Ascolta il tuo corpo: un approccio intuitivo per stare bene senza diete rigide

6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire “pronti a chiacchierare”? Sono qui nel mezzo di questo thread perché credo davvero che ci sia un modo diverso di pensare al nostro corpo e al movimento, specialmente quando si parla di cardio. Non so voi, ma io ho passato anni a contare calorie, a fissarmi sullo specchio e a provare ogni tipo di allenamento solo per “bruciare” qualcosa. Alla fine, però, mi sentivo sempre stanca, frustrata e, onestamente, lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio intuitivo, e per me è stato come accendere una luce. Non si tratta di smettere di fare cardio o di ignorare la salute, assolutamente no. Si tratta di ascoltare cosa ci dice il corpo. Magari oggi mi sento piena di energia e una corsa mi fa stare bene, mi libera la mente. Ma ci sono giorni in cui sento che una camminata tranquilla o anche solo stretching è quello di cui ho davvero bisogno. E sapete una cosa? Va bene così. Non c’è una regola fissa, non c’è un “devi fare tot minuti per tot calorie”. Il corpo sa cosa gli serve, se gli diamo la possibilità di parlare.
Penso spesso a chi, come me, ha dovuto gestire qualcosa di più complesso, tipo il diabete. Anche lì, le diete rigide possono sembrare l’unica strada, ma non è vero. Conoscere i segnali della fame, della sazietà, dell’energia che sale o scende, può aiutare a trovare un equilibrio che non sembra una punizione. Il cardio non deve essere una gara contro noi stessi, ma un modo per sentirci vivi, per muoverci con piacere. Magari una passeggiata dopo cena per aiutare la glicemia, o una pedalata perché ci va, non perché “si deve”.
Lavorare sulle nostre abitudini mentali è la chiave, secondo me. Se ci fissiamo solo sui numeri – calorie bruciate, peso sulla bilancia – perdiamo di vista il motivo per cui lo facciamo. Io ho iniziato a chiedermi: mi piace questo movimento? Mi fa sentire bene? Mi dà energia o mi lascia esausta? E piano piano, ho smesso di vedere l’allenamento come un obbligo. Non è facile all’inizio, lo ammetto, perché siamo abituati a regole ferree, ma col tempo diventa naturale.
Insomma, non sto dicendo che il cardio non serva o che dobbiamo buttare via tutto quello che sappiamo. Dico solo che possiamo provarci, un passo alla volta, ad ascoltare di più noi stessi invece di inseguire standard impossibili. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Come vi siete sentiti? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, davvero.
 
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Ehilà, che bello leggerti! Anche io sono qui a navigare tra i thread, e il tuo post mi ha proprio colpita. Sai, pure io e mio marito stiamo provando a cambiare approccio, insieme, e devo dire che farlo in due sta facendo la differenza. Concordo su tutto quello che dici: ascoltare il corpo è una svolta, e ti capisco perfettamente quando parli di anni passati a contare calorie e a sentirsi sempre un po’ in lotta con sé stessi. Anche noi eravamo così, sempre lì a pesare il cibo o a controllare quanto avevamo “bruciato” con una corsa. Alla fine, però, sembrava più una punizione che un modo per stare bene.

Da quando abbiamo iniziato questo percorso più intuitivo, è come se ci fossimo liberati da un peso – non solo quello sulla bilancia, ma proprio mentale. Mio marito, per esempio, ha il diabete, e all’inizio pensavamo che senza regole ferree non avrebbe mai funzionato. Invece, piano piano, abbiamo imparato a fidarci dei segnali: una passeggiata dopo cena se la glicemia è un po’ alta, o magari una pedalata insieme nel weekend perché ci va di muoverci, non perché c’è un numero da raggiungere. E funziona! Non è perfetto ogni giorno, ma ci sentiamo più in sintonia con noi stessi.

La cosa bella di farlo insieme è che ci sosteniamo a vicenda. Se uno dei due ha una giornata no e dice “oggi mi va solo di riposare”, l’altro non giudica, anzi, magari ci prendiamo un tè e chiacchieriamo invece di forzare un allenamento. Oppure ci motiviamo quando c’è voglia di fare di più: l’altro giorno siamo usciti a camminare senza meta, solo per goderci l’aria fresca, e alla fine ci siamo sentiti così bene che abbiamo continuato per un’ora senza nemmeno accorgercene. Non era un “dovere”, era un piacere.

Penso che hai ragione: cambiare il modo in cui vediamo il movimento è fondamentale. Non deve essere una gara o un obbligo, ma qualcosa che ci fa stare bene. Io e mio marito ci stiamo provando, un passo alla volta, e ci aiutiamo a non ricadere nelle vecchie abitudini di controllo ossessivo. Certo, non è sempre facile, perché siamo abituati a pensare che senza numeri e regole non si ottiene niente, ma col tempo sta diventando più naturale.

Mi piacerebbe sapere se qualcun altro sta provando questo approccio con un compagno di viaggio, che sia un partner, un amico o chiunque. Come vi aiuta avere qualcuno accanto? O magari siete partiti da soli e avete trovato il vostro ritmo? Sono curiosa di leggere le vostre storie!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire “pronti a chiacchierare”? Sono qui nel mezzo di questo thread perché credo davvero che ci sia un modo diverso di pensare al nostro corpo e al movimento, specialmente quando si parla di cardio. Non so voi, ma io ho passato anni a contare calorie, a fissarmi sullo specchio e a provare ogni tipo di allenamento solo per “bruciare” qualcosa. Alla fine, però, mi sentivo sempre stanca, frustrata e, onestamente, lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio intuitivo, e per me è stato come accendere una luce. Non si tratta di smettere di fare cardio o di ignorare la salute, assolutamente no. Si tratta di ascoltare cosa ci dice il corpo. Magari oggi mi sento piena di energia e una corsa mi fa stare bene, mi libera la mente. Ma ci sono giorni in cui sento che una camminata tranquilla o anche solo stretching è quello di cui ho davvero bisogno. E sapete una cosa? Va bene così. Non c’è una regola fissa, non c’è un “devi fare tot minuti per tot calorie”. Il corpo sa cosa gli serve, se gli diamo la possibilità di parlare.
Penso spesso a chi, come me, ha dovuto gestire qualcosa di più complesso, tipo il diabete. Anche lì, le diete rigide possono sembrare l’unica strada, ma non è vero. Conoscere i segnali della fame, della sazietà, dell’energia che sale o scende, può aiutare a trovare un equilibrio che non sembra una punizione. Il cardio non deve essere una gara contro noi stessi, ma un modo per sentirci vivi, per muoverci con piacere. Magari una passeggiata dopo cena per aiutare la glicemia, o una pedalata perché ci va, non perché “si deve”.
Lavorare sulle nostre abitudini mentali è la chiave, secondo me. Se ci fissiamo solo sui numeri – calorie bruciate, peso sulla bilancia – perdiamo di vista il motivo per cui lo facciamo. Io ho iniziato a chiedermi: mi piace questo movimento? Mi fa sentire bene? Mi dà energia o mi lascia esausta? E piano piano, ho smesso di vedere l’allenamento come un obbligo. Non è facile all’inizio, lo ammetto, perché siamo abituati a regole ferree, ma col tempo diventa naturale.
Insomma, non sto dicendo che il cardio non serva o che dobbiamo buttare via tutto quello che sappiamo. Dico solo che possiamo provarci, un passo alla volta, ad ascoltare di più noi stessi invece di inseguire standard impossibili. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Come vi siete sentiti? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, davvero.
Ehi, capisco il tuo punto, davvero. Ascoltare il corpo è una gran cosa, e sono felice che ti abbia aiutato a trovare pace col cardio e col movimento. Io invece ho trovato la mia strada con la keto, e ti dico: non è solo una dieta, è un modo per sentire l’energia vera, senza crolli. Non ho bisogno di contare calorie o di ammazzarmi di corsa per “bruciare”. Il corpo si regola da solo se gli dai grassi buoni e tagli gli zuccheri. Magari non è per tutti, ma per me ha funzionato: meno fame nervosa, più chiarezza mentale. Hai mai provato a fare una passeggiata in ketosi? Ti senti leggero, altro che esausto. Fammi sapere che ne pensi!
 
Ciao, o forse “bentrovata nel club di chi ascolta sé stesso”? 😊 Mi ha colpito un sacco quello che hai scritto, soprattutto quel passaggio sul sentirsi vivi col movimento invece di trasformarlo in una punizione. Ti capisco, sai? Anch’io ero ossessionata dal contare ogni caloria, tipo “ok, questa mela sono 52 kcal, questo biscotto 78”, e alla fine vivevo con la calcolatrice in mano più che con me stessa. Poi ho mollato quel loop e ho iniziato a guardare oltre i numeri, tipo come mi sento dopo aver mangiato o dopo una camminata.

Devo dirti, però, che per me la svolta vera è stata capire cosa succede dentro, a livello di energia e segnali del corpo. Non so se hai mai provato a giocare con i tempi dei pasti o a sentire come il tuo umore cambia dopo un piatto di verdure contro un pezzo di pane. Io ho scoperto che se tengo i carboidrati bassi e punto su cose tipo avocado o salmone, mi sento sazia più a lungo e non ho quei cali che mi facevano correre al frigo ogni due ore. Non è una regola ferrea, eh, ma un modo per lasciare che il corpo trovi il suo ritmo.

Sul cardio ti do ragione: una passeggiata può essere magica, specie la sera, quando magari ti senti un po’ pesante e vuoi solo rilassarti. Io a volte esco dopo cena, niente di intenso, giusto per muovermi e lasciare che tutto si “assesti”. È come un reset, e torni a casa che ti senti bene, non distrutta. Hai mai notato come cambia la tua energia in base a quello che fai o mangi prima? Sono curiosa, raccontami! 😊
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire “pronti a chiacchierare”? Sono qui nel mezzo di questo thread perché credo davvero che ci sia un modo diverso di pensare al nostro corpo e al movimento, specialmente quando si parla di cardio. Non so voi, ma io ho passato anni a contare calorie, a fissarmi sullo specchio e a provare ogni tipo di allenamento solo per “bruciare” qualcosa. Alla fine, però, mi sentivo sempre stanca, frustrata e, onestamente, lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio intuitivo, e per me è stato come accendere una luce. Non si tratta di smettere di fare cardio o di ignorare la salute, assolutamente no. Si tratta di ascoltare cosa ci dice il corpo. Magari oggi mi sento piena di energia e una corsa mi fa stare bene, mi libera la mente. Ma ci sono giorni in cui sento che una camminata tranquilla o anche solo stretching è quello di cui ho davvero bisogno. E sapete una cosa? Va bene così. Non c’è una regola fissa, non c’è un “devi fare tot minuti per tot calorie”. Il corpo sa cosa gli serve, se gli diamo la possibilità di parlare.
Penso spesso a chi, come me, ha dovuto gestire qualcosa di più complesso, tipo il diabete. Anche lì, le diete rigide possono sembrare l’unica strada, ma non è vero. Conoscere i segnali della fame, della sazietà, dell’energia che sale o scende, può aiutare a trovare un equilibrio che non sembra una punizione. Il cardio non deve essere una gara contro noi stessi, ma un modo per sentirci vivi, per muoverci con piacere. Magari una passeggiata dopo cena per aiutare la glicemia, o una pedalata perché ci va, non perché “si deve”.
Lavorare sulle nostre abitudini mentali è la chiave, secondo me. Se ci fissiamo solo sui numeri – calorie bruciate, peso sulla bilancia – perdiamo di vista il motivo per cui lo facciamo. Io ho iniziato a chiedermi: mi piace questo movimento? Mi fa sentire bene? Mi dà energia o mi lascia esausta? E piano piano, ho smesso di vedere l’allenamento come un obbligo. Non è facile all’inizio, lo ammetto, perché siamo abituati a regole ferree, ma col tempo diventa naturale.
Insomma, non sto dicendo che il cardio non serva o che dobbiamo buttare via tutto quello che sappiamo. Dico solo che possiamo provarci, un passo alla volta, ad ascoltare di più noi stessi invece di inseguire standard impossibili. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Come vi siete sentiti? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, davvero.
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