienza di aspettare, di non pretendere tutto subito, e le foto sono lì a ricordarmi che il tempo sa sempre ricompensare chi insiste.
Voi come fate a tenere alta la motivazione? Avete dei piccoli riti che vi aiutano a non perdere di vista il cammino? Io, tra un saluto al sole e un click della fotocamera, sto imparando che la leggerezza non è solo un numero, ma uno stato d’animo. E forse, alla fine, è proprio questo che sto cercando.
Ehi, anima in viaggio, il tuo racconto mi ha colpito dritto al cuore! Quel mix di yoga e scatti è una poesia che parla di rinascita, e si sente. Io, per non mollare, punto sul sonno – sì, hai letto bene! Ho scoperto che dormire bene tiene a bada gli ormoni della fame, tipo la grelina, e mi dà la forza per non cedere a quella pizza che sussurra il mio nome. Magari non ho un rituale figo come il tuo, ma conto le ore di riposo come tu conti i click. Come ti suona l’idea di aggiungere una buona dormita alla tua leggerezza?
 
  • Mi piace
Reazioni: PiSky88
Amici del respiro e delle asana, oggi mi ritrovo a scrivere con il cuore un po’ più leggero, ma non è sempre stato così. Questo viaggio che ho intrapreso, tra yoga e scatti, è come un dialogo silenzioso con me stessa. Ogni posizione, ogni respiro profondo, è un passo verso qualcosa che non riesco ancora a definire del tutto, ma che sento sempre più vicino.
Ho iniziato a fare yoga non solo per perdere peso, ma per ritrovare un equilibrio che la vita, con i suoi ritmi assurdi, mi aveva strappato via. All’inizio era una sfida: le mie articolazioni protestavano, il respiro si spezzava, e la bilancia sembrava guardarmi con un ghigno beffardo. Poi ho deciso di aggiungere qualcosa di mio, un rituale personale: le fotosesioni. Non sono una modella, sia chiaro, e non ho un fotografo professionista alle spalle. Prendo il mio telefono, trovo un angolo di casa con la luce giusta, e scatto. Non per vantarmi, ma per vedere. Per capire davvero dove sto andando.
Ogni mese organizzo questi momenti, come un appuntamento con la me che sto costruendo. Le foto non mentono: mostrano i chili che scivolano via, sì, ma anche la postura che si raddrizza, gli occhi che brillano un po’ di più. Non è solo questione di numeri sulla bilancia – anche se, lo ammetto, vedere quel meno 8 kg dopo mesi di impegno mi ha fatto quasi piangere. È il modo in cui lo yoga mi sta insegnando ad abitare il mio corpo, a sentirlo flessibile, vivo, mio.
Ci sono giorni in cui la tentazione di mollare è forte. Una pizza fumante, il divano che mi chiama, la stanchezza che pesa come un macigno. Ma poi penso a quelle foto, a come ogni scatto racconta un pezzo di strada. Non è una gara con gli altri, non mi interessa vincere niente se non la sfida con me stessa. Lo yoga mi ha dato la pazienza di aspettare, di non pretendere tutto subito, e le foto sono lì a ricordarmi che il tempo sa sempre ricompensare chi insiste.
Voi come fate a tenere alta la motivazione? Avete dei piccoli riti che vi aiutano a non perdere di vista il cammino? Io, tra un saluto al sole e un click della fotocamera, sto imparando che la leggerezza non è solo un numero, ma uno stato d’animo. E forse, alla fine, è proprio questo che sto cercando.
Ehi, compagna di viaggio tra asana e scatti, leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma con un filtro un po’ più poetico! Anche io sono in questa avventura per ritrovare me stessa, però con un portafoglio che piange più di me davanti a una bilancia dispettosa. Lo yoga è diventato il mio alleato gratis – niente palestre costose, solo un tappetino sdrucito e qualche video su YouTube. La leggerezza che cerco? È un mix di chili in meno e sorrisi in più, ma senza spendere un euro di troppo.

Il tuo rituale delle foto mi ha colpita, sai? Io non sono così creativa, ma ho il mio trucco: la “lista delle vittorie”. Ogni volta che resisto a un piatto di carbonara o faccio una passeggiata invece di crollare sul divano, me lo segno. Non sarà glamour come i tuoi scatti, ma vedere quei piccoli trionfi scritti nero su bianco mi dà la carica. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di infilarmi in jeans che prima mi guardavano con disprezzo? Altro che bilancia, il metro della felicità è quello!

Per risparmiare senza impazzire, ho imparato a fare pace con le verdure di stagione – zucchine e cavoli non saranno sexy come un tiramisù, ma con un po’ di spezie fanno la loro figura. E gli esercizi? Camminate veloci al parco, qualche plank sul pavimento di casa e, sì, pure io saluto il sole, anche se a volte sembra più un “ciao nuvole grigie”. Non serve attrezzatura, solo voglia di muoversi.

La motivazione? Quella va e viene come il segnale Wi-Fi nei giorni di pioggia. Quando mi perdo, penso a quanto mi sento bene dopo una sequenza di yoga, con il respiro che finalmente non inciampa. Oppure mi premio con qualcosa che non costi: un bagno caldo con due gocce di olio essenziale rubato a mia sorella. Tu con le tue foto mi hai fatto venir voglia di provarci, però – magari scatto anch’io, giusto per vedere se la me di oggi strizza l’occhio alla me di ieri.

Dimmi, hai mai provato a mischiare yoga e qualche trucco da poveri come i miei? Tipo usare barattoli di pomodoro come pesi o fare stretching mentre aspetti che l’acqua bolla? Io sì, e giuro che funziona. Alla fine, tra un respiro profondo e un click, hai ragione: la leggerezza è un regalo che ci facciamo da soli, passo dopo passo. Come tieni duro tu nei giorni no? Raccontami i tuoi segreti, che qui si impara sempre!
 
Amici del respiro e delle asana, oggi mi ritrovo a scrivere con il cuore un po’ più leggero, ma non è sempre stato così. Questo viaggio che ho intrapreso, tra yoga e scatti, è come un dialogo silenzioso con me stessa. Ogni posizione, ogni respiro profondo, è un passo verso qualcosa che non riesco ancora a definire del tutto, ma che sento sempre più vicino.
Ho iniziato a fare yoga non solo per perdere peso, ma per ritrovare un equilibrio che la vita, con i suoi ritmi assurdi, mi aveva strappato via. All’inizio era una sfida: le mie articolazioni protestavano, il respiro si spezzava, e la bilancia sembrava guardarmi con un ghigno beffardo. Poi ho deciso di aggiungere qualcosa di mio, un rituale personale: le fotosesioni. Non sono una modella, sia chiaro, e non ho un fotografo professionista alle spalle. Prendo il mio telefono, trovo un angolo di casa con la luce giusta, e scatto. Non per vantarmi, ma per vedere. Per capire davvero dove sto andando.
Ogni mese organizzo questi momenti, come un appuntamento con la me che sto costruendo. Le foto non mentono: mostrano i chili che scivolano via, sì, ma anche la postura che si raddrizza, gli occhi che brillano un po’ di più. Non è solo questione di numeri sulla bilancia – anche se, lo ammetto, vedere quel meno 8 kg dopo mesi di impegno mi ha fatto quasi piangere. È il modo in cui lo yoga mi sta insegnando ad abitare il mio corpo, a sentirlo flessibile, vivo, mio.
Ci sono giorni in cui la tentazione di mollare è forte. Una pizza fumante, il divano che mi chiama, la stanchezza che pesa come un macigno. Ma poi penso a quelle foto, a come ogni scatto racconta un pezzo di strada. Non è una gara con gli altri, non mi interessa vincere niente se non la sfida con me stessa. Lo yoga mi ha dato la pazienza di aspettare, di non pretendere tutto subito, e le foto sono lì a ricordarmi che il tempo sa sempre ricompensare chi insiste.
Voi come fate a tenere alta la motivazione? Avete dei piccoli riti che vi aiutano a non perdere di vista il cammino? Io, tra un saluto al sole e un click della fotocamera, sto imparando che la leggerezza non è solo un numero, ma uno stato d’animo. E forse, alla fine, è proprio questo che sto cercando.
Ciao, anima in viaggio, il tuo racconto mi ha colpita dritto al cuore. Si sente la tua forza, ma anche quella fragilità che ogni tanto ci fa barcollare, e lo capisco fin troppo bene. Lo yoga è un alleato prezioso, vero? Quel respiro che allunga i muscoli e scioglie i pensieri… anche io lo uso per ritrovarmi, ma sai, a volte serve un piccolo extra per dare una spinta al corpo e alla testa. Io credo tanto nel detox, non come una moda, ma come un modo per alleggerirsi dentro e fuori.

Provo a condividere qualcosa che per me funziona, magari ti ispira. Ogni tanto, quando sento che la stanchezza o la voglia di una pizza mi stanno per fregare, mi preparo un succo semplice: mela, sedano e un pizzico di zenzero. È fresco, ti sveglia, e ti dà quella sensazione di “ok, sto facendo qualcosa di buono per me”. Non è una pozione magica, sia chiaro, e non replaces lo yoga o i tuoi scatti – che idea bellissima, tra l’altro! – ma è un rituale che mi tiene in carreggiata. Oppure, se ho più tempo, frullo un po’ di spinaci, ananas e cetriolo: sa di primavera anche a marzo, e mi fa sentire come se stessi dando un reset al corpo.

Attenta però, eh, il detox non è uno scherzo. Se esageri con i succhi o salti troppi pasti, rischi di sentirti uno straccio invece che leggera. Io lo faccio per un giorno o due, mai di più, e sempre ascoltando come sto. Non voglio mica crollare sul tappetino durante un saluto al sole! È un equilibrio, come dici tu, e ci vuole pazienza – che poi è la stessa che lo yoga ti sta insegnando.

La tua idea delle foto mi piace da matti, è un modo geniale per guardarti con occhi nuovi. Anche io ho i miei riti: oltre ai succhi, tengo un quaderno dove segno come mi sento dopo ogni detox o pratica. Non numeri, non peso, solo parole. Tipo “oggi mi sento un po’ più elastica” o “ho dormito come un sasso”. Mi aiuta a non fissarmi sulla bilancia e a vedere il cammino, proprio come fai tu con i tuoi scatti.

Per la motivazione… beh, non sempre ce l’ho, te lo dico sincera. Ci sono giorni che mollo, che il divano vince. Ma poi penso a come mi sento dopo un succo o una sequenza ben fatta: pulita, viva. E riparto. Tu che dici, hai mai provato a mischiare un po’ di detox al tuo viaggio? Magari un succo leggero prima di uno scatto, giusto per sentirti ancora più in sintonia con quella leggerezza che cerchi. Fammi sapere, eh, sono curiosa! E continua con quei click, stai costruendo qualcosa di speciale.
 
Amici del respiro e delle asana, oggi mi ritrovo a scrivere con il cuore un po’ più leggero, ma non è sempre stato così. Questo viaggio che ho intrapreso, tra yoga e scatti, è come un dialogo silenzioso con me stessa. Ogni posizione, ogni respiro profondo, è un passo verso qualcosa che non riesco ancora a definire del tutto, ma che sento sempre più vicino.
Ho iniziato a fare yoga non solo per perdere peso, ma per ritrovare un equilibrio che la vita, con i suoi ritmi assurdi, mi aveva strappato via. All’inizio era una sfida: le mie articolazioni protestavano, il respiro si spezzava, e la bilancia sembrava guardarmi con un ghigno beffardo. Poi ho deciso di aggiungere qualcosa di mio, un rituale personale: le fotosesioni. Non sono una modella, sia chiaro, e non ho un fotografo professionista alle spalle. Prendo il mio telefono, trovo un angolo di casa con la luce giusta, e scatto. Non per vantarmi, ma per vedere. Per capire davvero dove sto andando.
Ogni mese organizzo questi momenti, come un appuntamento con la me che sto costruendo. Le foto non mentono: mostrano i chili che scivolano via, sì, ma anche la postura che si raddrizza, gli occhi che brillano un po’ di più. Non è solo questione di numeri sulla bilancia – anche se, lo ammetto, vedere quel meno 8 kg dopo mesi di impegno mi ha fatto quasi piangere. È il modo in cui lo yoga mi sta insegnando ad abitare il mio corpo, a sentirlo flessibile, vivo, mio.
Ci sono giorni in cui la tentazione di mollare è forte. Una pizza fumante, il divano che mi chiama, la stanchezza che pesa come un macigno. Ma poi penso a quelle foto, a come ogni scatto racconta un pezzo di strada. Non è una gara con gli altri, non mi interessa vincere niente se non la sfida con me stessa. Lo yoga mi ha dato la pazienza di aspettare, di non pretendere tutto subito, e le foto sono lì a ricordarmi che il tempo sa sempre ricompensare chi insiste.
Voi come fate a tenere alta la motivazione? Avete dei piccoli riti che vi aiutano a non perdere di vista il cammino? Io, tra un saluto al sole e un click della fotocamera, sto imparando che la leggerezza non è solo un numero, ma uno stato d’animo. E forse, alla fine, è proprio questo che sto cercando.
Ehi, leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma in un giorno un po’ più luminoso. Anche io sono qui, dopo un matrimonio finito, a cercare di rimettere insieme i pezzi. Lo yoga è diventato il mio rifugio, un modo per respirare quando tutto intorno sembra soffocare. Non scatto foto come te – magari dovrei provarci – ma tengo un diario. Scrivo cosa mangio, quanto mi sento meno appesantita, e a volte anche solo due righe su come mi vedo diversa. La motivazione? Dura poco, lo sai. Per me funziona fissare un’ora precisa per mangiare, qualcosa di piccolo ma che mi soddisfi, così non crollo dopo. Il tuo “meno 8” mi ha dato una scossa, sai? Forse è ora di tirar fuori il telefono e farmi anch’io un regalo così. Grazie per aver condiviso, mi hai fatto sentire meno sola oggi.
 
  • Mi piace
Reazioni: jdb.2
Ciao, che bello leggerti! Anche io trovo pace nel prendermi cura di me, ma per me tutto parte dal mio piccolo angolo verde. Coltivo pomodori, zucchine e qualche erba sul balcone, e ti giuro che sapere cosa metto nel piatto mi dà una calma incredibile. Non è solo per i chili – che comunque scendono piano piano – ma per quel senso di controllo e leggerezza che arriva quando mangi qualcosa che hai cresciuto tu. La motivazione me la dà il sole del mattino: annaffiare le piante e fare un respiro profondo mi rimette in carreggiata. Il tuo rituale con le foto mi ispira, magari proverò a unirlo al mio!
 
Ehi, che bello incrociare il tuo racconto! Il tuo angolo verde mi fa quasi invidia, deve essere una soddisfazione unica mangiare quello che coltivi. Io con due bimbi e il lavoro riesco a malapena a tenere in vita una piantina di basilico, ma capisco quel senso di pace che descrivi. Anche per me il controllo sul piatto è tutto, però lo trovo nelle corse contro il tempo: preparo i pasti la sera, mentre i piccoli fanno i compiti, e infilo verdure ovunque. La leggerezza arriva pure così, sapendo che sto facendo qualcosa di buono per me e per loro. Il tuo rito del mattino mi piace, io invece sfrutto le pause pranzo per una camminata veloce o qualche esercizio con una app, tipo squat mentre aspetto che il caffè sia pronto. La tua idea di unire foto e piante mi stuzzica, quasi quasi ci provo: immortalare i miei pomodori immaginari potrebbe essere il prossimo passo!
 
Ciao! Il tuo racconto mi ha fatto sorridere, soprattutto l’immagine dei tuoi pomodori immaginari: già me li vedo, perfetti nelle foto, anche se solo nella tua testa! Capisco benissimo quel correre contro il tempo con i bimbi e il lavoro, e devo dire che infilare verdure ovunque mentre loro fanno i compiti è un’arte che merita rispetto. La tua leggerezza conquistata così, tra un caffè e uno squat, è una vittoria vera, di quelle che pesano più di qualsiasi bilancia.

Io invece trovo la mia pace quando metto gli scarponi e parto per un bel giro in montagna o in mezzo alla natura. Non c’è niente come camminare per ore, con lo zaino in spalla e il vento che ti scompiglia i pensieri. Non solo ti stanchi in modo sano, ma senti proprio il corpo che si alleggerisce, passo dopo passo. È un po’ come il tuo controllo sul piatto, ma vissuto all’aria aperta: ogni salita è una sfida che vinci, ogni discesa un premio. E poi, dopo giorni così, torni a casa con una fame che rende tutto più buono, ma senza sensi di colpa.

Il tuo rito delle camminate veloci in pausa pranzo mi piace, è un’idea furba per spezzare la giornata. Se mai riuscissi a ritagliarti un weekend lungo, ti consiglierei di provare un’escursione vera, magari con i piccoli al seguito quando saranno pronti. Non serve andare lontano, basta un sentiero tra i boschi o una collina vicino casa. È un modo per resettare tutto, corpo e mente, e tornare più forte. Chissà, magari un giorno ci scambiamo foto: i tuoi pomodori immaginari contro i miei panorami sudati! Forza, continua così, stai già facendo un gran lavoro.
 
Ciao a tutti, mi ritrovo spesso a leggere le vostre storie e oggi ho pensato di condividere un po’ della mia. Anche io sono in un percorso per sentirmi più leggera, ma il mio viaggio non passa solo attraverso yoga o scatti di corsa, bensì grazie a un compagno speciale: il mio cane, Bruno. Non so se anche voi avete animali a casa, ma vi assicuro che avere un amico a quattro zampe cambia tutto.

Non sono mai stata una persona super sportiva, devo ammetterlo. Prima mi pesava anche solo pensare di uscire a fare due passi, ma da quando c’è Bruno nella mia vita, è lui a spingermi fuori dalla porta. Ogni mattina mi guarda con quegli occhioni, scodinzola e sembra dirmi “Dai, andiamo, non possiamo perdere questa giornata!”. E così, senza quasi accorgermene, le passeggiate sono diventate una routine. All’inizio erano solo giri brevi intorno all’isolato, ma col tempo siamo passati a esplorare parchi, sentieri, e qualche volta ci spingiamo anche un po’ più lontano.

Oltre alle camminate, giocare con lui mi tiene in movimento senza che me ne renda conto. Lanciare la pallina, corrergli dietro quando decide di fare lo sprint con un ramo in bocca… è un allenamento naturale! Non seguo un piano preciso, non conto calorie o minuti, ma sento che il mio corpo ringrazia. E poi c’è quel senso di gioia che mi dà stare con lui: non è solo questione di peso, ma di sentirmi più viva e connessa a me stessa.

Ognuno ha il suo modo di ritrovare leggerezza, no? Per me, Bruno è stato la chiave. Non importa se il ritmo è lento o se qualche giorno salto la passeggiata lunga: lui non giudica, mi motiva a modo suo. E voi, avete trovato qualcosa o qualcuno che vi spinge a muovervi senza sentirvi sotto pressione? Mi piacerebbe sapere com’è il vostro viaggio!