La mia esperienza: dieta chetogenica vs digiuno intermittente, cosa funziona meglio?

  • Autore discussione Autore discussione Alsa67
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Alsa67

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
Ehi, che bella riflessione sincera che hai condiviso! Mi ci ritrovo un sacco, sai? Anch’io ho sperimentato il digiuno intermittente, soprattutto il 16:8, e devo dire che è stato un game changer per me. Ti racconto com’è andata: ho perso 5 chili in tre mesi, senza impazzire dietro a diete super restrittive. Saltavo la colazione come te, e all’inizio lo stomaco protestava, ma dopo una settimana mi sentivo leggera e piena di energia, quasi non ci credevo!

Il trucco per me è stato organizzarmi bene nella finestra delle 8 ore. Mangiavo cose semplici ma gustose – tipo pasta integrale con verdure, pollo, o anche una bella fetta di torta ogni tanto, perché, dai, la vita è troppo corta per rinunciare del tutto! La cosa bella del 16:8 è che non ti serve una laurea in cucina per farlo funzionare, e si adatta a mille situazioni. Tipo, se esci con amici, basta spostare un po’ gli orari e via.

Errori da evitare? All’inizio bevevo poco e mi sentivo stanca – l’acqua è tua amica, fidati! E poi, non strafare con le porzioni nelle 8 ore, altrimenti rischi di vanificare tutto. Per adattarlo, io ho trovato il mio ritmo: niente cibo dopo le 20, così dormivo meglio, e iniziavo la giornata con un caffè nero che mi dava la carica.

Riguardo al mix con la chetogenica, ho provato qualcosa di simile per un po’. Tipo fare 16:8 e tenere i carboidrati bassi per un paio di giorni a settimana. Funziona, ma attento a non esagerare, perché senza energia rischi di crollare. Tu che ne pensi di provarci a piccoli passi? Magari inizi con un giorno o due e vedi come ti trovi. Fammi sapere, sono curiosa! E voi altri, esperienze da condividere? Dai, buttatevi!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
Ehi, un saluto a tutti o forse un "ci vediamo tra un sacrificio e l’altro"? Mi butto anch’io nella chiacchierata, perché sto provando a perdere qualche chilo in vista del mio matrimonio a novembre – sì, voglio entrare in quel vestito senza dover trattenere il respiro! Il tuo post mi ha colpita, perché anch’io sto sperimentando un po’ tra dieta chetogenica e digiuno intermittente, e pure io mi sento un po’ confusa su cosa funzioni meglio.

Ho iniziato con la chetogenica un mese fa, più o meno. All’inizio ero tipo: “Ok, niente carboidrati, ce la posso fare”. Ma dopo due giorni senza il mio adorato risotto mi sembrava di tradire la mia anima italiana! Però devo dire che i risultati si vedono: in tre settimane ho perso quasi 3 chili. Mi sono data ai formaggi, alle noci e a chili di zucchine – mai mangiato così tanto verde in vita mia. L’energia c’è, ma hai ragione sul “keto flu”: i primi giorni ero uno straccio, tipo zombie in cerca di caffeina. E cucinare? Un lavoraccio. Se non pianifico tutto, finisco per fissare il frigo senza idee.

Poi ho provato il 16:8, perché volevo qualcosa di più semplice. Saltare la colazione non è stato traumatico come pensavo – un caffè bello forte e via. Ho perso un chilo e mezzo in un mese, meno rispetto alla chetogenica, ma mi piace che posso concedermi una fettina di torta ogni tanto senza sentirmi in colpa. Il problema è che verso le 11 lo stomaco inizia a fare i capricci, e a volte cedo a uno spuntino fuori orario. Non so, mi sembra più vivibile, ma forse troppo lento per i miei obiettivi pre-matrimonio.

Leggendoti, mi sa che la chetogenica è perfetta per una botta iniziale, tipo quello che serve a me ora per arrivare all’altare senza rotolare. Ma il digiuno intermittente mi attira per dopo, per mantenere il peso senza impazzire. Alternarli come dici tu mi sembra una genialata – magari provo una settimana di cheto e poi passo al 16:8. Tu come ti trovi a mixarli? E qualcuno ha trucchi per non crollare quando il profumo del pane ti chiama? Sono tutta orecchie, perché tra preparativi e dieta mi serve una bella dose di motivazione!
 
Ciao a tutti, o forse meglio un “pronti a sudare tra un dolce e un rimpianto”? Mi lancio in questo thread perché il tuo racconto, Alsa67, mi ha fatto quasi venire voglia di mollare tutto e correre a ballare via i chili – ma poi mi sono ricordata che il mio matrimonio è a novembre e non posso presentarmi all’altare come un budino traballante! Anch’io sto facendo un po’ di esperimenti tra chetogenica e digiuno intermittente, e devo dire che mi sento come una ballerina che prova a fare piroette senza cadere: ambiziosa, ma con qualche scivolone.

Con la chetogenica sono partita forte un mese fa. Via i carboidrati, via la mia amata crostata, e ciao a un frigo pieno di burro e spinaci. In tre settimane ho lasciato sul palco quasi 3 chili, e non è male, no? Mi sono buttata su salmone, avocado e un sacco di verdure – praticamente vivo di verde e grassi, altro che passi di danza leggeri! Però il “keto flu” mi ha colpita come un partner scoordinato: i primi giorni ero ko, stanca e con la testa che girava più di una trottola. E preparare tutto? Una coreografia infinita, se non stai attenta ti ritrovi a improvvisare con zero ritmo.

Poi ho provato il 16:8, pensando fosse una danza più facile da seguire. Saltare la colazione non mi uccide – un caffè e tengo il passo – e in un mese ho perso un chilo e mezzo. Lento, sì, ma almeno posso concedermi un quadrato di cioccolato fondente senza sentirmi una traditrice. Il guaio è verso mezzogiorno, quando lo stomaco inizia a fare un assolo di brontolii e io rischio di cedere a un bis di cracker. Più semplice da incastrare nella vita vera, ma per il mio obiettivo pre-matrimonio sembra una musica troppo soft.

Leggendo te, Alsa67, mi sa che la chetogenica è il tango perfetto per una partenza sprint – quello che mi serve per arrivare al gran giorno con un po’ di grazia. Ma il digiuno intermittente è più un valzer lento, sostenibile, da ballare dopo senza sfinirsi. Alternarli come dici mi stuzzica: una settimana di cheto per scaldarmi, poi 16:8 per tenere il ritmo. Tu come ti muovi combinandoli? E qualcuno ha passi segreti per non inciampare quando il profumo di una torta ti fa girare la testa? Perché tra fiori, vestito e dieta, qui serve una coreografia da standing ovation!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
Ehi, bel racconto! Io sono uno studente e tra budget ristretto e zero tempo, capisco bene la lotta con le diete. La chetogenica mi attira per i risultati veloci, ma senza pasta mi sento perso, sai com’è vivere in dormitorio con coinquilini che cucinano carbonara! Il digiuno 16:8 sembra più fattibile, magari provo a saltare colazione e vedo come va. Hai mai testato qualcosa di semplice tipo insalate con uova sode o verdure grigliate da campus? Costano poco e le preparo in cinque minuti. Fammi sapere se combini i due, sono curioso!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
Ehi, capisco quel senso di "sacrificio" che descrivi, sembra quasi di oscillare tra speranza e rinuncia, vero? Io ho avuto la mia battaglia con i chili e il digiuno intermittente 16:8 è stato il mio alleato. L’ho iniziato saltando la colazione come te, e sì, all’inizio lo stomaco protesta, ma poi si abitua. Ho perso 5 chili in tre mesi, niente di veloce, ma costante. Il trucco? Concentrarmi su pasti semplici nelle 8 ore: verdure, proteine magre, un po’ di pasta ogni tanto per non sentirmi in castigo. L’errore da evitare è strafare con le porzioni quando mangi, altrimenti vanifichi tutto. Rispetto alla chetogenica che racconti, il digiuno mi sembra meno punitivo, più umano. Combinarli? Potrebbe funzionare, ma parti piano, magari un 16:8 con qualche giorno keto. Tu come ti senti ora con questi esperimenti?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
Ehi, che bel racconto, mi hai fatto quasi venir voglia di correre a comprare avocado o di cronometrare le mie ore di digiuno! Grazie per aver condiviso la tua esperienza, è super utile leggere di approcci così diversi provati dalla stessa persona. Io, da bravo impiegato incatenato alla scrivania, vorrei buttarmi nel discorso e raccontarvi come cerco di muovermi un po’ di più nella mia giornata lavorativa, visto che il tempo per la palestra è un miraggio. Magari qualcuno trova qualche spunto per aggiungere un pizzico di attività senza stravolgere la routine, che secondo me è fondamentale per non mollare tutto dopo due settimane.

La tua storia mi ha fatto pensare a quanto sia importante incastrare le abitudini nuove nella vita di tutti i giorni, soprattutto quando hai colleghi che ordinano pizza in ufficio o amici che ti trascinano al bar per un aperitivo. Io lavoro in un open space, otto ore davanti al computer, e vi giuro che a volte mi sento come una statua. Perdere peso per me non è solo questione di dieta, ma di riuscire a non fossilizzarmi. Non sono ancora al livello di provare la chetogenica o il digiuno intermittente come te (anche se il 16:8 mi intriga, ammetto), ma sto lavorando su piccoli trucchi per muovermi di più e sentirmi meno “bloccato”.

Per esempio, ho iniziato a fare delle mini-passeggiate durante la pausa pranzo. Non parlo di maratone, eh, ma 15-20 minuti a passo svelto intorno all’ufficio. All’inizio mi sembrava una perdita di tempo, ma ora è diventato il mio momento per staccare la testa e ossigenarmi un po’. Se il tempo è schifoso, faccio due rampe di scale nel palazzo, su e giù, finché non sento le gambe che protestano. Un’altra cosa che mi sta aiutando è fare qualche esercizio direttamente alla scrivania. Tipo, ogni ora mi alzo, faccio una dec e allungo le braccia e le spalle per sciogliere i muscoli. Non è crossfit, ma vi assicuro che dopo ore seduto fa la differenza. Ho anche scaricato un’app che mi ricorda di alzarmi ogni tanto, perché altrimenti mi dimentico e passo cinque ore senza muovermi.

Il bello di questi piccoli cambiamenti è che non mi fanno sentire in colpa se poi la sera mi scappa una birra con gli amici o se cedo a un dolce in ufficio. È un modo per bilanciare, no? Certo, non sto perdendo chili a raffica come con la tua chetogenica, ma sento che sto costruendo una base per non impazzire quando deciderò di fare sul serio con una dieta. La tua idea di combinare i due metodi mi piace un sacco, secondo me potrebbe funzionare per chi, come me, ha bisogno di qualcosa di flessibile. Magari proverò a testare il digiuno intermittente, ma con calma, perché saltare la colazione mi spaventa un po’!

Una cosa che mi piace del tuo post è come hai parlato della parte sociale, tipo dire no alla pizza con gli amici. È verissimo, il cibo è anche convivialità, e trovare un equilibrio è una sfida. Io per esempio ho iniziato a proporre ai colleghi di fare due passi insieme invece di stare sempre seduti in sala riunioni. Qualcuno mi guarda storto, ma altri si aggregano, e alla fine ci facciamo pure due risate. Tu come gestisci le uscite con amici o le cene di famiglia? Hai qualche trucco per non sentirti “quello strano” che mangia solo insalata?

Sono curioso di sapere se qualcuno di voi ha altri consigli per noi sedentari cronici. Tipo, voi come fate a non cedere al richiamo del divano dopo una giornata in ufficio? O avete qualche esercizio da scrivania che non sembri troppo assurdo? Scrivete, che prendo appunti!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a chiacchierare di chili e sacrifici"? Sono qui per raccontarvi la mia esperienza con due approcci che ho sperimentato negli ultimi mesi: la dieta chetogenica e il digiuno intermittente. Vi dico subito come è andata, cosa ho notato e quali sono stati i pro e i contro di entrambi, così magari qualcuno ci trova uno spunto utile.
Partiamo dalla dieta chetogenica. L’ho provata per circa sei settimane. L’idea di base è tagliare quasi del tutto i carboidrati e puntare sui grassi e proteine. All’inizio è stato un po’ uno shock: niente pasta, niente pane, niente frutta zuccherina. Mi sentivo come se avessi dichiarato guerra alla mia dispensa! Però dopo i primi giorni di stanchezza – che chiamano "keto flu" – ho iniziato a vedere dei cambiamenti. In un mese ho perso 4 chili, e la cosa bella è che non avevo quella fame nervosa che mi assale di solito. Mi sono buttata su avocado, uova, salmone e un sacco di verdure verdi. Energia? Non male, soprattutto dopo la prima settimana. Il lato negativo? Preparare i pasti era un impegno serio, e se non stai attento a bilanciare bene i nutrienti, ti senti un po’ fiacco. Inoltre, uscire con amici e dire no a una pizza è stata una prova di forza mentale non da poco.
Poi sono passata al digiuno intermittente, nello specifico il metodo 16:8 – 16 ore senza mangiare e 8 ore in cui puoi farlo. Questo l’ho seguito per un paio di mesi. Qui non ci sono grosse restrizioni su cosa mangi, ma solo su quando. Io di solito saltavo la colazione e mangiavo dalle 12 alle 20. Risultati? Ho perso circa 3 chili in totale, ma la perdita è stata più lenta rispetto alla chetogenica. Il bello è che mi sentivo libera di godermi un piatto di spaghetti ogni tanto, senza sensi di colpa. Inoltre, mi è sembrato più facile da incastrare nella vita di tutti i giorni: niente liste infinite di ingredienti da comprare o ricette complicate. Però, diciamolo, le prime volte che saltavo la colazione lo stomaco brontolava come un leone! Col tempo mi sono abituata, ma ci vuole pazienza.
Confrontandoli, direi che la chetogenica mi ha dato una spinta iniziale più forte, soprattutto per perdere peso velocemente, ma è più rigida e richiede disciplina ferrea. Il digiuno intermittente invece è più sostenibile sul lungo termine, almeno per me, perché non mi fa sentire "in prigione" con il cibo. Dipende molto da cosa cercate: un cambiamento drastico o qualcosa di più graduale che si adatti alla vostra routine.
Ora sto pensando di combinare un po’ i due, magari alternandoli. Qualcuno di voi li ha provati insieme? O avete altri metodi da consigliarmi? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e se avete avuto esperienze simili!
Ehi, che bella riflessione su keto e digiuno intermittente! Mi ci tuffo anch’io per condividere un po’ della mia esperienza, visto che il tema mi sta a cuore. Io sono quella che vive con le mani nella terra, sempre a coccolare pomodori e zucchine che crescono sul balcone o nel piccolo orto dietro casa. Per me, il controllo di quello che mangio parte da lì: sapere esattamente cosa finisce nel piatto, senza pesticidi o schifezze nascoste, mi dà una marcia in più per gestire peso e salute.

Ho provato anch’io la dieta chetogenica per un po’, credo un paio di mesi, e ti capisco quando parli di “guerra alla dispensa”. Tagliare i carboidrati è stata una sfida, soprattutto perché sono una fan delle patate coltivate da me – quelle piccole, dolcissime, che sanno di terra. Però mi sono organizzata: ho puntato tutto su verdure a foglia verde come spinaci e bietole del mio orto, uova fresche delle galline della vicina e olio d’oliva di un amico che lo produce artigianalmente. Risultato? Ho perso 5 chili in due mesi, e mi sentivo leggera, con una chiarezza mentale che non mi aspettavo. Il trucco per me è stato usare i miei ortaggi per rendere i piatti saporiti senza bisogno di chissà quali condimenti. Però, come dici tu, preparare tutto richiede tempo. E poi, diciamocelo, rinunciare a un bel piatto di pasta fresca fatta in casa è stato un sacrificio che ancora mi fa sospirare.

Sul digiuno intermittente, invece, sono ancora in fase di rodaggio. Sto provando il 16:8 da un mese circa, e lo trovo più facile da gestire rispetto alla keto, soprattutto perché non devo dire addio ai miei amati pomodori o alle mele che raccolgo in autunno. Mangio dalle 13 alle 21, e cerco di riempire le mie “finestre” di cibo con insalate colorate, legumi che coltivo io e magari una fetta di pane integrale fatto in casa. Ho perso solo un chilo e mezzo finora, ma la cosa che mi piace è la libertà: non mi sento incastrata in regole troppo rigide, e questo per me è fondamentale. Certo, le prime settimane con lo stomaco che protesta al mattino sono state dure, ma ora va meglio. E poi, sapere che sto mangiando roba cresciuta con le mie mani mi fa sentire in pace con me stessa, come se stessi nutrendo il corpo e l’anima.

Rispetto a quello che dici, concordo che la keto dà una botta iniziale pazzesca, ma è un impegno tosto. Il digiuno intermittente lo vedo più come uno stile di vita, soprattutto se lo abbini a ingredienti semplici e genuini. Io sto pensando di continuare con il 16:8, ma magari integrando qualche giorno “keto-inspired” usando solo i miei ortaggi e proteine magre. Non so se combinerò i due come stai pensando tu, ma mi piace l’idea di alternare per non annoiarmi.

Una cosa che mi ha aiutato tanto con entrambi gli approcci è stata pianificare i pasti con quello che raccolgo. Per esempio, con la keto facevo delle mega insalate con rucola, cetrioli e avocado, mentre col digiuno intermittente mi preparo zuppe di verdure che mi saziano senza appesantirmi. Coltivare il mio cibo mi dà un controllo totale: so che non ci sono zuccheri nascosti o additivi, e questo mi aiuta a tenere d’occhio le calorie senza impazzire con le etichette.

Qualcun altro qui si diletta con l’orto o i balconi verdi? Come usate i vostri prodotti per stare in linea? E tu, hai mai provato a mixare keto e digiuno? Racconta, sono tutta orecchie!