Ciao a tutti, o forse no, non importa. Oggi voglio raccontarvi di come mi sentivo un tempo: un corpo pesante, un’anima ancora di più. Il cibo era il mio rifugio, ma anche la mia prigione. Non riuscivo a guardarmi allo specchio senza provare un nodo in gola. Poi è arrivata lei, la mia bici. Non è stato amore a prima vista, ve lo giuro. All’inizio pedalare era una lotta: il fiatone, le gambe che tremavano, la sensazione di non farcela. Ma sapete una cosa? Ogni chilometro mi allontanava da quella versione di me che non sopportavo più.
La strada sotto le ruote, il vento che ti colpisce in faccia, il sudore che brucia: non è solo sport, è una guerra contro te stesso. Ho iniziato con giri corti, magari 5 chilometri, pensando "tanto non ce la faccio". E invece, giorno dopo giorno, quei 5 sono diventati 10, poi 20. La bilancia ha iniziato a darmi ragione, ma non era solo questione di numeri. Era il controllo che riprendevo, la fame che non mi comandava più.
La bici non è solo un mezzo, è una compagna. Scegliere il casco, le scarpe, il percorso: tutto diventa parte di un rituale. Oggi, quando salgo in sella, non penso più a cosa ho perso, ma a dove posso arrivare. Se ce l’ho fatta io, con tutti i miei "non ce la farò mai", fidatevi: il traguardo è lì, basta iniziare a pedalare.
La strada sotto le ruote, il vento che ti colpisce in faccia, il sudore che brucia: non è solo sport, è una guerra contro te stesso. Ho iniziato con giri corti, magari 5 chilometri, pensando "tanto non ce la faccio". E invece, giorno dopo giorno, quei 5 sono diventati 10, poi 20. La bilancia ha iniziato a darmi ragione, ma non era solo questione di numeri. Era il controllo che riprendevo, la fame che non mi comandava più.
La bici non è solo un mezzo, è una compagna. Scegliere il casco, le scarpe, il percorso: tutto diventa parte di un rituale. Oggi, quando salgo in sella, non penso più a cosa ho perso, ma a dove posso arrivare. Se ce l’ho fatta io, con tutti i miei "non ce la farò mai", fidatevi: il traguardo è lì, basta iniziare a pedalare.