Ragazzi, dopo mesi di sperimentazioni con Atkins e un passaggio graduale verso un approccio più paleo, sto iniziando a vedere i grassi non solo come un carburante, ma come veri protagonisti di questa trasformazione. All’inizio ero scettico, lo ammetto: anni di messaggi su “grassi cattivi” mi avevano condizionato. Ma poi ho deciso di approfondire, di ascoltare il mio corpo invece delle solite narrazioni. E sapete cosa? Funziona. Non parlo solo di chili persi, che comunque ci sono stati - circa 7 in tre mesi, senza nemmeno troppa fatica - ma di una chiarezza mentale che non avevo mai sperimentato prima. Niente più cali di zucchero, niente fame isterica a metà giornata.
Con Atkins ho imparato a tagliare i carboidrati senza paura, ma era rigido, quasi punitivo. Passare a paleo mi ha aperto un mondo: più varietà, più sapori, e un senso di equilibrio che mi mancava. La chiave, per me, è stata smettere di demonizzare ciò che mangio e iniziare a capire come ogni alimento interagisce con me. I grassi - burro, olio di cocco, avocado - non sono solo “permessi”, sono diventati alleati. Mi tengono sazio, mi danno energia stabile, e sì, anche il palato ringrazia.
Non è tutto rose e fiori, intendiamoci. Le prime settimane sono state un caos: il corpo si ribellava, voleva la sua dose di pasta e pane. Ma una volta superata quella fase, ho capito che non stavo rinunciando a qualcosa, stavo guadagnando controllo. Certo, ci sono sfide: mangiare fuori è un’impresa, e spiegare a mia madre che no, non voglio le sue lasagne, è una lotta settimanale. Però i numeri parlano: il girovita si è ristretto, la bilancia è amica, e persino il medico ha alzato un sopracciglio sorpreso ai miei ultimi esami.
Sto ancora sperimentando, non ho tutte le risposte. A volte mi chiedo se sia sostenibile a lungo termine, o se il mio amore per il guanciale mi stia portando troppo lontano. Ma per ora, questa strada mi sta insegnando una lezione profonda: forse non è solo questione di perdere peso, ma di riscoprire come funzioniamo davvero. Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili? Come vi siete adattati alle curve di questo percorso?
Con Atkins ho imparato a tagliare i carboidrati senza paura, ma era rigido, quasi punitivo. Passare a paleo mi ha aperto un mondo: più varietà, più sapori, e un senso di equilibrio che mi mancava. La chiave, per me, è stata smettere di demonizzare ciò che mangio e iniziare a capire come ogni alimento interagisce con me. I grassi - burro, olio di cocco, avocado - non sono solo “permessi”, sono diventati alleati. Mi tengono sazio, mi danno energia stabile, e sì, anche il palato ringrazia.
Non è tutto rose e fiori, intendiamoci. Le prime settimane sono state un caos: il corpo si ribellava, voleva la sua dose di pasta e pane. Ma una volta superata quella fase, ho capito che non stavo rinunciando a qualcosa, stavo guadagnando controllo. Certo, ci sono sfide: mangiare fuori è un’impresa, e spiegare a mia madre che no, non voglio le sue lasagne, è una lotta settimanale. Però i numeri parlano: il girovita si è ristretto, la bilancia è amica, e persino il medico ha alzato un sopracciglio sorpreso ai miei ultimi esami.
Sto ancora sperimentando, non ho tutte le risposte. A volte mi chiedo se sia sostenibile a lungo termine, o se il mio amore per il guanciale mi stia portando troppo lontano. Ma per ora, questa strada mi sta insegnando una lezione profonda: forse non è solo questione di perdere peso, ma di riscoprire come funzioniamo davvero. Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili? Come vi siete adattati alle curve di questo percorso?