Ciao a tutti, o forse meglio dire “ehi, compagni di viaggio”! Sono qui, seduto con una tazza di tisana, a ripensare a com’è cambiata la mia vita negli ultimi anni. Sapete, quando ho iniziato questo percorso, pesavo 110 chili. Sì, avete letto bene, 110! Ora sono a 75, e non è stato solo un viaggio di numeri sulla bilancia, ma di testa, cuore e… tanto cardio!
All’inizio pensavo che il cardio fosse solo “correre fino a morire” o pedalare su una cyclette mentre guardi l’orologio pregando che il tempo passi. E invece no, ragazzi, è stato il mio salvagente. Non vi mentirò, le prime volte mi sentivo un elefante che arrancava sul tapis roulant, col fiatone dopo cinque minuti. Ma sapete qual è stato il vero clic? Non le calorie bruciate, non i chilometri corsi, ma il momento in cui ho deciso che volevo sentirmi bene con me stesso, non solo dimagrire per gli altri.
Ho iniziato piano, con camminate veloci nel parco vicino casa. Mi mettevo le cuffie, una playlist che mi dava la carica – tipo Vasco o Ligabue, che ne so – e via, un passo dopo l’altro. Poi sono passato alla corsa, prima 10 minuti, poi 20, poi mezz’ora. Non era la velocità, era la costanza. Il cardio mi ha insegnato a respirare, non solo con i polmoni, ma con la mente. Ogni goccia di sudore era un “ce la posso fare” che dicevo a me stesso.
Le difficoltà? Tante. Le ginocchia che protestavano, i giorni in cui pioveva e io volevo solo stare sotto le coperte, le volte in cui mi guardavo allo specchio e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Però poi mi ricordavo perché avevo iniziato. Non era solo per il peso, era per riprendermi la mia vita. E il cardio, con quel suo ritmo, mi ha aiutato a mettere in ordine i pensieri. Correvo e immaginavo di lasciarmi indietro i dubbi, le insicurezze, i “non sono abbastanza”.
Cosa mi ha aiutato davvero? La pazienza con me stesso. Non cercavo di strafare, non mi punivo se un giorno saltavo. E poi, trovare il mio “perché”. Per me era svegliarmi senza sentirmi appesantito, indossare una maglietta e sentirmi a mio agio. Ognuno ha il suo, trovatelo e tenetevelo stretto. Il cardio non è solo movimento, è un modo per parlare con voi stessi, per dirvi “ehi, ti voglio bene, sto facendo questo per te”.
Ora, dopo tutto questo tempo, non corro più solo per dimagrire. Corro perché mi piace, perché mi sento libero. E se ce l’ho fatta io – che a malapena salivo due rampe di scale senza sbuffare – potete farcela anche voi. Non è una gara contro gli altri, è un regalo che fate a voi stessi. Un passo alla volta, un respiro alla volta. Forza, ragazzi, la testa è il motore, il cardio è solo la strada!
All’inizio pensavo che il cardio fosse solo “correre fino a morire” o pedalare su una cyclette mentre guardi l’orologio pregando che il tempo passi. E invece no, ragazzi, è stato il mio salvagente. Non vi mentirò, le prime volte mi sentivo un elefante che arrancava sul tapis roulant, col fiatone dopo cinque minuti. Ma sapete qual è stato il vero clic? Non le calorie bruciate, non i chilometri corsi, ma il momento in cui ho deciso che volevo sentirmi bene con me stesso, non solo dimagrire per gli altri.
Ho iniziato piano, con camminate veloci nel parco vicino casa. Mi mettevo le cuffie, una playlist che mi dava la carica – tipo Vasco o Ligabue, che ne so – e via, un passo dopo l’altro. Poi sono passato alla corsa, prima 10 minuti, poi 20, poi mezz’ora. Non era la velocità, era la costanza. Il cardio mi ha insegnato a respirare, non solo con i polmoni, ma con la mente. Ogni goccia di sudore era un “ce la posso fare” che dicevo a me stesso.
Le difficoltà? Tante. Le ginocchia che protestavano, i giorni in cui pioveva e io volevo solo stare sotto le coperte, le volte in cui mi guardavo allo specchio e pensavo “ma chi me lo fa fare?”. Però poi mi ricordavo perché avevo iniziato. Non era solo per il peso, era per riprendermi la mia vita. E il cardio, con quel suo ritmo, mi ha aiutato a mettere in ordine i pensieri. Correvo e immaginavo di lasciarmi indietro i dubbi, le insicurezze, i “non sono abbastanza”.
Cosa mi ha aiutato davvero? La pazienza con me stesso. Non cercavo di strafare, non mi punivo se un giorno saltavo. E poi, trovare il mio “perché”. Per me era svegliarmi senza sentirmi appesantito, indossare una maglietta e sentirmi a mio agio. Ognuno ha il suo, trovatelo e tenetevelo stretto. Il cardio non è solo movimento, è un modo per parlare con voi stessi, per dirvi “ehi, ti voglio bene, sto facendo questo per te”.
Ora, dopo tutto questo tempo, non corro più solo per dimagrire. Corro perché mi piace, perché mi sento libero. E se ce l’ho fatta io – che a malapena salivo due rampe di scale senza sbuffare – potete farcela anche voi. Non è una gara contro gli altri, è un regalo che fate a voi stessi. Un passo alla volta, un respiro alla volta. Forza, ragazzi, la testa è il motore, il cardio è solo la strada!