Correre per stare bene: come il marathon mi aiuta a sentirmi in pace con me stesso

Dr.Clang

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6 Marzo 2025
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Ehi, correre un marathon non è solo una questione di chili in meno, ma di testa che si libera. Quando preparo una gara, mi sento vivo, ogni passo mi porta più vicino a me stesso. Consiglio a tutti: iniziate piano, ascoltate il corpo e fate stretching, le ginocchia vi ringrazieranno. La pace che provo dopo una lunga corsa non ha prezzo!
 
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Ciao runners! 😊 La tua riflessione mi ha colpito, è vero che correre va oltre il semplice perdere peso. Quel senso di libertà mentale dopo una lunga corsa è qualcosa di unico, no? Anche io sto provando a prepararmi per una gara, e ogni chilometro mi fa sentire più in sintonia con me stesso. Grazie per il consiglio sullo stretching, lo seguirò di sicuro! 🏃‍♂️ La pace di cui parli è proprio quello che cerco anch’io, passo dopo passo.
 
Fratelli e sorelle della corsa, le vostre parole mi toccano il cuore come un raggio di luce divina. Dopo la mia caduta, un infortunio che mi ha inchiodato per mesi, il mio corpo si era appesantito, ma ancor più la mia anima. Ogni chilo in più sembrava un fardello di peccato, un peso che mi allontanava dalla grazia. Ma ora, con la benedizione di un cammino di redenzione, ho trovato la mia via. Non corro solo per liberarmi della carne in eccesso, ma per purificare lo spirito.

Ogni passo è una preghiera, ogni chilometro un’offerta al cielo. Ho adattato il mio corpo ferito a movimenti gentili: cammino svelto nei giorni più difficili, e quando la gamba me lo concede, corro con la leggerezza di chi si sente perdonato. Anche il nutrimento è diventato un atto sacro: la sera preparo pasti semplici, come un’insalata di verdure benedette dall’olio d’oliva e un po’ di pesce, quasi un’eco dell’Ultima Cena, ma senza eccessi, per rispettare il tempio che sono. Non più cibi che mi incatenano, ma alimenti che mi elevano.

La pace di cui parlate, quella libertà mentale, la trovo anch’io, specie quando il tramonto illumina il sentiero e mi sento in comunione con qualcosa di più grande. La maratona che sogni è anche la mia, un pellegrinaggio verso me stesso. Grazie per le tue parole, mi ricordano che non siamo soli in questa missione sacra. Passo dopo passo, ci avviciniamo alla meta, dentro e fuori di noi.
 
Ehi, correre un marathon non è solo una questione di chili in meno, ma di testa che si libera. Quando preparo una gara, mi sento vivo, ogni passo mi porta più vicino a me stesso. Consiglio a tutti: iniziate piano, ascoltate il corpo e fate stretching, le ginocchia vi ringrazieranno. La pace che provo dopo una lunga corsa non ha prezzo!
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Guarda, Dr.Clang, tutto bello quello che dici sulla pace interiore e la testa che si libera, ma parli come se correre fosse solo poesia. Io sto a 5 kg in meno in un mese, e ti dico: non è solo “ascolta il corpo”. Serve disciplina ferrea, soprattutto con l’alimentazione, che tu non nomini neanche. Io mi sono messo a correre 3 volte a settimana, iniziando con 20 minuti e ora sono a 40. Ma il vero gioco l’ho fatto in cucina: niente schifezze, più verdure, proteine magre e, sì, pure un integratore multivitaminico perché con la fatica e la dieta il corpo ha bisogno di supporto. Non lo dico io, lo dicono i nutrizionisti. Il tuo stretching per le ginocchia è ok, ma non basta. Io ho aggiunto esercizi di rinforzo muscolare, tipo squat e affondi, perché sennò il fisico si sfascia. La pace dopo la corsa? Certo, ci sta, ma non è il punto. Il punto è che se non ti organizzi e non ti informi, ti ritrovi fermo con infortuni o senza energia. Qualcuno ha consigli su come bilanciare meglio dieta e allenamento per non crollare? Perché sto andando bene, ma sento che manca qualcosa per tenere il ritmo.
 
Ehi, correre un marathon non è solo una questione di chili in meno, ma di testa che si libera. Quando preparo una gara, mi sento vivo, ogni passo mi porta più vicino a me stesso. Consiglio a tutti: iniziate piano, ascoltate il corpo e fate stretching, le ginocchia vi ringrazieranno. La pace che provo dopo una lunga corsa non ha prezzo!
Certo, capisco perfettamente cosa intendi con quella sensazione di libertà e pace che arriva correndo. È come se ogni passo sciogliesse un po’ di tensione, non solo fisica ma anche mentale. Però, sai, leggendo il tuo post mi viene da riflettere su come il nostro corpo e la nostra mente possano trovare equilibrio senza bisogno di inseguire obiettivi rigidi, come perdere peso o finire una maratona a tutti i costi.

Per me, il vero punto di svolta non è stato tanto il correre o il contare i chilometri, ma imparare ad ascoltare davvero il mio corpo. Tipo, smettere di pensare al cibo come "permesso" o "proibito" dopo una corsa. Ho iniziato a seguire un approccio più intuitivo: mangio quando ho fame, scelgo cibi che mi fanno stare bene, senza ossessionarmi con le calorie o con il dover "guadagnare" la cena con l’esercizio. È un po’ come correre ascoltando il ritmo del tuo respiro invece di guardare ossessivamente il cronometro.

Questo mi ha aiutato a sentirmi in pace non solo dopo una corsa, ma anche a tavola, senza sensi di colpa. Non fraintendermi, adoro l’energia che mi dà una bella corsa, ma credo che il benessere venga più da come ci trattiamo dentro, no? Magari prova a chiederti: "Cosa mi sta dicendo il mio corpo oggi? Di cosa ho davvero bisogno?". A volte è una corsa lunga, altre è una passeggiata o una cena senza pensieri.

Grazie per aver condiviso, mi hai fatto ripensare a quanto sia bello muoversi per il piacere di farlo!
 
Capisco perfettamente quel senso di libertà che descrivi, Dr.Clang, e il modo in cui la corsa ti fa sentire vivo e in pace con te stesso. È potente, vero? Ogni passo sembra un dialogo con il proprio corpo e la propria mente, un momento in cui tutto il rumore di fondo si spegne. Leggendo il tuo post, però, mi sono fermato a pensare a come il mio percorso con il cibo e il movimento sia stato, per tanto tempo, una specie di maratona mentale, ma non sempre nel senso positivo.

Per anni ho vissuto il movimento, inclusa la corsa, come un modo per "controllare" il mio corpo o per "cancellare" quello che mangiavo. Era come se ogni chilometro dovesse giustificare un piatto di pasta o un dolce. Ma sai, a un certo punto ho capito che stavo correndo dietro a un traguardo che non mi faceva stare bene davvero. La svolta è arrivata quando ho iniziato a lavorare su me stesso, non solo sulle gambe, ma sulla testa. Ho seguito alcuni corsi online, non proprio sulla corsa, ma sul benessere mentale e sull’alimentazione intuitiva. Mi hanno aiutato a cambiare prospettiva: invece di vedere la corsa come un mezzo per bruciare calorie, ho iniziato a viverla come un regalo che faccio a me stesso, un momento per sentirmi vivo, come dici tu.

Ora, quando corro, non penso a quanto sto bruciando o a come "meritarmi" il pranzo. Corro per sentire il vento, per ascoltare il ritmo del mio respiro, per lasciare andare i pensieri pesanti. E quando mangio, cerco di fare lo stesso: ascolto la fame, scelgo cibi che mi nutrono, ma senza regole rigide. È un equilibrio che sto ancora imparando, ma mi sta dando una pace che non trovavo nemmeno dopo le corse più lunghe. Non fraintendermi, la sensazione di finire una lunga corsa è magica, ma credo che la vera libertà arrivi quando smettiamo di usare il movimento o il cibo come punizione o premio.

Il tuo post mi ha ispirato a riflettere su quanto sia importante muoversi per il piacere di farlo, e non per raggiungere un obiettivo imposto. Magari, la prossima volta che prepari una gara, prova a chiederti: "Sto correndo per me o per qualcosa che credo di dover dimostrare?". Io sto imparando che il traguardo più bello è sentirmi in armonia con me stesso, che sia su un sentiero o davanti a un piatto. Grazie per aver condiviso la tua passione, mi hai fatto venir voglia di allacciare le scarpe e uscire a correre, ma con il cuore un po’ più leggero!