Mangiare sano e perdere peso al campus: idee super economiche per noi studenti!

Abenazel

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, ciao a tutti, o meglio, salve a chi combatte con me la guerra dei chili in eccesso! Vivere in dormitorio è già una sfida, ma farlo con pochi spicci in tasca e un’agenda piena di lezioni è un’impresa da supereroi. Però, sapete che vi dico? Ce la possiamo fare, e pure mangiando bene! Oggi vi butto lì qualche idea per organizzare i pasti senza vendersi un rene al mercato nero o passare ore in cucina.
Allora, partiamo dal mattino: la colazione è sacra, no? Io mi sono fissato con la "pappetta magica" – avena, latte scremato (quello discount, ovvio) e una banana schiacciata che trovo a 1 euro al kg quando sono fortunato. Mescoli tutto, 2 minuti al microonde della sala comune, e via, ti riempie fino a pranzo senza pesare sul portafoglio. Se avete un fruttivendolo vicino al campus, cercate la frutta un po’ ammaccata: costa meno ed è perfetta per queste cose!
A pranzo, amici miei, la parola d’ordine è "prep". Io mi porto dietro una schiscetta che preparo la sera, tipo riso integrale – lo compro in sacco da 5 kg, dura una vita – con tonno in scatola (offerta speciale, sempre!) e un mix di verdure surgelate. Le prendo al Lidl, costano niente e le butto in padella con un filo d’olio e spezie rubate alla coinquilina generosa. Non sarà gourmet, ma giuro che ti senti sazio e pure un po’ figo a mangiare sano mentre gli altri si strafogano di pizza surgelata.
Cena? Qui si gioca d’astuzia. Uova, ragazzi, le uova sono il nostro santo graal! Due euro per una decina, e con una frittata ci metti dentro quello che trovi: un pomodoro mezzo morto, un pezzo di zucchina dimenticata nel frigo comune, un pizzico di sale. Se avanza qualcosa dal pranzo, ci sbatti pure quello. Io la faccio sul fornellino elettrico che ho preso a 10 euro da un tizio dell’ultimo anno che se ne andava – un investimento, credetemi!
E per gli spuntini? Niente schifezze del distributore, che poi piango sia per i soldi che per la bilancia. Mi sono messo a fare i "frullatoni della disperazione": yogurt magro da 50 centesimi, un po’ d’acqua, frutta tipo mele o pere che stanno per tirare le cuoia, e via col frullatore scassato del dormitorio. È tipo un milkshake, ma senz
 
Ragazzi, ciao a tutti, o meglio, salve a chi combatte con me la guerra dei chili in eccesso! Vivere in dormitorio è già una sfida, ma farlo con pochi spicci in tasca e un’agenda piena di lezioni è un’impresa da supereroi. Però, sapete che vi dico? Ce la possiamo fare, e pure mangiando bene! Oggi vi butto lì qualche idea per organizzare i pasti senza vendersi un rene al mercato nero o passare ore in cucina.
Allora, partiamo dal mattino: la colazione è sacra, no? Io mi sono fissato con la "pappetta magica" – avena, latte scremato (quello discount, ovvio) e una banana schiacciata che trovo a 1 euro al kg quando sono fortunato. Mescoli tutto, 2 minuti al microonde della sala comune, e via, ti riempie fino a pranzo senza pesare sul portafoglio. Se avete un fruttivendolo vicino al campus, cercate la frutta un po’ ammaccata: costa meno ed è perfetta per queste cose!
A pranzo, amici miei, la parola d’ordine è "prep". Io mi porto dietro una schiscetta che preparo la sera, tipo riso integrale – lo compro in sacco da 5 kg, dura una vita – con tonno in scatola (offerta speciale, sempre!) e un mix di verdure surgelate. Le prendo al Lidl, costano niente e le butto in padella con un filo d’olio e spezie rubate alla coinquilina generosa. Non sarà gourmet, ma giuro che ti senti sazio e pure un po’ figo a mangiare sano mentre gli altri si strafogano di pizza surgelata.
Cena? Qui si gioca d’astuzia. Uova, ragazzi, le uova sono il nostro santo graal! Due euro per una decina, e con una frittata ci metti dentro quello che trovi: un pomodoro mezzo morto, un pezzo di zucchina dimenticata nel frigo comune, un pizzico di sale. Se avanza qualcosa dal pranzo, ci sbatti pure quello. Io la faccio sul fornellino elettrico che ho preso a 10 euro da un tizio dell’ultimo anno che se ne andava – un investimento, credetemi!
E per gli spuntini? Niente schifezze del distributore, che poi piango sia per i soldi che per la bilancia. Mi sono messo a fare i "frullatoni della disperazione": yogurt magro da 50 centesimi, un po’ d’acqua, frutta tipo mele o pere che stanno per tirare le cuoia, e via col frullatore scassato del dormitorio. È tipo un milkshake, ma senz
Ragazzi, salve a chi è ancora in trincea con me contro i chili ribelli! Vivere al campus è già un caos, e se ci aggiungi il budget da studente e la voglia di non passare la vita a cucinare, beh, serve strategia. Quel post sulle idee economiche mi ha acceso una lampadina, quindi vi racconto cosa sto provando ultimamente, con tanto di alti e bassi, perché sperimentare è il mio mantra.

Partiamo dalla colazione: anch’io sono un fan dell’avena, ma ho alzato il tiro. Oltre a latte scremato e banana, ci butto dentro un cucchiaino di cannella – costa poco nei negozietti etnici vicino al campus – e, quando mi sento ricco, qualche seme di chia avanzato da un pacco che ho scroccato a un amico. Due minuti al microonde, e non solo mi tiene pieno, ma mi dà pure quella spinta in più per affrontare le lezioni. Il trucco? Prepararla in serie la sera, così al mattino è già pronta e non cedo alla tentazione dei cornetti della mensa. Però, diciamolo, dopo una settimana stufa un po’, quindi sto pensando di alternarla con qualcosa di salato, tipo pane integrale tostato con un velo di formaggio spalmabile light.

A pranzo, il “prep” è la mia religione, ma ho una variazione sul tema. Il riso integrale va alla grande, però a volte lo sostituisco con la quinoa – sì, è più cara, ma se la prendi sfusa nei mercati dura di più e cambia il gusto. Ci abbino ceci in scatola, che trovo a 60 centesimi al discount, e verdure surgelate cotte con aglio e peperoncino. Non serve essere chef: cinque minuti in padella e hai un piatto che ti fa sentire a posto con la coscienza e con lo stomaco. Il lato negativo? Se non stai attento, diventa monotono, e portare sempre la schiscetta può farti invidiare chi si prende il panino al bar. Ma il portafoglio ringrazia, e pure la linea.

Per cena, le uova sono un must, ma sto provando a renderle meno noiose. Ultimamente faccio una specie di tortino: due uova sbattute, un goccio di latte, avanzi di verdure e un pezzo di feta sbriciolata, se la trovo in offerta. Cuocio tutto in una padellina minuscola che ho rimediato al mercatino dell’usato per 3 euro. È veloce, economico e mi dà quella soddisfazione di mangiare qualcosa di caldo senza troppa fatica. Il problema è che, se non lavi subito la padella, diventa una crosta e tocca grattare come dannati – lezione imparata a mie spese.

Spuntini: i frullati sono una salvezza, ma ho fatto un passo oltre. Prendo yogurt greco magro – più proteico, tiene meglio la fame – e ci mischio una mela grattugiata con un pizzico di zenzero in polvere. Sembra strano, ma è fresco e mi dà energia senza appesantire. Quando proprio ho bisogno di masticare, punto sui popcorn fatti in casa: un sacchetto di mais da 1 euro, una padella e via, senza olio. Croccanti, leggeri, e non mi fanno sentire in colpa. Occhio però, perché se esageri con le porzioni ti ritrovi a mangiare più del dovuto senza accorgertene.

Ultima cosa, sto testando un trucco che gira tra gli studenti: respirare profondo e tirare in dentro la pancia per qualche secondo, tipo esercizio a costo zero. Non so se funziona davvero per snellire, ma di sicuro mi fa sentire più “in controllo” dopo mangiato. Qualcuno di voi l’ha provato? Io continuo a sperimentare, perché tra alti e bassi qualcosa di buono esce sempre. Fatevi sentire con le vostre idee, che qui si combatte insieme!
 
Ehilà, guerrieri del campus ancora in lotta coi chili di troppo! Vivere in dormitorio è una giungla, e con due spicci in tasca e zero tempo per cucinare sembra una guerra persa in partenza. Ma sapete che vi dico? Io non mollo, e sto provando di tutto per fregare la bilancia senza finire a mangiare aria. Quel post sulle idee low cost mi ha gasato, quindi vi scarico qui i miei esperimenti, con quello che funziona e quello che mi fa incazzare, perché se c’è da combattere, io ci sto con le mani e coi piedi.

Colazione, si parte forte: avena, latte scremato e banana schiacciata, sì, ma io ci sbatto dentro un pizzico di peperoncino – lo rubo dal kebabbaro sotto casa, tanto non se ne accorgono. Due minuti al microonde e ti scalda lo stomaco come un pugno, altro che pappette da signorine. Mi riempie fino a mezzogiorno e non mi fa svenire in aula, ma dopo cinque giorni di fila mi sale la carogna, sembra di mangiare colla. Sto pensando di cambiare gioco, tipo tostare due fette di pane nero con un filo d’olio e pomodoro strofinato sopra, roba da strada che sa di casa e non mi svuota il portafoglio.

Pranzo, qui si fa sul serio: schiscetta o morte. Riso integrale, ok, ma io lo alterno con farro, che trovo a peso nei negozietti dietro la facoltà. Ci butto sopra fagioli neri in scatola – 70 centesimi al Lidl, un affare – e zucchine surgelate saltate con aglio e un calcio di spezie. Cinque minuti e hai un piatto che spacca, ti tiene in piedi e fa vedere agli altri che non sei il tipo da pizza floscia del freezer. Però, parliamoci chiaro, se ti scappa di mano la routine, ti ritrovi a odiare pure il profumo del farro, e quei giorni che i tuoi amici si sparano un trancio al bar ti girano proprio.

Cena, le uova sono la mia religione, ma non mi fermo alla frittatina moscia. Io le sbatto con un goccio d’acqua, ci infilo dentro un peperone mezzo andato e un pezzo di formaggio che scovo nel frigo comune – chi se ne frega di chi era. Padellina da 2 euro presa al mercato e via, un tortino che sa di strada e ti scalda l’anima. Funziona da dio, ma se non raschi subito quella padella del cavolo ti tocca litigarci per mezz’ora, e lì parte il nervoso.

Spuntini? I frullati li faccio, ma con rabbia: yogurt greco da battaglia, una pera che sta tirando le cuoia e un pizzico di cannella per dargli un senso. Mi tiene a bada la fame, ma se voglio sgranocchiare, popcorn tutta la vita – mais da 1 euro, padella senza olio, e scrocchiano che è un piacere. Attenzione però, perché se non ti fermi in tempo ti trovi con una ciotola da mezzo chilo in pancia e addio sogni di gloria.

E poi, sto provando ‘sta cosa che gira tra i ragazzi: tirare in dentro la pancia e respirare come se stessi per spaccare un muro, roba da duri. Non so se mi snellisce davvero, ma mi fa sentire che comando io, non quei chili schifosi. Voi che ne dite, avete trucchi da sputare fuori? Io continuo a darci dentro, perché qui non si molla, si lotta e basta. Fatevi sotto, che la guerra è lunga!